Il Cuore della Sardegna | Giri e Gare

Il Cuore della Sardegna | Giri e Gare

Dalla costa orientale all’entroterra barbaricino, un viaggio “a tutta piega” tra le leggende e la magia dell'isola

11.06.2024 ( Aggiornata il 11.06.2024 10:05 )

Succede così, in Sardegna: punti il dito sulla mappa, scegli una strada qualunque e nel 90% dei casi ti troverai a percorrere curve da vera antologia della motocicletta. Ma alcune strade sono più belle di altre, come ha scoperto chi ha deciso di seguire questo suggerimento, tra percorsi da sogno e antiche tradizioni, in occasione degli Internazionali d’Italia Supercross a Olbia il 2 giugno.

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Protagonista del tracciato è l’entroterra dell’isola, ricco di panorami selvaggi ammantati da una natura forte e rigogliosa. Un “luna park” che parte subito elettrizzante, attraversando splendide sugherete e cattedrali di roccia. Si doppiano in rapida successione Telti, Monti e Alà dei Sardi. Lo scenario ideale per rompere il ghiaccio con le geometrie elicoidali tipiche dell’isola, fino a raggiungere Buddusò. Ma ancora più eccitante è il tratto che segue, una serie di curve senza sosta fino ad arrivare a Bitti: lungo il percorso, molto interessante è l’area archeologica di Loelle. Da qui, si avanza piegando su un ottovolante chiamato SP73. Due importanti siti archeologici testimoniano il passato antico dell’isola: la Tomba dei Giganti S’Ena e Thomes e il villaggio nuragico di Serra Orrios. Poco prima di Dorgali, si svolta sulla statale 129 e poi sulla bellissima SP5 che passa da Oliena, alla volta di Orgosolo, per intraprendere un viaggio affascinante tra le tradizioni della Barbagia. Una terra forte, indipendente e ribelle, la cui bellezza si fonde con credenze popolari, simboli, cultura e leggende. Nel mezzo, tante curve tutte da gustare.

Dal fenomeno del banditismo allo spirito indipendentista che ne caratterizza la storia dal tardo ‘800, Orgosolo è l’epicentro di una terra in cui attivismo politico, passione ed emancipazione culturale hanno preso forma direttamente sui muri delle case, raccontando la storia della gente della Barbagia. Il primo dei murales fu realizzato nel 1969 da un collettivo di militanti anarchici chiamato Dionisio. Fu soltanto l’inizio di un fenomeno esploso poi fragoroso negli anni ‘70, e che oggi ha trasformato i vicoli del paese in una sorta di museo a cielo aperto: sono circa 150 i disegni che colorano il centro, raccontando la vita contadina, le lotte di potere, le battaglie sociali, le rivendicazioni politiche, ma anche le tradizioni profonde di questo territorio fatto di fierezza, onore e codici antichi. Un luogo semplicemente unico nel suo genere, che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. Da Orgosolo si percorre un altro avvincente nastro d’asfalto seguendo le indicazioni per Mamoiada: panorama, ottimo grip e belle pieghe.

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Tra Gennargentu e Supramonte, Mamoiada è conosciuta anche come il paese dei Mamuthones e degli Issohadores. Un antico rito pagano, che prende forma in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, momento che sancisce l’inizio del Carnevale Mamoiadino. I Mamuthones, vestiti di nero, sono ricoperti di pelli ovine e trenta chili di campanacci (sa carriga). Gli Issohadores hanno un elegante corpetto rosso, una maschera bianca, e ne scandiscono la danza tra le caratteristiche case in granito. Prima della processione, la vestizione, tra sacro e profano, simboleggia la “metamorfosi” degli uomini in Mamuthones e Issohadores; il tutto, in un clima di mistero e suggestioni arcaiche: indossate “sa visera” e “sa visera ‘e santu”, gli uomini perdono la propria identità e si trasformano in questi esseri misteriosi. Lontano dal carnevale, ci si può immergere in questo mondo affascinante visitando il Museo delle Maschere Mediterranee.

Appena fuori città, un’altra meraviglia è Sa Perda Pintà, una lastra di granito di oltre due metri e mezzo raffigurante cerchi concentrici, bastoni uncinati e coppelle di tipo celtico, databile intorno al 3500 a.C. Se ne rinvengono di simili soltanto in Bretagna, Scozia e Galles. Da Mamoiada si può decidere di raggiungere rapidamente la costa e poi Olbia attraverso la veloce statale 131, oppure ripercorrendo parte delle belle curve dell’andata.

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