La disciplina visse la diffusione a fine Anni ‘50, grazie anche alle proposte Mi-Val, Aermacchi, Bianchi, fino alla Guzzi
La Guzzi non si era mai interessata direttamente al Cross. La concessionaria Gamba e Dolza di Torino, che abbinava a un’esemplare affezione per il marchio un altrettanto grande ingegno e notevole creatività, pensava però a come gareggiare in tale specialità utilizzando una moto con il marchio della Casa di Mandello. Esisteva una monocilindrica Guzzi di 500 cm³ che poteva essere agevolmente potenziata (almeno entro certi limiti), ma era lunga e mal si prestava all’impiego Crossistico, come dimostrato da alcuni tentativi già effettuati. Così i due soci decisero di far realizzare allo specialista Müller un bel telaio a doppia culla continua specificamente studiato per il Cross. Per il motore, stando a quanto dichiarato a suo tempo, impiegarono la parte inferiore di quello di un Dondolino sul quale trapiantarono il gruppo termico di un modello Falcone Sport.
Per ridurre l’ingombro longitudinale il monocilindrico così ottenuto venne fortemente inclinato verso l’alto. Questa nuova disposizione fu possibile grazie al fatto che la lubrificazione era a carter secco. Il motore aveva la distribuzione ad aste e bilancieri e le consuete misure caratteristiche delle Guzzi 500 (88x82 mm). La moto, costruita in due soli esemplari, esordì sul finire del 1962 e gareggiò con buoni risultati in quella successiva.
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