Le moto e materiali jap erano davvero superiori? | Officina

Le moto e materiali jap erano davvero superiori? | Officina

Le portentose maxi-moto giapponesi non erano figlie di componenti diversi da quelli delle Case italiane. Ecco il nostro approfondimento

16.08.2024 ( Aggiornata il 16.08.2024 18:22 )

Moto e materiali


In particolare per quanto riguarda i materiali, il discorso era diverso: nessuna superiorità e quasi nessuna differenza (in genere). Come in qualunque altro Paese industrializzato, anche in Giappone vi era un ente nazionale (JIS, ovvero Japan Industrial Standards) che stabiliva norme e dimensioni standardizzate, ed elencava i materiali unificati e le relative composizioni e designazioni. Esistevano quindi tabelle che riportavano tutto questo. E perciò vi erano anche quelle che indicavano le corrispondenze con i materiali impiegati nelle altre Nazioni. In Europa l’ente più autorevole, al quale spesso si fa riferimento anche in altri Paesi, è ormai da un secolo quello tedesco, denominato DIN (Deutsches Institut für Normung). Nei migliori testi di metallurgia esteri sono riportate le tabelle che indicano le designazioni dei materiali più impiegati nelle diverse Nazioni e le loro corrispondenze.

Purtroppo quelle della nostra UNI (Ente Nazionale per l’Unificazione) spesso non sono presenti. Per fortuna ci sono sempre le norme DIN e, da qualche anno, quelle europee (Euronorm), usate abbastanza spesso negli uffici di progettazione ma piuttosto raramente in letteratura. Sarebbe dunque bastato consultare le tabelle in questione per constatare che nelle moto del Sol Levante non c’era alcun materiale superiore a quelli utilizzati dalle Case italiane. E che i materiali impiegati erano più o meno analoghi ai nostri, come composizione e caratteristiche. Anche attualmente è così.

Ciò che colpiva, allora come oggi, è che i materiali impiegati dall’industria motoristica giapponese erano relativamente pochi. Una volta individuati quei due-tre in grado di svolgere bene il loro compito in quel dato tipo di applicazione (ossia per quel dato componente), basta, inutile disperdersi. Da noi questo sano principio viene seguito dai costruttori di parti come pistoni e valvole mentre per esempio per gli alberi a gomiti in un sol pezzo esiste notevole variabilità. Pare che, almeno in molti casi, la scelta venisse fatta più dal fornitore che dall’ufficio tecnico della Casa. Non so se le cose stiano ancora così, ma…

Per esempio, per l’albero a gomiti di una data moto, una certa Casa impiega un dato tipo di acciaio mentre per un altro modello ne impiega uno differente, sempre da bonifica ma indicato da una differente sigla e con proprietà meccaniche diverse, anche se piuttosto simili. Ci sarebbe da pensare a una questione di costi (o un diverso fornitore). Per lo stesso componente, destinato a una moto analoga in quanto a prestazioni e caratteristiche, una diversa Casa impiega un altro acciaio ancora.

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