Ecco tutto quello che c’è da sapere sul tracciato giapponese, dove nel fine settimana del 4-6 ottobre si svolgerà il sedicesimo appuntamento del Motomondiale
Ne restano soltanto due a giocarsi il Mondiale, Martin e Bagnaia. E’ questo lo scenario che porta il Motomondiale verso il GP del Giappone che ha visto Bastianini e Marquez, gli altri due contendenti, uscire di scena nella gara lunga e tornare a oltre -70 punti da Martin, vincitore del GP di Indonesia dopo il suo zero nella Sprint. Bagnaia tra Sprint e gara lunga recupera solamente 3 punti allo spagnolo.
Il secondo appuntamento del tour asiatico è un’altra venue ormai storica del Motomondiale, il Gran Premio del Giappone sul Twin Ring di Motegi
Non tutti sanno che…
Il Gran Premio del Giappone è entrato in calendario ufficialmente soltanto nel 1963 ma è stato assente per ben 20 anni a causa del ritiro dalle competizioni di Honda e Suzuki nel 1968. Dal 1962 al 1967 era la gara conclusiva della stagione ma non vi prendevano parte né la classe 500 e nemmeno i sidecar.
La gara, oltre che a Suzuka, si è svolta anche al Fuji nel biennio 1966-1967 per poi tornare in pianta stabile sempre a Suzuka dal 1987 al 2003, anno dell’incidente mortale di Kato.
Come abbiamo visto anche per altri Gran Premi che hanno cambiato spesso sede, così è stato anche per il Gran Premio del Giappone che si è disputato a Suzuka e Fuji per poi stabilirsi definitivamente a Motegi dal 2004. Prima che diventasse ufficialmente sede del Gran Premio del Giappone, Motegi è stato sede del Gran Premio del Pacifico dal 2000 al 2003. Con l’incidente mortale di Kato a Suzuka nel 2003, l’iconica pista a forma di 8 viene rimossa dal calendario per motivi di sicurezza (tutt’oggi viene disputata la mitica 8h di Suzuka dell’Endurance oltre alle gare asiatiche) per far spazio alla più sicura Motegi
Il Twin Ring Motegi è stato costruito ed inaugurato nel 1997 dalla Honda, tutt’ora proprietaria della pista, sede dei test delle moto della Casa dell’Ala. Si chiama Twin Ring perché è un complesso che contiene due circuiti: lo stradale di 4801 metri utilizzato dal Motomondiale e dalle gare asiatiche, e l’ovale di 2493 metri utilizzato per le gare automobilistiche.
Il tracciato stradale di Motegi misura 4,8 km, ha una larghezza di 15 metri, il rettilineo più lungo misura 762 metri, le curve sono 14, 8 a destra e 6 a sinistra. Per la MotoGP sono previsti 24 giri, 22 quelli della Moto2 e 20 quelli della Moto3.
Pista titolata
Da quando è nel calendario del Motomondiale, la pista di proprietà della Honda è stata teatro di cinque vittorie del titolo ottenute da tre piloti: 2007 Stoner, 2008 Rossi, 2014-2016-2018 Marquez
23 settembre 2007, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione praticamente dominata da Stoner con la Ducati, Rossi con la Yamaha può poco contro lo strapotere della GP7 in mano all’australiano. Con il sesto posto ottenuto in gara, Casey si laurea per la prima volta campione del mondo piloti e con lui fa festa anche Ducati che centra il titolo MotoGP appena quattro anni dopo dal suo debutto
28 settembre 2008, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione vissuta tutta sul duello tra Rossi e Stoner per il titolo iridato e che si risolve a Motegi con vittoria e titolo per il Dottore a tre gare dalla fine del campionato. Titolo festeggiato con la solita maglia celebrativa “Scusate il ritardo” e dedicato poi alla memoria di Norick Abe, morto l’anno prima in un incidente stradale
12 ottobre 2014, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione clamorosa di Marquez con 10 vittorie nelle prime 10 gare. Dopo la vittoria a Silverstone, seguono due passaggi “a vuoto” a Misano ed Aragon, prima della vittoria matematica del titolo proprio a Motegi grazie al secondo posto alle spalle di Lorenzo
16 ottobre 2016, il GP del Giappone è l’appuntamento 15 di 18 previsti in quella stagione. Stagione che vede Marquez più ragionatore rispetto alla stagione precedente, poche vittorie ma tanti piazzamenti. Il titolo arriva ancora in Giappone come nel 2014 ma questa volta gli viene servito su un piatto d’argento grazie al doppio harakiri Yamaha: infatti Rossi e Lorenzo si auto eliminano dalla gara a 13 giri di distanza l’uno dall’altro.
21 ottobre 2018, il GP del Giappone è l’appuntamento 16 di 19 previsti in quella stagione. Stagione che vede Marquez più carico che mai dopo il duello per il titolo con Dovizioso finito solo alla gara di Valencia. A Motegi ancora una volta chiude i conti per il titolo con tre gare di anticipo vincendo la gara davanti a Crutchlow e Rins.
La conformazione della pista di Motegi è abbastanza particolare: presenta 5 rettilinei, dei quali quello più lungo è quello situato tra curva 10 e curva 11 che misura 762 metri ed ha una seconda parte in discesa, il tornantino lento di curva 10 e due punti che più o meno si somigliano: curva 1-2 e curva 3-4.
I punti di frenata più difficili sono: curva 1-2, doppia destra piuttosto lenta dopo il rettilineo dei box che va raccordata in una unica traiettoria; curva 3-4, assomiglia per tipologia alla prima curva ed anch’essa va raccordata; curva 5, una destra abbastanza impegnativa, facile sbagliare la traiettoria in uscita; curva 10, l’unico tornante vero della pista giapponese, facile perdere l’anteriore in frenata; curva 11, la destra in fondo al lungo rettilineo, facile andare lunghi.
I punti, invece, di sorpasso sono: curva 1-2, arrivando dal rettilineo principale sfruttando la scia; curva 3-4, arrivando dall’allungo fuori da curva 2; curva 5, arrivando dall’allungo fuori da curva 4; curva 9, la sinistra che immette al breve allungo per curva 10; curva 10, si può fare ma è facile subire l’incrocio di traiettoria; curva 11, sfruttando la scia del lungo rettilineo; per la classica chance da ultimo giro le curve 13-14 (Dovi-Marquez 2017 insegnano)
Come abbiamo detto in apertura, il Gran Premio nella terra del Sol Levante si disputa in via ufficiale dal 1963, è stato assente per quasi 20 anni e non si sono disputate le edizioni del 2020 e 2021 (come del resto la 8h di Suzuka) per via della pandemia da Covid 19. Con quella di quest’anno, sono 41 le edizioni della gara così suddivise: 19 a Suzuka, 2 al Fuji, 20 a Motegi.
Il primo Gran Premio del Giappone valevole per il Mondiale risale al 1963 a Suzuka: vittorie di Luigi Taveri in classe 50 (Honda), Frank Perris in 125 (Suzuki), Jim Redman in 250 (Honda). Redman vinse anche la 350 ma non valeva per il Mondiale. L’ultima gara disputata a Suzuka risale proprio a quel tragico 6 aprile 2003 segnato dall’incidente di Kato: vincono Stefano Perugini in 125, Manuel Poggiali in 250 e Valentino Rossi in MotoGP.
La prima gara disputata a Motegi risale al 1999: successi di Masao Azuma in 125, Shinya Nakano in 250 e Kenny Roberts Jr in 500
L’ultima edizione, quella dello scorso anno, ha visto i successi di: Jaume Masia Moto3, Somkiat Chantra in Moto2 e Jorge Martin in MotoGP
Per quanto riguarda la MotoGP, Pole 2023 e All Time Lap Record sono di Jorge Martin in 1’43”198, di Johann Zarco il giro veloce della gara in 1’55”903 (pista bagnata)
Per quanto riguarda la Moto2, Pole 2023 e All Time Lap Record sono di Somkiat Chantra in 1’49”898 mentre il nuovo record della pista in gara è dello stesso thailandese in 1’50”679
Per quanto riguarda la Moto3, la Pole 2023 è di Jaume Masia in 1’56”331 così come l’All Time Lap Record in 1’56”148. Il nuovo record della pista in gara è di Tatsuki Suzuki in 1’57”064.
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