L'austera scuola tecnica tedesca | Officina

L'austera scuola tecnica tedesca | Officina

La DKW ha scritto la storia del due tempi, ispirando la Yamaha. Ma anche MZ, NSU e BMW e le aziende di componentistica…

02.04.2025 09:17

NSU, MZ, DKW e BMW


Qualcuno è sempre andato per la propria strada mentre altri si sono influenzati l’un l’altro. E grandi tecnici come Albert Roder sono passati da una Casa all’altra prima di arrivare a una collocazione definitiva, che nel suo caso è stata la NSU. Altri avevano i loro uffici di progettazione indipendenti, e lavoravano in base a contratti con i diversi costruttori. Fondamentale e autentico riferimento anche in altri Paesi fu la DIN, che stabilì standard talvolta seguiti addirittura a livello mondiale. A differenza dell’eredità inglese, in questo caso si parla non tanto di modelli famosi (che peraltro non sono mancati), ma di una vera scuola tecnica, alla quale l’intero universo motociclistico deve molto. Basti pensare ai motori due tempi, per i quali la DKW mostrò a lungo la strada, nell’anteguerra, non tanto con realizzazioni da corsa ultrasofisticate capaci di dominare la scena per anni, quanto con il sistema di lavaggio Schnürle a correnti tangenziali e con pistone piatto (o quasi). Finito il secondo conflitto mondiale lo adottarono tutti. E quando decise di entrare nel mondo delle moto, la Yamaha prese come modello la DKW RT 125 (sicuramente la moto più copiata del Mondo, cosa sicuramente significativa). Dalle strutture e dai tecnici ex DKW rimasti nella Germania Est ebbe origine la MZ che mostrò al Mondo come dovevano essere fatte un’aspirazione a disco rotante e una marmitta a espansione. Non si trattava di novità in senso assoluto ma fu la MZ a portarle agli onori della cronaca, a svilupparle razionalmente e a svelare quali vantaggi potessero fornire.

Tornando al periodo pre-bellico, le valvole a lamelle vennero impiegate dapprima dall’austriaca Titan e poi, per un breve periodo, dalla DKW. Non sfondarono ma la strada venne indicata. Negli anni Sessanta la Sachs impiegò su un suo ciclomotore, costruito in numeri considerevoli, una semplicissima valvola a lamelle. Non vi era ancora alcuna pretesa prestazionale. A quella e alla definitiva affermazione di queste valvole unidirezionali avrebbe pensato la Yamaha nel decennio successivo. In quanto alla parte ciclistica, per diverso tempo ebbero grande diffusione sulle moto tedesche i telai a doppia culla in lamiera stampata. La forcella Earles, nata in Inghilterra, conobbe la sua massima diffusione in Germania: pare che fosse particolarmente vantaggiosa nell’impiego con i sidecar, assai popolari tra gli appassionati tedeschi. Assolutamente formidabile fu anche il contributo della componentistica tedesca.

Passa alla prossima pagina

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi