La classe elettrica prepara la terza stagione targata Ducati dopo il quadriennio con la Casa modenese, che invece ora fronteggia l’asta giudiziale
Il 15 gennaio è stata diffusa la lista provvisoria degli iscritti al Mondiale della MotoE: mancava all’appello soltanto uno dei piloti della SIC58 Squadra Corse Ongetta (Raffaele Fusco) La parte del leone la riveste l’Italia, a cui si aggiungono il sammarinese Luca Bernardi e il rumeno – ma nato a Roma e cresciuto sportivamente nella nostra Penisola – Jacopo Hosciuc. Quattro gli spagnoli, curiosamente con i due numeri più bassi e i due più alti, fra cui l’unica donna, Maria Herrera. La ventottenne vice iridata della serie femminile non ha mai brillato con le elettriche: 64 gare disputate in MotoE con un quinto posto a Misano nel 2019 come miglior risultato e la miseria di 168 punti totalizzati, decisamente pochi considerando che alle manche prendono parte 18 piloti e vanno a punti i primi 15.
A cercare di interrompere il dominio italo-spagnolo saranno solamente due piloti: l’ungherese Tibor Erik Varga e il brasiliano Eric Granado. Il sudamericano è stato vice campione nel 2022, quando la serie non aveva la titolazione di Mondiale ma era soltanto Coppa del Mondo. Quello fu l’ultimo anno disputato con le Energica Ego Corsa (prima del passaggio alle Ducati), protagoniste delle prime quattro stagioni della serie elettrica. Proprio l’Energica vive una fase molto delicata, tanto che il 16 dicembre scorso si è aperta l’asta giudiziale per la cessione dell’azienda.
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L’asta si è chiusa in questi giorni, giovedì 30, e prevede un prezzo base di 5,7 milioni di Euro, con offerta minima di 4,275 milioni e rialzi da ventimila Euro l’uno. Riguarda la vendita del ramo d’azienda Energica Motor Company, che include i beni, i diritti e i rapporti aziendali funzionali all’attività di studio, sviluppo, progettazione, produzione e commercializzazione di motocicli e motori elettrici ad alte prestazioni, da competizione e non.
La società venne costituita il 26 agosto 2014, anche se nacque come progetto nel 2009, dall’esperienza del gruppo CRP di Modena, specializzato in lavorazioni meccaniche hi-tech e nella stampa 3D professionale, nonché fornitore della maggior parte dei gruppi automobilistici al Mondo. Nel gennaio 2016 l’Energica fu quotata nel mercato AIM a Milano ma cinque anni dopo il fondo americano Ideanomics sottoscrisse un aumento di capitale di circa 11 milioni di Euro. Non contento, nel marzo 2022 lanciò una OPA (Offerta Pubblica d’Acquisto), al termine della quale è arrivato a detenere il 72,42% dell’Energica, che quindi è stata tolta dal listino di Borsa Italiana. Eppure, da giugno 2022 i finanziamenti di Ideanomics si sono progressivamente ridotti fino a interrompersi nel settembre 2023.
A giugno dell’anno scorso la società ha presentato domanda per l’accesso alla composizione negoziata della crisi e il 14 ottobre il Consiglio di Amministrazione, preso atto dell’impossibilità di reperire risorse da altri investitori, ha deliberato di aderire alle istanze di liquidazione giudiziale presentate da alcuni creditori. E pensare che il Valore della Produzione, alias i ricavi, è cresciuto per quattro anni di fila: erano 2,8 milioni di Euro nel 2018, sono diventati 20,7 milioni nel 2022, salvo crollare a 8,9 milioni nel 2023. D’altro canto i costi sono sempre stati superiori, generando soltanto perdite: da 5,6 milioni del 2020 ai 12,6 del 2022.
Dati che hanno indotto il perito a scrivere nei documenti ufficiali che il dissesto è dovuto alla presenza di costi di struttura, lavoro, servizi e materie prime sovradimensionati rispetto ai ricavi di vendita.
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