Telai, freni e sospensioni: idee diffuse e poi sparite | Officina

Telai, freni e sospensioni: idee diffuse e poi sparite | Officina

Soluzioni teniche che hanno avuto prima una certa diffusione tra le moto e poi scomparse dalla scena

15.10.2024 ( Aggiornata il 15.10.2024 09:09 )

Officina: le idee riguardanti i telai


La parte ciclistica si è sempre prestata assai bene alle “variazioni sul tema”, come dimostrano i numerosi schemi costruttivi inconsueti apparsi nel corso della storia in tale settore. Durante gli anni Settanta apparve chiaro il vantaggio che si poteva ottenere aumentando l’escursione molleggiante delle sospensioni. In varie moto da Fuoristrada si diffusero così le forcelle nelle quali i foderi si estendevano ben oltre l’asse della ruota e, posteriormente, gli ammortizzatori vennero talvolta disposti con una fortissima inclinazione, mentre i bracci tubolari del forcellone assunsero una forma arcuata. Questa soluzione fu di breve durata perché rapidamente si imposero le sospensioni posteriori monoammortizzatore. I telai a culla sono stati realizzati praticamente sempre in tubi tondi, con una sezione di norma circolare ma che in alcuni casi poteva essere ovale. All’inizio degli anni Ottanta cominciarono però ad apparire alcuni telai costruiti utilizzando tubi a sezione quadrata o rettangolare. Tra le moto di serie con telai in tubi di acciaio aventi sezioni di tal genere ricordiamo almeno la Honda VF 750 F (1982, nella foto in basso), la Yamaha FJ 1100 (1983), la Cagiva Elefant (1985) e le Gilera Dakota e KK/KZ.

Sulle moto da competizione della classe regina va segnalata la comparsa di telai in alluminio realizzati con tubi a sezione quadra proprio all’inizio degli anni Ottanta. Per dire la verità, si è trattato un po’ di una moda. Per diverso tempo tali telai hanno continuato a essere un’alternativa interessante, anche se non molto diffusa, a quelli in tubi tondi; poi l’interesse nei loro confronti è via via scemato. Insomma, si tratta di una strada “diversa”, tutt’ora valida ma poco battuta.

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