MotoGP, Lorenzo: "Difficile dire no a Marquez, ma Bagnaia ora è completo"

MotoGP, Lorenzo: "Difficile dire no a Marquez, ma Bagnaia ora è completo"© Luca Gorini

L'INTERVISTA - Parla Jorge: "Martin - Bagnaia sarebbe stata un'altra grande coppia, ma è andata così. Marc nel 2019 era superiore a tutti, la fatica per tornare al top può presentare il conto"

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31.07.2024 ( Aggiornata il 31.07.2024 11:14 )

Se si pensa in dieci secondi ai cinque più grandi piloti dell’ultimo ventennio motociclistico, difficilmente il nome di Jorge Lorenzo può restare escluso. Non solo per i cinque titoli conquistati, un traguardo che lo spagnolo ribadisce spesso con motivata fierezza, ma anche e soprattutto per la perfezione del suo stile di guida: quel mix tra dolcezza e precisione che lo ha reso grande stagione dopo stagione, dai titoli in 250 a quelli in MotoGP, in un periodo della classe regina dove il talento – perlomeno nelle prime posizioni – abbondava come pochi altri momenti.

Oggi Jorge – ritiratosi a fine 2019 – si divide tra motori, passioni e riposo, ma non manca mai il tempo di tornare in sella. Come ad esempio durante il ProDay organizzato da VMoto, dove Jorge non solo è salito in sella ad una Yamaha R1, ma anche e soprattutto alla Cagiva C594, la 500 portata in pista nel 1994 da John Kocinski. Di questo e tanto altro, a cominciare dal futuro della MotoGP, abbiamo parlato con Jorge, che difficilmente non regala al proprio interlocutore un motivo per restare in ascolto.
 
Jorge innanzitutto, come stai?
 
“Bene direi. Ho il mio podcast su Youtube, corro nel campionato italiano Gran Turismo endurance con Aston Martin ed in generale cerco di godermi la vita. Spero di continuare così”.
 
Hai provato la Cagiva 500 di Kocinski. Pareri?
 
“E’ stata una cosa nuova per me dato che non avevo mai guidato una 500 da Gran Premio: nel corso della mia carriera mi ci sono avvicinato solo con la 250, con la quale ho vinto due mondiali. Provare una moto così storica è un qualcosa di emozionante: mi ha fatto tornare all’adolescenza, a quando avevo 15 o 16 anni e dovevo gestire questi motori a due tempi, ma sinceramente credo che la MotoGP sia un altro pianeta. La MotoGP è su Marte, la 500 sul pianeta terra”.
 
Parliamo allora di MotoGP. La sfida interna tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez si avvicina, ed in tanti danno Marc come favorito. Che ne pensi?
 
“Bagnaia è cresciuto molto negli ultimi anni, lavorando sui propri punti deboli, ed ora è un pilota molto completo nonché poco incline all’errore. E’ veloce, costante e calcolatore. Marc nel 2019 era davvero superiore a tutti gli altri, ma l’incidente di Jerez lo ha debilitato fisicamente, e mentre era impegnato a recuperare i piloti giovani sono cresciuti e maturati, a differenza sua. E’ anche una questione di età, del resto a 32 anni non cresci come a 25. Nel complesso penso quindi che nessuno dei due vincerà facilmente, sarà un duello equilibrato”.
 
L’aspetto psicologico sarà fondamentale?
 
“Bagnaia ha vinto due mondiali ed è sulla strada giusta per conquistare il terzo, e questo ti fa crescere tanto dal punto di vista della fiducia nei propri mezzi. Marc invece sta tornando a determinati livelli, ma la fatica che ha dovuto fare in questi anni per risalire la china potrebbe presentare il conto. Gli servirà ritrovare un certo grado di confidenza, vincendo gare e tornando a lottare per il titolo”.

Lorenzo, Ducati ed il dream team con Rossi

Tu sei entrato come grande nome nel team del campione in carica: qual è la principale difficoltà?
 
“Che va forte (sorride ndr), altrimenti non avrebbe vinto il mondiale”.
 
Questa nuova squadra è quella che più si avvicina al dream team rappresentato da te e Rossi in Yamaha?
 
“Per il numero di titoli certamente, anche perché se Ducati avesse scelto Martin il numero di titoli si sarebbe abbassato. Dal punto di vista della velocità anche la coppia Jorge – Pecco sarebbe stata molto forte, ma è difficile dire di no a Marquez”.
 
Per tenere Marquez Ducati ha dovuto perdere Pramac e due piloti come Marco Bezzecchi e Jorge Martin. E’ un rischio calcolato o eccessivo?
 
“E’ normale che i rivali vogliano recuperare terreno ed investano tanti soldi, come nel caso di Yamaha, che ha trovato una nuova risorsa in Pramac. Ducati sta vincendo quindi non ha particolare bisogno di investire. Se ne è valsa la pena? Lo potrà dire solo il tempo”.

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