Dai capolavori di Tamburini alla Tesi di Marconi e Ugolini: la Casa riminese è protagonista della nostra rubrica
Giuseppe Ricciuti è uno stilista che iniziò l’attività a Roma collaborando con la Futura Motor di Franco Malenotti. Ha disegnato moto di successo per diverse Case italiane, in particolare l’Aprilia, per la quale ha firmato, tra gli altri, due modelli importantissimi: lo scooter a ruote alte Scarabeo e la RSV 1000. Ma i due lavori che resero nota la sua straordinaria creatività in campo motociclistico risalgono al 1981 e fecero la loro comparsa al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano. Per la Laverda quell’anno creò la RGS 1000, una moto elegantemente sportiva, raffinata, che però non ebbe il giusto successo sia per le difficoltà finanziarie che di lì a poco iniziarono a manifestarsi a Breganze, che per l’intensificarsi della concorrenza giapponese che proponeva modelli supersportivi dal richiamo irresistibile. Per la Moto Morini, Ricciuti disegnò invece la 500 Turbo, che al Motosalone accese un grandissimo entusiasmo fra gli appassionati, non soltanto per la “conturbante” presenza della sovralimentazione, che prometteva prestazioni straordinarie, ma anche e soprattutto per l’indovinatissima linea sportiva.
A dimostrazione di questo, i concessionari in visita a Milano furano concordi nel sollecitare la Casa bolognese a produrla anche senza il “turbo”, certi del gradimento dei clienti. Non se ne fece nulla, e fu un errore grave. Mettere in produzione la versione sovralimentata avrebbe richiesto un investimento che venne giudicato eccessivo, ma “vestire” con l’abito di Ricciuti la 500, già in catalogo fin dal 1977, non sarebbe stato difficile. Guai, comunque, a citare Ricciuti come disegnatore della “Turbo”: il ragionier Marchetti, factotum della Casa bolognese, non lo tollerava: "È bella?" diceva. “È una Morini e basta!”.
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