SBK, con Danilo Petrucci la classe operaia va in paradiso

SBK, con Danilo Petrucci la classe operaia va in paradiso© GPAgency

La tripletta del Cremona Circuit è stata solo l’ultima delle imprese del pilota ternano che vanta vittorie ad ogni livello del motociclismo in pista e in off road

24.09.2024 16:15

Dal titolo italiano STK1000 ai successi nell’Europeo prima della MotoGP, il successo alla Dakar ed il passaggio nel MotoAmerica per poi tornare dove tutto è iniziato con il Barni Spark Racing Team.

Una vita dedicata alle moto

Se c’è un pilota che incarna a piano lo spirito della Superbike è senza ombra di dubbio Danilo Petrucci: il ternano è vero, genuino e appassionato di ogni mezzo che abbia un motore. Questa sua passione per le corse e le moto lo ha portato a competere praticamente in ogni disciplina dal minitrial dove ha iniziato a correre all’età di 8 anni alla MotoGP dove al Mugello è riuscito a conquistare il primo successo nella top class. In mezzo tanti sacrifici, l’esordio nell’Europeo STK600 nel 2007 e dove conquista tre successi nel 2009 anno in cui corre anche nel CIV STK1000 con una Yamaha R1 chiudendo al secondo posto il campionato al debutto sul 1000. Queste performance spinsero la FMI ad iscriverlo nella gara valevole per l’assegnazione del titolo di Campione Europeo Velocità che si disputa su gara singola ad Albacete dove Petrux chiude quattordicesimo conquistando il titolo Europeo Junior riservato ai migliori piloti U20. Dopo una stagione con la Kawasaki del team Pedercini tra STK1000 e CIV nel 2011 Danilo passa al Team Barni con il quale conquista il titolo italiano STK1000 ed è vice campione del mondo sempre di classe STK.

Nel 2012 Danilo passa per la prima volta ai prototipi compiendo il passo dalla STK1000 alla MotoGP in sella alla CRT del team Ioda Racing, nonostante le prestazioni del mezzo siano lontane da quelle delle altre CRT e nemmeno paragonabili a quelle delle MotoGP riesce in diverse occasioni a chiudere in zona punti ed a Valencia nella conclusiva gara della stagione sfruttando condizioni particolari a chiudere addirittura in ottava posizione. Il passaggio in Ducati con il team Pramac Racing nel 2015 porta Petrucci per la prima volta nelle condizioni di poter lottare costantemente per le posizioni di vertice della top class riuscendo a Silverstone a centrare il proprio primo podio in MotoGP. Dopo sei podio con il team Pramac, Ducati sceglie di promuoverlo nel 2019 accanto ad Andrea Dovizioso nel team interno e proprio al Mugello Petrux conquisterà il suo primo successo in top class battendo al termine di un ultimo giro di fuoco Marc Marquez e lo stesso Dovizioso. Petrucci conquisterà poi una gara anche nel 2020 a Le Mans prima di passare nel 2021 sulla KTM del team Tech3 dove però non trova la competitività sperata lasciando il motomondiale al termine della stagione.

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La Dakar fa scoprire un nuovo Petrucci

La casa austriaca perso Danilo in MotoGP lo portò con sé alla Dakar 2022 dove il grande pubblico scoprì per la prima volta il grande cuore di Petrucci, forse troppo limitato per la MotoGP. La vittoria della quinta tappa del rally-raid più duro al mondo consacrò Petrux nell’olimpo del motociclismo, mai nessun pilota era infatti riuscito a vincere una gara in MotoGP e uno stage della Dakar. Dopo l’avventura nel deserto Danilo tornò alle derivate di serie accettando l’offerta di Ducati per correre nel MotoAmerica dove nonostante cinque successi ed undici podi non riesce a conquistare il titolo americano chiudendo in seconda posizione alle spalle del campione uscende Jake Gagne. Per non farsi mancare nulla Petrux al termine della stagione nel MotoAmerica tornò in MotoGP sulla Suzuki GSX-RR in sostituzione dell’infortunato Joan Mir per il round tailandese del motomondiale.

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La consacrazione a Cremona

Arrivato la scorsa stagione in Superbike con la Panigale V4 R del Barni Spark Racing team, Petrux si è subito calato nel nuovo campionato venendo di conseguenza travolto dall’affetto delle persone e degli appassionati. Dopo i podi conquistati nella passata stagione, quest’anno Danilo ad inizio stagione ha rischiato grosso, quell’incidente con la moto da cross (dimostrazione della grande passione di Petrucci per l’offroad) poteva costargli molto caro ma dopo un periodo di recupero è tornato probabilmente più forte di prima. Quell’esperienza lo ha reso ancora più forte e felice di vivere le gare con ancora più gioia, quella voglia di correre e vincere che al Cremona Circuit è diventata realtà nel migliore dei modi. Non si può non volere bene a Danilo e l’affetto e i complimenti ricevuti da tutti gli altri colleghi in pista ne solo la prova definitiva. Una tripletta, in casa, davanti ad oltre 45mila persone che sotto il podio urlavano il suo nome all’unisono in un momento in cui nel paddock del motomondiale si sentono fischi ai piloti che salgono sul podio: Danilo Petrucci è l’eroe che non ci meritiamo ma di cui abbiamo bisogno.

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