SBK, Zonnedda (Brembo): "Toprak un banco di prova continuo, Bautista non ha risentito della zavorra"

SBK, Zonnedda (Brembo): "Toprak un banco di prova continuo, Bautista non ha risentito della zavorra"© GPAgency

L'INTERVISTA - Il Customer Manager: "Spesso fa segnare temperature d'esercizio vicino al limite fisico della moto. Alvaro ha grande sensibilità. Il divario tra MotoGP e SBK deve restare tale"

11.07.2024 09:27

Nel mondo dei freni Brembo rappresenta l’eccellenza, ed anche in Superbike – come del resto in MotoGP e Formula 1 – l’azienda bergamasca è la scelta della maggior parte delle squadre. Il lavoro di Brembo nelle derivate di serie del resto parte da lontano, dato che tutti i piloti divenuti campioni del mondo SBK dal 1988 – anno di nascita del campionato – ad oggi erano equipaggiati con i prodotti Brembo. Con il Customer Manager di Brembo in SBK Franco Zonnedda abbiamo così potuto spaziare tra passato e presente, tra quelle che sono stati gli ultimi progressi tecnologici a quello che ci dobbiamo aspettare in futuro, senza dimenticare i piloti e le loro pecualiarità.
 
Franco, come è cambiato l’impegno di Brembo in SBK negli ultimi anni?

“Il cambiamento di maggiore spessore è avvenuto nel corso nel 2019, quando abbiamo iniziato a portare nei paddock il nostro camion assistenza, utile per fornire un migliore servizio in termini di revisioni e non solo. A volte ad un team può mancare un particolare, magari fondamentale, ed essere presenti in questa forma ha subito dato i suoi risultati”.
 
In termini tecnici invece?

“Le pinze si sono evolute a vista d’occhio. La crisi pandemica del 2020 ha portato il campionato a disputarsi prettamente d’estate, quindi con temperature molto alte, e di conseguenza ci siamo dovuti adattare: abbiamo completato quella stagione senza problemi, ma abbiamo capito che era tempo di compiere dei passi avanti. Ad ottobre del 2020 così abbiamo portato per la prima volta la pinza alettata, che ha drasticamente abbassato le temperatura di esercizio, ed alla quale abbiamo poi abbinato il disco alettato. Per ogni pilota abbiamo poi delle pompe freno particolari, e siamo migliorati anche sotto il profilo della sensoristica, per aumentare il nostro carico di dati. Tutto questo ha portato ad uno sviluppo dedicato ad ogni cliente, ed anche una risposta agli eventuali problemi molto più rapida”.
 
Parliamo di piloti. Come ha inciso sul lavoro di Brembo uno “staccatore” come Razgatlioglu?

“Toprak è un banco prova sfidante, che comunque non ci spaventa, dato che avevamo già delle soluzioni aggiuntive per piloti come lui. Sin dal debutto nel team Puccetti era chiaro come avesse temperature di esercizio molto elevate, con pressioni vicine ai 17 bar, nonché al limite fisico della moto (sorride ndr). Negli anni è stato uno sprone ulteriore per arrivare agli impianti attuali”.
 
Bautista ha fatto richieste particolari dopo aver iniziato a fare i conti con la zavorra?
 
“Onestamente pensavo che la zavorra gli avrebbe creato dei problemi, infatti in alcune pista usa ora dei dischi di maggiore spesso, ma in generale non è stato così. Sin dal primo test con la zavorra Ducati ha ovviamente compiuto delle prove, anche perché Alvaro è un pilota molto sensibile. Finora non ha avuto particolari problemi, anzi talvolta è uno dei pochi piloti che necessita di una cover per mantenere le corrette temperature di utilizzo dei freni. Ha una finestra di utilizzo più ridotta rispetto ad altri piloti in termini di temperatura, grazie alla sua capacità di essere molto ripetitivo nella propria guida”.

Redding, il divario tra MotoGP e SBK ed il futuro

Ci sono altri “frenatori” particolari in griglia?
 
“Uno è Scott Redding, già dai tempi di Ducati. Con lui posso dire che siamo stati bravi ad anticipare i tempi, o perlomeno a farci trovare pronti. Ora dobbiamo essere preparati agli eventuali cambi regolamentari dei prossimi anni”.
 
Come dovrebbe mutare la SBK dal punto di vista regolamentare secondo Brembo?
 
“Credo sia opinione comune che se la MotoGP compie un passo indietro sotto alcuni aspetti lo stesso debba la Superbike. Non bisogna però abbassare troppo il livello delle SBK, dato che si rischierebbe di scendere sotto il livello delle moto stradali: occorre mantenere una proporzione, ma credo che tutto questo sia ancora materia di discussione tra organizzatore e costruttori. Per Brembo sarebbe ottimale che rimanessero i gap attuali tra le varie tipologie di moto. Non è interesse di nessuno avere una MotoGP troppo vicina alla SBK, ma dei freni si parlerà più avanti. Non vorrei vedere la SBK avvicinarsi troppo alle moto Stock”.
 
In Supersport come riesce Brembo a coniugare tante cilindrate diverse?
 
“Parallelamente al cambio di regolamento abbiamo adottato una pompa dedicata, che ci ha garantito la giusta performance. Buona parte delle moto di serie impegnate in categoria utilizzano Brembo, e questo ha aiutato. La pompa freno attuale è stata la panacea dei possibili mali, dato che funziona sia una moto come la Kawasaki che una come la Ducati”.
 
Cosa possiamo aspettarci da Brembo per il futuro?
 
“Stiamo lavorando per riuscire ad avere soluzioni che accontentino più piloti possibile. Stiamo compiendo delle prove sui dischi, su vari acciaia, ma sono cose che non tutti riescono a vedere. Gli sviluppi attuali sono dettati da come i cambiamenti potrebbero impattare su di noi. Possiamo contare anche sulle soluzioni che provengono da MotoGP e Formula 1, ovviamente nei limiti del possibile”.

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