Addio Yamaha R6, l’ultima vera Supersport

Addio Yamaha R6, l’ultima vera Supersport© GPAgency

Con l’arrivo della nuova R9, la seicento di Iwata lascerà le competizioni dopo 25 stagioni di successi e venti titoli mondiali tra piloti e costruttori

08.10.2024 ( Aggiornata il 08.10.2024 13:13 )

Ormai non è più un secreto, la Yamaha R9 sta per arrivare e sostituirà la YZF-R6 sia nel listino che nelle competizioni, la nuova tre cilindri di Iwata avrà il compito di non far rimpiangere l’ultima seicento.

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La prima Supersport

Era l’autunno del 1998 quando Yamaha tolse i veli alla Yamaha YZF-R6, una moto rivoluzionaria per il settore delle Supersport che fino a quel momento era comandato da sportive con finalità più turistiche come la Yamaha YZF 600 Thundercat e la Honda CBR 600 F. Una moto pensata per il neonato Mondiale Supersport con una ciclistica affilata ed un motore che nella sua prima versione raggiungeva 120 CV a 13.000 giri/min, numeri che per l’epoca segnarono una vera e propria rivoluzione. Non a caso il titolo arrivò subito nella stagione 2000 grazie a Jörg Teuchert sulla YZF-R6 del team Alpha Technik Yamaha, il tedesco già nella stagione del debutto della nuova moto di Iwata nel 1999 centra il successo ad Albacete e all’A1 Ring (oggi Red Bul Ring). Nella stagione del titolo Teuchert conquista il mondiale davanti a Paolo Casoli su Ducati 748 grazie a due successi e quattro podi in undici gare.

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La rivincita dopo il digiuno

Tra il 2003 e il 2008 il WorldSSP ha visto il team Ten Kate dominare in lungo e in largo vincendo sei titoli consecutivi con la Honda, Yamaha per tornare al successo nel 2008 aggiorna, a pochi anni dalla presentazione della “terza serie”, la propria R6. Un nuovo telaio più rigido ed un telaietto posteriore in magnesio aiutano a migliorare l’agilità della moto con il motore che sale a 129 CV. Il 4 cilindri di Iwata introduce i cornetti d’aspirazione ad altezza variabile YCC-I (Yamaha Chip Controlled Intake). Yamaha torna a conquistare il titolo Supersport nel 2009 grazie a Cal Crutchlow, nel 2011 con Chaz Davies e nel 2013 con Sam Lowes. Tre titoli che riportano la Yamaha YZF-R6 tra le protagoniste indiscusse della Supersport.

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L’ultima vera Supersport

Nel 2016 la Yamaha R6 riceve l’ultimo vero importante aggiornamento, cambia tutta l’estetica ora più simile alla R1, come già fu per la prima serie nel 1999, migliora il coefficiente aerodinamico e la distribuzione del peso anche se il telaio di fatto resta il medesimo del precedente modello. Dalla R1 la “seicento” di Iwata non eredita solo le linee ma anche le sospensioni Kayaba da 43 e l’impianto frenante con dischi freno che ora passano a 320mm di diametro sempre morsi da pinze a quattro pistoncini ad attacco radiale. L’aggiornamento porta con se anche e soprattutto grandi novità dal lato elettronico con l’aggiunta del Traction Control regolabile su sei livelli d’intervento ed il cambio elettronico oltre la possibilità di regolare diverse mappature per meglio adeguarsi ad ogni stile e tipo di guida. Il nuovo modello è subito scelto dalla maggior parte dei team del mondiale Supersport che trovano nella casa di Iwata l’ultima casa a credere realmente nella classe di mezzo rendendo nel corso degli anni tra il 2017 e il 2021 il mondiale di fatto un monomarca Yamaha. Sei titoli mondiali ed altrettanti costruttori consecutivi con Lucas Mahias, Sandro Cortese, Randy Krummenacher, Andrea Locatelli e la doppietta di Dominique Aegerter a sugellare la fine dell’era delle “seicento” prima dell’arrivo delle Next Gen.

Con l’arrivo soprattutto della Ducati Panigale V2, diversi team hanno abbandonato le “vecchie” Supersport per sposare la nuova filosofia delle Next Gen. Solo Ten Kate e EvanBros con Stefano Manzi e Valentin Debise sono riusciti ad impensierire le nuove Supersport con le R6, spingendo Yamaha a sviluppare anch’essa una Next Gen la Yamaha R9 che dalla prossima stagione sarà al via del WorldSSP ponendo fine all’era durata 20 anni della Yamaha R6, l’ultima vera Supersport.

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