L'INTERVISTA - Mattia racconta: "Ripensare al titolo vinto mi fa venire ancora i brividi. Consapevolezza la parola chiave della mia crescita, è il miglior momento della mia carriera"
Sei tra i pochi che riesce ad essere veloce sia con le moto elettriche che con quelle a benzina. Qual è il segreto?
“Cerco di approcciarmi alle due moto alla stessa maniera, mi sembrano simili dopotutto. Ovviamente mancano rumore e marce nella MotoE, e la guida un po’ cambia ma non troppo. Cerco di fare le stesse cose”.
Il segreto quindi è non fissarsi eccessivamente sulle differenze.
“Esatto. Ducati ha fatto un ottimo lavoro, infatti la rigidità del telaio della V21L è molto simile a quella di tante moto a benzina, quindi non serve distaccarsi troppo dallo stile che si utilizza con le moto “classiche”. Il passaggio dall’Energica alla Ducati mi ha aiutato: mi trovo meglio e mi diverto”.
Passiamo all’europeo Moto2. Sei il leader, quindi l’obiettivo non può che essere il salto nel mondiale.
“Esatto, ma non ci voglio pensare più di tanto, dato che ci penso da molto tempo ed è una questione delicata. Si devono allineare tanti fattori, quindi io non posso che fare il massimo ed aspettare”.
Questione di budget?
“Onestamente non del tutto, dato che ho trovato persone che credono in me. Manca forse la voglia di un Team Manager di scommettere su di me, ma la cosa non mi spaventa. Voglio dimostrare il mio valore”.
Ti è capitato di seguire il mondiale Moto2 e dire “io lì ci posso stare”?
“Assolutamente, anche lo scorso weekend a Barcellona. Mi sento pronto, non ho paura di correre in quel campionato. Devo migliorare in alcuni aspetti della guida, ma sto conoscendo il mezzo e progredendo”.
Ultima domanda. Se dovessi scegliere per forza: secondo titolo in MotoE o salto nel mondiale Moto2?
“Tutti e due (sorride ndr). Oppure mi astengo dal rispondere”.
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