MotoGP: il cerchio magico di Pecco Bagnaia

MotoGP: il cerchio magico di Pecco Bagnaia© Luca Gorini

Dietro i successi del numero 1 c’è il supporto della Ducati, del box, della VR46 e della famiglia,
pianeti che si sono allineati e che aiutano il torinese a recitare il ruolo di mattatore assoluto

06.09.2024 ( Aggiornata il 06.09.2024 13:20 )

Pecco Bagnaia: il cerchio magico


A ricordare a Pecco il piano sulla griglia di partenza è stato Cristian Gabarrini, capotecnico di lungo corso nella MotoGP: 52 anni, marchigiano di Senigallia, Gabarrini è il trait d’union tra il primo e il secondo campione del Mondo della Ducati in MotoGP, poiché il ruolo che ricopre oggi con Bagnaia è lo stesso dei tempi di Casey Stoner. L’ingegnere seguì l’australiano alla Honda, dove poi ebbe modo di lavorare anche con Marc Marquez, prima di tornare a Borgo Panigale con Jorge Lorenzo. Una galleria di fenomeni che si è arricchita con Bagnaia, affidato a Gabarrini nel 2019 quando il maiorchino è uscito dalla Ducati e l’allora campione della Moto2 lo ha sostituito a livello numerico partendo dal Team Pramac. Come previsto dalla gestione-Dall’Igna, se una coppia pilota-capotecnico funziona viene traslata in toto in caso di trasferimento. E così Gabarrini – che un pilota ce l’ha anche in famiglia, il figlio quindicenne Matteo che fa parte della VR46 Riders Academy – è alla sesta stagione accanto a Bagnaia. Pecco è come un mosaico che ti fa scoprire un nuovo tassello gara dopo gara – lo ha descritto – grazie alla sua esperienza e a tutti coloro che lo circondano nel box, è diventato probabilmente il pilota più completo presente in griglia”.

Nel box rosso, sono principalmente due le persone che scambiano opinioni con Pecco, facendo da tramite tra il pilota e il resto del team, ed entrambe lo conoscono dai tempi di Pramac. Detto di Gabarrini, c’è anche l’elettronico Tommaso Pagano, 45 anni, palermitano di Bagheria. “Pecco è speciale a livello umano. Profilo basso, lavora tanto, si mette in gioco” la sua definizione. Nel gruppo spicca la presenza del brianzolo Marco Ventura, riconoscibile grazie alla zazzera bionda. Nato tra motori da smontare e ricambi, che Danilo Petrucci – il quale ha “ceduto” la propria crew a Bagnaia a fine 2020 – ricorda per la frase sussurrata sulla griglia del GP Italia vinto cinque anni fa: "Mi incoraggiò dicendo 'questo è un bel giorno per vincere al Mugello'". Il gruppo dei meccanici si completa con Ivan Brandi, Massimo Tognacci, Lorenzo Canestrari e Tommaso Peli, oltre al tecnico delle sospensioni Öhlins, Giacomo Massarotto.

Ma sono tanti i volti che circondano Pecco e la sua GP24. A cominciare dai vertici tecnici rappresentati ovviamente da Gigi Dall’Igna, da oltre 10 anni a Borgo Panigale, dove è cambiato tutto: dall’approccio aggressivo nella progettazione e nello sviluppo agli orari che in fabbrica e in pista si sono dilatati. Con lui c’è il veronese Davide Barana, direttore tecnico, ma anche un altro veneto come il padovano Riccardo Savin, responsabile di telaio, dinamica e performance del veicolo. Con loro, il ternano Leonardo Simoncini – coordinatore tecnico con la passione per il triathlon – e il toscano Gabriele Conti, nome che nel paddock in molti non ricordano o persino ignorano. Per tutti, infatti, il responsabile dei sistemi elettronici è il celebre “Bistecca” fin dai tempi del titolo di Stoner.

Quando deve parlare di guida, o confrontarsi con chi sa come si sente chi cerca il limite tra i cordoli, a Pecco non mancano le possibilità di scelta. C’è il nuovo coach Manuel Poggiali, due volte campione del Mondo, c’è Michele Pirro, che conosce meglio di tutti i segreti delle Ducati, e c’è ovviamente Davide Tardozzi. Il cui rapporto con Bagnaia è solido fin da quando – nel video di presentazione della stagione 2021 – era stato proprio l’ex campione tricolore della Superbike ad accompagnare il torinese da Claudio Domenicali. Romagnolo verace nelle reazioni – positive o negative che siano, Tardozzi non sa fingere – e nei confronti aperti con i piloti, riesce a unire l’esperienza maturata in decenni di gare vissute in pista e nel box a tratti di grande umanità. Come quando, lo scorso anno a Barcellona, era stato proprio il team manager a rincuorare Domizia fuori dal centro medico, comprensibilmente scioccata dopo lo spaventoso incidente di Pecco.

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