Il peso dell'angolo tra le valvole | Officina

Il peso dell'angolo tra le valvole | Officina

Esistono pochi approfondimenti ma si tratta di un aspetto importante, legato direttamente anche alla forma della camera

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23.05.2024 ( Aggiornata il 23.05.2024 11:41 )

I vantaggi della quattro valvole per cilindro


Con quattro valvole per cilindro si hanno notevoli vantaggi. Le singole masse mobili sono minori (cosa che rende possibile il raggiungimento di regimi di rotazione più elevati), le valvole di scarico sono meno sollecitate termicamente e la candela è piazzata nella posizione più favorevole, ovvero quella centrale. Fondamentale è il fatto che le sezioni di passaggio a disposizione dei gas, a parità di alesaggio, sono maggiori. Inoltre, e la cosa è di importanza analoga se non addirittura maggiore, la massima sezione geometrica utile, ovvero quella in corrispondenza della quale l’area del passaggio tra fungo e sede valvola eguaglia quella minima del condotto, viene raggiunta con un’alzata minore (per forza, la valvola è più piccola) e pertanto con maggiore rapidità.

Questo consente di adottare fasature più “strette” (e quindi favorevoli ai fini dell’erogazione) a parità di time-area. Quella che conta è l’alzata considerata non in assoluto ma in rapporto al diametro della valvola! Nei moderni motori di alte prestazioni, spesso tale rapporto è superiore a 0,30 e nelle MotoGP tutto fa pensare che possa essere addirittura dalle parti di 0,35 (o anche qualcosina di più).

Nelle Honda da GP degli anni Sessanta, che erano raffreddate ad aria, l’angolo tra i due piani sui quali giacevano le quattro valvole erano dell’ordine di 75-76° (soltanto in un paio delle ultime moto è sceso a 58°). Nelle MV Agusta a quattro valvole è sceso dai 45° circa della tricilindrica ai 35° dell’ultima quadricilindrica.

Nei primi anni Ottanta nei motori di alte prestazioni si è generalizzato l’impiego di quattro valvole per cilindro, nonché del raffreddamento ad acqua (con l’eccezione della Suzuki, che ha continuato con il suo sistema misto fino all’inizio del decennio successivo) e gli angoli tra le valvole sono progressivamente diminuiti. Un esempio eccellente è costituito dalla Honda che, nelle quadricilindriche a V della serie VF/VFR, è passata dagli iniziali 38° a 32° e poi a 26°. Quando è passata al raffreddamento ad acqua, la Suzuki ha portato l’angolo da 40° a 32°, poi a 29° e infine a 25°. Oggi nei motori di prestazioni più elevate (e quindi anche in quelli delle MotoGP) l’angolo tra le valvole è generalmente compreso tra 20° e 25°.

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