Lo Steward Panel necessita di maggior coerenza sulle sanzioni assegnate nei weekend di gara, un problema che si sta facendo sempre più impellente
"Stasera non c'è nessuno, ma capisco la ragione per cui siete passati: con i tempi che corrono...". Uno degli steward della struttura del Mugello risponde divertito a due inviati che, a fine pomeriggio, chiedono se l'ufficio dei commissari FIM sia ancora popolato, per qualche eventuale ricorso. Inevitabile, dato che il venerdì sera di Pecco Bagnaia - con tre posizioni di penalità sulla griglia per un veniale ostacolo ai danni di Alex Marquez - ha lasciato strascichi. E ieri gli steward guidati dall'ex campione Freddie Spencer hanno generato ulteriori dubbi, non punendo durante la Sprint il contatto tra Jorge Martin ed Enea Bastianini ("A Portimao, per una situazione simile con Marc Marquez, mi dissero che non mi sanzionarono soltanto perché ero caduto anch'io, Martin in questo caso non è caduto..." ha punzecchiato Bagnaia) e, incredibilmente, l'entrataccia di Miguel Oliveira su Fabio Quartararo. "Volevo spiegarmi con i commissari, ma è come parlare con il muro" ha detto il francese. "Sono uscito più confuso rispetto a quando sono entrato. Sembra di dialogare con qualcuno che non ha mai corso, dobbiamo fare sì che le persone siano più competenti".
Il Diablo e Pecco, cioè gli ultimi due campioni del mondo, hanno bocciato chi "arbitra" le corse. "Un documento firmato da tutti per sfiduciarli? Non so se e come si possa fare, il fatto è che non c'è un filo logico nelle scelte" ha aggiunto Bagnaia, ritornando sul suo venerdì, quando aveva saputo dell'ufficializzazione della penalità da due persone "esterne", fuori dall'ufficio degli steward. "Io stavo parlando con i commissari, facendo un discorso serio, e mi sembrava che stessero ascoltando. E poi sono venuto a scoprire che in realtà la sentenza l'avevano già emessa. Per una penalità abbastanza ridicola, ma ne stanno capitando tante, di cose ridicole...".
Lo stesso Martin, che ha rischiato la sanzione per la collisione con Bastianini, ieri ha ammesso di aver tremato: "Ogni volta che ti chiamano in Direzione Gara può essere una sorpresa". A finire a terra alla San Donato è stato Enea, il cui passo gara poteva valere un duello con Marc Marquez per la seconda posizione. "Ho cercato di passare Martin, entrambi abbiamo allargato, poi Jorge si è buttato dentro e mi ha preso. Non ho visto la sua manovra, ma l'ho sentita. Secondo me poteva evitarlo, non dico che fosse da penalità, ma era al limite. Ora conta la gara lunga. E mi auguro che la ruota giri". Un concetto che vale non soltanto per il bruttissimo momento di Bastianini. Ma anche per la coerenza dei giudizi di un arbitro che non convince un numero sempre più cospicuo di protagonisti, e che appare sempre meno adeguato per uno show del livello dell'odierna MotoGP.
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