        Il primo appuntamento del Campionato del Mondo FIM di Motocross &egrave; andato in archivio con la vittoria di Maxime Renaux (Yamaha) che ha avuto la meglio sul connazionale Romain Febvre (Kawasaki). I due che non si sono mai amati si sono divisi equamente le vittorie del GP ma il successo del pilota della Yamaha in qualifica gli vale la leadership in solitaria del campionato.  La partenza di gara 1 MXGP con Seewer davanti a tutti @L.Resta Le pagelle della MXGP Maxime Renaux: 9 1/2 Il 10 lo teniamo per la tripletta, qualifica e manche di gara, per ora la stagione di Maxime inizia in maniera esplosiva, nel comunicato che Yamaha diffonde al venerd&igrave; prima della gara, dichiara di voler puntare al titolo, i fatti gli danno ragione e se il buongiorno si vede dal mattino&hellip; intanto si gode la prima tabella rossa della classe regina in carriera. Ambizioso Romain Febvre: 9 Mezzo punto in meno per via della qualifica che gli sfugge di poco. Romain a 33 anni compiuti continua a essere uno dei pi&ugrave; tenaci e competitivi piloti in pista. Lui dichiara di essere nella miglior condizione fisica di sempre e a vederlo guidare con grinta fino all&rsquo;ultima curva c&rsquo;&egrave; da credergli. La tabella rossa a 10 anni dall&rsquo;ultima conquista dalla Yamaha proprio da lui e proprio in Argentina sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Inossidabile Tim Gajser: 8 Tre volte terzo, tre volte prudente, lo sloveno non ha mai nascosto le sue ambizioni in campionato e il sesto titolo, il quinto nella classe regina, sono l&rsquo;unico obbiettivo possibile per chi come lui &egrave; in grado di puntarci. Eccesso di prudenza, o tattica visto che i due davanti a lui prendono sempre qualche rischio in pi&ugrave;? Solo il tempo ce lo dir&agrave;, per ora arriva lo stesso risultato dell&rsquo;Argentina 2024, terzo. Prudente&nbsp; Guadagnini: 8 1/2 Un quarto posto che vale oro, almeno per quello che riguarda il giovane veneto che da quando &egrave; passato in rosso sembra essere rinato. Cosa sia non &egrave; ancora chiaro, gli effetti della cura Maddii-Ciabatti, il feeling con la Desmo450 MX o la voglia di riscatto, fatto sta che dopo il podio di Montevarchi arriva un hole-shot in gara due e un doppio quarto che fanno sognare. Entusiasta  La felicit&agrave; di Renuax sul podio di Cordoba @L.Resta Lucas Coenen: 10 I segni che qualcosa di brutto gli sia successo da pochissimo li nasconde per tutto il weekend ma sul finire della domenica spunta una foto che mostra evidenti segni di un doppio intervento dalle parti dei polsi, forse per ridurre i danni di una brutta caduta. Lui resta prudente fino alla domenica, quando si scatena e piazza un 7&deg; e un 8&deg; posto che hanno dell&rsquo;incredibile e gli valgono il 6&deg; di giornata. Mostruoso Valentin Guillod: 9 Prendi una moto in affitto, mettici la marmitta che ti sei portato in valigia, attaccaci due numeri e trattala bene, vedrai che lui ci far&agrave; sognare. Lo svizzero che in inverno ha detto di no a una proposta di Beta, corre da wild card. Fa segnare ovviamente il miglior tempo nelle prove riservate ai piloti locali che per&ograve; sarebbe l&rsquo;11&deg; assoluto della MXGP. Finisce 11&deg; in qualifica a una sola posizione dai punti e in gara 2, dopo un ritiro, chiude addirittura al 5&deg; posto davanti alle Yamaha ufficiali di Jago Geerts e Calvin Vlaanderen! Date una moto a questo ragazzo! Tom Koch: 4 21&deg; e ultimo dei piloti factory, finisce il primo Gran Premio con la Beta alle spalle del brasiliano Aparecido Dos Santos (Yamaha), mentre il suo compagno veleggia almeno attorno alla top 15, davvero troppo poco per la nuova guida della moto italiana. Ok,. Era solo la prima gara, ora per&ograve; bisogna rifarsi al pi&ugrave; presto. Rimandato  de Wolf, numero 1 e senza tabella rossa ma solo per il primo GP @L.Resta Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Le pagelle della MX2 Kay de Wolf: 7 Parte da favorito assoluto e si conferma al vertice a fine weekend, per&ograve; non convince al 100%. Al sabato le prende da uno scatenato Adamo. In gara 1 si impone con autorevolezza ma nella seconda sbaglia tanto e se non fosse per il regalone di Langenfelder, non avrebbe ripreso la tabella rossa. Minimo sindacale Andrea Adamo: 8 Vincitore al sabato, conquista subito la tabella rossa che per&ograve; non gli porta fortuna e in gara 1 deve fare i conti con una rottura. In gara due non parte davanti ma con la grinta mostrata il giorno prima, rimonta caparbiamente fino al secondo posto. Il primo podio &egrave; solo rimandato. Tenace Cas Valk e David Braceras: 8 Incredibile la prima gara del pilota olandese che si mette dietro un sacco di moto ufficiali finendo terzo. Certo la sua KTM non poi cos&igrave; male ma Cas, che lo scorso anno ha chiuso la EMX250 dietro Valin e Lata, fa vedere che se parte bene pu&ograve; davvero dire la sua, come lo spagnolo che si piazza al quarto posto di gara uno, primo delle Honda in pista e ovvimanete davanti alle due factory. Sorprendenti Thibault Benistant: 5 Opaco come i suoi colleghi in blu, il francese chiude all&rsquo;undicesimo posto il primo Gran Premio dell&rsquo;anno. Il suo 2025 che potrebbe essere cruciale per il proseguo della sua carriera, non inizia al meglio, soprattutto su una pista che in teoria si adatta alle sue caratteristiche di guida. Opaco  Bellissima la prima gara di Valk, chiusa da terzo al traguardo @L.Resta Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Pista spettacolare, pubblico entusiasta Pubblico: 10 Tanti, tantissimi, gli spettatori venuti da ogni parte del Sud America per assistere alla MXGP. Brasile, Uruguay, Paraguay, Cile e ovviamente Argentina, l&rsquo;anno fatta da padrone, Bello vedere migliaia di persone in fila nonostante il maltempo, dalle prime ore del mattino, per accaparrarsi un posto in prima fila. Appassionato Tracciato: 9 Una pista bella, tecnica e veloce con salti immensi che riesce nell&rsquo;intento di non far rimpiangere l&rsquo;amatissima Villa La Angostura che per 8 anni ha ospitato il Gran Premio di Argentina. Il tracciato di Cordoba ha tutto per piacere a piloti, addetti ai lavori e al pubblico. Bellissimo  L'attesa prima del via di gara due MXGP @L.Resta       

La prima gara su venti della MXGP 2025 si &egrave; conclusa con tante sorprese, alcune conferme e poche delusioni. Ecco allora&nbsp; i promossi e i rimandati delle gare MXGP e MX2 di Cordoba.

MXGP: le pagelle del Gran Premio di Argentina

        55.000 gli spettatori sudamericani che dal Cile, dal Brasile e dall&rsquo;Uruguay si sono uniti agli appassionati argentini per seguire il primo round del Campionato del mondo di Motocross. Dopo una nottata di pioggia intensa, caduta sul Circuito Infinito&rdquo; di Cordoba fino alle prime ore del mattino, trasformandolo in una pozza di fango liquido, il vento e il sole arrivati in aiuto degli organizzatori hanno trasformato la pista da fangosa durante i warmup a polverosa nelle seconde frazioni.  la partenza di gara due, al centro Guadagnini (101) @L.Resta Ducati parte davanti anche con Guadagnini Al via di gara due &egrave; un&rsquo;altra Ducati, quella di Mattia Guadagnini questa volta, a prendere il comando, bissando l&rsquo;hole-shot di Jeremy Seewer in gara uno che invece cade al secondo via. Il veneto scatta davanti a Maxime Renaux (Yamaha), Lucas Coenen (KTM) e Romain Febvre (Kawasaki), con Tim Gajser (Honda), 6&deg; alle spalle di un sorprendente Valentin Guillod (Yamaha), passato attraverso la qualifica con i piloti locali e partito dal 24&deg; cancello. Renaux passa Guadagnini nel corso del primo passaggio, poi &egrave; la volta di Febvre che per&ograve; impiega tre giri per avere la meglio dell&rsquo;italiano galvanizzato dalla buona partenza. Alle loro spalle Gajser passa Guillod, mentre Coenen scivola al sesto posto.&nbsp;  Guadagnini davanti a Febvre @L.Resta Renaux in fuga, Febvre insegue Renaux spinge come un forsennato e Febvre non riesce a recuperare lo svantaggio dal rivale e anzi, deve spingere anche per limitare il rientro dello sloveno che nel frattempo si porta al terzo posto. I tre di testa fanno gara a se e girano su tempi inavvicinabili per gli altri piloti, incrementando il gap sugli inseguitori. Renaux nel finale gestisce il vantaggio su Febvre che riesce a tenersi alle spalle il pilota della HRC, con Guadagnini 4&deg; davanti a Guillod e Horgmo. Sul podio Renaux &egrave; primo con la prima tabella rossa in carriera in 450, la prima per Yamaha da quella conquistata nel 2016 da Romain Febvre proprio in Argentina e che il francese terr&agrave; fino al GP di Germania. Febvre sale sul secondo gradino del podio a pari punti con il connazionale, mentre Gajser si deve accontentare del terzo posto.  Tim Gajser nella pulvere sollevata da Febvre @L.Resta Un quarto posto dal sapore dolce per Guadagnini Quarto posto assoluto per Guadagnini che regala alla Ducati il miglior risultato della giovanissima storia della casa di Borgo Panigale, mentre Glenn Coldenhoff (Fantic), &egrave; 5&deg; di giornata davanti a un resiliente Coenen. Top 10 per Andrea Bonacorsi (Fantic), nono assoluto, mentre Seewer conclude il suo primo GP in rosso, il 204&deg; consecutivo, al 12&deg; posto. Giornata amara per Alberto Forato che rimedia un punto in gara uno e che cade rimediando una distorsione al ginocchio sinistro in gara due ed &egrave; costretto al ritiro. Il veneto dovr&agrave; sottoporsi a esami per capire l&rsquo;entit&agrave; del danno.  Il podio del GP di Argentina, da sx: Febvre, Renaux e Gajser @L.Resta       

Sovvertendo i pronostici Renaux e Febvre si spartiscono le vittorie di manche. Il pilota della Yamaha vince e guida anche la classifica iridata. Ducati quarta con Guadagnini&nbsp;

MXGP di Argentina: rivoluzione francese

        AVIANO &ndash; La memoria pu&ograve; cancellare le date, forse le vittorie, ma non le sensazioni. E Maurizio Micheluz, che ha sempre vissuto pi&ugrave; di pensieri che di parole, ricorda bene cosa prov&ograve; a sette anni quando sal&igrave; per la prima volta su una Minicross nel cortile di casa. L&rsquo;inizio della lunga avventura da Endurista &ldquo;vagabondo&rdquo;, iniziata a fianco di pap&agrave; Edino, che da buon Crossista friulano trasmise la stessa passione a Maurizio. In pochi anni, ecco l&rsquo;evoluzione, come alcuni passaggi del celebre brano dei Nomadi: &ldquo;Io un giorno crescer&ograve;&hellip; e nel cielo della vita voler&ograve;&hellip;io, vagabondo che son io&hellip;Ma un bimbo che ne sa&hellip; sempre azzurra non pu&ograve; essere l&rsquo;et&agrave;&rdquo;. Il bambino che giocava nel cortile di casa ne ha fatta di strada, trasformandosi in pilota a tutto tondo, che oggi lascia l&rsquo;attivit&agrave; agonistica ma non le gare, dato che sar&agrave; Track Inspector per la FIM all&rsquo;interno dell&rsquo;EnduroGP. Andrea Becocci, orgoglio toscano | Storie Italiane La carriera di Maurizio Micheluz  La tua carriera &egrave; stata lunga, e ricca di titoli soprattutto nell&rsquo;Europeo e alla Sei Giorni. &ldquo;Iniziai con il Minicross a sette anni, poi nel 1997 a 14 anni passai al Cross, brillando a livello regionale. Poi ho scelto di correre nell&rsquo;Enduro, vincendo l&rsquo;italiano Cadetti e Junior, e l&rsquo;Europeo sempre a livello Junior. Con l&rsquo;Italia in Maglia Azzurra ho vinto il Trofeo Junior alla Sei Giorni 2005 e il Trofeo Mondiale nel 2007. Sono stato pi&ugrave; volte vice tricolore agli Assoluti. Nel 2018 ho finalmente vinto il primo titolo nella 250 2T. Dal 2011 ho invece sempre vinto un titolo nell&rsquo;Europeo, arrivando nel 2024 a un totale di 15 allori di classe, a cui aggiungere due Assoluti&rdquo;.&nbsp; E non vanno dimenticati i risultati nel Mondiale. &ldquo;Sono salito tre volte sul podio della 250 4T, concludendo due volte quinto.&nbsp;Ho corso anche quattro volte l&rsquo;Enduropale du Touquet concludendo 21&deg; assoluto nel 2018. Ho preso parte anche a un Merzouga Rally, vincendo la classe Lite, finendo terzo assoluto nel 2014&rdquo;. Hai vissuto mille vite nella tua carriera. &ldquo;Fino al 2001 corsi con il solo supporto della famiglia per poi entrare a far parte del Team Racing Project di Cavaso del Tomba di Daniele Vendramini, con cui gareggiai per tre stagioni. In quegli anni tra i tecnici della squadra c&rsquo;erano Antonio Specia, attuale team manager Fantic Junior, e Francesco Vardanega, che lavora con l&rsquo;Aprilia in MotoGP. A inizio 2003 Franco Gualdi, che era coordinatore delle Fiamme Oro, mi disse che c&rsquo;era bisogno di un giovane nel Gruppo Sportivo. All&rsquo;epoca non c&rsquo;erano i concorsi: chiesi di fare il servizio di leva in Polizia, superai le selezioni e nel 2004 indossai la mia prima maglia delle Fiamme Oro della Polizia di Stato. Nel 2005 l&rsquo;indimenticato Filippo Lamotte mi apr&igrave; le porte del Team UFO Corse e arrivarono i successi con l&rsquo;Italia alle Sei Giorni 2005 e 2007. Nel 2008 il Team UFO chiuse con le gare e passai al TM Factory ma una brutta frattura a tibia e perone mi blocc&ograve; cinque mesi&rdquo;. Riprendersi non fu facile. &ldquo;Rimasto libero, nel 2011 vissi una parentesi con la Fantic. Per il 2012 trovai il team privato NSM di Mirco Miotto con cui mancai la vittoria agli Assoluti d&rsquo;Italia per un solo punto. Nel 2013-14 gareggiai con la Suzuki di Marco Rigo. Dal 2015 &egrave; iniziata la collaborazione con Husqvarna R&amp;D e Husqvarna-Italia, grazie a loro ho vissuto 10 stagioni ricche di soddisfazioni, le ultime tre con il team di Piero Osellini, una persona fantastica&rdquo;.  Maurizio Micheluz: una carriera, mille vite  Com&rsquo;&egrave; iniziata la tua attivit&agrave; di Track Inspector FIM? &ldquo;Nell&rsquo;inverno 2015 la FIM stava cercando un sostituto di Giovanni Sala, che per ragioni personali non poteva continuare con lo stesso impegno. Mi resi disponibile, vista la mia capacit&agrave; di parlare inglese, francese e anche spagnolo, perch&eacute; mia moglie Sandrina &egrave; spagnola figlia di emigranti francesi. Dopo l&rsquo;iter tecnico-sportivo con la FIM ho ricevuto l&rsquo;incarico di Track Inspector FIM per i GP del Mondiale e la Sei Giorni&rdquo;. Ricordi i tuoi inizi in questo ruolo? &ldquo;Il GP Cile, una prova molto complicata anche per le pessime condizioni meteo, riuscimmo per&ograve; a salvare la gara. Credo di aver sempre svolto un buon lavoro, nonostante le diverse esigenze dell&rsquo;Enduro, poich&eacute; spesso &egrave; difficile trovare compromessi per soddisfare tutti: ogni Nazione ha i suoi problemi e mediare trovando la giusta armonia non &egrave; facile&rdquo;. Saluti dopo l&rsquo;ennesimo titolo europeo. &ldquo;Nel 2024 ho cercato di usare l&rsquo;esperienza per vincere l&rsquo;Europeo 250 2T con il Team Osellini-Husqvarna. A 41 anni, per&ograve;, &egrave; venuto il momento di dire basta con le gare. Dopo 21 anni dovr&ograve; abituarmi al cambio di vita. Occuper&ograve; comunque un ruolo ordinario nella Polizia di Stato nella speranza di essere trasferito vicino a casa. Come Track Inspector FIM abbiamo gi&agrave; trovato una soluzione e manterr&ograve; il mio incarico in EnduroGP&rdquo;.  MotoGP, da moto indomabile ad arma vincente: com'&egrave; cambiata la Ducati?       

Dopo vent&rsquo;anni a livello internazionale, Micheluz si ritira ma non lascia l&rsquo;Enduro: continuer&agrave; nel ruolo di Track Inspector FIM per il Mondiale

Maurizio Micheluz, una vita da straniero | Storie Italiane

        Con i primi Giochi Intercontinentali FIM programmati in Spagna alla fine dell'anno, le squadre di tutte e sei le Unioni Continentali sotto egidia della Federazione Internazionale Motociclistica e relative ad Asia, Africa, Europa, Nord America, America Latina e L'Oceania sono state annunciate. Prendono forma i FIM Intercontinental Games, la cosiddetta "Olimpiade" a due ruote. Jerez de la Frontera ospiter&agrave; un evento storico. Ben piloti da tutto il globo e a bordo di Yamaha Parterre da ben quarantotto - 48 - concorrenti, composto da nomi provenienti da 19 paesi tra cui Argentina, Australia, Brasile, Cile, Colombia, Francia, Germania, Italia, Indonesia, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Filippine, Portogallo, Spagna, Sud Africa, Thailandia, Stati Uniti &ndash; si riuniranno per l'ICG inaugurale presso il famoso Circuito de Jerez &ndash; &Aacute;ngel Nieto il 30 novembre e il 1 dicembre 2024. Un evento biennale che prender&agrave; il nome dalla citt&agrave; in cui si svolge, la citt&agrave; di Jerez I Giochi Intercontinentali FIM saranno organizzati con il supporto della Junta de Andaluc&iacute;a. L'edizione inaugurale sar&agrave; dedicata alle classi Supersport e Supersport 300 - con futura espansione a includere altre discipline quali Motocrosso ed Enduro. Man manco che l'evento si affermer&agrave; - con Yamaha Europe, come partner ufficiale, con fornitura di moto R7 e R3. Dunlop equipaggia ufficialmente i team con suoi pneumatici, garantendo nche il suo servizio di gara durante tutta la competizione, mentre BETA UTENSILI supporter&agrave; le Unioni Continentali FIM con i loro strumenti meccanici professionali e cassette degli attrezzi. Tute, guanti, caschi, stivali e benzina uguali per tutti a Jerez I piloti indosseranno i colori del team rappresentato previa fornitura di tute, guanti e airbag elettronici marcati SPIDI, stivali XPD, mentre Airoh fornir&agrave; a tutti i piloti i caschi GP 800 omologati FIM Racing e Panta Racing Fuel come fornitore ufficiale di carburante. Ogni Continente sfogger&agrave; i propri colori e schierer&agrave; otto corridori con quattro in gara per ciascuna classe. In linea con il costante impegno della FIM per la diversit&agrave;, ogni Continente schierer&agrave; almeno una concorrente donna in entrambe le classi. L'et&agrave; dei corridori dipender&agrave; dalle regole sportive di ogni disciplina. Questa nuova competizione beneficer&agrave; di un'eccezionale copertura televisiva grazie al supporto dei promotori del circuito FIM Dorna che realizzer&agrave; la produzione televisiva e Warner Bros. Discovery (WBD) Sports Europe che garantir&agrave; la trasmissione sulle loro piattaforme digitali. Gli Intercontinental Games hanno come scopo l'offrire un'eccezionale piattaforma mondiale per i giovani piloti in collaborazione con tutti i promotori della FIM. Nel 2024 la competizione si svolger&agrave; su quattro gare, due per classe: R7 e R3. I punti assegnati a ciascun pilota in base alla sua classifica verranno aggiunti ai punti degli altri membri della squadra per determinare quale delle sei Unioni Continentali FIM sar&agrave; la prima a vincere i Giochi. &nbsp;Il presidente Jorge Viegas ha dichiarato: &ldquo;Con l&rsquo;avvicinarsi della data dei primi Giochi Intercontinentali della FIM, il senso di anticipazione sta diventando sempre pi&ugrave; forte. &Egrave; molto emozionante raggruppare tutte e sei le unioni continentali della FIM nell&rsquo;anno del centoventesimo anniversario della FIM e avere piloti provenienti da tutto il mondo in competizione sottolinea un vero senso di unit&agrave;. Sono fiducioso che questo sia solo l&rsquo;inizio e che l&rsquo;ICG continuer&agrave; a svilupparsi e a crescere&rdquo;. FIM Intercontinental Games 2024: entry list         

Equipaggiati da Yamaha R3 e R7, le squadre appartenenti a i sei Continenti avranno a disposizione guanti, stivali, tuta, casco e benzina alla pari&nbsp;

FIM Intercontinental Games: i 48 partecipanti di Jerez

        Sessantotto anni il prossimo 7 giugno e non sentirli. Franco Mayr &egrave; un arzillo milanese trapiantato a Piacenza con un aggettivo cucito addosso alla&nbsp; perfezione: pragmatico. Del resto, il team manager che da 40 anni &egrave; impegnato nell&rsquo;Enduro &egrave; un tipo che preferisce i fatti alle parole. I suoi numeri parlano da soli: 26 Mondiali vinti con Chicco Muraglia, Giorgio Grasso, Gianmarco Rossi, Stefan Merriman, con l&rsquo;indimenticato Mika Ahola (cinque allori), con Jeremy Joly, Alex Salvini, Ruy Barbosa, Harry Edmondson, Jane Daniels e Jed Etchells. La straordinaria avventura di Alex Belometti | Storie Italiane Storie Italiane: Franco Mayr  Aggiungiamo otto&nbsp;vittorie alla Sei Giorni, nove titoli europei, e ben 65&nbsp;allori italiani, senza dimenticare che da oltre dieci anni &egrave; nella Top 3 del Mondiale. Un percorso ricco di gloria nato nel 1984 dalla passione e&nbsp;dalla conoscenza del mondo dell&rsquo;Enduro di Mayr. Dopo i primi riscontri positivi nei campionati italiani, nel 1987 decise di partecipare all&rsquo;Europeo (elevato a Mondiale nel 1990). Di tempo ne &egrave; passato da quell&rsquo;84 in cui la squadra Jolly schierava Muraglia, Grasso, Edi Orioli, Fabio Fasola e Maurizio Cecconi, inizio di un percorso vissuto con&nbsp;cinque differenti marche. E con piloti, oltre a quelli citati, come Pellegrinelli, Trolli, Scovolo, Croci, Passeri, Albergoni,&nbsp;Zanni,&nbsp;Mossini, Botturi, Balletti, Battig, Redondi, McCanney e Charlier. Dopo le partnership con Kawasaki, Yamaha e Honda,&nbsp;&egrave; arrivata quella (ancora presente) con l&rsquo;Husqvarna, a cui per tre anni si &egrave; affiancato il rapporto con la Fantic. Da due anni Mayr &egrave; coadiuvato da due soci nella gestione del team: Luca Castellana e Matthew Savi. Per il 2024 &egrave; stata rafforzata la collaborazione con Husqvarna Motorcycles Italia per un team satellite con tre piloti: Matteo Pavoni (sulla FE 350&nbsp;4T in E2), Morgan Lesiardo (sulla TE 300 2T nella E3) e Luca Colorio (con la TC 125 nella Youth).&nbsp; Franco, come ti sei appassionato&nbsp;alle gare di Regolarit&agrave;, che ti videro protagonista anche da pilota dal&nbsp;1973&nbsp;al 1985, disputando anche due Sei Giorni? &ldquo;Tutto &egrave; nato grazie a mio padre Enrico, appassionato di moto, e poi ho vissuto l&rsquo;infanzia nell&rsquo;alta Val Seriana dove l&rsquo;Enduro &egrave; di casa".  Nel 1984 arriv&ograve; la creazione della squadra Jolly Totip: lasciasti l&rsquo;attivit&agrave; di famiglia nel settore alimentare.  "La passione per l&rsquo;Enduro mi ispir&ograve; a creare un team con Muraglia e Grasso, grazie anche al sostegno di mia moglie Daniela e mio fratello Carlo. A dare il via al progetto fu per&ograve; Roberto Angiolini, boss del Jolly Club Auto, plurivittorioso nei grandi Rally&rdquo;. Dal 1984 al 1990 sponsorizzasti diversi piloti sebbene corressero con marche differenti: fu una gestione complicata? &ldquo;Angiolini not&ograve; come&nbsp;molti team fossero &lsquo;scoordinati&rsquo;. Abbigliamenti e colori differenti, Case e importatori&nbsp;a cui sembrava non interessare un&rsquo;immagine identificativa. Quindi tutto si concretizz&ograve; senza difficolt&agrave; perch&eacute; il marchio Totip era un plusvalore come immagine per chi lo aveva sul proprio abbigliamento e sulla moto&rdquo;. Dal 1991 il Team Jolly si &egrave;&nbsp;evoluto. &ldquo;Le&nbsp;varie marche con cui collaborai in passato erano rappresentate da&nbsp;importatori e distributori. Nel 1990 compresi che&nbsp;queste marche si stavano organizzando per avere team esterni identificati anche come immagine e che per continuare con Totip bisognava&nbsp;legarsi a un solo marchio. Dopo alcuni incontri, nel 1991 scelsi di&nbsp;rappresentare Kawasaki-KL gestendo anche l&rsquo;aspetto tecnico. Con loro vincemmo tre Mondiali: uno con Muraglia e due con Grasso. La Kawasaki nel 1994 si ferm&ograve; per&nbsp;motivi di omologazioni&rdquo;.  &nbsp; Franco Mayr, 40 anni di successi  E arriv&ograve; la Yamaha. &ldquo;Ma dopo un biennio con Belgarda, perdendo un Mondiale ormai vinto con Grasso a causa di un infortunio, nel 1996 anche la Yamaha si ritir&ograve; dall&rsquo;Enduro. Conoscendo l&rsquo;ingegner Antonio Rovelli e Alfredo Ciresa di Honda-HM avviammo una collaborazione, vincendo ben sette Mondiali. Un percorso che prosegu&igrave; anche con il supporto della Dallara di Bergamo, e la gestione della societ&agrave; di Alessandro Tramelli. Io nel frattempo sono stato impegnato quasi due anni in Cile per lavoro&raquo;.  Nel 2016 hai ripreso la gestione della squadra.  "Dal 2017 Husqvarna Motorcycles Italia mi ha dato fiducia con una collaborazione che continua tutt&rsquo;ora. Dal 2021 al 2023 il Team Jolly ha coabitato con una nostra formazione Fantic vincendo quattro Mondiali&rdquo;. C&rsquo;&egrave; stato anche il 2018 in cui hai perso un Mondiale ormai vinto&nbsp;nella E2 con Salvini a causa tre colpi di sfortuna. &ldquo;Ho&nbsp;imparato che la sfortuna, i casi fortuiti, il destino sono parte della vita.&nbsp;Quello che mi rammarica &egrave; che nel 2018 si sono sommate differenti situazioni negative. Salvini ha disputato una stagione straordinaria non soltanto come pilota ma come principale avversario di Steve Holcombe&rdquo;. Tra tutti i tuoi piloti del Team Jolly, chi ti ha fatto vivere le maggiori soddisfazioni? &ldquo;Ahola &egrave; stato immenso: grande persona, pilota eccezionale, in sei stagioni fu una volta secondo per poi vincere consecutivamente cinque Mondiali nelle tre classi. Merriman, un grande&nbsp;professionista. Tra chi avrebbe potuto raccogliere di pi&ugrave;, pur firmando buoni risultati, cito Albergoni, Balletti, Mossini, Salvini. Ma abbiamo avuto soddisfazioni da tutti i nostri piloti&rdquo;. Di recente sei stato vicino anche all&rsquo;ingaggio di Steve&nbsp;Holcombe: avresti allargato la tua galleria di grandi piloti. &ldquo;Verissimo. Abbiamo sempre apprezzato Holcombe: siamo stati onorati del fatto che abbia dialogato con noi esprimendo la disponibilit&agrave; a far parte della squadra. Ci siamo mossi ma, non trovando gli appoggi economici necessari, abbiamo desistito. Perch&eacute; non saremmo spaventati dalla gestione di piloti del calibro di Holcombe, ma questi meritano attenzioni particolari, con supporti tecnici ed economici adeguati&rdquo;. Guerrino Zanardo, il "nonno" della Sei Giorni | Storie Italiane       

"Merito di piloti straordinari come Ahola, Merriman e Grasso, ma anche di una visione imprenditoriale da precursore. E quegli inizi con Totip&hellip;"

Franco Mayr, 26 Mondiali in 40 anni nell'Enduro | Storie Italiane

        Il Mondiale Femminile alza il sipario sulla stagione 2024. Infatti, &egrave; stata annunciata la entry list provvisoria delle pilote che prenderanno parte alla prima edizione della serie iridata "in rosa", che avr&agrave; luogo in 6 round del WorldSBK (il primo a Misano, 14-16 giugno). Calendario SBK 2024 Ponziani "contro" le spagnole, ma non solo  A contendersi la corona di regina delle due ruote ci saranno 24 agguerritissime partecipanti: da Beatriz Neila Santos, quattro volte campionessa Europe in pista col team Pata Prometeon, a Sara Sanchez, pronta a difendere i colori Team 511 Terra&amp;Vita, passando per Ana Carrasco, fresca di firma con la struttura EvanBros. In una griglia di partenza in cui saranno rappresentate Spagna, Germania, Repubblica Ceca, Israele, Francia, Giappone, Norvegia, Colombia, Gran Bretagna, Sudafrica, Ucraina, Messico, Cile e Australia, l'unica italiana in pista sar&agrave; Roberta Ponziani, campionessa in carica CIV Femminile pronta a difendere i colori Motoxracing.&nbsp; Mondiale Femminile: entry list   Mondiale Femminile, il calendario  14-16 giugno &ndash; Emilia Romagna, Misano World Circuit &ldquo;Marco Simoncelli&rdquo;12-14 luglio &ndash; Regno Unito, Donington Park Circuit9-11 agosto &ndash; Portogallo, Autodromo Internacional do Algarve23-25 agosto &ndash; Ungheria, Balaton Park Circuit20-22 settembre &ndash; Italia, Cremona Circuit11-13 ottobre &ndash; Spagna, Circuito de Jerez-Angel Nieto CIV Femminile 2024       

24 le pilote in pista: 6 gli impegni in programma, il primo a Misano (14-16 giugno)

Mondiale Femminile, entry list: Roberta Ponziani è l'unica italiana

        Si dice che il successo abbia il potere di cambiare la vita. Il discorso non vale per&ograve; per Alex Belometti che, dopo una lunga carriera da pilota in cui ha collezionato numerosi titoli italiani prima nel Cross e poi nell&rsquo;Enduro, ha realizzato il sogno di allestire il proprio team. E cos&igrave; il bergamasco, che da pilota aveva conquistato due Trofei Mondiali alla Sei Giorni, con il suo Team KTM Pro Racing Sport si &egrave; legato a KTM-Farioli, diventandone la struttura satellite, con l&rsquo;obiettivo di scovare e crescere a livello europeo le giovani promesse dell&rsquo;Enduro. &ldquo;Fin da bambino sono stato appassionato di moto da Fuoristrada. Ricordo bene il Natale&nbsp;1984: i mei genitori, come regalo, mi fecero trovare una motina, era una piccola Yamaha 50 da Cross. Ma gi&agrave; prima avevo una motoretta elettrica a tre ruote. All&rsquo;epoca la mia famiglia viveva a Lainate, nell&rsquo;hinterland milanese, dove mio padre Piero gestiva le consegne e i ritiri dei materiali di un&rsquo;azienda. Lui correva qualche gara di Enduro, a livello amatoriale, mentre io preferivo il Cross perch&eacute; vicino casa c&rsquo;erano diverse piste in cui ogni domenica si disputavano gare regionali&rdquo; racconta il cinquantenne Belometti. Motocross: Cairoli "svela" la sua Ducati Passa alla prossima pagina &nbsp; Storie Italiane: Alex Belometti  Quando &egrave; iniziata la tua carriera di pilota?  &ldquo;Nel 1985,&nbsp;a&nbsp;11&nbsp;anni, disputai la mia prima gara di Cross con una Tresoldi 80. Maturai esperienza, crescendo a livello di campionati italiani, fino a quando nel 1996 non arrivai a prendere parte al Mondiale 125 con una Honda, concludendo settimo&rdquo;.  Da l&igrave; in poi arriv&ograve; l&rsquo;affermazione nella specialit&agrave;. &ldquo;Nel 1997, con una Kawasaki 125, fui 11&deg; nel Mondiale, mentre nel 1998 con la Yamaha centrai la Top 10 iridata, finendo ottavo e&nbsp;vincendo il&nbsp;campionato italiano e il titolo Supercampione con la 250. Nel 1999 decisi di passare alla 250, sempre con la Yamaha, centrando una splendida decima posizione. Nel 2001 tornai alla 125 vincendo l&rsquo;Italiano e terminando 11&deg; nel Mondiale nonostante un infortunio rimediato a Castiglione del Lago&rdquo;.  Nel 2003 decidesti per&ograve; di lasciare il Cross per l&rsquo;Enduro: come mai?  &ldquo;Nel Cross i costi erano diventati troppo elevati, cos&igrave; a met&agrave; stagione il Team KTM-Farioli mi propose di partecipare alla prova degli Assoluti d&rsquo;Italia di Enduro nell&rsquo;Oltrep&ograve; Pavese. Mi classificai secondo con una KTM EXC 125 2T preceduto soltanto dal campione in carica&rdquo;.  Come prosegu&igrave; la tua carriera nell&rsquo;Enduro?&nbsp;  &ldquo;Nel 2004 debuttai nel Mondiale 125 2T sfiorando la Top 5, e salendo sul podio degli Assoluti. Nel 2005 salii sul terzo gradino del podio finale del Mondiale della classe E1, vincendo anche il titolo italiano 125, e soprattutto contribuendo alla vittoria del Trofeo Mondiale con la Nazionale italiana alla Sei Giorni 2005 in Slovacchia. Nel 2006 con la KTM 250 EXC/F 4T fui quarto nel Mondiale e secondo agli Assoluti d&rsquo;Italia. La FMI mi chiam&ograve; nuovamente per indossare la Maglia Azzurra alla Sei Giorni in Cile, dove provai l&rsquo;immensa gioia di vincere per la seconda volta il Trofeo Mondiale, per poi concludere la stagione 2007 facendo mio l&rsquo;ennesimo titolo tricolore Hard Race. Nel 2008 con la KTM EXC 250 2T mi trovai in squadra con Juha Salminen nella classe E2, finendo terzo nel Mondiale&rdquo;.  Passa alla prossima pagina&nbsp; &nbsp; Alex Belometti, da pilota a team manager  Poi arriv&ograve; la decisione di appendere il casco al chiodo e avviare il percorso da team manager.  &ldquo;Dopo essere stato legato al Team KTM-Farioli dal 2003, nel 2012 sono stato chiamato a gestire alcuni dei migliori Enduristi italiani, tra cui Thomas Oldrati, Jonathan Manzi ed Edoardo D&rsquo;Ambrosio. L&rsquo;esperienza &egrave; stata per&ograve; fallimentare per una serie di vicissitudini della squadra. Cos&igrave; nel 2013,&nbsp;grazie alla volont&agrave; e all&rsquo;aiuto dei miei attuali amici-sponsor,&nbsp;ho deciso di allestire un mio team: il Pro Racing Sport, iniziando a collaborare con Honda-RedMoto&rdquo;. Poi per&ograve; si &egrave; riallacciato il legame con Farioli.  &ldquo;Nel 2020 grazie a Fabio Farioli sono tornato nell&rsquo;entourage KTM-Farioli. La mia squadra, KTM Pro Racing Sport, &egrave; diventata anche la formazione satellite Farioli di riferimento con un programma rivolto soprattutto alla crescita dei giovani. Oggi il mio team &egrave; sempre pi&ugrave;&nbsp;legato a KTM-Farioli, &egrave; strutturato al 100% in completa autonomia sia come base operativa, nelle vicinanze di Bergamo, che con l&rsquo;officina dotata delle migliori attrezzature, con tecnici motivati e di esperienza, con il camion completo di tenda ad apertura automatica e mezzi assistenza&rdquo;.  Ne hai fatta di strada in 12 anni con la tua squadra.  &ldquo;Dopo l&rsquo;ottima stagione 2023 abbiamo gi&agrave; annunciato per il 2024 il rinnovo con il giovane pilota svedese Max Ahlin, che garegger&agrave; sempre nel mondiale Junior e nella EJ2 in sella alla KTM 350 EXC-F. Nel 2023 Ahlin &egrave; stato tra i grandi protagonisti del mondiale Junior terminando in quarta posizione nell&rsquo;Assoluta e salendo sul secondo gradino del podio nella EJ2. Compatibilmente con gli impegni del campionato svedese, Max prender&agrave; parte anche agli Assoluti d&rsquo;Italia nella classe Stranieri e nella classifica assoluta. Un altro giovane curato da noi sar&agrave; il bergamasco Manuel Verzeroli, che garegger&agrave; sempre nella classe Youth con la KTM 125 EXC. Ahlin&nbsp;e Verzeroli&nbsp;vivranno&nbsp;stabilmente nelle vicinanze della squadra, non soltanto per essere supportati&nbsp;alle varie gare, ma anche per dare vita a un costante programma di lavoro negli allenamenti del gruppo degli altri piloti del Team KTM Pro Racing&rdquo;.  Quali sono gli obiettivi per il 2024 della tua squadra?&nbsp;  &ldquo;Voglio sottolineare l&rsquo;orgoglio per aver concretizzato per il secondo anno l&rsquo;accordo con Ahlin, che ha il potenziale per essere uno dei piloti pi&ugrave; veloci della Junior. Il nostro compito sar&agrave; fornirgli tutto il materiale per puntare in alto con la nostra formazione, dandogli in questo modo continuit&agrave; nella sua performance. Ringrazio i Farioli per aver realizzato questo accordo che consentir&agrave; alla nostra squadra di compiere un nuovo e motivante passo in avanti in un progetto mirato verso i giovani. Merito anche del prezioso supporto e della collaborazione di alcuni sponsor. Siamo fiduciosi che il lavoro che andremo a svolgere con tutta la squadra potr&agrave; permetterci di raccogliere i frutti in termini di soddisfazioni e risultati&rdquo;.  Ducati: primi test per Cairoli e Lupino       

"Da un regalo di Natale, ricevuto quasi 40 anni fa, ha preso il via il mio percorso: ecco il mio racconto"

La straordinaria avventura di Alex Belometti | Storie Italiane

        Al volante di un pick-up, con addosso un giubbino invernale (quanta invidia, viste le torride temperature in Italia), intento a finalizzare l&rsquo;organizzazione di un evento motociclistico nella provincia argentina di Cordoba. Il Trial italiano brilla all'estero | Manubri Larghi L'intervista a Matias Lorenzato  La videointervista con Matias Lorenzato si apre con l&rsquo;argentino di chiare origini italiane in fase di parcheggio del suo mezzo a quattro ruote, sullo sfondo c&rsquo;&egrave; uno sterrato ovale, il Circuito Municipal Justiniano Posse, dove Speedway, Minimoto e Flat Track hanno disputato due giorni di gare. Nel 2022 Lorenzato ha fatto il suo esordio nel Mondiale di Flat Track in sella a una Suzuki, concludendo al decimo posto nel ranking iridato. Ma soprattutto si &egrave; tolto la soddisfazione di vincere una tappa iridata, la gara conclusiva in Italia a Boves. Un&rsquo;emozione per lui che ha parenti piemontesi che vivono a breve distanza dal tracciato TT nel quale ha dimostrato di trovarsi a suo agio. La sua carriera motociclistica si &egrave; incentrata sul Supermotard e sulle gare nei circuiti ovali sudamericani. La scintilla per il Flat Track &egrave; scoccata soltanto negli ultimi anni, con risultati lusinghieri. Classe 1989, Matias sal&igrave; in sella a una moto per la prima volta all&rsquo;et&agrave; di quattro anni, spinto dal desiderio di ricalcare le orme del pap&agrave; nel motociclismo: &ldquo;Nel 1993 partecipai alla mia prima gara in sella a una Minimoto da 50 cm&sup3;, da l&igrave; in avanti ho iniziato a prendere parte ai campionati nazionali di Supermotard e &lsquo;ovalo&rsquo; argentino, vincendo otto titoli nazionali. Rispetto ai tracciati europei, gli ovali argentini sono pi&ugrave; lunghi e il fondo pista &egrave; molto compattato, si corre con moto da 450 cm&sup3; e pneumatici da 21 pollici&rdquo;. Le prestazioni in patria e negli Stati vicini, come Cile e Colombia, dove ha disputato vari campionati sudamericani di Supermotard e &ldquo;ovalo&rdquo;, non sono passate inosservate in Europa. Nel 2017 &egrave; arrivata una chiamata dalla Spagna: Lorenzato &egrave; stato scelto per partecipare al gala motociclistico su sterrato di fine stagione a Barcellona, il Superprestigio: &ldquo;Un&rsquo;esperienza unica, essere in mezzo a tanti campioni delle varie discipline motociclistiche &egrave; stato davvero un orgoglio&rdquo;. A dispetto della sua pacatezza e della tranquillit&agrave; che mostra fuori pista, per la sua guida molto aggressiva Lorenzato &egrave; stato soprannominato &ldquo;El Toro&rdquo;: &ldquo;Quando corro sono molto agguerrito, ma allo stesso tempo rispetto moltissimo i miei avversari. Mi ritengo un pilota leale e combattivo: per me ogni gara, dalle meno importanti a quelle pi&ugrave; prestigiose, ha un valore&rdquo;. Matias Lorenzato sogna  Le sue prestazioni nel Mondiale 2022 lo hanno posto sotto i riflettori, e quest&rsquo;anno il team tricolore Zaeta ha deciso di puntare sul pilota argentino per partecipare alla serie iridata: &ldquo;Correre con la Zaeta &egrave; per me motivo di orgoglio e mi fornisce una certa tranquillit&agrave; nell&rsquo;affrontare al meglio il circuito iridato. Mi sembra di essere in un sogno: poter correre con un team cos&igrave; prestigioso! Sono di origini italiane, mio zio &egrave; del Piemonte, per me correre per una squadra italiana &egrave; davvero importante. Sto per arrivare in Italia, avr&ograve; circa un mese per allenarmi e prendere sempre pi&ugrave; confidenza con la moto, in vista della prima gara mondiale&rdquo;. Il 5 agosto Lorenzato far&agrave; il suo debutto nella prima prova del circuito iridato a Manchester, una pista ovale sterrata dove abitualmente si disputano gare di Speedway. La Zaeta ha scommesso sull&rsquo;argentino con un solo obiettivo: vincere il titolo. Trial, l'anno delle novit&agrave; | Manubri Larghi       

L&rsquo;argentino insegue il Mondiale di Flat Track con la Zaeta: "Desideravo l&rsquo;Italia, la terra dei miei avi"

Matias Lorenzato, ritorno alle origini | Manubri Larghi

Parte da oggi luned&igrave; 5 giugno su Sky e in streaming su NOW una settimana iconica per la MotoGP, con il Gran Premio d&rsquo;Italia in diretta dal Circuito del Mugello, anche in chiaro su TV8. Un evento &ndash; con la gara della top class in programma domenica alle 14 - a cui sar&agrave; possibile assistere da vicino dentro e fuori dalla pista grazie alla squadra di Sky Sport MotoGP, pronta a raccontare ogni attimo della tappa italiana della top class gi&agrave; a partire da oggi: in arrivo una serie di appuntamenti speciali e approfondimenti preparati ad hoc per introdurre il weekend di gara, il primo del trittico europeo che &ndash; insieme alle tappe in Germania e Olanda &ndash; preceder&agrave; la pausa estiva di luglio.  GLI SPECIALI DI SKY SPORT MOTOGP  Si parte oggi con lo speciale &ldquo;Young guys and The Man&rdquo;: una mini serie in quattro puntate in onda tra oggi e domani su Sky Sport MotoGP (primi due episodi stasera alle 21 e alle 21.40, stesso orario domani per la terza e quarta puntata). Prodotto dalla Federazione Motociclistica Italiana, lo speciale racconta il percorso di vita e agonistico di quattro giovani piloti: Guido Pini, Stefano Nepa, Francesco Mongiardo e Matteo Ferrari (&ldquo;Young Guys&rdquo;), virtualmente contrapposti al top rider Michele Pirro (&ldquo;The Man&rdquo;), pilota e tester del Team Ducati ufficiale. &nbsp;  Mercoled&igrave; 7 giugno sar&agrave; la volta del pre event di Dorna &ldquo;MotoGP On Stage&rdquo;, che per l&rsquo;occasione si terr&agrave; a Milano, all&rsquo;Arco della Pace: appuntamento live dalle 18.30 su Sky Sport MotoGP e in streaming su NOW (oltre che su skysport.it e sul canale Youtube di Sky Sport MotoGP) con tantissimi piloti della top class, dal campione del mondo Pecco Bagnaia a Enea Bastianini, da Luca Marini a Marco Bezzecchi, Maverick Vi&ntilde;ales, Aleix Espargaro, Lorenzo Savadori, Jorge Martin, Fabio Di Giannantonio e molti altri. Sul palco per presentare l&rsquo;evento Guido Meda e Linus, voce e volto storico di Radio Deejay, partner dell&rsquo;iniziativa.  Venerd&igrave; 9 giugno, alle 17, da non perdere lo speciale &ldquo;Ranger Raptor, the american dream&rdquo;, branded content realizzato per Sky Media in collaborazione con Ford, nel quale Guido Meda e Mauro Sanchini sono nelle campagne di Borgo Massano, in provincia di Pesaro, per testare il nuovo pick up di casa Ford. Un divertente racconto che parte dalle colline pesaresi per terminare in riva all&rsquo;Adriatico.  Sabato 10 giugno alle 18, &ldquo;Patagonia Riding &ndash; Viaggio alla fine del mondo&rdquo;: il diario dell&rsquo;emozionante percorso ai confini dell&rsquo;emisfero sud che Guido Meda e Mauro Sanchini hanno fatto a bordo delle Ducati DesertX per realizzare un branded content in collaborazione con Dainese. I paesaggi mozzafiato e gli orizzonti sconfinati del sud del Cile e dell&rsquo;Argentina sono lo scenario per una riding school organizzata da Dainese, nella quale mettere alla prova le proprie capacit&agrave; di guida e imparare come affrontare sterrati e passaggi complicati a bordo di moto da off-road. &nbsp;&nbsp;  Per tutta questa settimana (5-11 giugno) i seguenti negozi Sky verranno allestiti con un simulatore di guida moto: Milano Corso Vercelli (Monobrand), Il Centro &ndash; Arese, Fiordaliso &ndash; Rozzano, Auchan &ndash; Rescaldina. Ad Arese, domani dalle 18:30, in programma il Meet&amp;Greet con Guido Meda.  APPUNTAMENTI IN PISTA  Dopo le sessioni di prove libere, le qualifiche e la Sprint Race, la gara della MotoGP &egrave; in programma domenica 11 giugno alle 14 su Sky Sport MotoGP, Sky Sport Uno, in streaming su NOW e in chiaro su TV8, raccontata da Guido Meda e Mauro Sanchini, con le incursioni dell&rsquo;insider Mattia Pasini. Vera Spadini conduce gli approfondimenti di pre e post gara. La gara del Mugello sar&agrave; visibile eccezionalmente anche in streaming sul sito skysport.it e sul canale ufficiale di Sky Sport MotoGP su Youtube. Dalle 9.40 il warm up della MotoGP. Poi le altre gare: alle 11 il via della Moto3 e alle 12.15 la Moto2. Inoltre, sempre per la MotoGP, sabato 10 giugno, alle 14.55, da non perdere la Sprint Race sul circuito spagnolo. Nel ricco weekend del GP d&rsquo;Italia appuntamento anche con il motore elettrico e la tappa di Moto E (sotto la programmazione). Continui aggiornamenti anche sul canale all news Sky Sport 24. 

Su Sky parte una settimana di appuntamenti speciali e inediti per il weekend di casa della MotoGP: ecco tutto il programma tv

Il Gran Premio d&#39;Italia sar&agrave; live dal Mugello su Sky, Now e TV8

        In occasione del Gran Premio dell'Argentina della MotoGP a Termas de Rio Hondo, &egrave; avvenuta la presentazione ufficiale della Latin America Talent Cup. Si tratta di un trofeo che segue la linea delle varie European Talent Cup, Asia Talent Cup e cos&igrave; via, organizzate direttamente da Dorna e FIM per permettere alle migliori giovani promesse provenienti da ogni parte del mondo di intraprendere la loro &ldquo;Road to MotoGP&rdquo;. Nel caso della Latin America Talent Cup, a presentare il nuovo campionato sono stati il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta, il Presidente della FIM Latin-America Pedro Venturo e il CEO di GP3 Sport (nonch&eacute; Team Manager del team GP3 AD11 impegnato nel CIV) Antonio D'Angelo, i quali hanno svelato le livree delle moto che verranno usate sia nella stessa Talent Cup, sia nella MiniGP Latin America Series. MotoGP Argentina: le condizioni di Joan Mir dopo l'incidente La LATC aperta a piloti in arrivo da 20 Paesi, con il CIV come premio  La prima gara della Latin America Talent Cup si svolger&agrave; in concomitanza del round argentino del mondiale Superbike a San Juan de Villicum, per poi correre nel 2024 anche in Cile e in Brasile. Abbiamo per&ograve; nominato il CIV in quanto, per il vincitore, il premio sar&agrave; la partecipazione alla stagione successiva nella Supersport 300 del Campionato Italiano Velocit&agrave;. Inoltre, i primi tre potranno prendere parte alle selezioni della Red Bull Rookies Cup. Per quanto riguarda la MiniGP, invece, i migliori piloti della classe 160 verranno promossi alla 190, oltre a correre, ovviamente, nella finale mondiale contro i vincitori delle altre serie nazionali presenti in tutto il mondo (con l'Italia campionessa nella scorsa edizione). Un altro tassello, quello sudamericano, che va cos&igrave; ad unirsi a quelli gi&agrave; esistenti per creare un'ulteriore filiera di talenti che, in futuro, potrebbero darsi battaglia nel Motomondiale. SBK: Rea e la Kawasaki vedono la luce in fondo al tunnel       

Durante il Gran Premio dell'Argentina &egrave; stato presentato ufficialmente il trofeo per i giovani piloti sudamericani, con anche il CIV coinvolto

Un movimento in grande crescita: presentata la Latin America Talent Cup

        Questo quello che sono riusciti a fare Freeman e Verona per il primato della Classifica Assoluta in una sfida mozzafiato conclusa sempre in volata; sabato con vittoria finale di Freeman per soli 6.28 davanti a Verona, mentre domenica il pilota della Beta non ha lasciato scampo ha a Verona distanziandolo di 20.25.  Del resto gi&agrave; i numeri delle 12 speciali di sabato hanno parlato chiaro; Freeman ne ha vinte 7 con 3 secondi, 1 terzo, 1 ventottesimo per una caduta in speciale; Verona si &egrave; imposto 4 volte con 5 secondi, 2 terzi, 1 ventesimo per caduta in speciale. Domenica Freeman non ha dato scampo a Verona ottenendo sempre nei 12 crono 10 volte il miglior tempo, 1 secondo e 1 quarto, mentre Verona ha vinto 2 prove con 7 secondi, 1 terzo, 1 quinto, 1 tredicesimo. Verona, domenica, ha cos&igrave; dovuto accontentarsi di una nuova seconda posizione Assoluta anche se avrebbe potuto prendersi la rivincita su Freeman, ma al secondo passaggio del Cross Test 2, mentre stava cercando di recuperare terreno, &egrave; caduto perdendo circa 5 secondi e la relativa concentrazione per tentare di recuperare il tempo col risultato di far allontanare sempre pi&ugrave; il pilota della Beta nella sua solitaria galoppata verso una meritatissima nuova vittoria per come ha saputo gestire tutta la giornata andando al comando dell&rsquo;Assoluta fin dalla prima speciale.  A brillare nella Classifica Assoluta sono stati comunque altri piloti britannici; Steve Holcombe quarto e terzo, Hamish MacDonald terzo e quarto, Nathan Watson domenica quinto, lo Junior Jed Etchells due volte nono. Grande prova anche per Thomas Oldrati, settimo e sesto Assoluto, apparendo concentratissimo, deciso, sereno e molto motivato anche in ottica futura per il mondiale. Le singole classi sono state caratterizzate tutte da doppiette: Kevin Cristino nella 125 2T, Davide Soreca 250 2T, Matteo Cavallo 300 2T, Thomas Oldrati 250 4T, Verona 450 4T, Manolo Morettini Junior. Nella classe Women doppia vittoria sfiorata per Francesca Nocera; sabato ha preceduto la campionessa del mondo Jane Daniels, mentre domenica &egrave; finita seconda solo per una caduta all&rsquo;ultimo Enduro Test in cui ha perso un minuto prima di poter ripartire. Diciamo che dopo averne viste e sentite di tutti colori negli ultimi cinque mesi. Adesso abbiamo trasformato sensazioni, emozioni, cambi di classe, passaggi marca, novit&agrave;, speranze, in qualcosa di concreto visto in questa prima prova dei Campionati Assoluti d'Italia 2023 che nei prossimi 28 giorni ci accompagneranno al secondo round del tricolore e al primo Gran Premio del Mondiale EnduroGP di fine mese-inizio aprile.  D'ora in avanti a parlare saranno solo le classifiche perch&eacute; questa "due giorni" non &egrave; stata come tante altre volte una normale gara di apertura di stagione ma una prova con la "P" maiuscola con 222 iscritti, di cui 216 partenti (raggiungendo cos&igrave; il tetto massimo di ammessi al via), 42 piloti stranieri al via in rappresentanza di ben 14 nazioni provenienti da un po&rsquo; tutta Europa oltre a Australia, Brasile, Cile. Verona, sabato parte alla grande facendo segare il miglior tempo nelle prime tre speciali prendendo cos&igrave; la leadership dell&rsquo;Assoluta. Alla prima Enduro Test Brad Freeman fa segnare il miglior tempo con Verona che mantiene sempre la prima posizione. Al secondo Cross Test 1 Verona cade poco dopo la partenza perdendo una decina di secondi. Freeman non perdona risultando il pi&ugrave; veloce passando anche a condurre l&rsquo;Assalita. Ad aggiudicarsi il secondo Extreme Test &egrave; il neozelandese Hamish MacDonald, mentre Freeman &egrave; protagonista di una gran caduta nella Extreme Test che vede Verona ritornare primo.  Nel corso del secondo giro Freeman vince il Cross Test 2 e l&rsquo;Enduro Test anche se Verona mantiene la leadership. Al terzo ultimo giro Verona nel Cross Test sulla spiaggia riesce a mantenere la prima posizione nonostante Freeman risulti il pi&ugrave; veloce nella successiva Extreme Test e Cross Test 2. Lo spareggio tra i due si consuma all&rsquo;ultima Enduro Test con Freeman che &egrave; un missile soffiando a Verona la vittoria finale. Basti dire che MacDonald finisce terzo a 44.81, Steve Holcombe a 1.12.59, Persson a 1.25.59. Nelle singole classi la 125 2T &egrave; dominata da Kevin Cristino con 40.02 su Pietro Scardina con Manuel Verzeroli terzo. Nella 250 2T debutto e vittoria per Davide Soreca con la Sherco del Team MRG&ndash;ASI-Sherco che si aggiudica la giornata con 58.91 sul Campione Europeo 2022 Carlo Minot anch'esso debuttante sulla KTM. Terza posizione per Deny Philippaerts a 1.02.45. 300 2T dominata d&rsquo;autorit&agrave; da Matteo Cavallo davanti al rientrante Lorenzo Macoritto di 1.17.34. La 250 4T porta la firma di Oldrati con un vantaggio di 39.22 su Pavoni, mentre Moroni &egrave; terzo a 1.29.03. Verona vince la 450 4T con 1.58.93 su Martini al debutto con la GASGAS e Bernardini terzo a 2.00.64.Nella Junior si impone Morettini alla prima gara con la Honda-RedMoto Factory precedendo Rinaldi di 25.26 e il debuttante ex crossista Gianluca Facchetti di 41.55. Da sottolineare nella classe Women la bella vittoria di Francesca Nocera che precede di 5.34 la campionessa del mondo 2022 Jane Daniels e la vice iridata Mireia Badia di 43.12. Domenica Freeman parte subito a razzo per il primato dell&rsquo;Assoluta costringendo Verona a riconcorrerlo anche se alla fine l&rsquo;inglese risulter&agrave; imprendibile staccando di 20.25 il vicentino della GASFAS. Holcombe rimedia 1.00.31, MacDonald 1.24.20, Watson, 1.30.37, Oldrati 1.41.88 con Martini in top ten a 2.11.41. La 125 2T &egrave; dominata da Cristino con vittoria di tutte le 26 speciali disputate.  Verzeroli &egrave; secondo a 2.01.94 e Scardina a 2.04. Soreca con la Sherco del team MRG&ndash;ASI fa sua la 250 2T imponendosi in 8 speciali con Philippaerts secondo a 22.36 e Minot terzo. Cavallo si impone nella 300 2T con il miglior tempo in 8 speciali.  Lesiardo &egrave; secondo a 41.23, Macoritto terzo a 41.61. Oldrati nella 250 4T f sue 9 speciali con 3 secondi che non lasciano scampo a Pavoni taccato di 58.60. vince non ha avversari nella 250 4T. Nella 450 4T Verona distanzia di 1.51.16 Martini con Bernardini terzo a 1.51.79.  Junior ancora nel segno di Morettini; vince 8 speciali con 3 secondi e 1 terzo. Rinaldi &egrave; nuovamente secondo on una speciale vinta, 5 secondi e 6 terzi. Facchetti &egrave; terzo. CLASSIFICHE CAMPIONATO DOPO 1 PROVA (2 GIORNATE DI GARA)&nbsp;&nbsp;&nbsp;Classifica Assoluta: 1. Freeman (Gbr-Beta), punti 40; 2. Verona (Ita-GASGAS), 34; 3. MacDonald (Nzl-Scherco), Holcombe (Gbr-Beta), 28; 5. Oldrati (Ita-Honda-RedMoto), 19; 6. Milner (Aus-TM-Boano), 18; 7. Etchells (Gbr-Fantic), Watson (Gbr-Honda-RedMoto), 14; 9. Kytonen (Fin-Honda-RedMoto), 13; 10. Martini (Ita-GASGAS), 12; 11. Persson (Swe-Husqvarna), 11; 12. Bernardini (Honda-RedMoto), 10; 13. Charlier (Husqvarna-Zanardo), 8; 14. Cavallo (Ita-TM-Boano), 4; 15. Cristino (Ita-Fantic), Pavoni (Ita-TM-Boano), 3. Classe 125 2T: 1. Cristino (Fantic) punti, 40; 2. Scardina (Fantic), Verzeroli (KTM), 32; 4. Colorio (Husqvarna-Osellini), 26; 5. Mei (Beta), 20. Classe 250 2T: 1. Soreca (MRG&ndash;ASI-Sherco) punti, 40; 2.Minot (KTM), Philippaerts (TM-Boano), 32; 4. Micheluz (Husqvarna-Osellini), 24; 5. Recchia (TM), 23.  Classe 300 2T: 1. Cavallo (TM-Boano), punti 40; 2. Macoritto (Fantic), 32; 3. Lesiardo (Sherco), 30; 4. Goggia (KTM), 26; 4.Da Canal (Fantic), 24.Classe 250 4T: 1. Oldrati (Honda-RedMoto) punti, 40; Pavoni (TM-Boano), 34; 3. Moroni (Honda-RedMoto), 30; 4. Traini (Husqvarna), 26; 5 Magri (KTM), 21. Classe 450 4T: 1. Verona (GASGAS) punti, 40; 2. Martini (GASGAS), 34; 3. Bernardini (Honda-RedMoto), 30; 4. Gardiol (KTM), 26; 5. Traversi (Husqvarna-Osellini), 22.  Junior &ldquo;Under 23&rdquo;: 1. Morettini (Honda-RedMoto), punti 40; 2. Rinaldi (GASGAS-GTG), 34; 3. Facchetti (Fantic), 30; 4. Fabris (Husqvarna-Osellini), Bernini (GASGAS-GTG), 23. Stranieri: Stranieri: 1. Freeman, punti 40; 2. Holcombe, MacDonald, 32; 4. Milner, 21; 5. Watson, Persson, 20; 7. Kytonen, 19; 8. Etchells, 18; 9. Ahlin, 12; 10. Crivillin, Betriu, Charlier, 10.            

Ricomincia il Campionato Assoluti d'Italia e Brad Freeman &egrave; autore di una strepitosa doppietta Assoluta al termine di un duello a dir poco stellare con il nostro Andrea Verona. &nbsp;

Enduro, Campionato assoluti d'Italia 2023: parte la sfida Freeman-Verona

        Al momento sarebbero solo indizi. Ma come si sa se a un indizio se ne aggiunge un altro e un'altro nova, tre indizi portano a una quasi certezza.&nbsp;Voci abbastanza fondate vorrebbero che nel 2024 il Campionato Mondiale EnduroGP possa nuovamente ritornare in Cile.  Il presidente della Federazione Motociclistica Cilena, Jos&eacute; Tom&aacute;s D&iacute;az, si &egrave; detto ben disposto ad accogliere come opzione per il Cile la possibilit&agrave; di tornare nel 2024 nel giro del calendario iridato, quindi con il Sud America pronto tornare nel giro iridato come avvenuto fino al 2015.  Nell'ultimo Consiglio Mondiale FIM a Rimini, D&iacute;az ha infatti consolidato il riavvicinamento co i vertici FIM e con il Promotorer della EnduroGP Prime Stadium. Proprio questi ultimi sperano che il Campionato del Mondo lasci l'Europa nel 2024 per almeno due Gran Premi. Cosa porterebbe questo? La possibilit&agrave; spingerebbe il Cile per ospitare non uno, ma due Gran Premi validi per l'EnduroGP 2024. Anche se al momento non si conoscono luoghi e/o date, la verit&agrave; &egrave; che l'idea della FIM guidata dal portoghese Jorge Viegas &egrave; che due test si svolgano in settimane consecutive nello stesso paese ospitante, il che ridurrebbe i costi e consentirebbe anche all'ospite. In questo caso il Cile ospiterebbe cos&igrave; quattro giornate di gara con il meglio dell'enduro mondiale.  Per ora nulla &egrave; sicuro, ma la storia scritta da parte del Cile come epicentro di tre edizioni del Mondiale Enduro a Talca (2012, 2013 e 2015) apre le porte per proiettare una conclusione favorevole a questo progetto che posizionerebbe ancora una volta la nome del Cile nei massimi eventi motociclistici internazionali.       

Mancano ancora tre mesi all'apertura del Campionato Mondiale EnduroGP 2023, che si aprir&agrave; con il GP d'Italia in programma il 31 marzo, l'1 e 2 aprile aSanremo-Arma di Taggia, e gi&agrave; si parla della stagione 2024 che potrebbe vedere dispuarsi due Gran Premi in Cile.

Nel 2024 il mondiale endurogp pronto a volare in Cile oltreoceano

        A dare la notizia dell'accordo di Milner con TM Racing &egrave; un post della stessa Casa Peserese pubblicato il 24 novembre su Instagram.  Milner prender&agrave; cos&igrave; il posto nel Team TM-Boano di un altro australiano e pi&ugrave; precisamente, di Wil Ruprecht di cui si attenderebbe invece la notizia del suo passaggio alla Sherco del Team CH-Racing di Fabrizio Azzalin.  Milner punta a aumentare le vittorie di piloti australiani   Milner arriva in TM dopo un 2022 passato con la Fantic inizialmente nella E2, poi da fine maggio dalla prova degli Assoluti di Passigano sul Trasimeno alla E1. Storicamente Milner punta a rinverdire le vittorie nel Modiale Enduro ottenute da altri piloti australiani.  Un volta Shane Wats (1997-KTM 125). Ben quattro volte Stefan Merriman (2000-2001 Husqvarna 250 2T e 400 4T, 2003-Honda 250 2T, 2004-Yamaha E1). Tre invece i titoli vinti da Matthew Phillps (2013-Husqvarna Junior, 2014-KTM E3, 2016 Sherco E2). Tra i "canguri" divenuti celebri alla Dakar anche ex enduristi di primo piano alle Sei Giorni come Toby Price, due volte vincitore della Dakar (2016-2019) a cui si &egrave; aggiunto Daniel Sanders vincitore di tre tappe nel 2022.  Milner &egrave; forte di un curriculum di 9 titoli nazionali, una vittoria assoluta alla Sei Giorni 2018 in Cile, componente della nazionale australiana in diverse edizioni della Sei Giorni con cui ha vinto due Trofei Mondiali (2015-2018) diverse medaglie d'oro, vincitore due volte dal Campionato Usa GNCC nel 2015 e 2016.                  

Come avevamo gi&agrave; anticipato su Motosprint N. 42 del 18 ottobre, l'australiano Daniel Milner sar&agrave; il nuovo pilota del Team TM-Boano in sella alla moto pesarese nella classe E2 nel Campionato Mondiale EnduroGP e degli Assoluti d'Italia 2023.

EnduroGP, TM Racing ufficializza l'ingaggio di Daniel Milner

        Comunque sia finita, la 96&ordf; Sei Giorni Enduro in Francia &egrave; stata sicuramente una delle pi&ugrave; belle, combattute, incerte e ricche di colpi di scena, con organizzazione perfetta e percorsi bellissimi tra le alture montane del Massiccio Centrale dell&rsquo;Occitania. Facciamo un giro dietro alle quinte di questa Sei Giorni FIM Enduro in Francia.  Il Presidente FMI Copioli d&agrave; la carica alla Maglia Azzurra  Giovanni Copioli non &egrave; solo il Presidente FMI, ma soprattutto grande appassionato di enduro e tifoso dell&rsquo;Italia seguendo nuovamente tutta la Sei Giorni dei dieci piloti in Maglia Azzurra con record di 12 presenze per Oldrati, 8 Salvini, 7 Verona, 3 Spanu, 2 Cristino, Rinaldi, Colorio. Tre gli azzurri al debutto: Bernardini, Lesiardo, Bernini.  Alex Salvini quale futuro nel 2023?  Concentrato al massimo nella sua nona Sei Giorni con la squadra del Trofeo Mondiale in Maglia Azzurra, rumors del paddock vorrebbero per Alex Salvini un interessamento della Fantic non solo per l&rsquo;Enduro. Altre voci vedrebbero per Salvini due alternative; una un probabile impegno anche nei Rally, l&rsquo;altra un&rsquo;eventuale collaborazione con Fantic come collaudatore dei modelli 4T.  &nbsp; Dream team 11 volte iridato tra i Club  Pubblico francese in delirio al passaggio della squadra di Club composta da Antoine Meo (5 titoli), Christophe Nambotin (3 titoli), Pela Renet (2 titoli, 1 in MX3). Meo ha corso con una Kawasaki C1 stranamente sponsorizzata &ldquo;Ducati Esprit&rdquo; con voci del paddock che lo vorrebbero tester del progetto Ducati MXGP e EnduroGP.  KTM, &egrave; sempre record insieme a Husqvarna  Delle 541 moto partenti, la KTM ha riaffermato la propria leadership che dura ormai da un 21 anni nel confronto con le altre marche con ben 181 moto al via. Queste le altre marche: Husqvarna 112, Sherco 61, GASGAS 48, Beta 42, Yamaha 24, Honda e Fantic 22, Rieju 19, TM 11, Kawasaki 1.  Cronometristi Made in Italy  Lo Staff Crono FMI guidato da Fabio Di Meo impegnato da 20 anni nelle gare tricolori e nel 2021 alla Sei Giorni in Italia ha effettuato con 15 addetti il servizio cronometraggio affiancato da altri 12 crono francesi.  &nbsp; Nel Mondiale Enduro Estremo passa al comando Manuel Lettenbichler  Doppia trasferta oltre Oceano in agosto per il Campionato Mondiale Enduro Estremo AKnockout a Sequatchie. Successivamente in Canada la Red Bull Outliers il 27-28. Al suo debutto nel Campionato del Mondo Enduro Estremo, il canadese Trystan Hart si &egrave; imposto alla TKO. Hart ha preceduto Lettenbichler (Ger-KTM) e Roman (Spa-Sherco) con questa classifica iridata: Roman punti 88, Lettenbichler 87, Jarvis (Gbr-Husqvarna). Nella gara canadese, disputata a Calgary, vittoria di Lettenbichler davanti a Hart e Roman. Il tedesco della KTM &egrave; cos&igrave; passato al comando della classifica di campionato rendendo ancora pi&ugrave; incerta l'ultima prova alla Hixpania del 7 ottobre con questa classifica: Lettenbichler punti 107, Roman 103, Jarvis 82.  Moto dei piloti USA troppo rumorose  Durante le verifiche tecniche una ventina praticamente di moto dei piloti Usa si sono sottoposte ad almeno cinque/sei controlli fonometrici per ridurre per l&rsquo;eccessivo rumore oltre i 118/120 decibel. Sono cos&igrave; stati modificato gli interni degli scarichi perch&eacute; nelle gare Usa la prova fonometrica &egrave; effettuata con motore al minimo, mentre nella EnduroGP e Sei Giorni a gas spalancato e il rumore non deve essere superiore a 112 decibel pi&ugrave; altri 2 di tolleranza massima. Assistenze record per lo stesso Team di Salvini  Oltre all&rsquo;assistenza di Alex Salvini, degli inglesi Harry Edmondson e Jed Etchells, dei Trofei Mondiale e Junior del Cile, il Team JET-Zanardo ha seguito con il proprio staff di 14 meccanici e addetti, 39 piloti di 9 nazioni tra italiani, brasiliani, giapponesi, australiani, Sud America, Nuova Zelanda. &nbsp; Percorso e speciali  Circa 1300 i km. del percorso di questa Sei Giorni, articolati sempre in un giro a giornata tra i 260/280 km. 13 le differenti speciali, tutte da un minimo di 5 Km a 7.5 km. Il Day1 e Day2 sono state disputati 5 Cross Test. 3 Cross Test e 2 Enduro Test nel Day3 e Day4. Nel Day5, 1 solo Enduro Test e 4 Cross Test. Sabato la prova finale di Cross tracciata all&rsquo;interno del paddock. Lucchetti sulle moto in Parco Chiuso  Per scoraggiare eventuali furti di moto l&rsquo;organizzazione ha previsto l&rsquo;applicazione di un lucchetto da parte dei piloti sulle proprie moto. Prima del via sono comunque state rubate in zona paddock otto moto di appassionati.  Resiste il record di partenti del 2021 in Italia  Questi i partenti delle ultime Sei Giorni: 2013 Sardegna 620, 2014 Argentina 347; 2015 Slovacchia e 2016 Spagna 546, 2017 Francia 546, 2018 Cile 437, 2019 Portogallo 508, 2021 Italia 634, 2022 Francia 541. &nbsp;  L'Argentina organizzer&agrave; la sei giorni nel 2023  Dopo quasi cinque anni di pausa, la FIM ISDE torner&agrave; in Sud America. San Juan, in Argentina, dar&agrave; il benvenuto alla gara motociclistica fuoristrada pi&ugrave; antica del mondo nel 2023 dopo averla ospitata l&rsquo;ultima volta nel 2014.Sar&agrave; sicuramente una gara spettacolare grazie all&rsquo;incredibile paesaggio naturale di questa terra, ai numerosi appassionati di Enduro presenti in regione e all&rsquo;eccezionale comitato organizzatore.&Egrave; in fase di elaborazione il percorso che sar&agrave; completamente nuovo, il che significa che coloro che hanno gareggiato nel 2014 si troveranno davanti nuovi terreni e percorsi. Anche il paddock sar&agrave; situato in una nuova location.La gara si svolger&agrave; all&rsquo;inizio di novembre 2023, garantendo le temperature ottimali per la gara. Le date esatte e ulteriori dettagli saranno forniti prossimamente.  I numeri dei partecipanti  22 squadre in gara nel Trofeo Mondiale con un totale di 88 piloti, 16 Junior con 48, 8 nella Woman con 24, 127 i Club con 381 con un totale 541 di piloti. Pilori per nazioni: 41 Italia, 114 Francia, 6 Svizzera e Austria, 10 Svezia, 16 Belgio, 22 Rep. Ceca, 8 Rep. Slovacchia, 4 Estonia, 14 Finlandia, 2 Israele, 4 Polonia , 7 Lituania, 40 Germania, 36 Spagna, 46 Gran Bretagna, 20 Olanda, 1 Norvegia, 10 Portogallo e Svezia, 7 Grecia, 11 Australia, 12 Nuova Zelanda, 6 Canada, 31 Stati Uniti, 4 Giappone, 10 Venezuela, 29 Messico, 11 Cile, 3 Sud Africa.  Sei giorni resta sempre un affare  L&rsquo;iscrizione di 900 &euro; a pilota delle 22 squadre del Trofeo Mondiale, 16 Trofeo Junior, 750 &euro; degli 9 Trofeo Woman, 900 &euro; sempre a pilota per i 133 Club, sono stati incassati prima del via circa 506.250mila &euro;. L&rsquo;organizzazione francese ha comunque dovuto versare alla FIM circa il 13% &euro; di diritti. Sempre nelle casse FIM sono entrati anche circa 130/135mila &euro; per i 300 &euro; della Licenza Internazionale "One Event" conteggiata su 400/450 piloti in in quanto non meno di 124 piloti l&rsquo;hanno gi&agrave; per partecipare al Mondiale EnduroGP 2022.       

Una Sei Giorni comprendente ben 13 differenti speciali, tutte comprese tra i 5 e i 7 km, ha finalmente visto vincere i grandi protagonisti degli ultimi sette anni del Mondiale EnduroGP

Dietro le quinte della Sei Giorni Enduro 2022 in Francia

        Quanto in alto pu&ograve; arrivare una moto? Dipende dal modello e dalla resistenza di colui che la cavalca. A marzo, in sella a una Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700, Pol Tarres ha raggiunto i 6157,5 metri (20.203 piedi) su una montagna delle Ande, stabilendo il nuovo record del Mondo per una bicilindrica. Quella (S)volta Che: BMW, al top anche nell'Endurance Tarres, passione acrobazie  Lo spagnolo, nipote del sette volte iridato Trial Jordi Tarres, &egrave; un appassionato di Enduro Estremo e di acrobazie, come dimostrano i suoi numerosi video. Dal 2014 al 2016 ha gareggiato 32 volte nel mondiale Trial: le prime 24 gare le ha disputate con la Sherco, ottenendo come miglior risultato due settimi posti (Maldon al debutto e Alagna), poi &egrave; passato alla TRRS ma senza pi&ugrave; ripetersi. Tre mesi fa &egrave; volato in Argentina per scalare il Cerro Mercedario, la quarta cima dell&rsquo;America, ma soltanto a maggio il Guinness World Record ha certificato la quota raggiunta. &ldquo;Il 12 marzo sono partito dal campo base a 3200 metri &ndash; ha raccontato nel cortometraggio Terrible 7, che trovate su Youtube &ndash; ho fatto dieci km perch&eacute; il terreno faceva affondare la moto e anche se avevo il serbatoio pieno, con l&rsquo;aumentare della pendenza ha iniziato a bere come una spugna, cos&igrave; ho lasciato la moto al campo intermedio a 4500 metri&rdquo;. Durante la salita ha indossato uno zaino contenente una bombola di ossigeno, per assisterlo in caso di necessit&agrave; generata dal cambio di altitudine. Del controllo dei suoi parametri vitali si &egrave; occupata la dottoressa Roxana Pronce, presente al campo base. Due giorni dopo, con indosso il casco con il numero tredici, il suo marchio di fabbrica, Tarres ha ripreso a salire, vincendo l&rsquo;ostacolo rappresentato da pietre di ogni dimensione, raggiungendo i 20.203 piedi. Sperava di salire ancora visto che la vetta di questa montagna della Cordigliera della Ramada, nella provincia di San Juan, si trova a 6770 metri. &ldquo;Quando ho avuto il segnale radio, ho detto alla mia squadra che non potevo continuare. Hanno smesso di respirare, non mi avevano mai sentito dire &lsquo;non posso&rsquo;. Le rocce avevano letteralmente mangiato la mia gomma posteriore che, pur tassellata, affondava&rdquo;. L&rsquo;enorme sforzo l&rsquo;ha portato a servirsi dell&rsquo;ossigeno: &ldquo;Il test &egrave; finito, ho portato la moto e il mio corpo al limite. Siamo felici, torniamo con il record per le bicilindriche. Sono super soddisfatto&rdquo;. Per rendere la moto performante in queste condizioni, &egrave; stata cambiata la mappatura dell&rsquo;iniezione. &ldquo;La moto ha sofferto molto pi&ugrave; di noi. Non avrei mai immaginato che una moto potesse resistere cos&igrave; tanto&rdquo;. Il record di Zak  Il record assoluto appartiene invece allo svizzero Jiri Zak, che il 16 febbraio 2020, a Ojos del Salado, non lontano da Copiap&oacute; (Cile), ha raggiunto 6546 metri (6646 metri secondo il GPS della moto). Con 6891 metri questa &egrave; la seconda vetta delle Ande ma anche il vulcano pi&ugrave; alto al Mondo, pure se l&rsquo;eruzione pi&ugrave; recente risalirebbe a 1300 anni fa. L&rsquo;ascesa &egrave; considerata relativamente semplice, fatta eccezione per il tratto finale. Lo dimostrano i 6694 metri raggiunti nel dicembre 2019 dall&rsquo;Unimog U5023 (motore diesel quattro cilindri in linea da 231 Cavalli e 900 Nm di coppia) del tedesco Matthias Jeschke. Zak invece si &egrave; servito di una KTM 450 EXC-F nella versione Sei Giorni. Fa parte del Grizzly Race Team, fondato nel 2013 a Zurigo da Urs Pedraita, soprannominato Grisu Grizzly per le traversate in moto nella natura selvaggia, attraverso terre incontaminate. La via principale dell&rsquo;Ojos del Salado, solitamente percorribile attraverso un canalone roccioso, era interdetta dalla presenza della neve penitente: si tratta di piramidi e coni di neve alti quasi due metri che ricordano persone incappucciate, i penitenti per l&rsquo;appunto. L&rsquo;elvetico ha dovuto attraversare due ghiacciai fino ad avvicinarsi al cratere principale: &ldquo;Se non ci fosse stata un&rsquo;enorme quantit&agrave; di neve &ndash; ha raccontato in un blog &ndash; non avrei rallentato, ma avrei guadagnato ancora pi&ugrave; quota. Purtroppo non c&rsquo;era tempo per la cautela, mi sentivo congelato ed esausto, a quel punto volevo soltanto scendere&rdquo;. Quella (S)volta Che: Gajser, il solista del Cross       

Il record dello spagnolo: oltre quota 6000 metri con la bicilindrica T&eacute;n&eacute;r&eacute;

Quella (S)volta Che: Pol Tarres, con la sua moto in cima al mondo

        Questo fine settimana il Campionato Italiano Velocit&agrave; fa tappa sui saliscendi del Mugello, teatro del terzo appuntamento della stagione 2022. Un round che vede una grande quantit&agrave; di piloti esteri, sia titolari, sia in veste di wild card, provenienti da ben undici Paesi diversi sparsi per il mondo: Giappone, Polonia, Danimarca, Svizzera, Spagna, Slovenia, Cile, Gran Bretagna, Argentina, Sud Africa e Repubblica Ceca. Livello mondiale nella serie tricolore  Tra i piloti esteri presenti in ogni categoria del CIV, sono tanti quelli dai trascorsi internazionali ad altissimo livello. In Superbike, spiccano infatti i nomi di Sheridan Morais e Randy Krummenacher, campione del mondo Supersport nel 2019, cos&igrave; come i vari Simon Jespersen e Shogo Kawasaki in SS600, al via del mondiale lo scorso anno. Vicente Perez Selfa, spagnolo al via della Moto3 con il team Phantom, vanta diverse stagioni nel mondiale di categoria, mentre i connazionali Alberto Ferrandez Beneite e Brian Uriarte sono assoluti protagonisti nella European Talent Cup e corrono rispettivamente in Moto3 e PreMoto3 (salvo concomitanze) nel Campionato Italiano. Esclusiva, Milo Ward: il TT 2022 visto dagli occhi di un newcomer Tante ragazze pronte a brillare   Tra le presenze estere, al Mugello ci sono anche alcune ragazze, tra le quali spicca il nome della spagnola Sara Sanchez, presente in tutte le tappe della Supersport 300 e in lotta per il titolo nella Women's European Cup, cos&igrave; come quello della polacca Patrycja Sowa. Al via anche diverse pilote italiane, come Flavia Lucchetti, Sabrina Della Manna e Alessia Papi, quest'ultima presente in veste di wild card nel trofeo Aprilia RS 660 Cup. Tutto ci&ograve;, da una parte conferma la grande organizzazione del CIV, che offre un livello di sfida stimolante anche per piloti in arrivo dai principali campionati mondiali, mentre dall'altro risulta alla portata di tutti, compresi coloro che vogliono fare esperienza in un ambiente che ha davvero poco da invidiare alle serie internazionali.        

Nel terzo round della stagione, al via di tutte le categorie ci sono numerosi piloti in arrivo da ogni parte del mondo, a conferma dell'altissimo livello della serie tricolore

Aria di mondiale al CIV: quante presenze internazionali al Mugello!

        Daniel Milner rappresenta la vera novit&agrave; dell&rsquo;EnduroGP 2022. &Egrave; infatti uno dei tre piloti entrati dalla porta principale in una squadra factory, nel suo caso il Fantic D&rsquo;Arpa per la E2. MXGP: Olsen in coma farmacologico Una nuova sfida  Gli altri due sono l&rsquo;inglese Nathan Watson, ritornato al Mondiale nella E2 con Honda-RedMoto, e lo svedese lo svedese Mikael Persson, voluto in E3 dall&rsquo;Husqvarna per completare la formazione del Gruppo Pierer AG, gi&agrave; presente in E1 con Andrea Verona sulla GASGAS e in E2 con Josep Garcia con la KTM. Milner sar&agrave; per&ograve; una vera incognita per tutti, perch&eacute; se Watson e Persson hanno gi&agrave; gareggiato nel Mondiale, per il trentenne australiano si tratta di un debutto assoluto nell&rsquo;EnduroGP. L&rsquo;Australia, prima di Milner, ha per&ograve; gi&agrave; visto diventare campioni del Mondo altri &ldquo;canguri&rdquo;: una volta Shane Watts (1997 in 125), ben quattro volte Stefan Merriman (2000 e 2003 in 250 2T, 2001 in 400 4T, 2004 in E1). Tre invece i titoli vinti da Matthew Phillips (2013 nella Junior, 2014 in E3, 2016 in E2), mentre ex Enduristi di primo piano alla Sei Giorni sono divenuti protagonisti assoluti nei Rally come Toby Price, due volte vincitore della Dakar, e Daniel Sanders vincitore di tre tappe nel 2022. Forte di un curriculum fatto di nove titoli nazionali, una vittoria assoluta alla Sei Giorni 2018 in Cile, nonch&eacute; due Trofei Mondiali con l&rsquo;Australia alla Sei Giorni (2015 e 2018), vincitore due volte dal Campionato USA GNCC nel 2015 e 2016, Milner porta al debutto nel Mondiale la Fantic XEF 450 4T. Dopo l&rsquo;esordio agli Assoluti d&rsquo;Italia Milner &egrave; rientrato in Australia con la famiglia per motivi legati al permesso di soggiorno nel nostro Paese, ma ha subito avuto modo di tornare nella casa di Meda, in Brianza, dove si &egrave; stabilito con la moglie Tori e le due figlie. Ed &egrave; qui che Milner ci ha illustrato i motivi che lo hanno spinto ad affrontare la sfida dell&rsquo;EnduroGP con la Fantic.  Le parole di Milner  Come &egrave; nata la tua scelta di venire in Europa per gareggiare nell&rsquo;EnduroGP con la Fantic XEF 450 e il Team D&rsquo;Arpa? &ldquo;Ho sempre desiderato correre in Europa nell&rsquo;EnduroGP anche perch&eacute; in Australia, negli ultimi due anni, a causa della pandemia non abbiamo potuto gareggiare e partecipare alla Sei Giorni. Quindi &egrave; stato abbastanza semplice decidere cosa fare insieme alla mia compagna, in un momento della mia carriera in cui penso di avere la giusta esperienza, motivazioni adeguate, preparazione, velocit&agrave; e maturit&agrave; per affrontare l&rsquo;esame dell&rsquo;EnduroGP in Europa. Mi sono confrontato con Marco D&rsquo;Arpa trovando l&rsquo;accordo grazie alla Fantic. Per me &egrave; stata una buona decisione dato che avevo guidato la Yamaha WR450F in Australia, e la Fantic XEF450 &egrave; molto simile. Inoltre volevo collaborare con la Fantic per costruire e sviluppare il loro motore 450 4T con caratteristiche ancora pi&ugrave; performanti e competitive rispetto all&rsquo;originale della WR&rdquo;. Com&rsquo;&egrave; stato l&rsquo;inizio della nuova avventura? &ldquo;Sono arrivato alla base della squadra Fantic D&rsquo;Arpa Racing a Desio tre mesi fa. All&rsquo;inizio non &egrave; stato semplice organizzare il tutto, in particolare a livello logistico, per la casa in affitto e la famiglia. Ma grazie ai ragazzi del team ho iniziato subito ad allenarmi su diversi tracciati del nord Italia, lavorando con il mio tecnico personale Scott Lillis, che mi segue ormai da diversi anni e che nel 2021 era in Francia per impegni professionali&rdquo;. Come ti sei organizzato con il Team Fantic D&rsquo;Arpa per vivere con la tua famiglia? &ldquo;Il ds della squadra Diego Morganti mi ha trovato un appartamento a Meda, a due passi da Desio, dove c&rsquo;&egrave; la nuova sede della squadra. Scott Lillis vive con sua moglie a Barzan&ograve;, distante una quindicina di minuti dalla squadra. Ormai ci siamo ambientati ed &egrave; tutto pi&ugrave; semplice&rdquo;. Sei arrivato qui un po&rsquo; in ritardo sui tempi previsti. Cosa ti &egrave; piaciuto dell&rsquo;Italia e come ti sei organizzato per gli allenamenti e lo sviluppo della nuova Fantic XEF 450 4T? &ldquo;Purtroppo ho avuto alcuni problemi con il visto/permesso di soggiorno e sfortunatamente non sono riuscito ad arrivare prima. Quindi non ho avuto molto tempo per modificare la mia moto in vista della prima prova degli Assoluti, ad Arma di Taggia, e subito dopo la gara ho dovuto fare ritorno in Australia per sistemare le pratiche burocratiche. Ora &egrave; tutto a posto e abbiamo molto pi&ugrave; tempo a disposizione per lo sviluppo della moto e per testare il set up, in modo da adattare il mezzo al mio stile di guida&rdquo;. Dopo tanti anni in cui hai gareggiato sia in Australia, vincendo praticamente tutto anche con la Nazionale alla Sei Giorni, che negli USA al GNCC, com&rsquo;&egrave; stato il tuo debutto agli Assoluti d&rsquo;Italia e quali differenze hai trovato nelle tipologie di gare e percorsi? &ldquo;Il debutto agli Assoluti d&rsquo;Italia ad Arma di Taggia non &egrave; stato facile per me, per via del fondo delle speciali. Nell&rsquo;Assoluta ho ottenuto un tredicesimo e un dodicesimo posto, mentre a Cavagli&agrave; &egrave; andata decisamente meglio con il settimo. Non avevo mai gareggiato su speciali cos&igrave; strette e tecniche; in Australia e anche negli USA al GNCC i tracciati sono molto pi&ugrave; ampi e veloci. Ora spero di migliorare nella prossima prova di Colliano in Campania, per arrivare al Mondiale con il feeling di guida desiderato&rdquo;. Con quale stato d&rsquo;animo hai affrontato le prime due gare degli Assoluti? &ldquo;&Egrave; stato molto bello e sono stato molto contento di guidare su terreni nuovi e diversi. Sicuramente devo lavorare sui fondi rocciosi delle Extreme Test. Non vedo l&rsquo;ora di migliorarmi sulle tre tipologie di speciali, con l&rsquo;obiettivo di poter diventare davvero competitivo nel Mondiale 2023&rdquo;. Sei la novit&agrave; australiana dell&rsquo;EnduroGP, in una classe super combattuta come la E2: quali obiettivi ti sei posto? &ldquo;Dopo aver visto Wil Ruprecht impiegare tre anni per essere cos&igrave; competitivo, non mi aspettavo di venire in Italia e andare gi&agrave; bene. Occorre per&ograve; imparare le varie condizioni dei tracciati, inoltre sapevo che il percorso di 50 km sarebbe stato impegnativo, ma sono entusiasta di proseguire con questo mio apprendistato, perch&eacute; mi sto impegnando al massimo. Penso che arrivare dall&rsquo;Australia e avere successo, per piloti come Phillips, Merriman e Ruprecht sia stato un grandissimo risultato&rdquo;. Quanto tempo pensi di restare in Italia per l&rsquo;EnduroGP? Si dice che il tuo accordo con la Fantic sia a lunga scadenza, magari anche con un occhio alla Dakar. &ldquo;Con il Team Fantic D&rsquo;Arpa l&rsquo;accordo &egrave; per il 2022, ma io vorrei rimanere qui in Italia almeno tre stagioni, fino a quando non riuscir&ograve; a vincere il Mondiale. Questo &egrave; il mio obiettivo e sto lavorando duramente per ottenerlo. Per la Dakar c&rsquo;&egrave; tempo, perch&eacute; &egrave; tutto molto differente, per tecnica di guida e relativi terreni&rdquo;. &nbsp;La carica dei 300 del Trofeo KTM       

"Con l'Australia ha ottenuto grandi soddisfazioni alla Sei Giorni, ma la pandemia ha fermato le gare nel mio Paese: cos&igrave; ho deciso di misurarmi nell'EnduroGP"

EnduroGP: Daniel Milner, la mina vagante

        La Women's European Cup &egrave; pronta a ripartire per una nuova stagione con tante novit&agrave; in programma (qui il calendario 2022). Il Campionato dedicato esclusivamente ai piloti donna, sta riscuotendo grande successo, tanto che il format cresce di anno in anno. Abbiamo quindi intervistato Max De Simone, organizzatore dell'evento. Tra le novit&agrave; la Spagna e gli pneumatici  Per iniziare, la prima e importante novit&agrave; riguarda il calendario 2022: oltre ai round italiani che si svolgeranno sui maggiori circuiti, facendo seguito alle gare del CIV, e oltre al doppio round in Croazia, si &egrave; aggiunto anche un altro tracciato: &ldquo;Abbiamo inserito una nuova tappa - ha spiegato De Simone - quella di Valencia. Qui la gara si svolger&agrave; nel mese di aprile e verr&agrave; fatta all'interno dell'ESBK&rdquo;. Un tracciato di grande rilievo a livello mondiale che avr&agrave; riscosso senza dubbio grande entusiasmo da parte delle ragazze che partecipano alla Women's European Cup: &ldquo;Sono tutte molto contente - ha proseguito - perch&egrave; aggiungere una gara in Spagna &egrave; una cosa che volevamo noi dell'organizzazione, ma anche loro. Due ragazze, e forse anche tre dato che dovrebbe arrivarne anche un'altra dalla Spagna, hanno apprezzato davvero tanto, visto poi che la stagione 2021 si &egrave; chiusa proprio nel segno delle spagnole&rdquo;. Le novit&agrave;, poi, non sono finite qui: &ldquo;Il format dato che sta funzionando bene, abbiamo deciso di mantenerlo tale, invece cambieranno gli pneumatici. Dunlop porter&agrave; gli pneumatici 'slick' anche nella Women oltre che nel CIV, quindi le ragazze monteranno queste nuove gomme&rdquo;. De Simone: &ldquo;Speriamo che il Covid non ci fermi&rdquo;  L'ottimismo per una grande riuscita del Campionato, anche nel 2022, &egrave; quindi alle stelle, anche se la paura che il covid possa &ldquo;bloccare&rdquo; gare e partecipanti &egrave; alta: &ldquo;Speriamo che il problema del covid ci dia ugualmente la possibilit&agrave; di poterci muovere tra le varie nazioni. Facendo un campionato europeo diventa fondamentale poter avere libera circolazione in tutta Europa e oltre, avendo ragazze dalla Russia, dal Cile, dal Sud Africa etc&rdquo;. Ma quante saranno le ragazze al via della Women's nel 2022? &ldquo;L'obiettivo principale - ha concluso De Simone - &egrave; quello di bissare il numero dello scorso anno, ovvero 24, che gi&agrave; &egrave; un numero importante, puntando ad avere qualche ragazza in pi&ugrave;, considerando per&ograve; che pi&ugrave; di 30, con i nuovi regolamenti, non si potranno avere&rdquo;. Rivoluzione CIV 2022: arriva il monogomma Dunlop in SBK       

L'organizzatore e promotore dell'evento Max De Simone ha spiegato quali saranno i cambiamenti pi&ugrave; importanti nella stagione, che inizier&agrave; il 3 aprile a Misano

Women's European Cup: ecco tutte le novità del 2022

        Dopo alcune puntate dedicate alle marche motociclistiche argentine, eccone un&rsquo;altra che intende onorare quei campioni locali i cui cognomi rivelano la nascita o la discendenza italiana. L&rsquo;impresa si &egrave; rivelata assai pi&ugrave; difficile del previsto per due motivi: il primo &egrave; il numero incredibile di piloti con nomi &ldquo;tricolori&rdquo; che hanno corso in Argentina e il secondo &egrave; la complessit&agrave; della verifica dell&rsquo;effettivo legame con il nostro Paese. Polvere di stelle: Argentina, figlia dell'Europa Sebastian Porto  Non sono riuscito, per esempio, ad accertare l&rsquo;italianit&agrave; &ndash; diretta o indiretta &ndash; di Sebastian Oscar Porto, il pi&ugrave; talentuoso dei piloti argentini nel Motomondiale, il cui vero cognome &egrave; Porco (da lui cambiato nel 1997), per&ograve; ho appurato che il cognome Porco &egrave; molto diffuso in Calabria (quasi 400 famiglie), quindi &egrave; lecito pensare che il pi&ugrave; forte dei campioni nati in Argentina (a Rafaela nel 1978) abbia parenti in questa nostra regione. Ma se Sebastian Porto &egrave; stato il pi&ugrave; forte dei piloti argentini per i suoi risultati nel Motomondiale (vice campione della 250 nel 2004, 162 gare disputate con sette vittorie e 19 podi), nella storia del motociclismo sudamericano brilla particolarmente la stella di un&rsquo;intera famiglia di certa origine italiana, quella che porta il cognome Caldarella. La famiglia Caldarella  Il padre, Salvador, era approdato a Buenos Aires a soli 15 mesi assieme ai suoi genitori emigrati dalla Sicilia. Aveva studiato per specializzarsi in fotografia medica e divenne molto noto in questa professione per aver lavorato con i chirurghi Ricardo e Enrique Finochietto, considerati &ldquo;maestri della chirurgia argentina&rdquo; (e anch&rsquo;essi figli di immigrati genovesi). Ma Salvador aveva una grande passione per la motocicletta e per le corse: cos&igrave;, per arrotondare i guadagni quando sua moglie, un&rsquo;argentina figlia di italiani, gli diede i due figli Benedicto e Aldo, apr&igrave; un&rsquo;officina e cominci&ograve; a partecipare a gare di Velocit&agrave; con una Saturno 500 &ldquo;Sanremo&rdquo; acquistata dal corridore italiano Aldo Brini in occasione di una sua trasferta per gare in Argentina. Andava forte, Salvador. Due volte vinse il campionato nazionale e si distinse anche in gare all&rsquo;estero, in Cile e Per&ugrave;, sempre in sella a una Gilera, che dopo la &ldquo;Sanremo&rdquo; era stata sostituita dalla pi&ugrave; evoluta &ldquo;Piuma&rdquo;. Gilerista accanito era anche suo figlio Benedicto, che a quindici anni (era nato l&rsquo;1 settembre 1940) cominci&ograve; a correre con una Gilera 150 maggiorata a 175 cm&sup3;, sognando per&ograve; la 500. Nel 1957, l&rsquo;anno in cui Salvador appese il casco al chiodo, in Argentina sbarcarono, con le loro 500 quattro cilindri ufficiali, Libero Liberati e Alfredo Milani, inviati dalla Casa di Arcore per dare prova della loro forza tecnica e sportiva a vantaggio delle vendite in quel Paese in cui operava una sua filiale produttiva. L&rsquo;autodromo di Buenos Aires in quell&rsquo;occasione fece il pienone di pubblico e nel paddock fra i fortunati autorizzati a osservare da vicino piloti e moto c&rsquo;era Benedicto Caldarella. In una recente intervista ha ricordato quel giorno: &ldquo;Da ragazzo che vuole imparare, non mi feci sfuggire nulla di ci&ograve; che Libero Liberati fece sulla Gilera &lsquo;Quattro&rsquo; nel suo primo contatto con la pista. Notai come avvi&ograve; la moto, aspettandomi di sentire il meraviglioso suono dei suoi quattro cilindri, registrai la sua posizione di guida e quando per la prima volta apparve sul rettilineo dei box a una velocit&agrave; mai vista prima, il pubblico, si alz&ograve; in piedi. Quando andai a dormire, portai il suono dei quattro cilindri nelle orecchie e nel cervello&rdquo;. Liberati vinse e fu portato in trionfo dalla folla. Benedicto si ripromise che un giorno avrebbero portato in trionfo anche lui.  Nel 1959 riusc&igrave; a convincere il padre ad affidargli la Gilera Saturno Piuma e lo ripag&ograve; con il secondo posto nel campionato argentino della classe 500 alle spalle di un altro italo-argentino che correva invece su Norton, Miguel &Aacute;ngel Galluzzi, genitore di quello che oggi &egrave; forse il pi&ugrave; celebre stilista di moto al Mondo e che ha lo stesso nome. L&rsquo;anno dopo, con nove vittorie in dodici gare, Benedicto conquist&ograve; di prepotenza il titolo nazionale. Con questi successi guadagn&ograve; fama in tutto il Sud America, ma due eventi lo fecero conoscere anche in ambito internazionale. Nel 1961 si corse per la prima volta il GP Argentina, ultima prova del Motomondiale, e la Honda, presente con la squadra, offr&igrave; una 250 quattro cilindri a Miguel &Aacute;ngel Galluzzi, suo concessionario nel Paese. Questi, avendo appeso il casco al chiodo, fece il nome di Benedicto Caldarella, che ebbe cos&igrave; l&rsquo;occasione di debuttare in un team ufficiale. Fu un esordio eccellente: in gara lott&ograve; con i tre piloti della Casa giapponese, Tom Phillis, Jim Redman e Kunimitsu Takahashi e fu costretto al ritiro nel finale a causa di problemi alla sospensione posteriore mentre si trovava al comando. Nel 1962 la FIM promosse ancora il GP Argentina in chiusura del Mondiale e Caldarella gareggi&ograve; nella 500 &ndash; disertata dai grandi assi del momento &ndash; vincendola con la Matchless davanti ai connazionali (e anch&rsquo;essi di discendenza italiana) Juan Carlos ed Eduardo Salatino, entrambi su Norton. Laureatosi nuovamente campione argentino della 500 nel 1963, alla fine di quell&rsquo;anno padre e figlio Caldarella incontrarono a Buenos Aires Giuseppe Gilera, in visita al suo stabilimento sudamericano. Gli chiesero materiale &ldquo;fresco&rdquo; per la Saturno e insperatamente ottennero molto, molto di pi&ugrave;: due quattro cilindri che puntualmente arrivarono via nave destinate a Benedicto. Le incertezze di Giuseppe Gilera  La casa di Arcore era reduce da una stagione molto deludente, dopo il rientro semi-ufficiale attraverso un accordo con la scuderia creata apposta dal suo ex campione Geoffrey Duke in veste di team manager. Giuseppe Gilera era incerto se chiudere nuovamente e definitivamente le porte del reparto corse, oppure tentare un ultimo rilancio con una squadra interna. Forse furono proprio le vittorie che Caldarella colse subito nell&rsquo;inverno del 1963 in Argentina e Uruguay a spronarlo a battersi ancora contro la MV nel Mondiale. E Benedicto, il suo pilota ufficiale, si dimostr&ograve; all&rsquo;altezza del compito affidatogli. Ormai liberatosi dei panni stretti del Sud America, venne in Italia e grazie anche al carattere gioviale e a una rara modestia, leg&ograve; con gli uomini del reparto corse di Arcore, in particolare Giovanni Fumagalli, celebre meccanico degli anni d&rsquo;oro della quattro cilindri italiana. Si allen&ograve; con cura e si present&ograve; in gran forma all&rsquo;inizio della stagione agonistica 1964. Il grande esordio fu a Daytona nel GP Stati Uniti, dove per tutta la gara battagli&ograve; con Mike Hailwood alternandosi con lui al comando finch&eacute; non fu costretto al ritiro da un guasto al cambio. L&rsquo;esordio pi&ugrave; che convincente eccit&ograve; il tifo degli appassionati in vista dei successivi Gran Premi, ma in Olanda e in Belgio le speranze dei Gileristi furono deluse, non da Caldarella, velocissimo anche su piste a lui sconosciute, ma dalla quattro cilindri, che entrambe le volte si arrese. Giuseppe Gilera decise allora di continuare a correre soltanto in Italia, e qui le soddisfazioni non mancarono: Caldarella vinse a Imola, Vallelunga e Ospedaletti, poi si present&ograve; al via del GP Nazioni a Monza, dove duell&ograve; stupendamente con Hailwood, stabil&igrave; il nuovo record sul giro, ma alla fine dovette soccombere alla superiorit&agrave; della MV. Di lui Hailwood disse: &ldquo;&Egrave; piccolo, ma sulla moto &egrave; un gigante&rdquo;. Polvere di stelle: Seiling, re della Sei Giorni       

Tra i numerosi piloti argentini con antenati italiani, spicca la famiglia di origine siciliana: dal patriarca Salvador al talentuoso Benedicto, rivale di Hailwood

Polvere di stelle: la dinastia Caldarella

        PIACENZA - Dicono che il destino lo scriviamo noi. Dicono che la fortuna o la mala sorte non esistono. Ecco perch&eacute; bisogna sempre guardare al domani per trovarsi pronti anche di fronte a scelte difficili o controcorrente. Ne sa qualcosa Alex Salvini che quest&rsquo;anno ha deciso di ritornare sulla Husqvarna FE del Team JET-Zanardo con cui nel 2018 sfior&ograve; per tre incredibili sfortune quello che avrebbe potuto essere il suo secondo titolo iridato nel Mondiale EnduroGP della classe E2 in cui aveva stradominato l&rsquo;intero campionato. Purtroppo per lui furono determinanti tre incredibili episodi negativi.  Il primo; il ritiro del sabato nel GP d&rsquo;Italia per acqua mischiata alla benzina, trovata dopo un accurato controllo nel serbatoio. Il secondo; un minuto perso la domenica al GP di Francia per la moto rimasta incastrata tra gli alberi della Enduro Test. Il terzo ed ultimo; l&rsquo;accidentale strappo dei due cavi elettrici posizionati sotto il corpo farfallato dell&rsquo;iniezione, che gli fecero tagliare il traguardo del GP di Germania fuori tempo massimo. Scopriamo insieme in questa intervista in esclusiva perch&eacute; Salvini ha scelto di ripartire nuovamente da zero con coraggio, classe, tanta voglia di lavorare, ma soprattutto, con il desiderio di rimettersi in discussione dopo due anni difficili.  L'intervista ad Alex  Dopo tre anni con Honda-RedMoto come &egrave; nata la decisione di ritornare con il Team JET-Zanardo e sulla Husqvarna FE 450 con cui avevi gi&agrave; corso nel 2018 sfiorando clamorosamente quello che avrebbe potuto essere il tuo meritatissimo secondo mondiale della E2? &ldquo;La decisione &egrave; nata quando, a met&agrave; 2021, in un momento molto difficile per me, prima Luca Castellana, mio amico e tecnico personale nella sfortunata stagione 2018, poi Franco Mayr sono venuti da me per sentire come stava andando. Cos&igrave; parlando, sono usciti i ricordi di quel mondiale di quattro anni fa e di come &egrave; purtroppo finito e che magari sarebbe stato bello provare a ripetere quella esperienza nella speranza di un finale migliore. In quel momento ero veramente a terra, sia moralmente che fisicamente, ma nei giorni successivi questo pensiero &egrave; continuato a girare nella testa. Ora, eccoci qui di nuovo insieme con il Team JET-Zanardo e l&rsquo;Husqvarna&rdquo;.  Insomma il Team JET-Zanardo di Franco Mayr che &egrave; stato praticamente il tuo primo amore. &ldquo;&Egrave; vero, con questa squadra ho avuto sempre un buon feeling e ottimi risultati. Dalla conquista del titolo E2 nel 2013, ai secondi posti sempre nella E2 nel 2014-15 dietro a Pela Renet e Antoine Meo, fino al 2018, durante il quale, titolo conquistato o no, siamo stati i protagonisti assoluti. Franco &egrave; davvero bravo nel coinvolgere, nel seguire, motivare e creare un gruppo di lavoro solido perch&eacute; credo sia davvero uno dei pochi veri team manager che negli anni mi ha capito e gestito bene per farmi rendere al meglio&rdquo;. Nel 2021 hai vinto il tuo 14&deg; titolo italiano tra cui 2 nel Cross e 12 nell'Enduro conquistando il tricolore 450 4T, mentre al Mondiale le cose non sono andate come speravi per problemi fisici. &ldquo;Nel 2021 &egrave; arrivato il mio 14&deg; titolo italiano, ma &egrave; stata una magra consolazione. &Egrave; stata senza dubbio la mia stagione pi&ugrave; difficile e sofferta da quando nel 2011 ho lasciato il cross per passare all&rsquo;Enduro. Prima per l&rsquo;intervento chirurgico alla spalla destra subito nel novembre 2020, con conseguente complicazione ed un secondo intervento che mi ha fatto risalire in moto poche settimane prima della prima prova degli Assoluti d&rsquo;Italia, poi per l&rsquo;infortunio alla schiena subito durante il promo GP del Mondiale in Portogallo con uno schiacciamento delle vertebre lombari ed una compressione al nervo sciatico. Come se non bastasse poi, ho avuto anche la mononucleosi che mi ha veramente messo ko sia fisicamente che mentalmente&rdquo;. Ora &egrave; gi&agrave; tempo di pensare alla prima gara degli Assoluti d'Italia del 5-6 marzo a Arma di Taggia. Come hai pianificato la tua preparazione? &ldquo;Vengo da due stagioni davvero difficili per via degli infortuni, dove ho perso pi&ugrave; di 9 mesi e a 36 anni compiuti, queste cose si sentono. Rispetto al normale, ho anticipato l&rsquo;inizio della mia preparazione di un mese ed a inizio novembre ho iniziato ad allenarmi fisicamente per colmare quel gap fisico che ho dagli altri piloti. Ho cercato in questi mesi di ricostruire una base fisica solida ed ora mi concentrer&ograve; molto sull&rsquo;allenamento specifico in moto, per riprendere feeling e velocit&agrave;&rdquo;.Parliamo di tecnica: cosa hai chiesto alla squadra per sviluppare al meglio l'Husqvarna FE 450 4T con cui gareggerai? &ldquo;Inizialmente avevamo preso in considerazione anche di poter usare la FE 501, ma poi insieme abbiamo deciso di usare la FE 450, moto dove sia io che il Team abbiamo pi&ugrave; esperienza&rdquo;. Su quali aree specifiche della moto si concentrer&agrave; maggiormente il lavoro con la squadra? &ldquo;La moto che avevo lasciato a fine 2018 era ottima, ma quella che ho trovato ora e potuto provare a inizio gennaio 2022, &egrave; davvero eccezionale. La base di partenza &egrave; incredibilmente performante.&nbsp;Con i tecnici del Team JET-Zanardo stiamo lavorando per avere un motore pi&ugrave; preciso e lineare al tocco del gas rispetto a quello che usava l&rsquo;inglese Joe Wooton nella passata stagione, ma soprattutto ci concentreremo molto sulla messa a punto della ciclistica. Prima, per&ograve; dovr&ograve; avere una velocit&agrave; che mi consenta di provare al meglio perch&eacute; ora non avrebbe senso voler testare dei set up e provare soluzioni non definitive e ancora tutte da verificare tra gennaio e febbraio&rdquo;. Quali sono gli obiettivi che hai pianificato con il team manager Franco Mayr? &ldquo;Franco &egrave; un vincente, ha vinto tanto come Team Manager nella sua carriera; quindi so quale &egrave; il suo obiettivo senza che lo dica. Dal canto mio devo essere realista; vengo da due stagioni durissime, ho 36 anni e i miei avversari sono davvero molto forti e pi&ugrave; giovani rispetto a me. Non voglio sbilanciarmi in nessun pronostico perch&eacute; non saprei nemmeno io cosa potrei essere in grado di fare. Posso solo dire che se ho fatto la scelta di staccarmi a livello sportivo e mentale dal mio team S2 Motosport e di correre per il team JET-Zanardo in quanto mi sento ancora in grado di dimostrare a me stesso e a tutti che posso ancora essere della partita&rdquo;.  Se negli Assoluti il tuo obiettivo sar&agrave; quello di arrivare a quota 15 titoli, al Mondiale della E2 sar&agrave; davvero una gran battaglia perch&eacute; la lista degli avversari oltre a te comprendete almeno altri sei/sette top riders davvero tosti e chi ritieni possa essere il pi&ugrave; pericoloso? &ldquo;Abbiamo scelto di correre nella E2, la classe pi&ugrave; combattuta in assoluto perch&eacute;, comunque, sappiamo che quella pu&ograve; essere la moto adatta a me e vogliamo fare il meglio possibile. Anche in passato mi era stata fatta questa domanda e, la mia risposta rimane sempre la stessa: non ho mai scelto la categoria per avere la vita pi&ugrave; facile. Tanto se vuoi vincere, devi essere comunque il pi&ugrave; forte di tutti. Punto e basta. Mi ricordo che nel 2013 mi dissero la stessa cosa. A parte tutto, gli avversari sono tantissimi nella E2; ovviamente in cima alla lista, Garcia, Holcombe, Ruprech, Watson, MacDonald e non ultimo, Milner&rdquo;.  Nella tua carriera hai vinto parecchio. Quale &egrave; stata la tua pi&ugrave; bella affermazione? Il Titolo Mondiale 2013 o il Trofeo Mondiale con l'Italia in Maglia Azzurra alla Sei Giorni 2007 in Cile dove con la Yamaha 250 4T hai debuttato nell'Enduro? &ldquo;Fortunatamente ho vinto tanto in carriera anche se avrei potuto vincere molto di pi&ugrave; e le vicende delle due stagioni 2018 e 2019 lo confermano. A livello di soddisfazione personale, il titolo del 2013 &egrave; stato sicuramente il pi&ugrave; gratificante, il coronamento di un sogno.&nbsp;La Sei Giorni 2007 &egrave; stata la cosa pi&ugrave; inaspettata e bella di tutte perch&eacute; vincere la Sei Giorni al debutto in una gara di Enduro, venendo dal motocross ed essendo stato chiamato all&rsquo;ultimo per fare parte della squadra in Magli Azzurra, quasi praticamente per caso, ha davvero dell&rsquo;incredibile&rdquo;.  Sei Giorni 2022 in Francia e se la FMI ti chiedesse di indossare nuovamente la Maglia Azzurra dell'Italia?&ldquo;Compatibilmente con le decisioni dei tecnici FMI e gli impegni del Team JET-Zanardo, accetterei immediatamente. Indossare la Maglia Azzurra &egrave; sempre qualcosa di eccezionale e devo essere onesto, nel 2021 non averla potuta indossare alla Sei Giorni in Italia &egrave; stata dura, ma giustamente, non sarei stato in grado di poter correre una gara cos&igrave; nelle condizioni fisiche in cui mi trovavo&rdquo;. Alex con la tua compagna Sara Trentini formate una famiglia tutta racing. Come riesci a gestire i tuoi impegni con le gare di Enduro, con quelli di Sara con il Trial, anche perch&eacute; c'&egrave; il vostro bimbo Sebastian? &ldquo;E&rsquo; davvero cos&igrave;, non penso ce ne siano molte le famiglie in giro come la nostra. Praticamente durante l&rsquo;anno tutti i nostri weekend li passiamo sui campi gara, oppure in pista al Borilli Off-road Park di Pietramurata, il parco pista della famiglia di Sara. Compatibilmente con gli impegni, cerchiamo di essere sempre presenti l&rsquo;uno alle gare dell&rsquo;altro, e Sebastian ci segue a tutti gli eventi. Sara &egrave; davvero brava perch&eacute; anche durante i suoi weekend di gara, fa praticamente la mamma a tempo pieno lo stesso&rdquo;.  Hai gi&agrave; pensato a quando smetterai con le gare cosa farai? &ldquo;Onestamente sto ancora pensando a cosa far&ograve; da grande&hellip; In questi anni ho cercato di aprirmi pi&ugrave; strade possibili per quando smetter&ograve;. Mi sono creato un'area a casa con piste e speciali di enduro, cross, estreme. Sono proprietario di un Team, sono diventato anche Tecnico Federale, faccio da tester ed Ambassador per alcune aziende impegnate nell&rsquo;off road. Non voglio precludermi niente, perch&eacute; il futuro &egrave; impossibile da prevedere. Una cosa &egrave; certa, mi piace lavorare con i giovani e sono troppo appassionato di questo sport per non continuare in questo ambiente&rdquo;. Le parole del team manager  Franco Mayr: "Sono veramente orgoglioso di aver potuto contare ancora sull&rsquo;appoggio da parte di Husqvarna Italia per avere nuovamente Alex Salvini con noi nel team JET-Zanardo. All'interno della nostra struttura Luca Castellana &egrave; stato incaricato di essere il team manager della formazione. Siamo sicuri che Luca grazie alla sua esperienza di 9 anni gi&agrave; passati con noi nella squadra, sapr&agrave; al confrontarsi al meglio con i piloti e le aziende che ci supportano dando una ventata di giovent&ugrave; e idee".        

Il pilota 36enne &egrave; ritornato per il 2022 sulla Husqvarna del Team JET-Zanardo, con l&rsquo;obiettivo di puntare al 15&deg; titolo tricolore e essere tra i protagonisti al Mondiale EnduroGP

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