SBK, Lecuona: “Non mi sentivo più un pilota, questo è un podio speciale”

SBK, Lecuona: “Non mi sentivo più un pilota, questo è un podio speciale”© GPAgency

Lo spagnolo torna sul podio a distanza di due anni dall’ultima volta sugellando un finale di stagione che lo ha visto sempre più vicino alle posizioni di vertice

12.10.2024 ( Aggiornata il 12.10.2024 17:59 )

Se erano bastati due round ad Iker Lecuona per conquistare il suo primo podio nel mondiale SBK facendo ben sperare per il suo futuro nelle derivate di serie, per il secondo ha dovuto aspettare addirittura due stagioni. Le difficoltà di Honda e una serie di infortunio ne hanno rallentato il percorso ma oggi lo spagnolo è tornato a far vedere quanto di buono fatto in quel suo incredibile avvio di carriera sulla CBR1000RR-R.

Un podio inaspettato ma meritato

È passato un po’ di tempo dall’ultimo podio, come ci si sente?

Più di due anni, è onestamente un podio inaspettato. Ieri ho detto che non avremmo potuto lottare al 100% per la quinta posizione e oggi siamo sul podio quindi è incredibile. Nei primi giri mi sono toccato con Rinaldi in Curva 4. Sono quasi caduto, mi hanno passato in diversi piloti e mi sono trovato in sedicesima posizione. Da quel momento però ho iniziato a superare piloti ad ogni curva, mi sentivo veramente bene soprattutto in frenata, ho preso il primo gruppo veramente con facilità. Quando ho preso Van der Mark gli ho fatto segno di seguirmi perché sentivo di avere il passo per andare a prendere anche Basani davanti. Solo in tre piloti hanno girato in 1’37” e io sono tra questi”.

È stata una rimonta veramente incredibile.

L’unico problema che potevamo avere era la durata della gomma perché non abbiamo avuto il tempo di fare chilometri durante le prove. Mi sono messo a girare 37” alto di passo e sono riuscito a tenerlo fino a fine gara, solo Alex Lowes aveva tenuto un po’ il passo ma si è staccato negli ultimi giri. Avevo preso Locatelli e Bulega prima che Loca cadesse ed in quel momento mi sono detto che andava bene così era un podio da non buttare”.

Honda ha di fatto solo due moto con cui sviluppa in SBK, Ducati 6, Yamaha e BMW 4, quanto è più complicato per voi?

Non è facile ma il vantaggio nostro è che io e Xavi abbiamo due stili molto diversi e questo è importante nello sviluppo della moto. In questi mesi abbiamo sempre avuto dei feedback simili anche se il nostro stile era differente e questo è stato utile alla squadra. Entrambi abbiamo sempre spinto al massimo, dopo l’estate abbiamo finalmente trovato una base e siamo finalmente arrivati al podio”.

Non credi che però questo podio considerando le cadute di Bautista, Petrucci e Locatelli poi di fatto rispecchi la previsione fuori dai top5 come accadde anche ad Assen nel tuo primo podio?

Per quanto riguarda il podio di Assen è vero ma oggi se guardiamo il passo gara ero il più veloce dei piloti che sono caduti. Alvaro mi era davanti e non sappiamo se senza caduta avrebbe tenuto quel passo, se fosse stato con Bulega lo avrei ripreso. Vedremo domani se ci saranno da fare delle modifiche ma abbiamo il potenziale per fare il podio anche con loro in pista”.

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Dopo l’estate un cambio di passo

Cos’è cambiato negli ultimi round per farvi avvicinare così tanto ai primi?

La moto dall’estate non è cambiata molto dalla pausa estiva, abbiamo solo trovato una buona base di partenza ed il metodo corretto di lavorare. Ad inizio anno son caduto molto e mi sono fatto male diverse volte, avevo un nuovo capotecnico e dovevamo imparare a conoscerci, alla fine abbiamo trovato il metodo di lavoro corretto per preparare la base. Ad inizio anno ho avuto tre grossi infortuni che mi hanno tolto parecchio tempo in pista con la mia squadra e questo ha inciso parecchio”.

Appena tagliato il traguardo tutta la tua squadra al muretto dei box è scoppiata in lacrime.

Ho pianto anche io, ho iniziato appena sono entrato in pit line. Perché quest’anno in tante situazioni a inizio anno mi sono sentito come se non fossi bravo abbastanza per stare in SBK. Dopo gli infortuni, dopo questi due anni in cui ho sofferto molto non mi sentivo più un pilota. Pensavo: “ok siamo in pista facciamo dei giri e poi torniamo a casa”. Ho pensato molto, ho fatto molta fatica anche a livello mentale, da quest’estate ho iniziato a lavorare con uno psicologo che mi ha aiutato ad essere più tranquillo al box e per trovare un metodo che funzionasse per me. Sono veramente felice perché ho sofferto tanto. È speciale perché è il primo dell’anno, e soprattutto il primo dopo due stagioni. Ho avuto degli infortuni importanti, non è speciale solo per me ma anche per tutta la squadra. Magari non sarà speciale come il mio podio in Moto2 ma sicuramente lo è molto di più del podio in Indonesia”.

Se ora dovessi fare una graduatoria del livello dei costruttori quale sarebbe per te?

BMW, Ducati poi credo ci siano Kawasaki e noi. Ora credo che per quello visto nelle ultime gare Yamaha sia dietro”.

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