MotoGP, Morbidelli: "Mai perso la grinta in vita mia, ora sto vivendo la mia rinascita"

MotoGP, Morbidelli: "Mai perso la grinta in vita mia, ora sto vivendo la mia rinascita"© GPAgency

L'INTERVISTA - "Il sogno è tornare a giocarmi il titolo, restare in sella a una Ducati l'obiettivo per il 2025. Sono uno tranquillo, ma le ingiustizie e le mancanze di rispetto mi fanno incazzare"

26.06.2024 14:04

In questo turbinio di cambi di casacca e discussioni che è la MotoGP attuale, c’è anche chi sta pensando principalmente a risalire la propria china, senza proclami o pretattiche. Franco Morbidelli del resto è sempre stato in primis un appassionato di motociclismo, declinato poi in un pilota Campione del Mondo Moto2 e vice campione MotoGP. “Sono nato in una officina quindi faccio fatica a pensare ad altro” conferma lo stesso Franco, che quest’anno in sella alla Ducati GP24 del team Prima Pramac sta iniziando a prendersi le sue rivincite, un passo alla volta.
 
Franco, come descriveresti questo momento della tua carriera?
 
“Un momento di rinascita, dato che sono tornato su una moto competitiva e posso quindi lottare per la vittoria, cosa che mi è mancata negli ultimi due anni e mezzo. Rinascita è la parola chiave”.
 
Di recente sei tornato in Brasile dopo tanto tempo. Questo viaggio ha rappresentato una linea di demarcazione tra la tua prima vita in MotoGP e la seconda?
 
“Onestamente la tempistica del viaggio è stata casuale. E’ stato bello però riabbracciare la mia famiglia, la mia parte brasiliana. E’ stato comunque parte del mio processo di rinascita”
 
Qual è stata la lezione più grande imparata durante la tua esperienza in Yamaha?
 
“Ho capito che vincere non è scontato, anzi è complicato: servono tanti elementi, e quando li si possiede occorre sfruttarli immediatamente. Di conseguenza ho anche imparato che bisogna godersi il momento”.

Morbidelli, il Brasile, l'Italia e le ingiustizie

In cosa è italiano ed in cosa è brasiliano Morbidelli?
 
“Mi sento perlopiù italiano, dato che sono cresciuto e nato in Italia, quindi faccio fatica a dire in quali momenti sono più italiano ed in quali più brasiliano. Sicuramente quando festeggio sono più brasiliano, anche se ho visto tanti italiani festeggiare “alla brasiliana” come me. Sono abbastanza tranquillo quando vinco, non so però se questo sia più italiano o brasiliano”.
 
Parlando di Italia, un ambiente tricolore come Pramac quanto ti ha aiutato a ritrovare il sorriso?
 
“Una struttura del genere era quello che ci voleva. E’ un team caldo, con persone che ti stanno molto vicine, a cominciare da Gino (Borsoi ndr) che conosco da tanto tempo. Questo calore è quello che serve per portare a termine la mia rinascita”.
 
Appari sempre tranquillo, almeno dall’esterno: cosa fa incazzare Franco Morbidelli?
 
“Tantissime cose (sorride ndr). Le mancanze di rispetto e le ingiustizie sono le prime che mi vengono in mente. In pista? Tante anche qui, ma le gestisco meglio: in pista sono più refrattario alle incazzature”

Sei stato tra i primi in grado di passare dal paddock SBK a quello MotoGP con successo: quale è stata la chiave talento a parte?
 
“Certamente l’ambiente in cui sono cresciuto, quindi l’Academy, mi ha aiutato tanto. Portare un ragazzino dalla Stock600 alla Moto2 facendogli vincere un mondiale non era una missione facile. Sono stato e sono un grande appassionato di questo sport”.

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