Rea alle corde: "E' una merda, difficile non iniziare a dubitare di me stesso"

Rea alle corde: "E' una merda, difficile non iniziare a dubitare di me stesso"© GP Agency

Il nordirlandese chiaro: "Inizio a risentirne mentalmente, mi piace la teoria della luce in fondo al tunnel ma ora è difficile vederla. La Superpole negativa ha complicato tutto"

17.06.2024 ( Aggiornata il 17.06.2024 17:45 )

Affranto e scoraggiato. Si può descrivere in questo modo l’attuale Jonathan Rea, che pur non avendo perso la voglia di lottare, propria dei grandi campioni, deve fare i conti con una situazione piuttosto complicata. Nemmeno il round di Misano ha infatti portato sorrisi al nordirlandese e Yamaha, costretti a fronteggiare lo stato attuale delle cose.
 
“E’ una merda per me – apre Johnny senza mezzi termini – e sta iniziando a scalfirmi mentalmente. E’ bello cercare di essere positivo nei momenti difficili, ma sto faticando. Ho sempre creduto alla teoria della luce in fondo al tunnel, ma ora è difficile vedere questa luce. Lo sport comunque è così, a volte basta una giornata positiva per svoltare. Non voglio abbattermi, anche se è difficile non mettere in discussione me stesso, dato che Yamaha ha fatto un buon lavoro, ma io continuo a chiedere ciò che mi serve ed il team deve reagire”.
 
Vedere gli attuali risultati della Kawasaki rende tutto più difficile mentalmente?
 
“No, quello era ed è un capitolo chiuso per me. Sono felice per loro, ma l’anno scorso ero sempre al limite ed ero stanco di esserlo con quella moto: ora sto faticando anche di più con Yamaha, devo essere onesto, ma è comunque un nuovo capitolo, aria fresca che mi serviva. Ero abbastanza stanco del capitolo Kawasaki della mia vita, dovevo cambiare”.

Rea sul weekend di Misano

Le cose sembrano andate peggio nel weekend rispetto ai test. Hai un’idea del perché?
 
“I test sono stati abbastanza buoni, ma ho fatto il tempo con la gomma giusta ed ero in top ten. Una chiave del weekend è stata la cattiva Superpole, dove il mio giro più veloce è stato cancellato per le bandiere gialle. Partire dalla quinta fila è complicato, specie senza un passo incredibile. Gara 2 è stata la prima gara lunga che ho potuto svolgere visto quanto accaduto in Gara 1, ma senza informazioni: l’unico obiettivo era finire la gara ed ottenere dati, dato che attualmente la mia fiducia in sella è molto bassa, e non sto facendo passi in avanti. Non resta che ripartire nuovamente da 0 e non farsi condizionare troppo dalle emozioni. Ci serve un grande passo in avanti. Ci stiamo provando tutti ma così è frustrante”.
 
In Gara 1 sei stato vittima di una brutta caduta al curvone.
 
“Devo ringraziare le aziende che mi forniscono l’equipaggiamento tecnico, dato che sono qui grazie a loro. E’ stata una caduta violenta, ad alta velocità: onestamente non ero sicuro di finire le gare domenicali dopo aver passato il test fisico della mattinata, dove ho provato dolore nello stringere la mano di una persona".

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