Contatto tra Zarco e Dovizioso, con Andrea a zero punti e leadership del mondiale persa, Fabio torna al successo e si riprende la vetta. A terra pure Rossi, ancora. Sul podio le Suzuki di Mir e Rins
Tornando al successo, Fabio Quartararo ritrova due “cose”: vittoria e leadership della MotoGP. Il team STR Petronas, dopo aver annunciato la firma condivisa da Valentino Rossi, sembrava in procinto di siglare una doppietta, ma Franco Morbidelli ha perso posizioni nel finale.
Poco male, perché il francese, approfittando del weekend nero vissuto da Andrea Dovizioso, si è riportato in vetta al mondiale e, le tre affermazioni sinora colte, ci fanno dire che El Diablo si trovi in cima meritatamente. Siamo a metà strada 2020 e i mirini delle armi nemiche punteranno sempre (e non solo) lui, il numero 20 Yamaha.
M1 moto più in forma al Montmelò, proprio quanto visto una settimana fa in SBK. Peccato per gli errori di Rossi, insabbiato e deluso, e Morbidelli, partito dalla pole e poi riassorbito passaggio su passaggio. Per una Casa dei tre diapason in gran luce, sole pure la Suzuki. Niente gradino più alto per Joan Mir edn Alex Rins, però i due restanti del podio. Niente male, pensando alle rimonte messe in atto da entrambi.
Per un disastro quasi completo di Ducati, nemmeno Honda e KTM hanno troppo da gioire. HRC è l'ombra di sé stessa, le RC16 hanno lottato a centro gruppo, registrando le cadute di Pol Espargarò e Miguel Oliveira. Per le formazioni arancioni le gioie delle settimane scorse non si sono ripetute.
Su un tracciato a lui molto favorevole - vittoria nella Middle Class e primo podio in Top Class - Fabio ritrova ciò che più lo fa stare bene: il successo. Scattato forte, il francese ha imposto il suo ritmo, martellando passaggio dopo passaggio, sfruttando al limite la copertura Michelin soffice, arrivata a fine Gran Premio pressoché distrutta.
Quartararo, invece, distrutto non era, anzi. Il pilota Petronas sembrava fresco come una rosa, aiutato anche da temperature decisamente autunnali. Le grosse nuvole catalane hanno portato il buio al Montmelò, ma per El Diablo è stata luce, proprio come ad inizio campionato, con il bis di Jerez.
Del resto, non è "colpa" di Fabio se Dovizioso ha rimediato un pesante zero. Casomai, parte della responsabilità potrebbe essere additata al connazionale Johann Zarco che, sorpreso dal tentennamento di Danilo Petrucci, è scivolato, centrando pure la Ducati numero 04 di Andrea. Che disdetta perdere la vetta così.
Mica per il caldo, ma per due altri fenomeni. In primis, Quartararo, il diavolo della MotoGP. Quando Fabio scappa così, ricorda Jorge Lorenzo nelle giornate dritte. Per il francese, oggi era più che dritta. Molto storta per le Desmosedici, tranne quella di Jack Miller, arrivato quinto.
Però, l'australiano non è mai stato in corsa per vincere ed è schierato dal team satellite Pramac. La squadra ufficiale esce dal Catalunya Circuit con il morale basso: nell'incidente tra Zarco e Dovi, ci rimette proprio Andrea, in quel momento conduttore della MotoGP.
Rialzatosi impolverato ed arrabbiato, il forlivese non sapeva con chi prendersela, magari con nessuno. Ricordando la dinamica del fatto ed il trend negativo del weekend. Ormai è andata ma, da domani, per la Casa di Borgo Panigale occorrerà ritrovare un minimo di compattezza. Lavorare da separati nel garage non porta a nulla, se non delusioni.
Invece Valentino è caduto per la seconda volta consecutiva in gara. Peccato per lui e per i suoi tifosi, perché Barcellona è la pista in cui il nove volte iridaro ha vinto... nove volte. Un podio era quasi fattto, dopo l'errore di Morbidelli; tuttavia, il numero 46 ha sbagliato, sebbene non fosse pressato da rivali all'attacco.
Gli resta l'accordo ufficializzato con Petronas, squadra vincente con El Diablo. Però, va fatta notare una cosa: quest'anno tutti i piloti dotati di M1 hanno colto almeno un successo, tranne... proprio Rossi. Il dato fa riflettere, come fa pensare l'ennesima fatica di Vinales. Maverick partiva per la prima posizione, si è ritrovato molto indietro. Nono, grazie a ritiri altrui.
Mir e Rins scattavano rispettivamente dalla casella numero 8 e 13. A suon di sorpassi, Joan ed Alex hanno raggiunto il vertice, sfiorandolo. La cattiveria del maiorchino quando attacca piace, perché è pulita e precisa. Lo stile a ranocchio del catalano è ammirato da tutto il paddock.
In sostanza: le GSX-RR sono guidate da due talenti, mica lo scopriamo noi. Talenti che danno il meglio quando devono recuperare tempo e spazio. Sarà anche una caratteristica Suzuki, moto che non ama le qualifiche e relative gomme richieste. Sul passo, invece, la quattro cilindri di Hamamatsu è una delle migliori. La vittoria, però, dov'è? Arriverà?
Si correrà a Le Mans, pista favorevole a... in questo momento, difficile è dirlo. In una stagione 2020 "pazza" ed imprevedibile, tutto potrà accadere. Ci teniamo i dati del Montmelò: tenendo conto dei diversi ritiri, la prima RC 213V al traguardo è di Nakagami, onesto passista nippo, a cui piace sviluppare parti nuove per conto di HRC. Le altre Honda, arretrate e fuori dai punti.
A seguito del podio di Misano, Pol Espargarò voleva ripetersi. Lui si sente il condottiero KTM e desiderava - come desidera - lasciare Mattighofen nel miglior modo possibile. Oggi gli è andata male, causa ruzzolone. Male anche per Miguel Oliveira, che ha nel successo di Stiria una giornata di ricordare e pure sbiadita.
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