Lasciamo il Giappone per tornare in Australia per un altro capitolo della rubrica “Che fine ha fatto”. Focus su un pilota di grande talento che ha buttato la sua vita tra eccessi e doping fino a scomparire quasi nel nulla
Che fine ha fatto oggi Anthony Gobert non è più un mistero. Il fratello Aaron è riuscito a ritrovarlo dopo aver girato in lungo ed in largo la Gold Coast per cercarlo dopo che Anthony aveva fatto perdere le sue tracce in seguito al ricovero in ospedale seguito al pestaggio subito nel 2019.
La vita al limite di Anthony Gobert: il fratello chiede aiuto per salvarlo
Tutto è bene ciò che finisce bene dunque per un pilota di grande talento che ha buttato vita e carriera tra tanti eccessi, doping (più volte positivo), droga ed alcol.
Nato a Greenacre il 5 marzo 1975, disputa la prima parte di carriera sulle moto da cross per poi passare alla velocità in pista (Falappa docet). Vince il campionato australiano superbike nel 1995 e passa al Mondiale. Torna a disputare il campionato nazionale nel 2007.
Debutta in Superbike nel ’94 nel round del Giappone da wild card in sella ad una Honda RC45: 8° in gara-1 e 6° in gara-2. Disputa da wild card anche la gara di casa in Australia con la Kawasaki facendo 3° in gara-1 e vincendo gara-2
Nel 1995 la Kawasaki lo conferma dopo il buon impatto della gara dell’anno precedente. Fino ad Albacete è molto altalenante, dall’Austria in poi si scatena: doppio podio in Austria, vittoria e secondo posto a Laguna Seca, podio in gara-1 a Brands Hatch e vittoria in gara-2 in Australia. Chiude al quarto posto con 222 punti la prima stagione completa in Superbike
Per il ’96 è ancora in Kawasaki Muzzy con la ZX-7R. Va due volte sul podio a Donington, vince gara-2 a Laguna Seca e fa doppietta a Phillip Island. Stagione che chiude all’8° posto con 167 punti e 4 round saltati.
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Nel ’97 passa in 500 con la Suzuki RGV500 Gamma del team Lucky Strike. Disputa solo 9 gare prima di venire licenziato per doping dopo un controllo chiesto dallo stesso team e scarso impegno mostrato in gara. E’ il primo caso di pilota trovato positivo ad un controllo antidoping nel Motociclismo.
Nel ’98 passa nel campionato americano con la Ducati del team Vance & Hines. Il 12 luglio dello stesso anno però ricade nello stesso errore dell’anno precedente mentre si trova al secondo posto del campionato con tre vittorie: nuovo controllo antidoping e Gobert nuovamente positivo, questa volta alla marijuana. Squalificato per tutta la stagione, la pena viene ridotta a sole tre gare di stop.
Nel ’99 è ancora in AMA Superbike, viene iscritto al round di Laguna Seca del Mondiale Superbike e disputa anche tre gare in 500 con la MuZ Weber.
Ha disputato anche le stagioni 2001 e 2002 con la Yamaha, prima in Superbike e poi in Supersport.
Nel ’99 disputa da wild card il round di Laguna Seca vincendo gara-1. A fine ’99 la Bimota lo ingaggia per il ritorno in Superbike l’anno seguente.
Con Gobert la Bimota può sognare una stagione in grande stile. Anthony riporta al successo la marca italiana in gara-1 in Australia 11 anni dopo Falappa al Paul Ricard nel 1989. I sogni però svaniscono: il team disputa solamente 10 gare prima di ritirarsi per problemi finanziari.
Gobert disputa l’ultimo round stagionale, a Brands Hatch, con la Yamaha.
Nel 2002 disputa da wild card il round di Laguna Seca senza peraltro vedere il traguardo. Medesimo risultato per il round di Valencia del 2006 con la Suzuki.
I suoi numeri in Superbike dicono: 8 vittorie, 16 podi, 2 pole, 504 punti ottenuti in 57 gare nell’arco di 5 anni di carriera.
Nel ’99 disputa le ultime 4 gare stagionali della 500 con la MuZ Weber. Va a punti solamente in Brasile con il 10° posto.
Nel 2000 corre la gara di Donington Park in sella alla Modenas KR3 giungendo 15° al traguardo.
Nel Motomondiale raccoglie 51 punti in 13 gare disputate nell’arco di tre anni
Negli ultimi anni ha corso nel Bsb, nel Mondiale Supersport ed è tornato a correre nella Superbike australiana, ricadendo però nei soliti vizi che lo hanno contraddistinto per tutta la sua carriera.
Nel 2019 dopo una aggressione fuori da un bar, è rimasto vittima di un pestaggio con mazza da baseball che lo ha lasciato in fin di vita.
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