        Con la Mototerapia diventata legge gioved&igrave;, abbiamo voluto approfondire questa tematica parlando direttamente con il socio di Vanni Oddera, ovvero Max Bianconcini, storico freestyler emiliano e da 14 anni impegnato insieme a Vanni proprio in questo contesto. Max, sappiamo che ora la Mototerapia &egrave; diventata legge quindi equiparata alle altre terapie. Raccontaci un po&rsquo; tutto. &ldquo;Il progetto della Mototerapia &egrave; nato quasi 14 anni fa dall&rsquo;idea di Vanni Oddera, il mio socio. Io sono stato il primo ad appoggiarlo e supportarlo in questa idea. Vanni una sera mi ha chiamato spiegandomi che l&rsquo;indomani avrebbe fatto una cosa al suo park, avrebbe chiamato una associazione di disabili della sua zona. Noi non avremmo fatto altro che fare un piccolo spettacolo per loro e dopodich&eacute; li avremmo caricati in moto. La mia risposta &egrave; stata &ldquo;ma sei impazzito?&rdquo; e lui mi ha ribadito che sarebbe stata una cosa bellissima. Sono partito da casa mia e l&rsquo;ho raggiunto, da l&igrave; mi si &egrave; aperto un mondo, abbiamo iniziato a proporla e farla sempre di pi&ugrave; fino a quando un anno fa la cosa &egrave; diventata sempre pi&ugrave; seria. Grazie al Ministro Alessandra Locatelli che ha creduto in primis in questa nostra attivit&agrave;, ha voluto portare al Senato e al Governo questa attivit&agrave; e riconoscerla al 100%.&rdquo;&nbsp;             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Massimo Bianconcini (@bianconcini929)      Qual &egrave; il prossimo passo? &ldquo;Adesso il percorso si fa sempre pi&ugrave; serio, entrer&agrave; anche la Federazione perch&eacute; si creeranno anche dei corsi per avvicinare chi vorr&agrave; diventare un istruttore per poter fare la Mototerapia. Ci sono delle cose molto importanti da saper fare. Noi in 14 anni abbiamo abbastanza esperienza, abbiamo caricato e carichiamo tutti i tipi di disabilit&agrave; sulla moto per&ograve; per farlo servono determinate accuratezze. Per quello che vorremmo fare in base a delle linee guida che verranno definite insieme alle competenze del settore, per far s&igrave; che se qualcuno vuole intraprendere questa strada della Mototerapia dovr&agrave; seguire delle linee guida. Per noi &egrave; un grosso traguardo perch&eacute; lo facciamo da tanti anni e continuiamo a farlo settimanalmente andando negli ospedali e cercando di portare sempre allegria e spensieratezza a chi ha pi&ugrave; bisogno di noi di avere questo svago. La Mototerapia non &egrave; una cura ma una terapia che porta via del tempo alle malattie, scariche di adrenalina e tempo positivo a questi ragazzi che hanno problemi. E&rsquo; dedicare del tempo per migliorare la vita a chi ha pi&ugrave; bisogno di noi.&rdquo;&nbsp; Non era Mototerapia ma qualcosa di simile l&rsquo;evento al quale avevo partecipato qualche anno fa all&rsquo;Ospedale di Bologna con Ernest Pozzali che aveva portato le Playstation ai bambini... &ldquo;Ernest &egrave; uno dei ragazzi che collaborano e hanno collaborato con noi in passato. E&rsquo; venuto con noi in Ospedale e abbiamo fatto cose insieme. Sottoperiodo di Natale avremo appuntamenti in determinati Ospedali nei quali porteremo un sacco di regali che stiamo raccogliendo da donazioni di persone che ci spediscono giocattoli da tutta Italia. Noi arriviamo e portiamo migliaia di giocattoli a questi bambini ai quali regaliamo un sorriso in pi&ugrave;. Mi metto dalla parte dei bambini, vedersi in una stanza con 1000 giocattoli tra cui scegliere quello che si vuole deve essere bellissimo.&rdquo; E&rsquo; bello poi da pilota freestyle trovarsi a fare questa attivit&agrave; per il sociale&nbsp; &ldquo;Ci fa stare bene, siamo stati e siamo fortunati nella nostra vita. Penso che dedicare un po&rsquo; di tempo a queste persone renda la vita migliore. Non c&rsquo;&egrave; niente dietro di pi&ugrave; vero che regalare un sorriso a dei bambini, questo ci fa stare veramente bene.&rdquo; E&rsquo; impegnativo ma &egrave; quell&rsquo;impegno che ti piace, anche se non &egrave; facile portare una moto in ospedale&hellip; &ldquo;Assieme al Gaslini di Genova che ci ha fatto dei protocolli da seguire per la pulizia e la disinfezione delle moto e grazie alle aziende che ci supportano e ci forniscono le moto elettriche che sono fondamentali per questo tipo di attivit&agrave; riusciamo ad entrare negli ospedali e fare queste cose.&rdquo;&nbsp;  Qual &egrave; stata la cosa pi&ugrave; difficile quando hai iniziato a fare Mototerapia?&nbsp; &ldquo;La cosa pi&ugrave; difficile &egrave; stata trattare questi ragazzi speciali come delle persone normali. Molte volte si trattano i disabili come &ldquo;poverini&rdquo;, invece loro sono persone esattamente come noi e come tali vanno trattate allo stesso modo. Riuscire a rompere questo scoglio di far finta di niente e farli ridere, scherzare, giocare &egrave; la cosa pi&ugrave; bella. So che non &egrave; facile, ci sono tanti ragazzi che fanno fatica a far trapelare emozioni di sofferenza. Non &egrave; facile quando entrando in alcuni reparti ci sono bambini di 2-3 anni attaccati alla chemioterapia, si mandano gi&ugrave; magoni molto grossi. In quel momento per&ograve; gli si regalano emozioni facendogli scordare che sono l&igrave; perch&eacute; sono malati. E&rsquo; questo il bello della Mototerapia, per quei pochi minuti che carichiamo chiunque esso sia gli si fa dimenticare la disabilit&agrave; e la malattia e li si fa sorridere. Quando sorridono sono scariche di adrenalina che fanno solo bene. Questo &egrave; il bello di questa attivit&agrave;.&rdquo; Quali ospedali non hai ancora girato? &ldquo;A me dispiace perch&eacute; pur essendo di Bologna, faccio fatica a riuscire a creare una costante sugli ospedali di Bologna. Lo facciamo negli ospedali di Lombardia, Liguria, Veneto, Piemonte ma su Bologna &egrave; un po&rsquo; difficile. Mi dispiace perch&eacute; adesso che questa attivit&agrave; &egrave; stata riconosciuta anche a livello nazionale chiss&agrave; che diventi una costante anche qua da noi e mi piacerebbe molto.&rdquo;        

Parla il freestyler emiliano, da 14 anni impegnato insieme a Vanni Oddera nel regalare un sorriso a disabili e bambini malati negli ospedali

Bianconcini: “Il bello della Mototerapia? Dedicare del tempo per migliorare la vita a chi ha più bisogno di noi.”

        Il conto alla rovescia per la nuova edizione di Eicma sta per scadere. Dal 7 a 10 novembre 2024, infatti, torna l&rsquo;appuntamento con l&rsquo;Esposizione internazionale delle due ruote, come sempre a Fiera Milano a Rho, dove si celebrano i 110 anni di storia del pi&ugrave; importante evento espositivo&nbsp;al mondo per questo settore. Ma qual &egrave; il modo migliore per raggiungere Eicma? Di modi ce ne sono molti, in base ovviamente alle esigenze del visitatore. La Fiera di Milano a Rho si trova lungo la&nbsp;SS. 33 del Sempione 28. Ecco le varie alternative per arrivarci. Come raggiungere la Fiera di Milano: le alternative Per chi decide di spostarsi in auto, si arriva alla Fiera di Milano:  Dalle autostrade A7-Genova e A1- Bologna e A4-Torino: percorrere la Tangenziale Ovest in direzione Nord e uscita Fiera Milano Da Milano autostrada A4 Venezia: uscita Pero-Fiera Milano Dalle autostrade A8-Varese e A9-Como: dalla barriera di Milano Nord, direzione A4-Venezia e uscita Fiera Milano Da Milano: Autostrada A8 direzione Varese-Como e uscita Fiera Milano oppure Autostrada A4 direzione Torino e uscita Pero-Fiera Milano.  E dove lasciare l&rsquo;auto? Dai parcheggi di pertinenza della metropolitana a quelli di Fiera Milano (P1, PM1, PM2, P2, P3, P4, P5) che, vi ricordiamo, quest&rsquo;anno sono stati anche raddoppiati e distribuiti in dieci parcheggi di interscambio ATM in corrispondenza con le principali linee di trasporto pubblico. Per chi, invece, volesse muoversi in metropolitana, non deve far altro che scendere alla fermata Rho, proprio di fronte al polo fieristico. Stesso discorso per il treno: la stazione ferroviaria &egrave; a 500 metri a piedi. Per chi si muovesse da Milano Porta Garibaldi, Eicma &egrave; direttamente raggiungibile con i treni delle linee:  S5 Varese-Milano Passante-Treviglio S6 Novara-Milano Passante-Pioltello S11 Rho-Milano-Como San Giovanni-Chiasso Milano-Gallarate-Varese-Porto Ceresio Milano-Gallarate-Luino  Mentre da Milano Centrale si pu&ograve; raggiungere Eicma con la linea Milano-Domodossola. Infine, dalle stazioni del passante ferroviario (Milano Lancetti, Milano Porta Garibaldi Passante, Milano Repubblica, Milano Porta Venezia, Milano Dateo, Milano Porta Vittoria) Eicma &egrave; direttamente raggiungibile con i treni delle linee S5 Varese-Milano-Treviglio e S6 Novara-Milano-Pioltello. Per chi utilizza le linee S1 Lodi-Milano-Saronno, S2 Milano Rogoredo-Mariano Comense, S12 Melegnano-Milano-Cormano Cusano Milanino, S13 Garbagnate-Milano-Pavia, Eicma &egrave; raggiungibile con un solo cambio in una delle stazioni del Passante, con le linee S5 e S6. ? MOTORADUNI ED EVENTI DI NOVEMBRE 2024: NON C'&Egrave; SOLO EICMA       

Qual &egrave; il modo migliore per raggiungere Fiera Milano a Rho? Ecco le alternative

Come arrivare a Eicma 2024: auto, metro e treno

        Domanda legittima degli appassionati: dove andranno Riccardo Rossi e Dennis Foggia? Risposta dal paddock della Moto3: stanno parlando rispettivamente con Leopard Racing e MLav Racing, entrambi formazioni iridate ed equipaggiate Honda. I due italiani, oggi in categorie diverse, potrebbero ritrovarsi. Anche Rossi e Foggia al via di Motegi: ammirali in TV! Riccardo Rossi con Leopard: genovese pronto al settimo anno di entry class Classe 2002, Riccardo &egrave; nato a Genova il 21 marzo. La sua militanza nella entry class mondiale nelle vesti da titolare &egrave; cominciata nel 2019, e promette di continuare almeno il prossimo anno. In contatto serrato con Leopard Racing, Rossi tornerebbe su una Honda, guidata per tre stagioni, contro gli altrettanti campionati su KTM. Se l'affare va in porto - b&eacute;, essendo lui ligure, glielo si augura - &egrave; in arrivo la settima sfida consecutiva a livello iridato, del quale ha oggi due podi calcati e il quattordicesimo posto ottenuto nel 2022. Il sostenitore della Sampodoria calcio e punbta CIP Green Power ha di fronte a s&eacute; una opportunit&agrave; importante, che vanta titoli e affermazioni.  Dennis Foggia torna indietro: does he speak english? Adesso in Moto2, il romano Dennis &egrave; nato il 7 gennaio 2001, perci&ograve; ha 23 anni. Trattasi della seconda stagione di seguito per lui nella classe di mezzo, colorata neroblu Italtrans. Le selle stanno per essere tutte occupate e, non trovando posto nella stessa serie, potrebbe compiere un passo indietro e riprendere il discorso di 10 affermazioni sinora firmate. I britannici del Mlav Racing, solitamente, lanciano nel mondiale prodotti interni, ovvero, figuranti l'Union Jack. Very good, ma nel caso di Foggia - italiano - parliamo di un profilo che ha sfiorato il titolo, proprio assieme a Leopard. La struttura gli metterebbe a disposizione una Honda, da lui particolarmente gradita.         

Riccardo vicino alla formazione verde acqua, Dennis pronto al passo indietro assieme ai britannici: italiani su Honda nel 2025

Rossi con Leopard, Foggia in MLav: ancora rivali in Moto3?

        Dopo aver disputato i primi cinque Gran Premi stagionali, l&rsquo;Italia in Moto3 &egrave; ancora a bocca asciutta in termini di podi conquistati. Nonostante siano ben sei i piloti italiani schierati in griglia di partenza, di cui due debuttanti (Luca Lunetta e Nicola Carraro) a esser stato finora realmente competitivo in qualche occasione &egrave; stato principalmente uno: Riccardo Rossi. Tra cui nell&rsquo;ultimo GP di Francia, disputato a Le Mans. L'inizio promettente in Qatar  Alla sua sesta stagione completa in Moto3 il pilota ligure aveva cominciato molto bene l&rsquo;anno con quel quarto posto in Qatar, in cui aveva lottato ampiamente per il podio, dando dimostrazione di forza, talento e convinzione. Con un team nuovo, con cui aveva firmato solo durante l&rsquo;inverno dopo il ritiro della squadra del team Prustel &ndash; che l&rsquo;aveva precedentemente ingaggiato in vista del 2024 &ndash; Rossi aveva cominciato l&rsquo;anno con un buon sapore che per&ograve; non ha pi&ugrave; gustato fino al recente appuntamento. Sulla storica pista francese lo abbiamo ritrovato, finalmente, davanti a lottare per le posizioni che contano. Calendario Moto3  Un ritiro ingiusto causato da un altro pilota  Partito tredicesimo, il pilota nato a Genova nel 2002 ha avuto un ottimo spunto tanto da riuscire a recuperare posizioni e poi terreno, fino ad arrivare a stare nel gruppo in lotta per la vittoria. Portacolori del team CIP, sembrava avere le carte in regola per sfidare direttamente David Alonso e Daniel Holgado, ma un&rsquo;azione scorretta di David Munoz gli ha fatto concludere la gara anzitempo. Nel corso dell'ottavo giro stava occupando la quarta posizione quando lo spagnolo, non nuovo a questi episodi, lo ha portato nell&rsquo;erba, decretando finita la sua prova. Un&rsquo;occasione persa che si poteva concretizzare nella migliore giornata per un pilota italiano finora nella classe cadetta. La festa del primo podio stagionale &egrave; quindi da rimandare. Chiss&agrave;, magari proprio a domenica prossima, a Barcellona&hellip; Classifica piloti Moto3       

A causa di una mossa aggressiva di David Munoz il pilota ligure non ha potuto lottare per il podio, lui che finora &egrave; stato l&rsquo;italiano pi&ugrave; competitivo

Moto3, Riccardo Rossi e quell’epilogo amaro a Le Mans

        Mentre sono in corso di svolgimento i test ufficiali in vista della 24h di Le Mans del prossimo 20 aprile, si &egrave; tenuta la consueta conferenza stampa di presentazione dell&rsquo;evento durante la quale &egrave; stato diramato l&rsquo;elenco degli iscritti alla prima prova del Mondiale Endurance 2024. Rispetto allo scorso anno, sono &ldquo;solamente&rdquo; 48 i team presenti al round di apertura della stagione dell&rsquo;Endurance. Un numero che fa pensare a quanto sia difficile e dispendioso trovare il budget per tutta una stagione, e il &ldquo;taglio&rdquo; della durata della gara di Spa non ha certo aiutato a mantenere i team che c&rsquo;erano anche lo scorso anno. Detto delle defezioni temporanee di LRP Poland e MotoAin e quelle definitive di Energie91 e Falcon Racing, alla lista delle assenze si sono aggiunti anche ERC Endurance (che torner&agrave; da Spa con BMW), OG Motorsport, Team 2TS, Seigenur Motorsport, Holland Motorstore, Moto Sport Endurance, Bimtrazer Vola, Team RR, Impac LCR Endurance, Ferre Feurprier Racing.&nbsp; Tanta Italia e una sfida in salsa genovese in EWC  La colonia azzurra nel Mondiale Endurance si allunga ad ogni stagione che passa. Ogni new entry, infatti, viene attirata dai risultati degli altri piloti e dal fascino che comporta correre su tracciati come Le Mans, Spa, Suzuka e Paul Ricard. In classe EWC quest&rsquo;anno assisteremo ad una sfida per il titolo tutta made in Genova: Niccol&ograve; Canepa, campione in carica con YART Yamaha, se la dovr&agrave; vedere con il conterraneo Christian Gamarino, campione in carica Superstock e fresco di passaggio in EWC con Kawasaki Webike Trickstar. Ai due genovesi si aggiungono altri due liguri come Christian Napoli e Kevin Manfredi. Nella entry list troviamo anche Saltarelli, Ferroni, Calia, Bernardi, Cavalieri, Cocco, Giacomazzo, Vitali, Delbianco, Doriano Vietti Ramus (il fratello di Celestino), Cretaro, De Stefano.&nbsp; Occhi puntati su&hellip;  Se i campioni in carica di YART e i vice di FCC TSR Honda hanno mantenuto le loro line up, Yoshimura SERT e BMW Motorrad hanno apportato delle modifiche ai rispettivi equipaggi. Perso Sylvain Guintoli, in Yoshimura SERT hanno &ldquo;ripiegato&rdquo; su Dan Linfoot, pilota piuttosto veloce nel BSB e che ha il compito non facile di sostituire il francese. BMW dal canto suo ha accolto proprio Guinters nel suo parco piloti per la #37 proseguendo nello sviluppo della M1000RR Superbike oggi in mano a Razgatlioglu, Van Der Mark, Redding e Gerloff. Anche i nippo-francesi di Kawasaki Webike Trickstar hanno rivoluzionato per due terzi la line up, affiancando al confermato Gregory Leblanc due piloti molto veloci come Christian Gamarino e Roman Ramos. 16 EWC, 30 Superstock, 2 Experimental  La lista totale per la 24h di Le Mans 2024 si compone di 48 team iscritti, 34 dei quali sono permanent del Mondiale Endurance. Ci sono 16 EWC (ultima ad aggiungersi alla &ldquo;famiglia&rdquo; ADSS97), 29 Superstock 1000 pi&ugrave; una Superstock 1100 (l&rsquo;Aprilia RSV4 1100 del team Aviobike by Revo-Nuova M2) e 2 Experimental (Metiss e la Ducati di Rosso Bordeaux)  EWC Calendario 2024       

Nel corso della conferenza stampa di ieri, &egrave; stato diramato l&rsquo;elenco delle squadre ammesse alla prima prova del Mondiale Endurance 2024

EWC: 48 team iscritti alla 24h di Le Mans

        La disperazione in un calcio. Ultima curva del GP Belgio del 1975, la gara della 250 ormai agli sgoccioli e tre piloti aperti a ventaglio, con la vittoria in bilico. Walter Villa sull&rsquo;Aermacchi Harley-Davidson ufficiale, il compagno di squadra Michel Rougerie, e Johnny Cecotto (qui il nostro podcast) su una Yamaha. Il giorno prima, al termine delle qualifiche, uno scenario del genere sembrava impensabile per il venezuelano in sella alla bicilindrica dei tre diapason: era di diversi secondi pi&ugrave; lento dei due avversari, da quanto ricorda, e per giustificarsi puntava il dito verso la maggiore velocit&agrave; della concorrenza sul dritto.  Sito Pons: "Ho fatto scoprire la 250 alla Spagna" | Storie Sprint Storie Sprint: Johnny Cecotto  La domenica, dunque, si sarebbe dovuto inventare qualcosa di speciale, per sperare di giocarsela. E cos&igrave; fece: dopo 150 chilometri di gara sul tracciato di Spa-Francorchamps era ancora attaccato alle Aermacchi Harley-Davidson. E all&rsquo;ultima staccata piazz&ograve; la zampata: una frenata decisa, la leva spremuta come un limone per mettersi in testa. Villa, che proprio non se l&rsquo;aspettava, si difese in qualche modo. Quale? Tirando un calcio verso Cecotto, appunto, nel tentativo di arginare una mossa dalle conseguenze inevitabili: la gara, per lui, era ormai persa. A vincere sarebbe stato il diciannovenne sudamericano, che aveva gi&agrave; la fama del fenomeno. Merito di un esordio con il botto, sul circuito francese del Paul Ricard, qualche mese prima: nella classe 350 aveva lasciato tutti di stucco vincendo la sua prima gara nel Motomondiale davanti al pilota pi&ugrave; quotato del lotto, Giacomo Agostini, 14 titoli gi&agrave; in bacheca e un altro in arrivo. Il distacco rifilato al Campionissimo, di 25 secondi, fu un abisso di cui il venezuelano va ancora fiero, e fece decollare una carriera intensa ma breve, terminata all&rsquo;inizio del decennio successivo quando pass&ograve; alle quattro ruote, diventando compagno di squadra di un&rsquo;altra Leggenda, l&rsquo;allora debuttante Ayrton Senna sulla Toleman, in Formula 1. Campione del Mondo della 350 nell&rsquo;anno dell&rsquo;esordio e della Formula 750 tre stagioni pi&ugrave; tardi (nel 1978), Cecotto non si fece notare soltanto in pista, ma anche nel colorato paddock degli anni &rsquo;70, un arcobaleno di esperienze ed emozioni, gli sponsor scarsi e la velocit&agrave; come catarsi, e poi avventura, emancipazione, adrenalina, spontaneit&agrave;. Ray-Ban a goccia e camicia aperta sul petto, jeans a campana e sorriso maledetto, il sudamericano si afferm&ograve; in un periodo in cui il talento era tutto: se ce l&rsquo;avevi bene, altrimenti ciao. Lui faceva parte del primo club, e beato lui che se l&rsquo;&egrave; goduta, correndo in moto e sprintando dietro alle gonne. Facendo storcere il naso, anche in questo caso, al solito Ago. Vittima del novellino, leggenda nel mirino. La gara di Spa-Francorchamps nel 1975, lottando con le Aermacchi-Harley Davidson: quanta grinta serv&igrave; per vincere? &ldquo;Il tracciato era lungo 14 chilometri e le moto di Villa e Rougerie volavano sui rettilinei. In qualifica mi mancavano 4-5 secondi al giro. La domenica per&ograve; scattai bene, nel primo tratto ricordo di essere stato in testa, poi gi&ugrave; in discesa, fra le case, prima che i due mi sorpassassero di motore. A un certo punto c&rsquo;era una doppia curva che fino alle qualifiche avevo affrontato in quarta marcia. Preso dalla foga di restare con le Aermacchi Harley-Davidson, domenica mi buttavo dentro in quinta: il posteriore che si muoveva di brutto sembrava volermi mollare da un momento all&rsquo;altro. Con quello slancio arrivavo forte alla staccata dell&rsquo;ultimo tornantino e spesso li superavo entrambi. Avanti cos&igrave; per tutta la gara, fino al momento decisivo: Villa, che pensava di aver vinto, quando mi vide entrare in staccata scalci&ograve;, provando a buttarmi gi&ugrave;. Ma non mi prese: vinsi io&rdquo;. Era il settimo appuntamento di una stagione iniziata al Paul Ricard, dove avevi lasciato tutti a bocca aperta vincendo all&rsquo;esordio assoluto in due diverse classi, 250 e 350: cosa ricordi di quel fine settimana francese? &ldquo;Ero arrivato dal Venezuela, senza conoscere la pista, con una moto clienti in vendita a chiunque, gomme Dunlop acquistate in circuito e con la prospettiva di correre al massimo tre GP. Poi me ne sarei tornato in Sud America, perch&eacute; il budget non permetteva di pi&ugrave;. In Francia partecipavo sia alle 250 che alla 350. Nella quarto di litro mi qualificai con il secondo tempo dietro a Ikujiro Takai, sulla Yamaha ufficiale. E vinsi. Nella categoria superiore scattai dalla pole e viaggiai circa un secondo al giro pi&ugrave; veloce di Agostini: veramente una cosa incredibile! A quel punto di sponsor ne spuntarono parecchi. Fui in grado di completare la stagione, conquistando il Mondiale 350&rdquo;. Passa alla prossima pagina &nbsp; Johnny Cecotto: il pilota, il personaggio  L&rsquo;anno successivo, il 1976, trionfasti alla 200 Miglia di Daytona sulle tele, con la gomma posteriore finita. Il tuo rivale principale era Kenny Roberts, anche lui alle prese con qualche problema di pneumatici. &ldquo;Eravamo entrambi alla frutta, ma io riuscii ad arrivare in fondo, lui no. Si dovette fermare per una sosta &lsquo;extra&rsquo;. Montavamo le Goodyear. Non so se avessimo lo stesso materiale, perch&eacute; Kenny era trattato da ufficiale, io invece ero un semplice cliente. In ogni modo, dopo il suo problema quelli dei pneumatici corsero a dire al mio team di fermare anche me. Probabilmente avrebbero preferito una vittoria di Kenny Roberts, statunitense come loro, idolo di casa a Daytona. Ma la mia squadra li rassicur&ograve; dicendo che avevano controllato il battistrada nella sosta per il rifornimento, e andava tutto bene. Arrivai sotto la bandiera a scacchi con l&rsquo;acqua alla gola, ma c&rsquo;ero riuscito: primo!&rdquo;. Quell&rsquo;anno gareggiasti anche in 500, dove nel 1978 conquistasti otto pole su 11 Gran Premi: vincesti in volata ad Assen, raccogliendo qualche altro podio, ma in altre occasioni and&ograve; peggio. A cos&rsquo;era dovuta questa altalena? &ldquo;Guidavo una Yamaha privata, non ufficiale. In qualifica andavo forte, ma in gara emergeva un problema: dopo qualche giro il posteriore cominciava a saltare e mi costringeva a rallentare. Nelle curve la moto non stava pi&ugrave; attaccata a terra e diventava inguidabile. Fra il battistrada, la carcassa e l&rsquo;ammortizzatore si innescava qualcosa di anomalo&rdquo;. La tua Yamaha 500 funzionava soltanto sul giro secco, insomma. Nella Formula 750 la musica invece era diversa. &ldquo;L&igrave; guidavo una moto ufficiale, per&ograve;. Mi pare che i pneumatici fossero gli stessi della 500, ma l&rsquo;ammortizzatore era un altro. Con quella moto, quindi, il problema non c&rsquo;era e riuscivo a concretizzare, tanto che vinsi il titolo. La 750 &egrave; la miglior moto che abbia mai guidato. Una bestia, certo, super veloce, difficile e potentissima: dava un gran gusto&rdquo;. Le tue esperienze con le due ruote erano iniziate proprio con una moto di quella cilindrata, ma in un contesto del tutto diverso. &ldquo;S&igrave;, la mia storia era cominciata in Venezuela una settimana prima dell&rsquo;inizio del campionato nazionale del 1972. Avevo 16 anni e guidavo una Honda CB quattro cilindri stradale. Per pura curiosit&agrave; mi feci i circa 300 chilometri che mi separavano dalla pista di San Carlos per andare a vedere le prove dei piloti che avrebbero partecipato alle serie venezuelane. Avevano mezzi da corsa, ma alcuni, come me, avevano raggiunto il tracciato su moto stradali. Finite ufficialmente le prove, si erano messi a girare in pista con le stradali: visto che ero l&igrave;, mi unii al gruppo, a proteggermi giusto un paio di jeans e un giacchino. Tenevo comodamente il passo degli altri. Cos&igrave; uno mi disse: &lsquo;Hai girato bene, corri anche tu domenica prossima?&rsquo;. E io: &lsquo;No, assolutamente&rsquo;. La sera tornai a Caracas e andai a dormire. La mattina successiva mi svegliai con una convinzione: avrei corso anch&rsquo;io!&rdquo;. Cosa ti serviva per farlo? &ldquo;Innanzitutto il permesso di mio padre, che aveva un&rsquo;officina di auto. Mi liquid&ograve; con sufficienza, dicendomi di lasciar perdere. Ma io lo martellai senza piet&agrave;, tormentandolo per tre giorni, finch&eacute; non cedette. Fatta la licenza, poi, ero pronto per partire. Pap&agrave;, vedendomi con i jeans, mi diede dello scemo e mi mand&ograve; a comprare una tuta di pelle. La ricordo ancora, gialla, di parecchie taglie in pi&ugrave;. La pagai con un assegno&rdquo;. Cos&igrave; ti presentasti alla tua prima gara: una 750 stradale sistemata alla bell&rsquo;e meglio e senza esperienza. &ldquo;Si partiva a spinta, a motore spento. La mia Honda aveva il motorino d&rsquo;avviamento, che era vietato. Prima del via un commissario mi avvert&igrave;, dicendomi che mi avrebbe tenuto d&rsquo;occhio. Non ci avevo mai provato, e infatti fu una d&eacute;b&acirc;cle: spingevo la mia Honda, una falcata dopo l&rsquo;altra, tenendo il gas aperto. Insomma, sbagliavo. Quando, esausto, chiusi la manopola, il motore finalmente part&igrave; e mi avviai, ultimissimo. Rimontai fino al terzo posto ma mi si ruppe la catena. Poi i primi due si ritirarono. Morale, avrei potuto vincere&hellip;&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Johnny Cecotto, campione e playboy  Dal tuo racconto sembra che tu avessi doti innate: ai tuoi tempi essere un pilota di successo era un affare di puro talento, oppure c&rsquo;era la possibilit&agrave; di imparare e lavorare su tecnica e velocit&agrave;? &ldquo;Che si trattasse di correre in moto o in auto, a mio avviso se non ce l&rsquo;avevi naturale non avevi la possibilit&agrave; di andare oltre un certo livello. Qualcuno ti aiutava svelandoti qualche trucchetto, magari, ma poca roba. A me accadde con Andrea Ippolito, che per esempio mi spieg&ograve; l&rsquo;importanza delle scie e come sfruttarle, sganciandosi al momento giusto e poi creando della distanza per non essere ostacolati dalle turbolenze. Sono cose che aiutano, ma non fanno la differenza&rdquo;. Hai parlato dell&rsquo;importatore della Yamaha in Venezuela, che ti port&ograve; da Caracas al Motomondiale. Gli sei sempre stato fedele: non hai mai ricevuto altre offerte? &ldquo;Certo, mi chiam&ograve; la Suzuki alla fine del 1975, dopo il titolo in 350. Mi volevano per la classe regina. La moto di Hamamatsu era vincente, si era gi&agrave; visto. Quella era la strada del professionismo, di chi voleva a tutti i costi il titolo della 500. Per me, per&ograve;, era pi&ugrave; importante la riconoscenza nei confronti di Ippolito. Non potevo lasciarlo cos&igrave;, dopo tutto quello che aveva fatto per me. Mi aveva portato al Mondiale e avevamo vinto. Senza di lui non avrei raggiunto certi risultati&rdquo;. Il tuo casco ha una storia interessante, la puoi raccontare? &ldquo;Nella mia prima gara ne avevo usato uno aperto, addirittura. Poi mi comprai un Bell integrale bianco che pensavo di verniciare come quello di Jarno Saarinen, il mio idolo, con le bande rosse sopra e sui lati. Allora sistemai il nastro da carrozziere e presi in mano la vernice, ma ebbi un ripensamento. &lsquo;Devo fare qualcosa di mio, non di un altro&rsquo; mi dissi. Quindi rielaborai la base del finlandese. Ne usc&igrave; un bel lavoro, con due corna rosse che partivano da dietro e spuntavano davanti&rdquo;. Proprio nel 1972, l&rsquo;anno della tua prima gara, Saarinen aveva vinto il titolo della 250 da privato: perch&eacute; tifavi per lui? &ldquo;Era il grande antagonista di Giacomo Agostini, vincitore gi&agrave; tante volte, che a me stava antipatico. E poi lo stile di guida: l&rsquo;italiano era &lsquo;old school&rsquo;, composto, mentre Jarno teneva il ginocchio fuori e correva con manubri particolari, molto spioventi. Era il confronto tra il vecchio e il nuovo&rdquo;. Con Agostini, poi, arrivasti a sfidarti in pista: l&rsquo;hai mai temuto? &ldquo;Neanche un po&rsquo;. A me interessava soltanto vincere. Specialmente se c&rsquo;era lui&rdquo;. Nel paddock eri spesso insieme con Barry Sheene, due playboy con l&rsquo;aria di chi la sa lunga e la voglia di fare una gran baldoria: &egrave; vero che avevate messo Ago nel mirino? &ldquo;Gli facemmo parecchi scherzi. I gavettoni, per esempio. Poi le donne: una sera a Imola nel nostro albergo arrivarono due ragazze di Genova, molto belle, che chiesero di Ago dicendo di avere un appuntamento. Io, anche se non era vero, dissi loro che Giacomo era uscito e che se volevano potevano venire con me a Bologna, dove stavo andando a cena. Dovevi vedere la faccia di Agostini quando mi vide rientrare in hotel con le mie nuove due amiche! Ci rimase malissimo. Ancora rido, a ripensarci&rdquo;. Luca Cadalora, il pilota che ha sempre seguito il cuore | Storie Sprint       

L'esclusiva: "Sconfissi Giacomo Agostini al Paul Ricard, nel giorno in cui debuttai nel Mondiale con due successi. E quanti scherzi nel paddock"

Johnny Cecotto, bello e dannato | Storie Sprint

        Incredibile ma vero, in Qatar piove a dirotto. Evento strano, anzi, evento vero e proprio per il territorio arabico collocato nel Golfo Persico, ma non &egrave; la prima volta che si registra tal dato. Ricordate l'edizione 2009 del Gran Premio? Domenica 12 aprile fece acqua da tutte le parti, tanto da indurre lo spostamento della classe MotoGP. Si corse il giorno dopo, a imporsi fu Casey Stoner.&nbsp; Orari MotoGP Qatar: dove vederla MotoGP Qatar 2009: meglio evitare fango e allucinazioni La corsa fu completata luned&igrave; 13 aprile 2009, nella conseguente riprogrammazione del Gran Premio e, fattore rilevante, la riorganizzazione di tutta la logistica. Chi aveva prenotato il volo di ritorno per il luned&igrave; stesso, dovette cambiare biglietto al marted&igrave;. Stesso discorso per auto a noleggio e hotel. Venne definito un "bagno di sangue" economico, colmato in parte dalla corsa comunque disputata, ovviamente in condizioni di asciutto. Il giorno prima, a preoccupare i piloti, non fu l'ammontare di aderenza, quanto l'acqua depositata nei delta dei cordoli, la sabbia arrivata sul tracciato e in composizione simil-fanghiglia e, cosa importante, la scarsa visibilit&agrave; in sella. Perch&eacute; i riflessi creati da giochi di luce e colori infastidivano davvero parecchio, sino a confondere e "abbagliare" i corridori. L'impianto di illuminazione artificiale del Lusail Circuit &egrave; molto efficente, ma funziona bene quando ogni aspetto &egrave; perfetto. Classifica piloti MotoGP Non piove (quasi) mai in Qatar, ma nel weekend c'&egrave; la MotoGP... Se andate a consultare i valori pluviali di zona, noterete subito quanto laggi&ugrave; il territorio sia arido e secco, esattamente come il deserto che circonda Doha. Il mare che bagna la citt&agrave;, salatissimo, viene desalinizzato da un mega impianto realizzato e costruito da una societ&agrave; di Genova, per acqua poi utile a eventuali irrigazioni o potabile. Prove su e sopra acqua vennero effettuate nel 2017, coi protagonisti chiamati in appello: se si correr&agrave;, lo stabiliremo a momento debito. Nel 2018, megacisterne inondarono la pista, nel test pi&ugrave; probante di sempre per le due ruote. Quei test portarono risposte alle domande inoltrata: c'&egrave; aderenza? S&igrave;. Ci vedete? S&igrave;. Correreste? S&igrave;. Molto bene, qualora piovesse tra oggi e domenica, quale problema ci sarebbe? Classifica sqaudre MotoGP Bagnaia Vs Martin con l'acqua Forse &egrave; Pecco pi&ugrave; veloce e sensibile di Jorge in condizioni di bagnato. Siamo indecisi, poich&eacute; il Qatar &egrave; storia a s&egrave;, proprio per visibilit&agrave; e situazione. Quando i due si sono sfidati sopra e sotto la pioggia, nove volte su dieci Bagnaia ha avuto la meglio.&nbsp; Quest'anno &egrave; successo? S&igrave;, in Argentina e Gran Bretagna. A Termas il numero 1 &egrave; caduto, Martinator &egrave; giunto quinto. A Silverstone GoFree &egrave; arrivato secondo, lo spagnolo ha preso 10 punti. Diciamo che i due si trovano pi&ugrave; o meno alla pari, ma davvero "pi&ugrave; o meno".         

L'acqua sposter&agrave; l'evento come successo nel 2009, oppure si correr&agrave;? Bagnaia favorito su Martin in tale condizione ma di pochissimo, visibilit&agrave; "particolare" notturna

Piove in Qatar: MotoGP a rischio?

        Con questo primo numero di Polvere di Stelle del 1923 si chiude il ventesimo anno di questa rubrica. Due decenni che significano circa 1000 articoli dedicati alla storia del motociclismo nei suoi vari aspetti. Polvere di Stelle: Victoria Werke, gloria bavarese Vent'anni di storie e ricerche  Una serie di indagini approfondite su argomenti quasi mai toccati dagli studiosi, pi&ugrave; propensi &ndash; non &egrave; assolutamente una critica &ndash; a &ldquo;scavare&rdquo; entro fatti clamorosi del recente passato, piuttosto che dedicarsi ad altri temi effettivamente meno interessanti per il grande pubblico. Ma Polvere di Stelle ha un vantaggio: &egrave; una rubrica di appena due pagine, e si rivolge soltanto a chi &egrave; in grado di apprezzarne i contenuti perch&eacute; condivide con il sottoscritto l&rsquo;amore per le storie vecchie, strane e poco, o mai, raccontate. Di questi venti anni voglio ricordare alcune ricerche che mi hanno particolarmente appassionato e che in genere hanno richiesto pi&ugrave; puntate della rubrica: la storia di diverse Case motociclistiche famose, come BMW, Ducati, BSA, Peugeot, Laverda e altre, prima che iniziassero a produrre motociclette. Ho scoperto cos&igrave; che la Casa di Monaco di Baviera, cos&igrave; come la conosciamo oggi, &egrave; stata fondata da un italiano di Trieste, Camillo Castiglioni. Che la Ducati prima della guerra era un&rsquo;azienda leader mondiale nella produzione di sofisticati componenti elettrici e ottici. Che la BSA &ndash; come la FN, l&rsquo;Husqvarna, la Royal Enfield e molte altre &ndash; era una famosa produttrice di armi, che la Peugeot cominci&ograve; l&rsquo;attivit&agrave; da una fonderia e da una fabbrica di stecche per corsetteria femminile, dedicandosi poi a oggetti che nulla avevano a che fare con quelli fabbricati in origine, come i macinacaff&egrave; e le macchine da cucire. Che la Laverda a fine Ottocento ebbe successo costruendo macchine agricole, orologi per campanili, parafulmini e cannoni antigrandine.&nbsp; Tra aeronautica e motocross  Un&rsquo;altra serie di indagini che ha occupato alcune puntate di Polvere di Stelle mi ha portato a scoprire la connessione storica e tecnica che ha sempre legato il motociclismo e l&rsquo;aeronautica fin dalle origini, coinvolgendo nomi famosissimi nei rispettivi campi, come Luis Bleriot, Alessandro Anzani, Glenn Hammond Curtiss, Leslie Graham, per citarne soltanto alcuni, dato che la lista sarebbe lunghissima, cos&igrave; come lunghissima sarebbe quella dei nomi delle industrie coinvolte, tra cui Henderson, Sopwith-ABC, Piaggio, Gnome-Rh&ocirc;ne, Indian, Caproni, Kawasaki&hellip; Un&rsquo;affinit&agrave; fra moto e aerei che fu motivata fin dall&rsquo;origine non soltanto dalla comune esigenza di motori di minimo peso e di brillanti prestazioni, ma anche dall&rsquo;essere entrambi veicoli a equilibrio dinamico e dalle caratteristiche di guida simili. Storie inedite sono nate indagando anche sul legame fra motociclismo e cronaca nera. Incredibilmente &egrave; emerso che Henri D&eacute;sir&eacute; Landru, un criminale assassino che uccise e bruci&ograve; nella &ldquo;cucina economica&rdquo; di casa un ragazzo e dieci donne, nel febbraio del 1899 aveva brevettato una bicicletta a motore di sua realizzazione, trasformabile facilmente in triciclo, e l&rsquo;anno dopo l&rsquo;aveva esposta al Salone delle Macchine di Parigi. Jos&eacute; Mar&iacute;a Bult&oacute;, membro della famiglia originaria della Bultaco, rimase ucciso nel 1977 tentando di togliersi di dosso una bomba che gli era stata fissata al torace da terroristi del cosiddetto &ldquo;esercito popolare catalano&rdquo;. Si salv&ograve; invece Gianmarco Dolce, direttore della Gilera-Argentina, condannato a morte dall&rsquo;ERP, ossia l&rsquo;esercito rivoluzionario del popolo. Dolce, originario della provincia di Treviso, scamp&ograve; nascondendosi con la famiglia finch&eacute; il pericolo non fu scampato. Ben dieci di Polvere di Stelle sono state dedicate alla storia del Motocross, quattro a quella delle donne in moto, cinque alle industrie giapponesi scomparse, tre alla motocicletta vista dagli artisti nel periodo del Futurismo. Tutte ricerche che mi hanno coinvolto profondamente arricchendomi e tenendo allenato quel cervello che l&rsquo;et&agrave; ormai molto avanzata vorrebbe far funzionare a passo ridotto. Molto piacevole &egrave; stato anche il rapporto con voi lettori, in particolare con coloro che mi hanno scritto ponendomi domande alle quali mi sono sforzato di dare risposte adeguate alle aspettative. Le lettere dei lettori   A volte, queste lettere erano legate a storie lette su Polvere di Stelle. Come quando raccontai delle mie sfide giovanili con la Morini Corsaro Veloce contro un bolognese su Ducati senza precisarne il nome: ebbene, lui lesse Motosprint, si riconobbe e mi scrisse ricordando l&rsquo;episodio. O quella volta che, dopo aver narrato la mia gita da bambino sulla vetturetta 125 cm&sup3; a tre ruote Mivalino guidata da un prete, un medico di Rimini mi invi&ograve; una e-mail dicendosi parente del sacerdote e proprietario di quel veicolo, che metteva a mia disposizione per un&rsquo;altra gita a distanza di almeno quarant&rsquo;anni. Non dimenticher&ograve; la soddisfazione provata allorch&eacute; ricevetti una lettera da Philippe Vailati, nipote di Silvio Vailati, pilota di classe internazionale negli anni Trenta, morto in gara a Genova nel 1940, il quale ignorava completamente come anche il bisnonno Ernesto fosse stato campione in moto. Lo aveva letto su Polvere di Stelle e mi chiedeva notizie. Gliele diedi: Ernesto Vailati, tra il 1911 e il 1925, fu uno dei pi&ugrave; forti piloti italiani, vinse gare prestigiose, come il Circuito di Brescia nel 1912 e quello di Cremona nel 1921; domin&ograve; due volte la sua classe al Circuito del Lario e partecip&ograve; anche al settimo (1913) Tourist Trophy, dove fu costretto al ritiro per un guasto alla sua Rudge. Recentemente su Polvere di Stelle sono apparse le storie sulle origini del motociclismo in Russia, Cina e Argentina; in particolare le prime due hanno comportato ricerche molto difficili in quanto su libri, vecchie riviste o su internet praticamente non esistono notizie. O meglio, esistono nel web, ma scritte in russo o in cinese e spesso contraddittorie; tradurle e verificarle &egrave; stata una vera impresa. Quanto all&rsquo;Argentina, dopo la pubblicazione &egrave; giunta a Motosprint, graditissima, una lettera di Benedicto Caldarella, il non dimenticato pilota ufficiale della Gilera 500 quattro cilindri, protagonista di un grande duello, con tanto di giro pi&ugrave; veloce a suo merito, contro Mike Hailwood e la MV a Monza nel 1964. Termino qui la lunga escursione nei vent&rsquo;anni di questa rubrica ringraziando ancora chi ha avuto la bont&agrave; di seguirla costantemente. Nella prima puntata del nuovo anno avrei dovuto pubblicare, come al solito, una retrospettiva su scoperte e fatti eclatanti riguardanti direttamente o indirettamente il motociclismo negli anni recanti il 23 nelle ultime due cifre. Ho fatto un&rsquo;eccezione. Perdonatemi, ma di rubriche che su un giornale vanno avanti per vent&rsquo;anni non ce ne sono tante&hellip;       

Questa rubrica taglia un prestigioso traguardo: una storia fatta di ricerche e ricordi

I primi vent'anni di Polvere di Stelle

        Appena tra una settimana, il 28 dicembre, vedr&agrave; la luce un nuovo viaggio avventura in solitaria per Cesare Ranucci, con uno scopo benefico preciso e importante. Ovvero la consegna della Honda Transalp 650 2006, il mezzo donatogli per nome e conto del Comune di Montesilvano, con cui affronter&agrave; i circa 6000 km per raggiungere il paese di Dakar, in Senegal. Un mezzo che sar&agrave; consegnato alla ONG attiva e operativa in loco &ldquo;Bambini nel Deserto&rdquo;e che permetter&agrave; al medico del distretto sanitario della cittadina di Toubakouta (250 km a Sud) di andare di casa in casa a curare i malati, considerando che l'ospedale pi&ugrave; vicino si trova a 70 km dal centro cittadino. L&rsquo;avventura partir&agrave; proprio dal suo Comune e Ranucci raggiunger&agrave; in primis Genova dove si imbarcher&agrave; il giorno successivo per Tangeri. Tutto il tragitto che Ranucci affronter&agrave; in solitaria  Da l&igrave; proseguir&agrave; attraversando il Marocco e raggiungendo il Senegal, con l&rsquo;obiettivo di concluderla 22 giorni dopo, il 17 gennaio 2023 quando torner&agrave; a casa. Lo sbarco a Tangeri &egrave; previsto per il 31 dicembre, e il giorno successivo inizier&agrave; a macinare chilometri: Rabat, Casablanca, Marrakech, Essaouira, Agadir, Guelmin, Tan Tan, Dakhla, fino alla frontiera di uscita del Marocco. Da l&igrave; comincer&agrave; un altro tipo di viaggio, in quella che &egrave; chiamata &ldquo;la terra di nessuno&rdquo; per 450 km nel deserto del West Sahara, per entrare poi nella Mauritana dove passer&agrave; le citt&agrave; di Nouadhibou, il Parc National du Banc d&rsquo;Urguin, Lemhaisrat, Nouakchott e Diama, per entrare successivamente nel Senegal. Dopo aver attraversato la prima citt&agrave; Saint Luig sar&agrave; il momento di raggiungere la destinazione finale, Dakar, per consegnare finalmente la moto. Aiutato anche da diversi sponsor per sopperire alle spese, Ranucci ha aperto una campagna di Crowfunding per affrontare tutta questa avventura, che si prospetta essere tanto impegnativa quanto emozionante. Sar&agrave; possibile seguire tutto il viaggio sui canali social Moto Missione, come aveva gi&agrave; fatto in precedenza con altre imprese, dove i due temi principali sono sempre stati gli stessi: la moto e la solidariet&agrave;.       

Pilota di gare nel CIVS, endurista e moto viaggiatore Cesare Ranucci &egrave; in procinto di partire per una nuova missione, dall&rsquo;obiettivo davvero speciale

Da Montesilvano al Senegal con una Honda Transalp 65 per beneficenza

        365 giorni dopo l&rsquo;edizione numero 78, la prima post pandemia, per la numero 79 si &egrave; tornati alle canoniche date di inizio novembre che coincidono con la fine dei mondiali (MotoGP finito ieri, la SBK ha ancora due round da disputare). Edizione, quella 2022, che promette di essere pi&ugrave; ricca, sia di case che di padiglioni. Quest&rsquo;anno, &nbsp;infatti, ne sono stati aperti un paio in pi&ugrave; rispetto allo scorso anno e quindi pi&ugrave; spazio per nuovi espositori.&nbsp; Ecco, dunque, tutte le informazioni per visitare al meglio Eicma  Orari&nbsp; Come l&rsquo;anno scorso, la Fiera inizier&agrave; alle 8.30 e chiuder&agrave; alle 18.30 tutti i giorni. Non &egrave; pi&ugrave; previsto, quindi, il venerd&igrave; &ldquo;lungo&rdquo; fino alle 22 oltre all&rsquo;ingresso gratuito per le donne sempre il venerd&igrave;. Si comincia marted&igrave; 8 e mercoled&igrave; 9 per stampa ed operatori di settore, l&rsquo;apertura al pubblico sar&agrave; come sempre il gioved&igrave; 10 e per tutto il fine settimana, domenica compresa. Prezzi Invariati i prezzi dei biglietti rispetto alla scorsa edizione. Si parte dai 19 &euro; del biglietto intero (+1,50 &euro; di commissione se comprato online) ai 23 &euro; del biglietto intero se comprato alle casse in fiera. Eicma caldeggia l&rsquo;acquisto del biglietto online per evitare code alle poche casse disponibili ai vari accessi. I bambini dagli 0 ai 3 anni entrano gratis, mentre quelli dai 4 ai 13 pagano 12 &euro;. 14 &euro; &egrave; invece il prezzo per i gruppi, 15 &euro; quello per l&rsquo;operatore italiano mentre &egrave; gratuito quello per operatore straniero. Infine, i visitatori con disabilit&agrave; entrano gratuitamente presentando il tesserino di invalidit&agrave;. Come arrivare  In auto e moto&nbsp; Dalle autostrade A7-Genova e A1- Bologna e A4-Torino:&nbsp;percorrere la Tangenziale Ovest in direzione Nord e uscita Fiera Milano;Da Milano autostrada A4 Venezia:&nbsp;uscita Pero-Fiera Milano;Dalle autostrade A8-Varese e A9-Como:&nbsp;dalla barriera di Milano Nord, direzione A4-Venezia e uscita Fiera Milano;Da Milano:&nbsp;Autostrada A8 direzione Varese-Como ed uscita Fiera Milano oppure Autostrada A4 direzione Torino ed uscita Pero-Fiera Milano; In treno DA STAZIONE MILANO CENTRALE Metropolitana Linea 2 Verde (direzione Abbiategrasso / Assago &ndash; fermata Milano Porta Garibaldi)&nbsp;poi prendere: Passante Linea S5 Varese &ndash; Milano Passante &ndash; Treviglio (direzione Varese &ndash; fermata Rho FieraMilano)oppurePassante Linea S6 Novara &ndash; Milano Passante &ndash; Treviglio (direzione Novara &ndash; fermata Rho FieraMilano)Attraversare a piedi Piazza Duca d&rsquo;Aosta e proseguire in Via Vittor Pisani alla Stazione di Milano Repubblica (circa 10 min.), poi prendere:Passante Linea S5 Varese &ndash; Milano Passante &ndash; Treviglio (direzione Varese &ndash; fermata Rho FieraMilano)oppurePassante Linea S6 Novara &ndash; Milano Passante &ndash; Treviglio (direzione Novara &ndash; fermata Rho FieraMilano) Metropolitana Linea 2 Verde (direzione Abbiategrasso / Assago &ndash; fermata Cadorna Triennale) Trasborda su Linea 1 Rossa direzione Rho Fiera Linea interregionale Milano Centrale &ndash; Torino, fermata Rho FieraMilano (attenzione: sono previste in media 14 corse dirette al giorno e alcuni treni non fermano a Rho FieraMilano ma solo a Rho, &egrave; perci&ograve; necessario trasbordo su treni S5 o S6 / direzione Treviglio). DA STAZIONE MILANO PORTA GARIBALDI Passante Linea S5 Varese &ndash; Milano Passante &ndash; Treviglio (direzione Varese &ndash; fermata Rho FieraMilano)oppurePassante Linea S6 Novara &ndash; Milano Passante &ndash; Treviglio (direzione Novara &ndash; fermata Rho FieraMilano) DA STAZIONE MILANO CADORNA Metropolitana Linea 1 Rossa&nbsp;(direzione Rho FieraMilano)&nbsp; In metropolitana Biglietto da 2 &euro;: vale 90&rsquo; dalla prima convalida con la possibilit&agrave; di fare pi&ugrave; viaggi sui mezzi di superficie ed anche metro Biglietto giornaliero: 7 &euro; e vale 24h dalla prima convalida, nessun limite ai viaggi Biglietto 3 giorni: 12 &euro;, valido tre giorni consecutivi e nessun limite ai viaggi Carnet 10 biglietti: 18 &euro;, ogni biglietto &egrave; valido 90&rsquo; dalla prima convalida Su tutte le linee ATM, metropolitane e di superficie.Sulle&nbsp;metropolitane M1, M3 e M5, i biglietti valgono da capolinea a capolinea.Sulla&nbsp;linea M2, dal centro di Milano i biglietti valgono&nbsp;non oltre la stazione di Cascina Burrona. Oltre questa stazione serve&nbsp;un&rsquo;altra tariffa. I biglietti valgono sul resto della linea fino ai capolinea di Assago Forum, Piazza Abbiategrasso e Cologno Nord.Sulle&nbsp;tratte ferroviarie Trenord, comprese le linee S (quelle che attraversano il passante ferroviario). Motosprint Motosprint, insieme ad InMoto, esattamente come l&rsquo;anno scorso sar&agrave; presente con un proprio stand (padiglione 22 stand P07) con la possibilit&agrave; di assistere ad eventi come ad esempio la premiazione del Di.Di. o l&rsquo;elezione della nuova Miss Motosprint       

Con la conferenza stampa di inaugurazione del 9 novembre alle 11, si apre ufficialmente la nuova edizione dell&rsquo;Esposizione del Ciclo e Motociclo alla Fiera di Milano-Rho

EICMA 2022: info e orari dell’edizione numero '79

        Il weekend in corso segna l'inizio del campionato eSkootr, prima competizione mondiale riservata ai monopattini elettrici. MotoGP Francia: gli orari tv SKY e TV8 Il calendario eSkootr  Dopo la presentazione alla stampa avvenuta un anno fa, la serie debutta quest&rsquo;anno e si svolger&agrave; in diverse citt&agrave; del mondo: le tappe in calendario saranno 6, la prima a Londra (13-14 maggio), prima di andare in Svizzera (27-28 maggio), Francia (17-18 giugno), Italia (Genova, 15-16 luglio), Spagna (16-17 settembre) e USA (ottobre, data da definire). Prenderanno parte alla serie 10 team (di cui uno gestito dall&rsquo;ex F1 Nico Hulkenberg) per un totale di 30 piloti, una lista in cui spiccano diversi nomi noti come le italiane Sara Cabrini e Roberta Ponziani. Il tester e consulente della nuova serie &egrave; Bradley Smith, che ha testato i monopattini capaci di raggiungere i 100 Km/h.  Copertura TV  Il campionato eSkootr, nato per promuovere una nuova concezione di competizione legata al rispetto dell'ambiente e alla promozione della micromobilit&agrave;, verr&agrave; trasmesso da DAZN, che ha acquisito i diritti per trasmettere tutte le tappe in calendario. GT: ecco gli orari tv per seguire Valentino Rossi a Magny Cours       

Quella del Regno Unito sar&agrave; la prima di sei tappe che avranno una totale copertura televisiva grazie all'emittente DAZN

eSkootr: scatta da Londra il Mondiale riservato ai monopattini elettrici

        Se il bel tempo si vede dal mattino, si prospetta una grande stagione per il Campionato Italiano E-Bike Enduro FMI 2022 che ha peso il via lo scorso weekend con alcune importanti novit&agrave;.  Nella foto sopra il podio della Classifica Assoluta&nbsp; Le fasce d'et&agrave; del campionato italiano E-Bike Enduro  Saranno ben 14 le prove complessive dei tricolore E-Bike Enduro e Cross, di cui 4 valide per l&rsquo;assegnazione delle rispettive discipline. Il Campionato Italiano Enduro sar&agrave; formato da 8 prove, mentre 6 quelle del Cross. Le fasce d&rsquo;et&agrave; della classe 250W del Campionato Italiano EBK Enduro saranno 5: EU (12/17), EJ (18/25), E1 (26/40), ES (Over 41/50) e EV (Over 50). Le fasce d&rsquo;et&agrave; della classe 250W del Campionato Italiano EBK Cross saranno 4: EXU (12/17), EXJ (18/25), EX1 (26/40), EXS (Over 40). A queste fasce d&rsquo;et&agrave; si aggiungono la EW-EWX (categorie Femminili della 250W) e la Open (Categoria Unica per le E-Bike oltre 250W).  Sopra la foto del podio Over La prima prova 2022  La gara organizzata dal MC La Rocca comprendeva la prima e la seconda speciale in discesa (ripetute per due giri); in queste due prove si sono messi in luce i pi&ugrave; forti discesisti presenti e fin da subito la lotta tra Andrea Garibbo (Haibike) e Francesco Danilo Petrucci (Facarini-Polini).  Nella foto sopra Garibbo Decisiva la quinta speciale che ha messo in grossa difficolt&agrave; i partecipanti, tutta in salita e che &egrave; stata percorsa solo nel giro finale, tratto dove si &egrave; visto chi aveva ancora potenza nelle gambe; poi di nuovo per la 6&deg; speciale tutta discesa fino all&rsquo;arrivo.  Nella foto sopra Petrucci I vicitori di Monsummano Terme  La lotta per la Classifica Assoluta fin dalle prime speciali, &egrave; stata ristretta a Garibbo e Petrucci (quest'ultimo fratello dell'ex pilota MotoGP Danilo) con i due che i sono dati battaglia sul filo dei secondi, alternandosi nelle vittorie nelle varie singole speciali. Alla fine a strappare la targa di leader e salire sul gradino pi&ugrave; alto dell&rsquo;Assoluta &egrave; stato Andrea Garibbo davanti a Petrucci con terza posizione per Francesco Braconi (Fantic). Nella classe E1&nbsp;sono saliti sui gradini del podio gli stessi protagonisti dell&rsquo;Assoluta: Garibbo e Petrucci. Ma in questa classe il terzo &egrave; stato Marcello Ghidini (Fulgur&ndash;Polini). La E-Open ha visto la vittoria di Andrea Sassoli (Husqvarna), seguito da Marco Gnassi (Sem) e Giuseppe Vigani (Sem).  Nella foto sopra il Podio E1 Nella E-Junior si &egrave; imposto Francesco Braconi (Fantic) che dopo il terzo posto nell&rsquo;assoluta, ha fatto sua la prima poszione della Junior. Alle sue spalle Riccardo Giuliani (Fulgur-Polini) e Elia Bonatti (Pedroni). La E-Under ha visto la vittoria di Tommaso Bianchetti (Specialized), seguito da Francesco Raia (Focus) e Riccardo Cordeschi (Mondraker).  Nella foto sopra podio Woman Nella E-Senior primo gradino del podio nella Senior per Eric Anselmo (SVM-Polini) che ha preceduto Matteo Gritti (Fulgur-Polini) e Giacomo Cecchini (Orbea).  Nella foto sopra Passeri E-Veteran dominata dal pluri campione Enduro e E-Bike Stefano Passeri (Fulgur&ndash;Polini), categoria nella quale il pilota bresciano &egrave; salito sul primo gradino del podio davanti a Andrea Bruno Rocchi (Fulgir-Polini) e Luca Bonatti (Pedroni).La E-Woman riservata alle donne, vittoria per Alia Marcellini (Fulgur&ndash;Polini) davanti a Federica Amelio (Fulgur&ndash;Polini). Nella Entry Level vittoria di Matilde Bianchetti (Specialized).  Nella foto sopra la Marcellini Prossima prova del Tricolore E-Bike Enduro l'1 maggio a Genova.       

Il Campionato 2022 ha preso il via in Toscana con una gara a cui hanno partecipato un&rsquo;ottantina di piloti nella nuova ottica voluta dalla FMI, per supportare la crescita del settore giovanile e sviluppare la specialit&agrave;

E-Bike Enduro, novità e spettacolo nella prima gara a Monsummano Terme

        Pronti, via: quella che sar&agrave; storicamente la 19esima stagione tricolore dei Campionati Assoluti d'Italia Enduro, la cui prima edizione risale al 2003, prender&agrave; il via sabato 5 e domenica 6 marzo a Arma di Taggia con una serie di importanti cambiamenti.  Dal 7 gennaio 2022 la FMI ha ufficializzato alla Offroad Pro Racing l'incarico quadriennale di nuovo promoter dell'Enduro italiano, che si &egrave; aggiudicata il bando di concorso indetto dalla FMI per 4 stagioni fino al 2025, ed avr&agrave; come title sponsor EICMA, segno evidente dell&rsquo;interesse verso il fuoristrada dell&rsquo;Ente Nazionale del Ciclo-Motociclo il cui attuale presidente, Paolo Magri, ha avuto anche un passato come pilota di successo nell&rsquo;enduro. Un cambio avvenuto dopo 22 anni di mandato alla Maxim, quest&rsquo;ultima accordatasi con FIM Europa per la promozione del Campionato Europeo. In concreto una &ldquo;new revolution&rdquo; perch&eacute; la decisione della FMI di affidare tutti i campionati tricolori enduro a Alfredo Lenzoni, a capo di Offroad Pro Racing, fanno ben sperare in quanto gi&agrave; promoter degli Internazionali Cross MX e Supercross, Junior MX, E-Bike Enduro e Cross, Motolive EICMA, coinvolto anche con le prove MXGP in Italia e prima ancora nell&rsquo;organizzazione degli indoor MX e Enduro a Genova.  L&rsquo;esperienza di Lenzoni unita alle sue idee vulcaniche, agli ottimi rapporti mediatici e TV, hanno visto anche Franco Gualdi, Coordinatore del Comitato Enduro FMI guardare al futuro dell&rsquo;enduro italiano con fiducia: &ldquo;Siamo certi che con Offroad Pro Racing svolgeremo un ottimo lavoro perch&eacute; tutti i 17 Moto Club coinvolti nell&rsquo;organizzazione delle prove tricolori enduro 2022 hanno ribadito piena collaborazione e gi&agrave; dalla gara di Arma di Taggia, gli Assoluti prenderanno il via gi&agrave; nel tardo pomeriggio di venerd&igrave; sulla spiaggia illuminata con la novit&agrave; della speciale prologo limitata ai primi 240 piloti del ranking nazionale&rdquo;. Novit&agrave; di rilievo agli Assoluti anche per le moto dei piloti in gara, che per la prima volta potranno utilizzare una targa sostitutiva all&rsquo;originale realizzata artigianalmente su fondo giallo con lettere e numeri neri (prevista dalla Legge 156 del 9.11.2021) sempre delle stesse dimensioni della targa originale rilasciata dalla Motorizzazione. Questa possibilit&agrave; &egrave; esclusivamente riservata ai piloti FMI in gara e non a meccanici o appassionati in moto al seguito dell&rsquo;evento, le cui moto dovranno avere la targa autentica. Insomma, si ripartir&agrave; con il campione Assoluto 2021, Wil Ruprecht nelle vesti di uomo da battere anche se l&rsquo;australiano del Team TM-Boano dovr&agrave; vedersela con parecchi avversari. Principali rivali di Ruprecht nella corsa al titolo assoluto saranno il connazionale Daniel Milner al debutto con la Fantic 450 4T, i due inglesi Brad Freeman (Beta 300 2T) e Nathan Watson al ritorno agli Assoluti con la Honda-RedMoto 450 4T ed autentico specialista dei terreni sabbiosi, il rientrante Loic Larrieu (Fantic 250 4T), l&rsquo;ufficiale Sherco, Antoine Magain (250 4T), lo svedese neo acquisto Husqvarna 300 2T Mikael Persson.  Sherco schierer&agrave; saltuariamente anche Hamish MacDonald (300 4T), Daniel MacCanny (300 2T) e Zach Pichon (250 2T). Assenti per il momento Steve Holcombe (Beta 350 4T) e Josep Garcia (KTM 350 4T) impegnati fino a met&agrave; marzo negli Usa con il campionato GNCC.  Ma a cercare di interrompere il digiuno dei piloti italiani per Titolo Assoluto che dura ormai dal 2016, quando fu Alex Salvini l&rsquo;ultimo azzurro a vincere il titolo di Super Campione, figura anche l&rsquo;agguerrita &ldquo;pattuglia tricolore&rdquo;.  Tanti i pretendenti: Matteo Cavallo (TM 250 4T), Andrea Verona (GASGAS 250 4T), Thomas Oldrati (Honda-RedMoto 250 T), Samuele Bernardini (Honda-RedMoto 250 4T), Davide Guarneri (Fantic 300 2T), Alex Salvini (Husqvana 450 4T).  Top ten nel mirino anche per i giovani Talenti Azzurri FMI: Matteo Pavoni (TM 300 2T), Lorenzo Macoritto (Fantic 250 4T), Manolo Morettini (KTM 250 4T), Enrico Zilli (Honda 450 4T), Enrico Rinaldi (GASGAS 350 4T), Claudio Spanu (Honda-RedMoto 250 4T).   Della partita altri giovani stranieri; Roni Kytonen (Honda-RedMoto), Max Ahlin (Beta), Kade Tinkler (KTM), Jed Etchells, Albin Norrbin, Pyry Juupaluoma (Fantic), Samuli Puhakainen (TM) e i tre &ldquo;senatori azzurri&rdquo; Gianluca Martini (Beta), Rudy Moroni (Honda-RedMoto), Maurizio Micheluz (Husqvarna-Osellini). Nelle singole cilindrate la 125 2T cambio di classe per il campione 2021 Davide Guarneri che passer&agrave; alla 300 2T col compito di portare al debutto la nuova Fantic XE 300 2T.  La lotta per il primato della 125 2T dovrebbe vedere in lizza il vice tricolore 2021, Giuliano Mancuso (KTM) come principale avversario del rientrante Deny Philippaerts (TM). Maurizio Micheluz parte con i favori del pronostico della 250 2T con Jordi Gardiol (TM) e Andrea Belotti (KTM) come sicuri avversari. Nella 300 2T occhi puntati sul campione Junior 2021 Matteo Pavoni che debutter&agrave; in questa classe contro un avversario del calibro di Guarneri. A dir poco stellare sar&agrave; la lotta per il primato della 250 4T con protagonisti ben sei piloti: il campione in carica Cavallo, Verona, Oldrati, Bernardini, Macoritto (Fantic), Soreca (Husqvarna). Nella 450 4T Salvini punta al suo 15&deg; titolo tricolore con Gianluca Martini (Beta 390 4T) tra i principali avversari insieme a Diego Nicoletti (Husqvarna), Rudy Moroni (Honda-RedMoto 300), Nicola Recchia (Honda-RedMoto). Junior ricca di pretendenti al titolo: Rinaldi, Spanu, Morettini, l&rsquo;ex crossista Morgan Lesiardo (Sherco 300 2T), Simone Cristini (GASGAS 250 2T), Gabriele Pasinetti (Beta 300 2T) e il campione Youth 2021 Riccardo Fabris (GASGAS 250 4T). A contendersi il titolo Youth saranno almeno in otto.  Favorito d&rsquo;obbligo Kevin Cristino (Fantic), con il gruppo degli avversari comprendente Daniele Delbono (GASGAS), Luca Colorio (Husqvarna-Osellini), Lorenzo Bernini (Beta), Lorenzo Giuliani (Beta), Thomas Bastiani (Fantic), Matteo Grigis (GASGAS), Manuel Verzeroli (GASGAS).  Tra le ragazze la pluri campionessa Anna Sappino, quest&rsquo;anno dovr&agrave; vedersela con Elisa Givonetti, Raissa Terranova, Sabrina Lazzarino. Da seguire con attenzione per&ograve; la poliziotta Francesca Nocera, passata dal cross all&rsquo;enduro come neo acquisto del Team Honda-RedMoto Racing anche per il Mondiale Women. Programma gara di Arma di Taggia:venerd&igrave; 4 marzo, Speciale prologo dalle 17.00 sulla spiaggia antistante il lungomare.Sabato 5 e domenica 6 marzo; partenza ore 8.30Percorso 47 Km.: sabato 4 giri, domenica 3. Prove Speciali a giro: Cross Test 2.0 km. sulla spiaggia, Extreme Test 3.5 km., Enduro Test di 7.0 km. Calendario Assoluti Italia 20225-6 marzo Arma di Taggia (IM)10 aprile Cavaglia (BI)23-24 aprile Colliano (SA)29 maggio Passignano sul Trasimeno (PG)17 luglio Ceva (CN)1-2 ottobre Castiglion Fiorentino (AR)       

Assoluti Italia FMI Enduro 2022 con EICMA come title sponsor e nuovo promoter Offroad Pro Racing. Numerosi i cambi di marca e di cilindrata con la pattuglia tricolore a contendere il titolo Assoluto agli stranieri dopo l&rsquo;ultima vittoria del 2016 di Salvini. Campionato su nove giornate di gara con tre prove di due giorni e tre di una giornata.

Campionati Assoluti d'Italia Enduro ai nastri di partenza

Genovese, diciannove anni, Riccardo Rossi &egrave; stato l&rsquo;exploit italiano del GP Francia a Le Mans. Al suo terzo anno in Moto3 &egrave; riuscito a conquistare il secondo posto in qualifica e il terzo gradino del podio in gara.  Determinato anche quando i risultati tardavano ad arrivare, Riccardo non si &egrave; dato per vinto e ora vuole provare a ripetersi: &ldquo;Se puoi farlo una volta - ha detto il primo italiano nato dopo il 2001 a salire sul podio iridato - puoi anche ripeterlo&rdquo;.  Il risultato del pilota della KTM &egrave; figlio di una scelta di vita importante: Rossi ha lasciato la famiglia per andare a vivere in Catalogna, vicino al quartier generale del suo team, il Boe Skull Rider, dove pu&ograve; allenarsi costantemente. Ma &egrave; alla figura di un altro team che Riccardo ha dedicato il primo podio iridato: Fausto Gresini, suo scopritore, manager e amico con il quale fin da piccolo andava anche a pesca. E lui, con il suo cognome comune ma pesantissimo per chi corre nel Motomondiale, vuole che il GP Francia sia soltanto l&rsquo;inizio di una storia.  Paolo Simoncelli: &ldquo;La storia di Elvio Deganello mi fa ripensare a Marco&rdquo;  Primo podio...bagnato   Riccardo, cosa resta del podio di Le Mans?  &ldquo;&Egrave; stato un weekend speciale: prima volta in prima fila e primo podio. Insomma, tante emozioni. Della gara posso dire che &egrave; stata molto lunga, non finiva pi&ugrave;, negli ultimi giri stava arrivando John McPhee, che mi metteva molta pressione. Il podio &egrave; stato molto importante, &egrave; arrivato in un momento in cui facevamo tanti sacrifici ma nessun risultato. So che mi aiuter&agrave; molto a livello mentale e spero sia soltanto l&rsquo;inizio&quot;.   Tra l&rsquo;altro, il risultato &egrave; arrivato anche in condizioni difficili.   &quot;S&igrave;. Abbiamo iniziato sul bagnato e man mano la pista &egrave; andata asciugandosi. Ci sono state tante cadute e le condizioni erano davvero proibitive. Arrivare a guidare con le &lsquo;rain&rsquo; sull&rsquo;asciutto non &egrave; stato facile&rdquo;.  Salire sul podio &egrave; proprio come te l&rsquo;eri immaginato?  &ldquo;Assolutamente s&igrave;. Il mio primo obiettivo era quello di salire sul podio nel Motomondiale. Sono tre anni che soffro e che fatico per riuscire a fare un buon risultato e il podio ha ripagato ogni sacrificio fatto. Questo, per&ograve;, voglio che sia soltanto l&rsquo;inizio, quel &ldquo;click&rdquo; che mi serviva per capire che si pu&ograve; fare. A mio avviso, se puoi farlo una volta puoi anche ripeterti, quindi dobbiamo lavorare ancora. Un podio non arriva per caso, dobbiamo continuare su questa strada&rdquo;.    Moto3, Jason Dupasquier: ecco chi era il giovane talento svizzero  Gli inizi   Come ti sei avvicinato al mondo delle moto?  &ldquo;Da piccolo non seguivo nulla di questo sport, e dire che da giovane mio padre correva in moto. Poi a una sua festa di compleanno venne anche Lucio Cecchinello, che era stato suo rivale in pista. Consigli&ograve; a mio padre di portarmi a guidare le Minimoto. Provai e poi cominciai a correre, per&ograve; ero gi&agrave; grande perch&eacute; avevo 10 anni. Ho affrontato diverse categorie nei vari campionati, dal CIV al CEV e infine sono balzato al Motomondiale. Dove nei primi due anni ho faticato tanto, avevo soltanto due anni di esperienza in Moto3 nei campionati minori. Ci sono piloti che fanno molti pi&ugrave; anni di formazione&rdquo;.  Cosa ricordi della prima gara nel Motomondiale, due anni fa in Qatar?  &ldquo;Fu una sensazione stranissima, in griglia ero ultimo perch&eacute; ero caduto in qualifica e intorno a me vedevo migliaia di persone, la pressione era tanta. L&rsquo;ambiente del paddock mi &egrave; sempre piaciuto, poi quando le gare vanno bene come a Le Mans, tutti ti salutano e ti fanno i complimenti&rdquo;.  Come valuti la Moto3?  &ldquo;&Egrave; tosta, il livello &egrave; altissimo con distacchi veramente irrisori. Spesso in un secondo ci sono venti piloti&rdquo;.  &nbsp;Quest&rsquo;anno, con i nuovi rookie, il livello &egrave; alzato ulteriormente.  &ldquo;I rookie che sono arrivati vanno fortissimo e hanno spinto tutti noi a migliorare ancora. Tra questi, Pedro Acosta &egrave; veramente forte, crede molto nei propri mezzi e questo fa la differenza. In pi&ugrave; &egrave; anche un bravo ragazzo, non se la tira nonostante vada fortissimo. &Egrave; umile e parla con tutti, a differenza di altri&rdquo;.  Come si svolge la tua giornata tipo?  &ldquo;A Granollers vivo da solo, ma ho la sede del mio team a soltanto 10 minuti di distanza. Ogni giorno vado da loro, nel loro capannone, e inizio gli allenamenti. Quando non ci sono le gare, in inverno, mi alleno due volte al giorno tra bici, palestra e moto. Durante la stagione, invece, oltre ad andare in bici e ad allenarmi in palestra, studio i video delle gare. Per esempio ora che ci attende il Mugello, guardo i video del passato e studio i dati&rdquo;.  Nel team come a casa   Quindi il team ti ha accolto come una seconda famiglia?  &ldquo;S&igrave;. Sono venuto in Spagna a vivere da solo, per&ograve; alla fine sto con loro. Sono effettivamente una seconda famiglia per me, li vedo ogni giorno e questo a livello mentale fa tanta differenza. Stare da solo mi ha fatto anche maturare, prima non cucinavo, non stiravo e non pulivo, mentre adesso &egrave; cambiato tutto, per&ograve; &egrave; meglio cos&igrave;&rdquo;.  Al box hai un collega italiano, come va con lui?  &ldquo;Con Stefano (Nepa) andiamo d&rsquo;accordo, &egrave; un gran lavoratore. Vediamo quest&rsquo;anno cosa riusciremo a fare, tra di noi c&rsquo;&egrave; una sana competiziona, uno stimolo a migliorarsi&rdquo;.    C&rsquo;&egrave; un pilota al quale ti ispiri?  &ldquo;Per primo Valentino Rossi che per me &egrave; una leggenda, ma anche Jorge Lorenzo e Casey Stoner. Entrambi li ho sempre ammirati, Lorenzo per lo stile di guida e Stoner perch&eacute; era un po&rsquo; pazzoide, con i suoi traversi unici&rdquo;.  La tua famiglia ti sostiene in questa tua passione?  &quot;S&igrave;, in tutto e per tutto. Io sono di Genova, non ci sono piste importanti nei dintorni, quindi ogni volta fin da piccolo mi portavano fino a Riccione per farmi allenare. I miei hanno sempre fatto tanti sacrifici per me&quot;.  Il podio di Le Mans lo hai infatti dedicato a loro, ma anche a Fausto Gresini. Che rapporto avevi con lui?  &ldquo;L&rsquo;ho conosciuto nel 2014 e da l&igrave; &egrave; nata una grande amicizia, quando avevamo tempo mi portava a pesca, io ero piccolo e con i capelli ricci. Ricordo anche una volta, quando correvo nel CEV, che il mio albergo era lontanissimo dal circuito e lui mi ha fatto dormire nel suo motorhome. &Egrave; stato lui che mi ha portato al Mondiale, e anche dopo che ho lasciato il suo team, ha continuato a seguirmi come manager. Il nostro rapporto era davvero speciale&rdquo;.  Moto3: dalle minimoto al podio a Le Mans, la favola di Riccardo Rossi 

&quot;&Egrave; stato lui che mi ha portato al Mondiale, e anche dopo che ho lasciato il suo team, ha continuato a seguirmi come manager. Il nostro rapporto era davvero speciale&quot;, ci ha raccontato il pilota italiano

Moto3, Riccardo Rossi: &ldquo;Il mio rapporto con Gresini era speciale&rdquo;

Per la sesta volta consecutiva al termine della gara di Moto3 &egrave; suonato l&rsquo;inno spagnolo, questa volta a Le Mans per Sergio Garcia che in una gara condizionata da condizioni miste ha conquistato il suo primo sigillo stagionale, secondo in carriera. Davanti ad un buon Filip Salac, al suo primo iridiato, e a Riccardo Rossi che ha firmato un ottimo terzo posto, assaggiando per la prima volta il sapore del podio. Il secondo miglior italiano &egrave; stato Romano Fenati, che ha concluso la top 10 e il leader del campionato Pedro Acosta non &egrave; riuscito a imporsi come fatto nelle tre gare precedenti (ed &egrave; sempre pi&ugrave; leader).&nbsp;Ecco i voti del quinto Gran Premio stagionale.  Sergio Garcia 10   Vince senza rivali, con precisione e concentrazione, e vola al secondo posto in campionato. Da non sottovalutare nel prosieguo del campionato. Lo spagnolo ha grinta.  Riccardo Rossi 9   &ldquo;Ce l&rsquo;ho fatta!&rdquo; Il suo commento appena arrivato al parco chiuso la dice lunga sull&rsquo;importanza del risultato. Da Genova Sturla al primo podio mondiale, applauso!  Filip Salac 9   &Egrave; stato il primo podio anche per il pilota della Repubblica Ceca, ottenuto con forza e all&rsquo;inseguimento di Garcia. Molto bene il pilota del team Snipers che ha potuto mettere in mostra il suo talento.    Pedro Acosta 8   Dopo una tripletta brillante, ecco il primo errore del debuttante leader, che &egrave; riuscito comunque a metterci una pezza e ha dato un&rsquo;altra prova di carattere. Saldamente primo in campionato.  Adrian Fernandez 7   Domenica &egrave; stato lui ad aprire la classifica dei debuttanti in Francia. Il pilota del Max Racing team ha condotto un&rsquo;ottima gara chiudendo ai piedi della top 5. Incoraggiante risultato.  Andrea Migno 6   Ci si aspettava di pi&ugrave; dal romagnolo, partito dalla pole position, ma non &egrave; riuscito a stare nel gruppo di testa. Si rifar&agrave; al Mugello, sulla pista di casa.  Niccol&ograve; Antonelli 5   Cos&igrave; come &ldquo;Nicco&rdquo; che &egrave; scivolato senza poter ripartire. La pioggia gli ha giocato un brutto scherzo ed &egrave; ora quinto in campionato. Peccato, bisogner&agrave; reagire subito.    Romano Fenati 6   Non ha brillato in queste condizioni miste l&rsquo;ascolano, ma ha ottenuto punti importanti in ottica titolo. Ha portato a casa quanto riuscito, senza poter risalire il gruppo.  Dennis Foggia 4   Dov&rsquo;&egrave; finito il missile? Un&rsquo;altra prova incolore per il pilota romano che ha chiuso fuori dalla zona punti. Con soli 20 punti finora conquistati &egrave; un po&#39; difficile pensare ora all&#39;obiettivo iridato  Guarda la MotoGP live su DAZN. Attiva Ora 

Sergio Garcia ha vinto la quinta gara stagionale, sul circuito di Le Mans, dove Riccardo Rossi ha tenuto alto il nostro tricolore. Diamo i voti!

Moto3, le pagelle del GP di Francia

Matteo Grattarola (Beta) s&rsquo;inchina soltanto ai due ospiti spagnoli Jeroni Fajardo (Sherco) e Jaime Busto (Vertigo) - Rispettivamente numero 5 e numero 3 nel ranking mondiale - alla prima del campionato italiano organizzata nell&rsquo;area Pro Trial Park di Ceranesi, vicino a Genova.  &nbsp;Con la consueta partenza al Santuario Madonna della Guardia &ndash; sede del Moto Club, grazie al rettore ben disponibile a ospitare manifestazioni di questo sport &ndash; il percorso si &egrave; sviluppato interamente nell&rsquo;area autorizzata, dove si continua a svolgere un&rsquo;intensa attivit&agrave; didattica. Il terreno lo consente perch&eacute; ricco di rigagnoli, radici, saliscendi tipici del Trial naturale, a cui le nuove generazioni non sono per nulla abituate. Oggi i giovani sono avvezzi ad affrontare ostacoli Indoor, un po&rsquo; per volont&agrave; e un po&rsquo; per necessit&agrave;, a causa delle restrizioni ambientalistiche. Stavolta la zona Indoor non l&rsquo;hanno trovata: tutte le 12 sezioni da percorrersi due volte - molto ben preparate, per un percorso davvero bellissimo - sono state tracciate nel bosco, con qualche difficolt&agrave; per chi assiste, ma visto che al pubblico non era permesso accedere, non si &egrave; presentata la criticit&agrave;. Come da previsioni &egrave; stato Grattarola l&rsquo;uomo da battere: il trentatreenne lecchese ha tenuto fede al suo palmares difficilmente eguagliabile, forte di 11 titoli nazionali Outdoor, 10 Indoor, due corone mondiali, tre titoli europei, conquistati con ben quattro Marche differenti.  Trial: Matteo Grattarola ci racconta i suoi segreti  Invasione spagnola   La sfida lanciata dai due piloti della GASGAS, Luca Petrella e Gianluca Tournour, freschi di un nuovo team e motivati a dare lo scacco matto al campione, non ha scalfito Grattarola, che ancora una volta ha confermato di avere una marcia in pi&ugrave; fra i piloti tricolori. Al pilota della Beta resta sicuramente il rammarico per non essere riuscito &ndash; come spesso accadeva in passato &ndash; a uscire padrone assoluto con un trionfo nella categoria Internazionali. A rimpinguare una sempre pi&ugrave; scarna categoria TR1, ridotta ora a sette partecipanti, ci e un francese, fra loro Fajardo e Busto, che nonostante l&rsquo;handicap della partenza per primi, &ldquo;aprendo&rdquo; tutte le zone, sono riusciti a stare davanti a Grattarola.  Fajardo &egrave; subito partito molto forte e ha infilato quattro &ldquo;zero&rdquo; consecutivi, per poi arrendersi con due fiaschi alle zone 5 e 6. Altri cinque &ldquo;zero&rdquo; e un &ldquo;cinque&rdquo; all&rsquo;ultima, timbrato per evitare di finire il tempo limite del primo giro. Tutti i piloti della TR1 si sono infatti trovati nella medesima situazione: troppo tempo a studiare zone fuori dai loro standard e l&rsquo;affluenza dei piloti di categorie pi&ugrave; basse, come la TR4 al loro secondo giro, sono i fattori che li hanno attardati al punto da dover saltare la zona 12. I 15 punti del numero uno Sherco sono stati soltanto avvicinati dalla coppia Grattarola-Busto, entrambi colpevoli di 23 errori. Un po&rsquo; pi&ugrave; staccati Tournour (27) e Petrella (28).  Nel giro Fajardo ha controllato agevolmente, forte del suo vantaggio, e ha chiuso con 10 punti, ma ha rischiato di subire il sorpasso da Busto che soltanto per un &ldquo;5&rdquo; &ndash; per la quasi impercettibile uscita da una porta con la ruota davanti all&rsquo;interno dell&rsquo;ultima zona &ndash; &egrave; stato privato di un punteggio clamoroso di due penalit&agrave; totali. Terminando a &ldquo;7&rdquo;, per quel piccolo errore si &egrave; dovuto accodare a Fajardo. Non in grado di inserirsi in questa battaglia, un Grattarola un po&rsquo; pi&ugrave; disattento ha concluso il giro a 18, battuto anche da Petrella (16) in questo parziale, ma comunque saldamente vincitore nel campionato italiano.  Terzo per un solo &ldquo;zero&rdquo; Tournour che &egrave; stato rimontato e appaiato nel punteggio da Lorenzo Gandola (Beta). Nella categoria Femminile successo per Andrea Sofia Rabino (Beta), la quindicenne pinerolese cresciuta moltissimo nell&rsquo;ultimo anno a livello tecnico. In testa dall&rsquo;inizio alla fine, con i parziali di 15 e 18 &egrave; risultata inavvicinabile. Seconda la campionessa in carica Martina Gallieni (TRRS) davanti a Martina Balducchi (Beta). Assente per infortunio a una mano Alex Brancati (GasGas). Ben 143 i partecipanti e 34 quelli del Minitrial. Un ottimo avvio, considerate ledifficolt&agrave; del momento.  Il prossimo appuntamento sar&agrave; a Gualdo Tadino (PG) il 23 maggio.  Trial: Emma Bristow, lady di ferro  &nbsp; 

Grattarola risponde agli assalti degli emergenti Petrella e Tournour nella classifica tricolore, ma nella classe &ldquo;internazionali&rdquo; prevalgono i top rider stranieri come Fajardo e Busto. La giovane Rabino vince la sfida femminile. In liguria, ben 143 i piloti al via

Trial: i risultati del Campionato Italiano a Ceranesi

Il campionato italiano Trial ha aperto i battenti nell&rsquo;area chiusa del Pro Park di Ceranesi, alla periferia di Genova, con una gara tradizionale di un giorno, quello che viene indicato come format A, nel corso del weekend appena passato. Sviluppi Covid-19 permettendo, la kermesse proseguir&agrave; con altri cinque appuntamenti, in cui due utilizzeranno il format B di due gare separate, una sabato e una domenica.  L&rsquo;uomo da battere &egrave; sempre lui, quel Matteo Grattarola forte di undici titoli nazionali Outdoor, dieci Indoor, due corone mondiali, tre titoli europei, conquistati con ben quattro Marche differenti. capace di affermarsi domenica scorsa nella categoria TR1.  A 33 anni non mostra segni di cedimento e continua a trovare motivazioni per vincere ancora. Nel Mondiale ritorner&agrave; nella categoria TrialGP. A lui chiediamo preziosi consigli per quel delicato momento di preparazione della moto, prima della competizione; la messa a punto di motore e sospensioni, che un tempo non venivano considerati importanti, perch&eacute; la gara presentava una svariata tipologia di ostacoli: il muro in terra, il pietrone, le radici, le vertiginose salite, il viscido sottobosco.  A seconda della zona ci si sarebbe dovuti presentare con un settaggio specifico e questo non era materialmente possibile, quindi si optava per un ragionevole compromesso. Si agiva unicamente sulla carburazione, per gestire diverse altitudini. Ai giorni nostri, vuoi per le restrizioni che impongono gli ambientasti ostili al Trial, vuoi per venire incontro alle esigenze del pubblico, poco propenso a inerpicarsi in luoghi sperduti per godersi lo spettacolo, le gare sono pi&ugrave; caratterizzate da una omogenea tipologia di ostacoli. Sulla base dell&rsquo;ispezione del giorno prima, il pilota, con l&rsquo;aiuto del suo fido meccanico, sceglie come tarare le sospensioni, la mappatura per sprigionare la potenza del motore, la pressione atmosferica delle gomme.  Trial: Emma Bristow, lady di ferro  I punti focali della messa a punto   Sei tu che ti adatti alla moto o la moto adatta la moto al tuo stile di guida?  &laquo;Ogni moto ha i suoi pregi e i suoi difetti. Io ho sempre cercato di sistemare sospensioni e prontezza del motore come piacciono a me, nel limite del possibile delle varie moto che ho utilizzato&raquo;.  Prima di entrare nel merito delle singole gare del campionato italiano, c&rsquo;&egrave; un tuo &ldquo;settaggio&rdquo; standard che ci puoi svelare?  &quot;In genere, sull&rsquo;ammortizzatore scelgo una via di mezzo, non troppo sfrenato ma neanche il contrario. Ora che mi alleno molto in Spagna, dove si usa &#39;palleggiare&#39;, tengo il retrotreno poco sfrenato per controllare meglio la moto&quot;.  Parliamo di motore.  &quot;Quello non lo modifico quasi mai. Mi serve una frizione &ldquo;on-off &ldquo; e una buona dose di potenza, in grado di darmi sicurezza sugli ostacoli alti&quot;.  E sulla potenza del motore?  &quot;Non tocco nulla. Al massimo uso una marcia pi&ugrave; alta, perch&eacute; la moto reagisca meno aggressivamente. Tipo, invece che la seconda, la terza e su una rampa ci butto la quarta, per esempio&quot;.  Che pressione delle gomme usi?  &quot;Nel fango al massimo scendo a 0,28 bar, mentre sull&rsquo;asciutto sono in genere a 0,32 bar. Non di meno, perch&eacute; si rischia di tagliare la gomma&quot;.  Seconda prova il 23 maggio a Gualdo Tadino, in Umbria. L&igrave; come sar&agrave; il terreno?  &quot;Normalmente pi&ugrave; asciutto e roccioso. Nell&rsquo;ispezione alle zone vedr&ograve; se ci sono muri alti o no. In tal caso, chieder&ograve; di avere un ammortizzatore pi&ugrave; sfrenato e la gomma un po&rsquo; pi&ugrave; dura&quot;.  Chi ti prepara i settaggi, il solito &ldquo;mago&rdquo; Andrea Tron?  &quot;Non pi&ugrave;: con lui ho lavorato sette anni, quando correvo per la GASGAS. Ci sentiamo regolarmente per confrontarci, ora mi aiuta il reparto corse Beta&quot;.  La terza prova sar&agrave; su due giorni, alla frazione Montoso del comune di Bagnolo Piemonte, in provincia di Cuneo, nel weekend del 19 e 20 giugno, in alta montagna...  &quot;L&igrave; siamo a 1500 metri di altitudine. In questo caso si dovr&agrave; anche lavorare sul motore. Andr&ograve; ad allenarmi a quella altitudine per provare la carburazione. Pu&ograve; essere anche che si debba abbassare la testa o modificare lo scarico e il  volano, cercando il giusto compromesso&quot;.  Ancora due giorni di gare il 24 e 25 luglio, nell&rsquo;off-road Park di Pietramurata, a Trento, dove ti sei laureato campione mondiale Trial2 nel 2018. Ti piace quel posto?  &quot;&Egrave; un terreno particolare; se piove cambia parecchio. A me non dispiace. Come altitudine, non richiede particolari attenzioni; siamo sui 500 metri, quindi penso opter&ograve; per un &#39;settaggio&#39; tradizionale&quot;.  Si riprende il 5 settembre, a Ponte di Legno, in provincia di Brescia. Cosa ti aspetter&agrave; l&agrave;?  &quot;Un vero Trial Outdoor, con salitoni, curve su radici, anche se ci sar&agrave; di sicuro una zona indoor. Una bella gara. Non credo di dover fare nulla di particolare&quot;.  Conclusione vicino a casa tua, a Oggiono, nei pressi di Lecco, il 17 ottobre. Che terreno troverai?  &quot;Quello della Due Giorni della Brianza. Quando &egrave; asciutto e polveroso, c&rsquo;&egrave; un&rsquo;ottima aderenza. Invece, se piove, non &#39;attacca&#39; da nessuna parte&quot;.  Io guido da sola: Paola Dolci, tra polvere e fornelli  &nbsp; 

A 33 anni, sar&agrave; tra i protagonisti della stagione, dopo aver vinto ben undici titoli. Talento ma anche capacit&agrave; di mettere a punto la moto, come ci ha spiegato in esclusiva&nbsp;

Trial: Matteo Grattarola ci racconta i suoi segreti

Il the Blacksheep Team si &egrave; da sempre autodefinito la &ldquo;pecora nera&rdquo; del paddock, per&ograve; in senso buono, per una accezione positiva che il caposquadra Marco Frison descrive cos&igrave;: &ldquo;Quando arrivammo a correre, avevamo un semplicissimo furgone - racconta - sul quale c&rsquo;erano le moto, gli attrezzi ed il minimo indispensabile. Niente di pi&ugrave;. I rivali montavamo hospitality e quant&rsquo;altro, noi nemmeno l&rsquo;ombra di tutto questo. Nonostante tutto, in pista andavamo forte, contraddistinguendoci per concretezza e pure per correttezza: ogni accordo preso con piloti, organizatore, fornitore e sponsor &egrave; stato onorato, contrariamente a quanto si &egrave; visto fare da altri. Ecco perch&eacute;, scherzosamente, siamo la pecora nera di turno&rdquo;.    Ora &egrave; chiaro da dove arrivi il nome Blacksheep...  &ldquo;Esatto, il segreto &egrave; svelato (ride). Comunque, il nome non deve intimorire, anzi: abbiamo ottimi rapporti con tutti e devo dire che &egrave; sempre bello ricevere complimenti di ogni genere. Per esempio, la nostra Yamaha R6 &egrave; parecchio ammirata, a piacere &egrave; la livrea, per colori difficili da mettere insieme, tuttavia in una rifinitura coerente, armoniosa, grintosa&rdquo;.  Come sar&agrave; la grinta 2021?  &ldquo;Doppia, perch&eacute; al gi&agrave; confermato Marco Muzio, con cui ci troviamo veramente bene sia in pista che nel box, affianchermo la novit&agrave; dell&rsquo;anno. Si chiama Jacopo Facco, vincitore del Pirelli Cup 600, categoria che lo lancia nel CIV Supersport. In pratica, avreme due pecore nere: Muzio &egrave; l&rsquo;esperto, Facco il giovane. Il nostro team &egrave; completo e pronto alla sfida&rdquo;.    Da Genova e Monselice, in giro per l&rsquo;Italia e non solo   Muzio gareggia da tanti anni a livelli buonissimi. Protagonista dell&rsquo;ELF CIV in tutte le principali classi, Marco si &egrave; specializzato nella 600: &ldquo;Corro con Blacksheep dal 2015 - svela - un team che per me &egrave; come una famiglia. Io ho 38 anni e, ormai da due, dichiaro che star&ograve; per affrontare la mia utima stagione di corse, invece... non &egrave; mai cos&igrave;, perch&eacute; con loro sto talmente bene, tanto da voler terminare la mia carriera con questa squadra, con il solito spirito di passione&quot;.    La novit&agrave; ha 20 anni e vive a Monselice, giusto due passi dalla sede Blacksheep di Padova:&nbsp;&ldquo;Sono stato pi&ugrave; volte da loro - Jacopo Facco &egrave; entusiasta - notando una grande professionalit&agrave; da parte di tutti. Esco da campione del Pirelli Cup 600 ed il mio obiettivo &egrave; diventare Rookie della Supersport tricolore 2021. Non vedo l&rsquo;ora di saltare insella per i primi test stagionali&rdquo;.  Test che potrebbero svolgersi anche fuori dal Bel Paese: &ldquo;Magari a Cartagena - continua Frison - perch&eacute; &egrave; vero che iniziammo con un furgone, ma oggi Blacksheep ha un camion, la tenda service ed uno staff che lavora nelle competizioni da anni. Il nostro elettronico &egrave; Massimo Neri, un professionista gi&agrave; visto a fianco di Troy Corser in Suzuki, con tanto di titolo SBK vinto nel 2005. Abbbiamo tutto quanto utile per fare bene nel bellissimo CIV Supersport, con l&rsquo;idea di concretizzare eventuali wild card iridate&rdquo;.  &nbsp;Leon Haslam sostiene che Honda abbia capacit&agrave; pi&ugrave; grandi rispetto a Kawasaki 

Il Blacksheep Team di Marco Frison conferma l&#39;esperto Marco, pilota genovese di 38 anni, che divider&agrave; il box Yamaha con Jacopo Facco, padovano ventenne vincitore del Pirelli Cup 600

Doppia &quot;pecora nera&quot; nel CIV Supersport, con Facco accanto a Muzio

Pioggia, vento e freddo non hanno fermato, nella giornata di ieri, Vanni Oddera e la sua &ldquo;banda&rdquo;. In ballo c&#39;era un&#39;impresa davvero speciale: portare un abete e naturalmente addobbarlo, davanti alla struttura Abeo che a Genova ospita le famiglie che hanno i bambini ricoverati all&#39;ospedale Gaslini.  N&egrave; freddo n&egrave; pioggia a fermare l&#39;impresa   A postare il video girato da Samuel Rosso &egrave; stato lo stesso FMX rider Vanni Oddera che sar&agrave; ospite anche a MotoWeek nella giornata di domani e che ormai da anni ha deciso di dedicare gran parte della sua vita e del suo talento alla Mototerapia, un progetto che, attraverso la moto, cerca di portare un sorriso ai bambini e alle persone ammalate. &ldquo;Ieri mattina presto &ndash; si legge dal post pubblicato su Instagram &ndash; quattro amici si sono svegliati e sotto la pioggia hanno voluto realizzare un piccolo sogno per le famiglie ospiti dell&#39;Abeo, struttura che offre alloggio ai nuclei familiari in difficolt&agrave; con bambini ricoverati in oncologia pediatrica all&#39;ospedale Gaslini di Genova&rdquo;.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da Vanni Oddera (@vannioddera)      &quot;Se c&#39;&egrave; il cuore tutto &egrave; possibile&quot;  E le difficolt&agrave; non sono mancate: caricare un albero di sette metri dentro ad un furgone per poi portarlo da Pontinvrea in centro a Genova non &egrave; stato per niente facile, per non parlare del fissaggio dell&#39;albero, cos&igrave; come degli addobbi. &ldquo;L&#39;impresa non &egrave; stata facile - si legge ancora nel post - ma se c&#39;&egrave; il cuore tutto &egrave; possibile&rdquo;.  L&rsquo;abete &egrave; stato fornito da GianRoberto Tagliero, mentre per le luminarie, a procurarle sono stati la pro loco di Pontinvrea e il sindaco, Matteo Camiciottoli.  MotoWeek, perch&eacute; noi viviamo di moto. Iscrizioni aperte 

Il pilota freestyle FMX &egrave; stato protagonista insieme agli amici di un&#39;iniziativa davvero speciale, che lo ha visto portare un albero di Natale all&#39;Abeo per i bimbi del Gaslini

Vanni Oddera e la sua &ldquo;banda&rdquo;: un regalo speciale per gli ospiti dell&#39;Abeo

La cittadina di Santo Stefano d&#39;Aveto, in provincia di Genova, &egrave; andato in scena il terzo round del Campionato Italiano Trial, giro di boa di una stagione che ha offerto i suoi primi verdetti.  Per il secondo appuntamento consecutivo &egrave; stato adottato il format B &quot;Hard Trial&quot;, con due gare nei due giorni per le classi TR1, TR2, TR3 e TR3 125.  Il percorso di gara &egrave; stato preparato dal&nbsp;Motoclub La Guardia&nbsp;e dal&nbsp;Trial Team Aveto&nbsp;e ha offerto due giornate di elevato tasso tecnico. Da campione del mondo Trial2 2018 e 2020, Matteo Grattarola si &egrave; assicurato la vittoria in entrambi i giorni di gara consolidando la sua leadership della top class TR1, mentre nella TR2 il giovane Carlo Alberto Rabino si &egrave; laureato campione italiano con una tappa d&#39;anticipo.&nbsp;Dieci zone da ripetere per 2 giri hanno aperto il weekend di gara a Santo Stefano d&#39;Aveto con impegnati, nel pomeriggio di sabato 17 ottobre, i trialisti &eacute;lite iscritti alle classi TR1, TR2, TR3 e TR3 125.&nbsp;  Doppietta di Grattarola nella TR-1 internazionale   Nella TR1-Internazionale, sullo slancio del successo mondiale di settimana scorsa nel mondiale, Matteo Grattarola su Beta Factory Trial ha messo a segno la personale quarta affermazione in quattro gare, con 30 penalit&agrave; registrate nei due giri.  Dopo il podio nel Mondiale Trial2 a Lazzate, Gianluca Tournour, alfiere del Team TRRS Italia, si &egrave; confermato ad alti livelli centrando il secondo posto a precedere il giovane Lorenzo Gandola su Vertigo, terzo conquistando il personale primo podio nella TR1. A seguire in classifica Luca Petrella, portacolori del team Beta Factory, &egrave; quarto seguito da due wild card spagnole del Team SPEA RFME, Eric Miguel e Pablo Suarez, rispettivamente in quinta e sesta posizione. Completano il novero dei piloti TR1 Andrea Riva, Sergio Piardi, Stefano Bertolotti e Alex Canales, con quest&#39;ordine dal settimo al decimo posto.  La domenica nellaTR1-Internazionale Matteo Grattarola non ha fatto sconto ai suoi avversari assicurandosi la quinta vittoria in cinque gare stagionali dell&#39;Italiano Trial, consolidando sempre pi&ugrave; la sua leadership di campionato della graduatoria Nazionale e la vittoria in anticipo della classifica Internazionale. Con 23 penalit&agrave; a referto ha preceduto di 10 il compagno di marca Luca Petrella, secondo avendo ragione in questa circostanza di Gianluca Tournour, nuovamente sul podio con il Team TRRS Italia. Al quarto posto nella graduatoria internazionale figura la wild card spagnola Eric Miguel seguito da Andrea Riva e Lorenzo Gandola, rispettivamente quarto e quinto nella classifica nazionale. Per chiudere il novero dei piloti TR1, settimo Pablo Suares a precedere nell&#39;ordine Sergio Piardi, Alex Canales con Stefano Bertolotti costretto al ritiro.  Rabino si laurea in TR2   La&nbsp;classe TR2&nbsp;ha ribadito lo stato di forma di Carlo Alberto Rabino, vincitore sabato con la propria Beta, nuovamente davanti ad Andrea Gabutti, secondo a completare l&#39;1-2 targato Pata Talenti Azzurri. Sul terzo gradino del podio convincente prestazione di un ex-campione TR2 del calibro di Pietro Petrangeli su Beta, il quale ha avuto ragione di Manuel Copetti, pilota del team TRRS Italia e Mattia Spreafico, alfiere Sherco BBR Offroad.  Domenica la corsa al titolo si &egrave; chiusa in anticipo nella&nbsp;TR2. Al culmine di un 2020 esaltante con 5 vittorie nelle 5 gare fin qui disputate, Carlo Alberto Rabino, portacolori del team Beta Rabino Sport, si &egrave; assicurato con una tappa d&#39;anticipo il titolo italiano di categoria. Un traguardo prestigioso per il giovane trialista coinvolto nel progetto Pata Talenti Azzurri FMI, gi&agrave; laureatosi nel 2017 campione italiano TR3 125 e vice-campione del mondo 2019 della Trial125.  In questa seconda gara TR2 del weekend, Rabino con 18 penalit&agrave; ha preceduto Luca Corvi (GasGas) ed Andrea Gabutti (Team TRRS Italia), nuovamente sul podio.  Bis di Poncia in TR3   La classe TR3&nbsp;ha invece proposto un nuovo successo per Luca Poncia (Beta) con 3 penalit&agrave; in meno rispetto a Gabriele Saleri (Beta) e sempre Alessandro Nucifora (Jotagas) sul podio.  La&nbsp;TR3&nbsp;ha proposto altres&igrave; il bis di Luca Poncia, su Beta vincitore con il giovane Dario Doglio (TRRS) e Daniele Tosini (TRRS) con quest&#39;ordine nella top-3.  Le altre classi   La&nbsp;TR3 125&nbsp;riservata ai giovani da 14 a 21 anni di et&agrave; ha invece riservato la vittoria il sabato di Giacomo Brunisso (GasGas) seguito dal capo-classifica di campionato Cristian Bassi (Beta) e Mirko Pedretti (Beta).  Pronostico rispettato la domenica nella&nbsp;TR3 125&nbsp;con Giacomo Brunisso (GasGas) nuovamente in trionfo davanti a Cristian Bassi (Beta), secondo confermandosi capo-classifica di campionato, terzo Gabriele Agostinis (Vertigo).  La&nbsp;TR4&nbsp;ha garantito una nuova affermazione a firma Marco Andreoli (Montesa) che ha avuto ragione di Michael Daniel Pellegrinelli (Vertigo) e Maurizio Pesenti (Beta).  La&nbsp;TR3 Open,&nbsp;che ha registrato l&#39;adesione di 32 partecipanti, ha proposto nuovamente sul gradino pi&ugrave; alto del podio Emanuele Gilardni (Montesa) per 1 sola penalit&agrave; rispetto a Valter Feltrinelli (Montesa) con Fabrizio Barre (Beta) a completare la top-3.  Nella E-Trial, riservata alle moto elettriche, Edoardo Verdari (Electric Motion) ha messo a segno la terza vittoria di fila a precedere Gian Paolo Concina (GasGas). Sempre avvincente ed entusiasmante la sfidaFemminile&nbsp;con Santo Stefano d&#39;Aveto che ha riproposto nuovamente in testa alla classifica la quattordicenne Andrea Sofia Rabino (Beta Rabino Sport), uscita vittoriosa dal confronto con la vincitrice di Piazzatorre Martina Gallieni (Team TRRS Italia) e la pluri-campionessa italiana Sara Trentini (Montesa S2 Motorsport). Le tre atlete sono pronte a giocarsi il titolo 2020 nel conclusivo round in agenda a Pietramurata di Dro il prossimo mese di novembre.  Un TrialGP maiuscolo in casa Motoclub Lazzate  In scena anche il Minitrial   Sempre in concomitanza con i &quot;grandi&quot; dell&#39;Italiano Trial, a Santo Stefano d&#39;Aveto si &egrave; disputato il terzo round del Campionato Italiano MiniTrial, serie che rappresenta l&#39;effettivo serbatoio di talenti dei campioni di domani. Nelle classi riservate ai giovanissimi di almeno 8 anni di et&agrave; si sono registrate diverse sorprese e conferme.  La MiniTrial A ha sancito il terzo successo stagionale in tre gare di Mirko Pedretti (Beta), vincitore a precedere Chrystian Svanella (GasGas) e Alex Zandon&agrave; (TRRS), suggellando un weekend che lo ha visto sabato conquistare un posto sul podio nella TR3 125.  Nella MiniTrial B &egrave; proseguito il duello tra Matteo Cella (Beta) e Marco Turco (Vertigo), con il primo al secondo urr&agrave; consecutivo e con Gabriele Pardini (Beta), per via della cosiddetta regola degli zeri, classificatosi terzo.  Questa discriminante ha garantito il successo della MiniTrial C ad Etienne Giacuzzo (TRRS) con lo stesso numero di penalit&agrave;, 13, di Luca Colorio (Beta) con Edio Poncia (Beta) terzo. Se la MiniTrial D ha proposto il successo di Ivan Mezzogori (Beta), la MiniTrial Open ha prodotto una nuova vittoria per Lapo Farolfi (GasGas) a precedere Tommy Stefani (Beta) e Giacomo Midali (Beta).  Il podio della Femminile-B ha invece riportato sul gradino pi&ugrave; alto del podio Alice Bergamo (GasGas) con Erika Crosetti (TRRS) e Alice Parodi (Beta) rispettivamente seconda e terza, nuova affermazione nella E-Trial B invece per Michele Vietti Violi (Beta).  Il Campionato Italiano Trial e MiniTrial torner&agrave; in azione sabato 14 e domenica 15 novembre all&#39;Offroad Park di Pietramurata di Dro, in provincia di Trento, per l&rsquo;appuntamento conclusivo della stagione.     MXGP Fiandre, Cairoli: &ldquo;Sono davvero deluso&rdquo;    

Giro di boa per il campionato tricolore, che per il secondo appuntamento consecutivo ha adottato il format &ldquo;Hard Trial&rdquo;, con due gare nei due giorni in provincia di Genova

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