MotoGP: "Le Iene" provano a far luce sul caso di Andrea Iannone

Nella puntata del programma televisivo Mediaset che andrà in onda stasera, martedì 25 maggio, si proverà a far chiarezza sulla squalifica che ha praticamente posto fine alla carriera del pilota di Vasto

MotoGP: "Le Iene" provano a far luce sul caso di Andrea Iannone

Christian Caramia Christian Caramia

Pubblicato il 25 maggio 2021, 10:02 (Aggiornato il 25 maggio 2021, 10:29)

Stasera, martedì 25 maggio, andrà in onda su Italia 1 una nuova puntata del programma “Le Iene” e uno dei temi trattati sarà il caso della squalifica di 4 anni comminata ad Andrea Iannone

Nel corso del servizio verranno mostrate l’intervista a Iannone, al suo legale e ai due esperti Alberto Salomone (chimico forense, ndr) e Pascal Kintz (tossicologo di fama mondiale) che proveranno a dimostrare la sua innocenza. Verrà ascoltato anche Jorge Viegas, Presidente della FIM.

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La vicenda


Era il 17 dicembre di un anno e mezzo fa quando la carriera di Andrea fu stroncata da una pesante decisione della Wada, che l’ha squalificato per quattro anni dalle gare, per utilizzo, seppur in minima quantità, di sostanza dopante.

Dopo il GP di Sepang, in Malesia, venne trovato nelle urine di Iannone un nanogrammo di drostanolone, steroide usato per ingrossare i muscoli e che, a detta del pilota, “ti rende meno agile e più pesante”. “Ho pensato fosse uno scherzo", racconta Iannone nel servizio. "Ho corso per 15 anni e sono sempre risultato negativo, anche quando i controlli avvenivano a sorpresa”.

Una pena che da molti è stata ritenuta eccessiva.

Viegas: "Proporrei di ridurre la squalifica"


Alcune prove scientifiche e i pareri di molti esperti dimostrerebbero che non si è trattato di doping ma di una intossicazione alimentare, dovuta al consumo di carne. Pascal Kintz ad esempio, uno dei massimi luminari mondiali di tossicologia, dichiara a Le Iene: “Andrea Iannone ha pagato le conseguenze di una situazione politica molto discutibile”. A unirsi al coro difensorio anche Jorge Viegas, Presidente della FIM che dice “In coscienza, io proporrei di ridurre la pena, ma la Wada ha deciso di dare 4 anni e non c’è niente che possiamo fare.

La minima quantità ingerita testimonierebbe una sola assunzione, non intenzionale e inutile a livello agonistico. Inoltre, in base all’esame del capello effettuato dagli esperti, il pilota non avrebbe assunto sostanze dopanti nei mesi precedenti.

Nel corso del servizio, l'inviato Alessandro De Giuseppe proverà a chiedere delucidazioni alla Wada e al Presidente del Tribunale dello Sport, senza però ricevere risposta.

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