Bagnaia "annoia" ma domina: Pecco batte Martin a allunga in classifica, terzo Bastianini. Marc Marquez unica nota spettacolare del Red Bull Ring
Doppietta voleva, doppietta ha ottenuto. Pecco Bagnaia ha fatto suo il Gran Premio MotoGP di Austria, vinto oggi come è stata vinta la Sprint di ieri. La gara meno emozionante - o più noiosa - dell'anno ha proposto un numero 1 imbattibile, a sensazione con in tasca un po' di margine. Il Campione del Mondo in carica è nuovamente leader iridato.
Quinta affermazione di classe regina per il torinese al Red Bull Ring, tracciato che richiede dure staccate e brucianti accelerazioni. Caratterische in cui la Desmosedici GP24 eccelle, sfruttate in parte da Jorge Martin. Lo spagnolo, ieri penalizzato ma secondo, ha concluso nella medesima posizione del sabato.
La classifica vede Bagnaia in vetta, la punta Pramac a inseguire. Duello intenso sino a Valencia? Si spera, sebbene un Pecco tale risultati difficilmente piegabile. Il bis austriaco si aggiunge a posta piena firmata al Mugello e ad Assen. A precedere Aragòn, luogo di prima affermazione MotoGP per lui, abbiamo un italiano più in forma che mai.
Battute iniziali in cui Enea Bastianini dava l'impressione di copiare il passo dei due parimarca, invece, poi è calato. Mentre Bagnaia e Martin scappavano, Enea rimaneva plafonato, comunque in ottima terza posizione. Podio importante per il romagnolo.
Trofeo desiderato anche da Marc Marquez, mancato come ieri. Un contatto con Franco Morbidelli all'arrivo della prima staccata ha costretto il 93 ad andare lungo, malgrado si sospetti che qualcosa non abbia funzionato sulla sua GP23. Abbassatore o altro?
I dirigenti KTM avrebbero voluto almeno una RC16 premiata. Dovranno (ancora) attendere. Le prestazioni offerte da Brad Binder sono buone, mica eccezionali: Jack Miller è addirittura caduto, Pedro Acosta mai si è visto, Augusto Fernandez ha preso un punto.
Le due Aprilia ufficiali da promuoverse, senza immaginare chissà con quali voti. Sempre meglio delle Trackhouse, rimaste nel gruppo di chi prende poco e niente. Fabio Quartararo e Yamaha disastrosi, chissà se hanno toccato il fondo. Perché se il fondo non è questo, a Iwata hanno un problema.
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