Maratea coast to coast | Giri e Gare

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Fino al castello sul mare di Roseto Capo Spulico, un affascinante viaggio dal Tirreno allo Ionio

02.12.2024 ( Aggiornata il 02.12.2024 09:08 )

Maratea, perla del Cilento, è una delle località più affascinanti del Golfo di Policastro. Riparata dagli Appennini, gode di un tratto costiero tormentato e seducente, fatto di calette, baie e piccole spiagge appartate; ma anche di un centro storico ricco di angoli pittoreschi tra le viuzze, il porto e la darsena.

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Maratea, perla del Cilento


Dopodiché, seguendo le indicazioni per “Statua del Redentore” ci si ritrova alle prese con una vorticosa salita elicoidale, un ascensore che punta dritto alle nuvole, con la vista a 360° sul mare e i panorami tutt’attorno. L’ascesa al Cristo di Maratea (o statua del Redentore) fatto edificare in cima al monte San Biagio dal Conte Stefano Rivetti di Val Cervo, è di quelle cose in bilico tra il terreno e il divino, che difficilmente si dimenticano.

Si parte! Con il Tirreno alle spalle ci si tuffa sulla SP3 in direzione Trecchina. Le curve, degne di una cronoscalata, si susseguono una dietro l’altra in rapida successione, circondate dalle rocce e da una vegetazione rigogliosa, inestirpabile e caparbia. Rivello e Lagonegro sono gli ultimi avamposti prima di tuffarsi nel cuore profondo della Basilicata. Si sfiora le Riserva Regionale del Lago Laudemio e si avanza verso Moliterno circondati da una natura forte e rigogliosa. Da qui, pochi chilometri e il Lago del Pertusillo si apre improvvisamente davanti alla visiera del casco con la sua imponente diga.

Splendide curve ad ampio raggio caratterizzano la statale 598 verso sud. L’uscita per Aliano segna l’ingresso nella terra dei calanchi: raggiungere questo paesino attraverso il territorio che lo circonda è un viaggio nel viaggio. C’è qualcosa di remoto in questi luoghi, e magico, tale da renderli, essi stessi, attrazione. Un viaggio onirico costantemente sorvegliato dal volo dei falchi grillai, infaticabili guardiani di questo angolo di Lucania. Dalla Val d’Agri, la strada si arrampica curvosa mentre i calanchi – le imponenti colline di argilla modellate dalla pioggia e dal vento – sottraggono spazio al verde in un’atmosfera surreale.

Dal Tirreno allo Ionio


Si supera velocemente il paese abbandonato di Alianello Vecchio fino a raggiungere Aliano, dove lo scrittore Carlo Levi, durante gli anni del confino fascista, scrisse il celebre “Cristo si è fermato a Eboli”. Tutt’attorno, una bellezza aliena e struggente, tra silenzi infiniti e vastità. Tornati sulla statale 598, pochi chilometri e si svoltaper Senise. Quando i primi riflessi del lago di Monte Cotugno appaiono davanti alla visiera, si è pronti ad attraversare lo spettacolare viadotto che letteralmente vola sulle sue acque. Ancora qualche chilometro e si raggiunge Valsinni, con il suggestivo castello risalente all’anno 1000. Il maniero deve la sua fama alla triste storia della poetessa Isabella Morra che, nata tra le sue mura nel 1520, vi morì 26 anni dopo per mano dei fratelli, dopo la scoperta della relazione clandestina con il Barone di Bollita, Diego Sandoval de Castro. A questo punto lo Ionio è vicino.

Percorrendo la 481 si incontrano prima Cercosimo e poi Oriolo, piccolo borgo di origine medievale inserito nella lista dei più belli d’Italia. Il castello normanno e la chiesa madre di San Giorgio Martire sono le sue perle più preziose. Si prosegue costeggiando il torrente Ferro fino al mare.

Poi, finalmente, eccolo, come un vecchio gigante che guarda dall’alto di una scogliera: il castello Federiciano di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza. Una suggestiva struttura realizzata dai normanni nell’XI secolo sui ruderi di un antico monastero. Prima roccaforte templare, poi fortilizio di Federico II di Svevia, fu proprio lo “stupor mundi”, a cui stava molto a cuore, a valorizzarne l’architettura.

Oggi proprietà di privati, ospita un ristorante e una sala ricevimenti, ma il suo fascino di maniero fortificato in riva al mare è rimasto intatto.

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