Liguria, la terra degli artisti | Giri e Gare

Liguria, la terra degli artisti | Giri e Gare

Un appassionante viaggio nell’entroterra ligure per vivere l’incantesimo di antichi borghi e curve d’autore, in occasione dell’italiano Enduro Under 23 & Senior

19.09.2024 ( Aggiornata il 19.09.2024 12:47 )

Liguria, terra di mare, di monti e di leggende; ma soprattutto, regione perfetta per chi ama esplorare in moto territori “fuori rotta” capaci di regalare emozioni del tutto inattese. Un buon pretesto lo ha offerto l’appuntamento con il campionato italiano Enduro Under 23 & Senior in programma l’8 settembre a Pieve di Teco, in provincia di Imperia. Una “rampa di lancio” ideale per andare alla scoperta delle valli che rendono unici questi luoghi, schivi, dalle architetture audaci, in cui si nascondono piccoli e grandi gioielli d’arte e curve da antologia.

In cima ai Passi Spluga e San Bernardino | Giri e Gare

Giri e Gare in Liguria


L’itinerario punta dritto al mare lungo l’ondulata SP 21 e, dopo aver doppiato Colle San Bartolomeo, il borgo “sospeso” di Carpasio e Badalucco (museo a cielo aperto dove sculture e dipinti decorano le facciate delle case), si raggiunge Taggia, patria delle olive taggiasche e dell’ardesia che adorna gli edifici del centro storico. Una delle sue cartoline più note è il ponte medievale che sorvola il torrente Argentina: interamente in pietra, ha 16 archi ed è lungo 270 metri. Palazzi nobiliari, edifici religiosi, case torri, carrugi e contrafforti ad arco, impreziosiscono il centro storico.

Così come preziosa è la vicina frazione marinara di Arma, stretta tra la fortezza del ‘500 e la Grotta dell’Annunziata con la suggestiva chiesetta al suo interno. Guidando lungo la Riviera dei Fiori, si doppiano Sanremo e Bordighera fino a raggiungere Ventimiglia. Quest’ultima, a soli otto chilometri dalla Francia, è conosciuta anche come “porta occidentale d’Italia”. Tagliata letteralmente in due dal fiume Roia, una parte del centro (quello storico) presenta un abitato dal tipico impianto medievale, diversamente dall’altro caratterizzato da edifici moderni.

Apricale, il paese degli artisti


Da non perdere, Porta Canarda, la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, la chiesa di San Michele Arcangelo, la Loggia del Parlamento e Forte San Paolo. Con il mare stavolta alle spalle, si imbocca la SP64 in direzione Dolceacqua, sorvegliati dal torrente Nervia che scava l’omonima valle. Dominato dal castello dei Doria e dal ponte a schiena d’asino (gioiello di leggerezza ritratto da Monet in un celebre dipinto), il borgo di Dolceacqua impressiona con un abitato a gironi concentrici fitto di tetti, raccolto ai piedi del maniero. Il consiglio, tra vicoli, scalinate e botteghe artigiane, è quello di acquistare una bottiglia di Rossese, pregiato DOC locale e perfetto “souvenir”.

L’itinerario prosegue infilzando la valle, una curva dietro l’altra, fino ad Apricale, borgo del IX secolo con le case in pietra e le porte ad arco acuto strette attorno all’immancabile castello. Gli originali murales tra le viuzze del centro hanno garantito l’appellativo di “paese degli artisti”. A seguire, Pigna – patria del fagiolo bianco, presidio Slow Food – svela antichi palazzi signorili e rinomate acque sulfuree. Si avanza “a tutta piega” nel fitto della vegetazione lungo la SP65. Raggiunto il borgo di Triora, noto anche come “il paese delle streghe”, immancabile è una passeggiata alla Ca Botina dove, si narra, si tenevano i sabba ai tempi dell’Inquisizione.

Triora, però, è anche un covo di buongustai, con rinomate specialità come le ottime marmellate e i formaggi d’alpeggio. Imboccata la tortuosa SP17 e scavallato il panoramico Passo Teglia (tanto affascinante quanto defilato), attraverso boschi e tornanti si tocca Rezzo prima di far rientro a Pieve di Teco.

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