SBK Aragon, Iannone:"Una vittoria per la mia vita, ho dimostrato con i fatti di essere un uomo forte"

SBK Aragon, Iannone:"Una vittoria per la mia vita, ho dimostrato con i fatti di essere un uomo forte"© GPAgency

Andrea tra commozione e gioia: "Difficile non piangere. Solo io so cosa ho passato, è una liberazione. Grazie a Go Eleven e Dall'Igna, senza di lui forse non sarei qui"

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28.09.2024 ( Aggiornata il 28.09.2024 17:41 )

Ha faticato a trattenere le lacrime Andrea Iannone sul primo gradino del podio di Aragon, ed è davvero difficile biasimarlo. Dopo otto anni l’abruzzese ha potuto esternare quelle emozioni che ha dovuto tenere dentro a lungo, completando quella lunga rincorsa verso il successo dove non sono mancati gli ostacoli. “Piangere penso che sia un modo per liberarsi di tutto quello che si ha dentro – ammette Andrea – e non decidi tu quando farlo. Ho provato a trattenere le lacrime ma non bisogna opporsi a certe emozioni, bisogna lasciare andare tutto e viversi i momenti”.
 
Quali sono le prime sensazioni dopo la vittoria?
 
“Oggi non ho vinto la gara, bensì una gara per la mia vita. E’ una vittoria per la mia vita appunto, ha molto più valore di una corsa conquistata. Dopo i 4 anni di stop tutto è diventato più difficile, ho tenuto tutto dentro di me e ho parlato poco, senza polemizzare: ho avuto tanti momenti duri e oggi rappresenta una liberazione per me. Oggi ho la consapevolezza di essere un uomo forte, e l’ho dimostrato non con le parole bensì con i fatti, sempre a testa alta. Sono tornato dopo 4 anni e ho conquistato quattro podi ed una vittoria, e penso che sia un bel bilancio, in un anno che per me è di apprendistato”.
 
E’ possibile comparare questo successo e quello in Austria nel 2016?
 
“Questa gara è una delle più importanti della mia vita, ma non per le lotte o le strategie. Sono tornato dopo tanto tempo e non era certa questa cosa: è quasi difficile parlare del mio periodo di stop perché è stato lungo, e solo io so quanto ho sofferto. Mi è mancato tutto, quindi sono davvero felice di aver colto questo risultato. Ma lo sono per me come persona, non per la carriera, che è stata quello che è stata. E’ una grande rivincita”.
 
Sei il 19° pilota a vincere sia in MotoGP che in SBK, subito dopo Petrucci.
 
“E’ incredibile, alla fine ho vinto in tutte le categorie dalla 125. Mi manca la Dakar (sorride ndr) ma con la moto non la faccio: magari chiedo a Prometeon se me la fa fare con la macchina o il camion”.
 
Questa giornata è la fotografia perfetta del tuo percorso?
 
“Ho dimostrato con i fatti di non essermi mai arreso, pur vivendo diversi momenti difficili”.

Iannone, la gara, la benzina e Dall'Igna

Qual è stata la prima cosa che hai pensato dopo aver superato la bandiera a scacchi?
 
“Ho pensato che sono forte (sorride ndr)”.
 
Dall’esterno è sembrata una gara priva di strategia la tua.
 
“All’inizio ho in parte gestito, ma non è stato facile, anche perché la mia spalla è un po’ stressata. Stamattina l’ho messa sotto sforza con la caduta in FP3, così ho dovuto attendere che il muscolo si scaldasse. Dopo 10 giri le sensazioni sono migliorate nel complesso, e ho iniziato a crederci: sapevo di dover stare davanti, per tante ragioni, e così ho fatto. Sul finale è stata dura, perché ho avuto un intoppo”.
 
Ossia?
 
“Ho finito la benzina sul rettilineo che porta all’ultima curva, all’ultimo giro. Di conseguenza ho preso in mano la frizione, e quando l’ho rilasciata la moto è ripartita, pur borbottando. Ho fatto gli ultimi metri con la spinta di quelli precedenti, non con il motore. Direi che oggi Dio ha voluto che vincessi (sorride ndr). Se avessi perso la gara così sarei andato a casa. Tra l’altro prima della gara abbiamo dovuto cambiare i rapporti, a causa del vento e dei giri motore a disposizione: abbiamo un po’ lottato su questa cosa, dato che dovevamo cambiare anche l’assetto. Sono partito un po’ arrabbiato per questo, ma è andata bene”.
 
E’ stato un lungo viaggio fino a qui.
 
“Voglio dire grazie a tutto il team, Gigi Dall’Igna, Marco Zambenedetti, Claudio Domenicali, Mauro Grassilli e Paolo Ciabatti. Ringrazio anche la famiglia e la mia fidanzata, che mi ha supportato sempre durante questi lunghi anni. Oggi sportivamente io e la squadra dobbiamo goderci tutto questo: spero che il team possa credere un po’ di più in meno, dato che non è facile. Quando torni dopo 4 anni e affronti momenti difficili non è semplice capire se è colpa dello stop o della poca esperienza. Spero di avergli dimostrato che più o meno quando le cose sono a posto riesco a fare la differenza. Dobbiamo concentrarci sul riuscire a sfruttare al massimo quello che abbiamo”.
 
Dall’Igna è stato importante nel tuo ritorno.
 
“Ricordo la prima volta che ne abbiamo parlato. Mi ha detto “sei sicuro? La SBK è complicata ora, anche per Petrucci, e tu arrivi da un lungo stop”. Io gli ho detto che ero sicuro di me stesso, e lui ha creduto in me. L’80% del risultato è per lui, dato che senza di lui probabilmente non sarei qui oggi”.
 
Hai notato l’assenza di Bulega?
 
“Non me lo aspettavo, e quando non l’ho visto mi è dispiaciuto”.

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