Dopo Harada torniamo in Giappone per parlare di “NitroNori”, il pilota nipponico cimentatosi negli ultimi anni nel CIV, ma che ha avuto un passato glorioso in Superbike. Un po’ meno nel Motomondiale
L’ultima volta lo abbiamo visto impegnato nel CIV, nel quale ha anche corso, per seguire i suoi figli ma ce lo ricordiamo come il massimo esponente della scuola giapponese del Motociclismo per quanto riguarda la Superbike, un po’ meno nel Motomondiale dove non ha particolarmente brillato nelle sue due esperienze.
Stiamo parlando di Noriyuki Haga, il re senza corona della Superbike, pilota simpaticissimo che si è fatto ben volere dal pubblico italiano sia per il suo stile di guida ma anche per la sua dialettica, soprattutto nel pre gara...
Nori nasce a Nagoya il 2 marzo 1975 e come tutti i piloti della sua generazione fa la sua bella gavetta nel Campionato nazionale, prima in 250 e poi direttamente in Superbike. Nel 1997 diventa campione giapponese Superbike andando a disputare gli ultimi due round del Mondiale dello stesso anno.
Prima di ottenere una sella come pilota titolare, passa da delle wild card. La prima in assoluto risale al 1994 con una Ducati 888 del team Foundation sulla pista di casa di Sugo: subito seconda fila in qualifica e 12° posto in gara-2
Nel 1995 inizia la prima parte della sua storia d’amore con Yamaha. Ancora wild card a Sugo ma non ottiene punti. L’anno seguente ci riprova e centra il 2° posto in gara-1, cogliendo il primo podio di carriera.
Nel '97 disputa le ultime due gare del Mondiale, Sugo ed Indonesia. In Giappone coglie la prima vittoria in carriera oltre ad un secondo posto. 5° e 3° posto invece in Indonesi, concludendo 15° in classifica generale.
Yamaha gli dà fiducia e lo porta in pianta stabile nel Mondiale per il 1998. Centra 5 vittorie e chiude sesto con 258 punti dopo essere anche stato in testa a quell’incredibile mondiale per alcune settimane.
La stagione 99 di NitroNori è fatta di alti e bassi. Coglie una sola vittoria ma i troppi ritiri collezionati gli fanno chiudere la stagione a quota 196 punti.
Il 2000 deve essere finalmente l’anno buono per Nori e la sua Yamaha R7. Nel team capitanato da Davide Brivio però non hanno fatto i conti con Honda che ha schierato l’artiglieria pesante, la VTR1000SP bicilindrica. Nonostante la disparità di mezzi, Nori vince 4 gare e chiude al secondo posto dietro a Edwards una stagione macchiata dalla squalifica per doping, prima in Sudafrica e poi ratificata nel round finale di Brands Hatch.
Nell’inverno del 2001 firma per l’Aprilia per tornare in Superbike nel 2002 dopo l’anno in 500. Chiude al quarto posto con 278 punti e 7 podi.
A fine 2003 firma per il secondo ritorno in Superbike nel 2004, questa volta con la Ducati 999 del team Renegade in coppia con Leon Haslam. Centra sei successi e chiude al terzo posto dietro Toseland e Laconi.
Finita la prima esperienza in Ducati, nel 2005 torna in Yamaha con la nuova R1. Centra 2 vittorie e 10 podi totali chiudendo al terzo posto il campionato vinto da Corser con la Suzuki del team Alstare.
Nel 2006 chiude ancora al terzo posto il campionato, questa volta dietro Bayliss e Toseland con 1 sola vittoria ed 11 podi.
Per la stagione 2007 parte ancora per cercare di conquistare quel tanto agognato titolo, ma gli sfugge anche questa volta. Due soli i punti che separano Toseland e Nori a fine stagione.
Il 2008 è l’ultimo anno di Haga in Yamaha prima del ritorno in Ducati. Centra 7 vittorie ed 11 podi totali chiudendo ancora al terzo posto il campionato dietro ai due aussie Bayliss e Corser.
Nel 2009 torna in Ducati, ingaggiato dal team Xerox per sostituire Troy Bayliss. Career high con 8 successi ma il titolo gli sfugge anche questa volta a favore del rookie di Yamaha Ben Spies.
Dal 2010 inizia la fase calante della sua carriera: a fine stagione è 6° con due soli successi. Nel 2011 torna in Aprilia con la RSV4 del team Pata e chiude ottavo con 4 podi all’attivo.
Nel 2013 torna one shot nel round di Imola con la BMW del team Grillini centrando gli ultimi due punti di una straordinaria carriera nelle derivate di serie.
La sua carriera in Superbike si chiude con 314 gare, 43 successi, 116 podi, 7 pole e 3691 punti conquistati.
Due gli stint di Nori nella Top Class del Motomondiale: nel 2001 e nel 2003. Nel 2001 passa al team RedBull Yamaha WCM in 500 in coppia con l’australiano Garry McCoy chiudendo 14° con 59 punti e il 4° posto in Inghilterra come miglior risultato in gara.
Nel 2003 disputa l’unica stagione in MotoGP in sella alla Aprilia RS Cube in coppia con Colin Edwards. Esattamente come due anni prima chiude 14° in campionato con 47 punti ed il 7° posto in Inghilterra come miglior risultato.
All’attivo ha anche una wild card in Giappone nel 98: coglie il suo primo ed unico podio nel Motomondiale tagliando il traguardo al terzo posto.
Non tutti sanno che Nori ha disputato anche il Mondiale Endurance e soprattutto la prestigiosa (per i costruttori giapponesi) 8 ore di Suzuka in due momenti molto importanti, nel 1996 e nel 2016.
Nel 96, da pilota Yamaha nel campionato giapponese, disputa e vince la gara in coppia con Colin Edwards.
Simbolica l’apparizione nel 2016 a 20 anni da quel 96. Gara disputata con la Suzuki insieme a Brookes e Tsuda.
Negli ultimi anni di carriera, Nori è passato anche dal BSB e dal nostro Campionato Italiano. Nel 2012 chiude il campionato all’8° posto con un podio all’attivo. Finita l’esperienza inglese, torna al campionato giapponese e nel frattempo diventa anche imprenditore nella ristorazione aprendo un ristorante giapponese a Milano
Qualche anno dopo, nel 2017, si rimette in gioco partecipando alla Coppa Italia nel contesto del CIV. Vince la gara al Mugello e nel 2018 partecipa al CIV Supersport con la Yamaha R6 del team AG Motorsport Italia seguendo da vicino la crescita dei figli Akyto e Ryota impegnati nella Supersport 300.
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