SBK, Lavilla: "Aprilia vuole le Stock, ma vende una moto fuori cilindrata"

SBK, Lavilla: "Aprilia vuole le Stock, ma vende una moto fuori cilindrata"

L'INTERVISTA - Il Direttore Esecutivo: "Quando ci siamo avvicinati alle Stock la casa si è ritirata. Dispiaciuti per Cremona, ma la MotoGP è il prodotto numero uno dell’azienda"

Presente in

20.07.2024 10:56

Dirigere un campionato come la Superbike non è un gioco da ragazzi e Gregorio Lavilla, Direttore Esecutivo dal 2019, ne è ben consapevole. Il carattere verace dell’ex pilota spagnolo però lo rende perfetto per tale ruolo, e con lui abbiamo affrontato tutti i temi più caldi dell’attualità, con un occhio su quel futuro che – sotto alcuni aspetti – sembra tutto da calibrare e capire.
 
Gregorio partiamo dal calendario. Come si è arrivati alla sovrapposizione tutta italiana tra Misano e Cremona?
 
“Personalmente pochi giorni prima dell’annuncio sono stato informato dai miei superiori che l’unica soluzione per la MotoGP era quella di correre a Misano in concomitanza con Cremona. Se te lo dice il tuo capo puoi solo provare a minimizzare l’impatto di tutto ciò. Non è stata una situazione facile da gestire, tenendo conto anche dell’investimento di Cremona: abbiamo mosso il cielo e la terra per migliorare la situazione, ma abbiamo capito che la cosa migliore era lasciare tutto così. E’ apprezzabile il fatto che i gestori del circuito di Cremona abbiano accettato tutto questo: mi hanno detto “ci piacciono le sfide, questa sarà una sfida nella sfida”, e da parte nostra faremo di tutto per limitare le conseguenze di tale concomitanza”.
 
Non pensi che la SBK sia sempre messa in secondo piano?
 
“Sono consapevole che tutto questo dall’esterno può sembrare una mossa per mettere in difficoltà un rivale, ma la verità è che siamo un’azienda unica quindi non c’è la minima volontà di mettere in difficoltà nessuno. C’è solamente una emergenza, e la MotoGP è il prodotto numero uno dell’azienda. Questo non vuole dire che la SBK non possa crescere, ma questa è la situazione è c’è poco altro da dire. Ovviamente tutto questo non piace a nessuno, ma i problemi capitano. Io credo che si debba essere riconoscenti verso quello che abbiamo e facciamo, dato che non basta alzare il telefono per trovare 20000 circuiti. Spesso è facile svalutare quello che si ha pensando che l’erba del vicino sia sempre più verde”.
 
Dal punto di vista del regolamento tecnico le cose non vanno meglio, dato che un anno dopo le polemiche non si placano, questa volta con BMW al centro della tempesta.
 
“Perlomeno ora non se la prendono con me, dato che a decidere non è più quell’algoritmo giudicato manipolativo dalle case. Innanzitutto per capire la bontà dei cambiamenti compiuti dall’anno scorso i piloti sarebbero dovuti rimanere sulle stesse moto: la nostra politica è sempre la stessa, ossia quella di aiutare tutti a crescere. Tutte le parti credo che dovrebbero compiere una riflessione, dato che noi in primis vogliamo un campionato con gare combattute e non noiose”.

Lavilla, il regolamento e Aprilia

Da qui a fine dobbiamo aspettarci dei cambiamenti?
 
“I regolamenti possono cambiare, ma serve un accordo. Prima occorre capire se esiste un problema, dato che per esempio il regolamento non controlla il lavoro di un pilota o di un binomio pilota – tecnico. Dobbiamo partire dal concetto che a tutti interessa concedere a tutte le case la possibilità di vincere: quello che serve è un sistema con il quale aggiustare velocemente le cose che funzionano, che ad oggi manca. Oggi il regolamento dice che se si concedono super concessioni ad una casa e questa ottiene grandi risultati, si deve provvedere al taglio di 500 giri, ma il problema è chi giudica che sia arrivato il momento di fare tutto questo. In passato avevamo l’algoritmo, che prendeva in esame tutte le moto della casa: non saprei dire se oggi con l’algoritmo BMW sarebbe penalizzata, ma quello che so è che le case non hanno più voluto questo sistema perché secondo loro non era chiaro. Ora c’è un altro sistema, ma occorre capire se funziona o meno”.
 
Aprilia ha detto che non tornerà in SBK fino a quando le moto non torneranno ad essere Stock. Pensi sia la soluzione?
 
“Se usassimo moto Stock un anno la griglia sarebbe tutta Ducati, l’anno dopo BMW e cosi via. Non abbiamo la certezza che le case rinnovino i proprio modelli con costanza, dunque se questa scelta non ci regala né sicurezza né parità non vedo perché dovremmo preferirla ad altre. Aprilia vuole le Stock, ma nel frattempo vende una moto fuori cilindrata, cosa che reputo un controsenso. E quando ci siamo avvicinati alle moto Stock, per la precisione nel 2012, Aprilia ha abbandonato, quindi è meglio che non dia peso a certi commenti. Problemi di costi? Ne parleremo quando avremo la griglia vuota, ma ora mi pare che tutti vogliano schierare più moto in pista. I commenti che ho sentito sembrano di uno che sta al bar, hanno una mancanza di sostanza importante”.

SBK Ducati, non solo Panigale V4: presto anche la nuova V2

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi