Per ogni operazione di montaggio e controllo, in top class tempi sono decisamente lunghi. Una scelta? No, una necessità
Nella produzione di serie oggi le tolleranze sono molto ridotte (in certi casi inferiori al centesimo di millimetro). Qui serve ulteriore precisione, anche per ridurre gli attriti al minimo, cosa indispensabile nei motori molto veloci. È possibile restringerle ulteriormente, almeno fino a un certo punto, ma il costo cresce in maniera esponenziale. Per gli organi meccanici destinati ai motori da corsa, questo può non essere un problema, anche se c’è comunque un limite.
Per esempio, la distanza minima tra pistone e valvole durante l’incrocio oggi è soltanto di qualche decimo di millimetro (pare si sia arrivati a 0,3 mm!) e deve essere la stessa per tutte le valvole. Poi c’è da considerare l’altezza di squish: al PMS tutti i pistoni devono arrivare alla medesima altezza rispetto al piano superiore del cilindro, con scostamenti assolutamente minimi uno dall’altro.
Le camere di combustione nella testa sono lavorate con macchine utensili a controllo numerico, ma per quanto riguarda la loro forma complessiva (e il loro volume) occorre tener conto anche della geometria del cielo del pistone… Teoricamente diversi controlli non sarebbero neanche necessari in quanto dovrebbe averli compiuti il fornitore dei componenti.
Ma siamo proprio sicuri, per esempio, che tutti gli alberi a camme siano uguali e, una volta montati e messi in fase (con precisione estrema!), forniscano la stessa fasatura e la stessa legge del moto delle valvole per tutti i cilindri? Quando si lavora sui motori da corsa non si deve dare mai nulla per scontato.
Sono di grande importanza i controlli di tutti i giochi, dell’allineamento dei perni e dei supporti di banco, e così via. E poi ci sono frizione e cambio, entrambi decisamente complessi nelle odierne MotoGP. Insomma, di tempo non ne serve poco, per il montaggio, e per ogni step devono essere effettuati almeno due controlli.
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