MotoGP, Bagnaia e la solitudine dei numeri uno

MotoGP, Bagnaia e la solitudine dei numeri uno
I consueti problemi del sabato, acuiti dalla convivenza con il compagno di team più impegnativo: le cifre non bocciano Pecco ma il trend è negativo. E il #63 appare sempre più isolato e privo di alleati

23.04.2025 ( Aggiornata il 23.04.2025 12:24 )

C'è un ulteriore fattore da considerare. Nelle prove e in qualifica, Marc si spalleggia con il fratello Alex. Lo hanno fatto notare, tra gli altri, Francesco Guidotti e Franco Morbidelli: malgrado appartengano a team diversi, i Marquez fanno squadra. Pecco e i VR46 no. Questione di onestà intellettuale, insufficiente furbizia o circostanze? Per esempio Morbidelli nel GP ha reso difficile il sorpasso a Bagnaia, e quel terreno perso nella lotta con il compagno di Academy è stato decisivo. Per carità, Morbidelli è stato corretto ed era legittimato a fare la propria gara ma a fine corsa ha ammesso: «Ho difficoltà a pensare in queste fasi, dovrei attenermi di più alla strategia di gara e fare scelte più intelligenti». Segno che in quel momento il passo di Bagnaia apparteneva a una “gara differente” rispetto alla sua. Nell’arco del campionato aspetti apparentemente insignificanti come il suddetto, possono rivelarsi determinanti.

 

Per Pecco è una condizione differente: nulla deve a qualcuno, specialmente a Marc; semplicemente, i vertici Ducati hanno messo la volpe nel pollaio, come si dice in campagna nelle case rurali. Ha dovuto accettarlo, da professionista. Ma, battuta d’arresto del COTA esclusa, Pecco non ha ancora battuto Marc. Nella desertica notte di gala, il numero 63 ha approfittato degli eventi: la punizione comminata a Maverick e il tamponamento elargito da Alex a Fabio Di Giannantonio, finito larghissimo, quasi in coda al gruppo e coinvolto, da incolpevole, nell’incidente di Martin. Per risalire, infatti, Bagnaia non ha dovuto superare Alex e “Diggia”, gli ostacoli più difficili nella sua rimonta. Almeno un paio di situazioni hanno aiutato Pecco, buon segnale: la buona sorte è sempre ben accetta. Ma non basta: il girone europeo è severo, impegnativo e carico di ulteriori stress e pressioni da gestire, a cominciare dall’Angel Nieto di Jerez.

Continua l'articolo nella prossima pagina

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi