SBK, Bayliss: "Razgatlioglu sarebbe stato forte anche ai miei tempi"

SBK, Bayliss: "Razgatlioglu sarebbe stato forte anche ai miei tempi"© GPAgency

L'INTERVISTA - Parla Re Troy: "Penso possa essere veloce con qualsiasi moto. Bulega mi sta sorprendendo e dopo tempi duri sono felice per lui. Mi manca la vecchia Superpole..."

18.07.2024 ( Aggiornata il 18.07.2024 11:12 )

A volte basta pronunciare un nome per sentire nell’aria un’aura di leggenda, ed un esempio di tutto questo è Troy Bayliss. L’eroe dei due mondi, capace pressoché di tutto: vincere in Superbike, vincere in MotoGP per tornare dove il cuore era rimasto, ossia le derivate di serie, e trionfare ancora.
 
Una storia quella di Bayliss legata a doppio filo con quella di Ducati, marchio del quale Troy resterà per sempre una delle icone, come confermato dall’affetto che il popolo ducatista gli tributa in ogni occasione utile. Oggi Bayliss può godersi le gesta del figlio Oli, impegnato in Supersport – ovviamente con Ducati – con i colori del team D34G, e di conseguenza lo si può ancora incontrare spesso e volentieri nel paddock delle derivate.
 
Troy, ti piace la SBK odierna?
 
“Amo ancora la Superbike, sia da casa che in circuito. Ogni volta che assisto ad un round dal vivo mi tornano ovviamente alla mente tanti bellissimi ricordi. Senza dubbio i tempi sono cambiati, così come le facce e le moto. Mi piace il format, soprattutto la Superpole Race, mentre mi manca un po’ la precedente versione della Superpole. La possibilità di avere la pista tutta per sé per un giro, con il pubblico concentrato interamente su un pilota, è un qualcosa di bellissimo. Non credo ci fosse una ragione per cambiare in questo senso, ma le cose si modificano nel tempo e dopotutto è normale. In Supersport ora c’è solo un turno di prove libere a precedere la Superpole, il che può limitare chi è al debutto: per fortuna Oli oramai conosce tutti i tracciati e la categoria, quindi riesce a gestire la problematica”.
 
Credi che, in generale, le moto dovrebbero tornare più vicine a quelle che si trovano in concessionaria?
 
“Onestamente in SBK le moto sono sempre state un po’ diverse dalle versioni stradali, a cominciare da parti come il forcellone. Nel campionato australiano le moto sono più vicine alle stradali, ma oggi anche quest’ultime sono diventate davvero performanti. Ai miei tempi la differenza tra una Superbike ed una stradale era molto più ampia, mentre oggi anche solo una moto in versione Stock si possono ottenere tempi incredibili”.
 
C’è un pilota attuale in cui ti rivedi?
 
“Non saprei perché non ho mai pensato davvero a questa cosa. Ci sono tanti talenti, il livello è alto parlando sia di piloti che di costruttori. Rispetto al passato è più ampio il ventaglio dei piloti in grado di vincere: la top five è molto ravvicinata ed è un bene per tutti”.
 
Un pilota invece che apprezzi in particolare?
 
“Non riesco a sceglierne uno, amo vedere belle gare e tanti protagonisti impegnati a darsi battaglia”.

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Chi secondo te si sarebbe adattato meglio alla “tua” Superbike?
 
Razgatlioglu penso potrebbe essere veloce con qualsiasi moto in qualsiasi momento. I tempi cambiano, così come gli stili di guida: sul finire della mia carriera l’elettronica aveva cominciato a farsi strada, ma ora tra ali e tutto il resto è davvero un’altra storia. Quest’anno mi sta impressionando Bulega: sta dimostrando quanto sia alto il livello della Supersport, dato che ha compiuto il salto ed è riuscito a lottare con i migliori sin da subito. Dopo tempi duri si sta prendendo la sua rivincita. Sono contento per lui, è un bravo ragazzo”.
 
Grazie anche alla tre gare a disposizione Bautista sta abbattendo diversi record, alcuni dei quali appartenenti a te. Ti dispiace?
 
“No, sinceramente non ho mai dato molto peso a queste cose. Quando vedo che un pilota migliora un mio primato dico “ok non fa nulla, prima o poi doveva capitare”. È un qualcosa di naturale, di logico, quindi non c’è problema”.
 
Come giudichi il percorso di tuo figlio Oli finora?
 
“Ora si trova molto bene all’interno del team D34G di Davide Giugliano, infatti si è trasferito vicino alla squadra anche per questo. Onestamente pensavo che in questa stagione le cose sarebbero andate leggermente meglio, ma l’infortunio ad inizio anno non ha aiutato, anche se ha dimostrato velocità e coraggio. Se riuscirà a dimostrare di essere uno dei più veloci in Supersport potrà pensare anche alla Superbike. Come detto Bulega è una dimostrazione che compiere il passaggio con risultati positivi è possibile”.
 
Credi che sia più difficile compiere il salto dalla SSP alla SBK o dalla Moto2 alla MotoGP?
 
“Difficile dare una risposta. Oli ha corso nella Superbike australiana in passato, ed una volta tornato sulla Supersport ha necessitato di un po’ di tempo per adattarsi alla moto. Ora credo che per molti non sarebbe un grande problema compiere il salto dalla Supersport alla Superbike”.

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