Il fenomeno che interessa parti sollecitate come le bronzine, oppure le pompe, può essere “gassoso” o “da vaporizzazione”
Particolare attenzione meritano le bronzine, che in genere non sono soggette a problemi di cavitazione, ma che non sempre ne sono esenti. Devono fare i conti con tale fenomeno alcuni motori di potenza specifica estremamente elevata, nei quali tutto è portato al limite, e quindi anche la rapidità con la quale si creano e vengono eliminate zone di pressione molto ridotta. Ecco in sintesi ciò che accade. Durante il funzionamento il perno è disposto eccentricamente nella bronzina e ciò determina la formazione di spessori differenti nel meato, e quindi anche di pressioni diverse. Quella più bassa si ha nella zona che segue di poco quella di massima pressione. A velocità di rotazione molto elevate può accadere che l’olio non ce la faccia a tener dietro alla continua creazione di tale zona di depressione, riempiendola perfettamente. Si creano allora le bolle che vengono fatte collassare subito dopo. Tale sequenza di eventi, con le conseguenti rapide fluttuazioni di pressione, si ripete di continuo. Per contrastare l’insorgere del fenomeno si può aumentare la pressione di mandata o si può ridurre il gioco. Anche l’impiego di un olio con una maggiore viscosità può essere vantaggioso.
I danneggiamenti dovuti alla cavitazione possono inoltre essere ridotti (se non addirittura eliminati) impiegando un materiale antifrizione più duro. Nei motori da competizione, però, entra talvolta in gioco anche la rigidezza della testa di biella.
Per quanto sia ben disegnata, può accadere che ai regimi stratosferici in gioco essa subisca una lieve ma non trascurabile deformazione elastica che, quando la sollecitazione a trazione raggiunge il suo valore più elevato (attorno al punto morto superiore), può manifestarsi con un vero e proprio “inarcamento” della sede della bronzina. Il guscio della bronzina segue tale deformazione e in questo modo si può creare repentinamente una zona di notevole depressione nel meato, con conseguente formazione di bolle nell’olio. Egualmente rapida è la successiva creazione di una pressione elevata, con il collasso delle bolle e la nascita di vere e proprie “onde d’urto”.
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