Tra CIV, MotoE ed Endurance, Manfredi: “Suzuka è qualcosa di sbalorditivo”

Tra CIV, MotoE ed Endurance, Manfredi: “Suzuka è qualcosa di sbalorditivo”© GPAgency

Se c’è un pilota poliedrico nel paddock del Dunlop CIV questo è sicuramente lo spezzino, Kevin si alterna tra la SBK nostrana, il mondiale Endurance e quello elettrico

21.06.2024 ( Aggiornata il 21.06.2024 14:14 )

Arrivato nella notte tra giovedì e venerdì direttamente da Suzuka dove ha svolto il test in previsione della “Gara delle Gare” con il Team Frontier. Kevin Manfredi si è calato subito nella realtà del Dunlop CIV tornando a guidare la sua ormai inseparabile Suzuki GSX-R1000RR.

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L’esordio a Suzuka: pista impressionante

Partiamo proprio dal tema più “caldo”, solo qualche giorno fa è arrivata l’ufficialità della partecipazione di Kevin Manfredi con il team Frontier alla prossima 8 ore di Suzuka. Lo spezzino è così volato in Giappone per i test collettivi in preparazione della gara più sentita dalle case giapponesi: “Il test è andato bene, ho fatto solo 15 giri ma sono riuscito subito a fare un buon tempo. Il team manager mi ha detto che se durante la prima giornata di test fossi riuscito a raggiungere il 2’12” sarebbe stato ottimo. Io sono riuscito a fare addirittura 2’10”, quindi sono più che soddisfatto. La pista non è per nulla semplice, il clima per fortuna è stato un po’ dalla mia parte perché c’era meno umidità che qui al Mugello. Moto nuova, squadra nuova, sono partito tutto da zero ma è stata un’esperienza fantastica”.

A proposito di moto nuova, quella utilizzata da Kevin Manfredi a Suzuka è la quarta moto differente che utilizzerà in gara nel 2024: “Quest’anno sto correndo con BMW, Suzuki, Ducati e Honda. Poi capisco perché le case mi chiedono di mollare qualcosa perché alla fine sono “l’amore di tutti””. Ma tra queste un posto speciale nel cuore del #34 lo ha la GSX-R1000RR che utilizza nel Dunlop CIV: “La moto che sento più mia resta la Suzuki, è quella che mi trasmette di più. Mi sto trovando molto bene anche con l’Honda mentre il BMW lo devo ancora capire: 15 giri sono davvero pochi. Ho capito un po’ come funziona ed è molto diversa dalle altre, potrebbe essere una moto che si adatta bene al mio stile ma non a Suzuka”.

Nonostante l’ottimo risultato cronometrico, la pista giapponese è stata un’avversaria ostica per Manfredi: “Suzuka è qualcosa di sbalorditivo, se fino ad oggi avevo pensato di aver provato delle piste difficili in realtà non avevo provato nulla di così difficile. È una pista molto stretta, molto veloce in alcuni tratti e con uno stile molto diverso dalle nostre: al Mugello che è una pista veloce comunque un po’ di stop&go c’è, in quella invece è importantissimo non fermare mai la moto e giocare sempre con il gas e mai con il freno. Bisogna essere molto sinuosi”.

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Arrivato solo nella notte dal Giappone, Kevin non ha potuto sfruttare le libere di ieri per macinare i primi chilometri con la Suzuki dopo quelli fatti nel primo round stagionale a Misano: “Qua al Mugello sono due anni che non corro con Suzuki e quindi non sarà facile, abbiamo saltato Vallelunga per una concomitanza e questo rende tutto più difficile, abbiamo saltato il giovedì e quindi non siamo semplificati in nessun modo. L’obiettivo per me è riuscire ad avvicinarsi il più possibile alla top5”. Però per domenica le applicazioni meteo prevedono pioggia: “Incrocio le dita” dice ridendo Manfredi.

Oltre ai motori endotermici, Kevin Manfredi continua a correre anche nel mondiale MotoE, dove lo scorso anno è riuscito a salire in due occasioni sul podio. In questo inizio di stagione però Kevin sta faticando più di quanto si aspettasse: “In MotoE l’inizio di stagione non è stato positivo, sto faticando molto rispetto lo scorso anno, vedo che in tanti abbiamo difficoltà. La categoria è un po’ cambiata, le moto di sono livellate molto e tutti i piloti sono racchiusi in meno di un secondo. A Barcellona scattavo undicesimo a quattro decimi dalla pole, è tutto molto ristretto. Devo interpretare meglio alcune cose io e cambiare in certi momenti il metodo di lavoro con la squadra per cercare quello che ci manca”.

Il continuare a saltare da una moto all’altra, alternando moto “tradizionali” all’elettrica di Ducati non è certo una cosa semplice anche se Kevin in realtà non nota troppe difficoltà nel passaggio: “Il primo approccio sulla moto è molto simile, non c’è una differenza esagerata. Rimane sempre la differenza del freno motore e del peso che non permettono ad un pilota che frena forte, che è una mia caratteristica, di fare la differenza anzi mi devo limitare e cercare di sfruttare quello che la moto vuole. Serve una guida molto più simile a quella di un 600, però con molto più peso”.

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Il futuro per Kevin è l’Endurance

Prendere parte a tre campionati non è facile e non sempre si riesce a conciliare tutti gli appuntamenti, per cui al momento Manfredi sfrutta a pieno ogni possibilità ma per il futuro ha le idee chiare: “Mondiale Endurance, ad oggi è la categoria dove mi vedo meglio ed è quella dove anche io sto credendo tanto. Li è dove vorrò orientare il mio futuro nei prossimi anni, però finché posso voglio mantenere tutto aperto”.

Nel paddock di Misano settimana scorsa si è iniziato a parlare di una possibile fusione tra il WorldSBK e l’EWC: “La vedo difficile a livello di fusione nello stesso weekend di gara, la vedo più come fa Dorna una gestione tipo MotoGP e SBK. Però sicuramente potrebbe portare un vantaggio facendo venire qualche team del mondiale SBK a fare delle comparse ad esempio alla 8h di Spa o proprio alla 8h di Suzuka”. Il progetto in realtà a quanto appreso fin qui prevederebbe un campionato parallelo con alcune gare di durata in aggiunta a quelle “sprint” che oggi si corrono nel WorldSBK: “Così potrebbe essere interessante, non so come si farà a livello di gestione delle squadre ma potrebbe essere interessante e carino. Anche se secondo me si andrebbe a togliere quello che è il mondiale endurance, sarebbe forse più sensato per la SBK fare le loro 10 gare sprint e poi farne un paio obbligatorie per dei punti aggiuntivi. Io penso che il mondiale Endurance nei prossimi anni proverà ad equilibrare molto le date europee con quelle asiatiche e quello sarà una vera innovazione magari arrivando ad avere 3 gare europee e 3 gare asiatiche”. Oggi il mondiale Endurance è composto da soli quattro eventi: le due 24 ore francesi di Le Mans ed il Bol d’Or e le due 8 ore di Spa e Suzuka: “Il peccato per il mondiale Endurance è quello, però se andiamo a vedere quanto costano ad un team 4 gare così costano come 10 del mondiale SBK”. Giocando a fine intervista abbiamo provato a far vestire i panni dell’organizzatore a Kevin chiedendoli quali circuiti aggiungerebbe per rendere più lungo e avvincente l’EWC: “Aggiungerei Imola o Misano, per Imola penso sempre alla 200 miglia, sarebbe quindi un revival. E poi perché no tornare a Sepang con la 8 ore o perché no una gara in America”.

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