Ispirato dal cugino Derry Preston Cobb, invalido, il progettista fu il pioniere nel settore dei mezzi speciali a tre ruote con il marchio Invacar
William Greeves, comunque, non vedeva il futuro del figlio nella meccanica, bensì, anche per lui, nel trattamento delle pelli, così lo richiamò a Worcester, ma Bert non gli diede retta: si fece assumere, nuovamente come apprendista, dalla ditta Heenan & Froude, che costruiva dinamometri. Nel 1931 la famiglia Greeves si trasferì a Surbiton, un sobborgo alla periferia sud di Londra e lì Bert, assieme a uno dei suoi tre fratelli minori, Wilbur, costruì un capannone dando vita a una grande officina per la riparazione di auto, con annesso distributore di carburante. A Surbiton viveva anche un cugino di Bert, Derry Preston Cobb, nato con un handicap fisico che gli impediva l’uso delle gambe e del braccio sinistro; i due, quasi coetanei, si incontravano spesso ed evidentemente fra loro era sorto un rapporto di stima e amicizia che andava oltre quello della semplice parentela.
Bert, desideroso di aiutare Derry ad ampliare i suoi orizzonti, limitati dalla semplice carrozzella a trazione muscolare, cominciò a pensare di applicarle un piccolo motore elettrico: scelse quello di un tosaerba e riuscì a fissarlo al veicolo di suo cugino dotandolo ovviamente di un sistema di trasmissione e di comandi di guida specificamente ideati.
Derry accolse l’opera di Bert con enorme entusiasmo, ne fece ampiamente uso, ma si rese subito conto che l’autonomia del motorino elettrico era troppo scarsa per consentirgli anche piccoli viaggi. In particolare desiderava potersi recare a trovare sua madre, a Westcliffon-sea, ben 110 km di distanza da Surbiton. Una pazzia? Forse. Ma non per Bert, che si mise a studiare una nuova carrozzella con una ciclistica rinforzata capace di assecondare le prestazioni di un motore a benzina.
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