I risultati di Vierge e soprattutto Lecuona sul finire della stagione incoraggiano l’HRC, che tuttavia resta distante dal vertice. In attesa di novità
La Honda non ha lesinato l’impegno, portando numerosi aggiornamenti nel corso degli anni, fino a iniziare il 2024 con una CBR profondamente rinnovata, per esempio dal punto di vista aerodinamico. Un grande sforzo che a lungo è parso vano: nella prima parte del 2024, infatti, il miglior risultato del binomio ufficiale formato da Lecuona e Xavi Vierge è stato il nono posto di Iker in Gara 2 a Misano.
Proprio Lecuona ha (nuovamente) pagato sulla propria pelle l’anima bizzosa della CBR, prima con una caduta nei test precampionato di Phillip Island che lo ha tenuto ai box per il primo appuntamento, poi con un’altra nelle FP3 di Assen che gli ha impedito di proseguire il fine settimana. “La moto 2024 è diversa dalla precedente, molto più di quanto non possa sembrare dall’esterno” spiegava a Motosprint il nuovo team manager della spedizione HRC, Jose Escamez, succeduto a Leon Camier. “Il motore è molto potente, ma attualmente non possiamo sfruttarlo come vorremmo. Il carattere aggressivo della moto in apertura di gas rende tutto più difficile ai piloti, i quali faticano anche a fermarsi, a causa del freno motore. Forse la cosa di cui abbiamo bisogno è l’aderenza”.
Tanto motore ma altrettanta difficoltà nel rendere effettiva questa virtù, con una mancanza di trazione – spesso sottolineata dai piloti – e una conseguente eccessiva usura dei pneumatici nel tentativo di restare aggrappati alle posizioni di vertice. Proprio per questo sia Lecuona che Vierge hanno spesso vissuto manche andate in calando. Quando tutto lasciava presagire un’altra stagione senza la minima soddisfazione, ecco il – piccolo – cambio di marcia. I test svolti in estate, con due giornate a Cremona e una a Barcellona, hanno portato miglioramenti in termini di prestazioni. Da Portimao in poi, Vierge non è praticamente mai uscito da quella Top 10 raggiunta a fatica nei precedenti sei appuntamenti, mentre i piazzamenti più scintillanti sono arrivati da Lecuona.
Con il “capolavoro” – in relazione al resto della stagione Honda – dell’Estoril, dove l’ex portacolori Tech 3 in MotoGP si è dimostrato uno dei più veloci in pista, tanto da cogliere una brillante terza piazza in rimonta in Gara 1. Inutile sottolineare come sia stato l’unico podio stagionale per la Casa giapponese, fondamentale però per evitare lo smacco dello “zero”, vissuto per esempio dalla BMW nel 2023.
Le difficoltà del progetto nel suo complesso comunque restano, come confermato dal fatto che lo stesso Lecuona – che in questo 2024 ha lavorato con un nuovo capotecnico, Tom Jojic – sia tornato a calcare il podio dopo oltre due anni e mezzo (mentre l’ultima Top 3 di Vierge risale a inizio 2023), nonché dalla frequenza con cui i piloti finiscono a terra. Con lo stesso Iker nuovamente infortunato – al piede sinistro – nell’ultimo round di Jerez. Eppure nel box HRC esistono motivi fondati per credere (o meglio sperare) nella risalita. “Credo che a oggi la classifica delle moto veda sul podio BMW, Ducati e Kawasaki, poi ci siamo noi e infine la Yamaha” il parere di Lecuona dopo il podio all’Estoril, e probabilmente tale pensiero è aderente alla realtà. Del resto la CBR parte da una base, in termini di propulsore, considerata valida dai più, a differenza invece di una R1 che ha proprio nelle scarse prestazioni del motore il punto debole.
Guardando però in alto, alla CBR manca la guidabilità della Kawasaki, mentre nel confronto con la Panigale V4 R le lacune si amplificano. “La Ducati produce moto da strada con le quali corre in pista, mentre la Honda fa il contrario” la giusta puntualizzazione di Escamez, altrettanto onesto nell’ammettere che “In passato in Honda c’era maggiore attenzione al comparto racing. Non che ora manchi, ma il sistema è un po’ cambiato”.
Una stagione a due facce come quella da poco terminata non può convincere del tutto, e i problemi della CBR non sembrano spariti, semmai ridotti. Quantomeno è certo che la Casa dell’Ala Dorata avrà ancora accesso alle super concessioni, grazie alle quali – per es empio – ha stravolto in corso d’opera geometrie ed elettronica. "Ma serve essere coerenti: il regolamento può agevolarci, però in primis dobbiamo aiutarci da soli, e progredire" ha aggiunto Escamez, con un’onestà pari alla chiarezza dei concetti.
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Il 2025 vedrà ancora assieme Lecuona e Vierge – che a sua volta cambierà capotecnico – spinti anche dalla necessità di guadagnarsi il posto per il 2026 sul campo, visti i contratti in scadenza. Meno scontata, invece, è l’ossatura del team ufficiale Honda per la prossima stagione, dato che da diverse settimane radio paddock riferisce di un possibile cambio della guardia: diversi elementi dell’attuale compagine – che fa base a Barcellona e riferimento ad Alberto Puig – potrebbero lasciare il posto ai colleghi di Honda UK, anche se la presenza di Escamez sarebbe salva, grazie anche al contratto. La struttura inglese, non a caso, ha aumentato la presenza nel paddock delle derivate nel 2024, con diverse wild card (come quella dell’ex campione BSB Tommy Bridewell) utili sotto numerosi punti di vista.
L’avvicendamento costituisce oggi un’opzione, così come resta la possibilità che prosegua l’avventura Superbike del Team MIE, unica squadra indipendente a utilizzare le CBR, con risultati decisamente sotto tono. La presenza di Tarran Mackenzie nei test di Jerez – immediatamente successivi all’ultimo round della stagione 2024 – lascia intendere che Midori Moriwaki voglia continuare l’avventura nella classe regina delle derivate, ma molto dipenderà dalla volontà del main sponsor Petronas. Nel team interno, invece, l’obiettivo sarà proseguire nella rincorsa alla vetta senza perdere ulteriormente tempo. Un’altra falsa partenza come nel 2024 significherebbe vanificare quanto di buono ottenuto negli ultimi mesi, con sullo sfondo la crescita delle rivali, a cominciare da BMW e Bimota, che si presenteranno ai nastri di partenza con modelli profondamente rinnovati.
Sullo sfondo, ma nemmeno troppo, ci sono anche i moti rivoluzionari in seno al progetto MotoGP che potrebbero incidere sulla stessa divisione SBK. Non è un segreto d’altronde che la Honda stia pensando di creare un distaccamento racing in Italia, agli ordini del nuovo direttore tecnico MotoGP Romano Albesiano, e questo potrebbe – insieme alle già citate voci legate a Honda UK – portare un ulteriore scossone al comparto Superbike. Nel frattempo si prospetta un inverno di riflessioni e di lavoro in casa Honda, alla ricerca di quella competitività costante che latita da tempo immemore. Le immagini relative al successo dell’indimenticato Nicky Hayden in Malesia nel 2016, per non parlare del titolo di James Toseland nel 2007, sono sempre più distanti. Eppure, per quanto sia difficile da credere, in MotoGP la Honda sta persino peggio…
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