Honda CB 750, tre volte pioniera | Tecnica

Honda CB 750, tre volte pioniera | Tecnica

Diede il via all’era delle quadricilindriche, ma anche a quelle degli avviamenti elettrici efficienti e dei freni a disco a comando idraulico

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10.02.2025 ( Aggiornata il 10.02.2025 08:57 )

La Honda CB 750


Il motore era un capolavoro di razionalità costruttiva. Non mancavano le scelte di compromesso, effettuate sempre con l’obiettivo di ottenere i migliori risultati possibili con un dato schema o una determinata soluzione. Una scelta particolare si aveva nella trasmissione primaria: tra l’albero a gomiti e il primario del cambio ci doveva essere una certa distanza, e per la presa di moto si era scelta la posizione centrale. Inevitabile fare ricorso a una primaria a catena: venne scelto il tipo a rulli, utilizzato in maniera inconsueta. Niente duplex o triplex, infatti, ma due catene affiancate (con unico tenditore, purtroppo). Centralmente sull’albero a gomiti era ricavata anche la ruota dentata che azionava la catena di comando della distribuzione monoalbero. Poiché i supporti di banco erano cinque, significa che c’era una notevole distanza tra i due centrali. Non era quindi un motore da corsa…

Nella testa, fusa in conchiglia nell’usuale lega di alluminio ad alto tenore di silicio, erano alloggiate due valvole con un diametro di 32 mm all’aspirazione e di 28 allo scarico. L’albero a camme azionava le valvole per mezzo di bilancieri a due bracci in acciaio, con riporto di cromo duro sul pattino di contatto con la camma. L’angolo tra le valvole era ragionevolmente contenuto in 58°. Nel blocco cilindri in lega di alluminio erano inserite con interferenza le canne in ghisa all’interno delle quali si muovevano i pistoni. Questi ultimi, fusi in conchiglia, avevano il cielo piano e il mantello intero, salvo due leggerissime sfiancature all’esterno delle portate per lo spinotto. L’albero a gomiti era forgiato in acciaio e lavorava interamente su bronzine. Questa scelta indicava una nuova strada per i policilindrici, che nel giro di pochi anni sarebbe stata imboccata anche dagli altri costruttori. Sia i perni di banco che quelli di biella avevano un diametro di 36 millimetri. Le bielle, esse pure in acciaio, avevano una lunghezza di 120 mm ed erano vincolate ai pistoni da spinotti del diametro di 15 mm.

Come nelle tradizioni della Casa, il basamento si apriva secondo un piano orizzontale che tagliava a metà i supporti di banco. Nel periodo iniziale di produzione, per realizzare il basamento si fece ricorso alla fusione in terra. Per questa ragione i primissimi esemplari della CB 750, oggi molto ricercati, sono noti come “sand cast” engine models. La lubrificazione era a carter secco con due pompe a lobi di grande portata e serbatoio collocato sotto la sella. Le misure caratteristiche del motore erano soltanto leggermente sottoquadre, con un alesaggio di 61 millimetri e una corsa di 63. La potenza delle prime versioni veniva indicata in 65 cavalli a 8000 giri/ min, di conseguenza la velocità media del pistone era di 16,8 m/s mentre la potenza specifica era di 88,3 CV/litro. Le prestazioni erano superiori alla media, pur senza essere strabilianti, e la “tenuta” allo sforzo era straordinaria. Si poteva viaggiare tutto il giorno a elevata velocità senza alcun problema. 

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