        Una caotica Supersport 300 regala la prima vittoria a Benat Fernandez al debutto iridato con la Kove 321RR-S. Sul podio con il diciassettenne spagnolo i due connazionali del team Prodina Julio Garcia ed Antonio Torres. Finito a terra ad alta velocit&agrave; il vincitore di ieri Jeffrey Buis in un contatto col compagno di squadra Tonn e Humberto Maier.  SBK Portimao: Razgatlioglu firma la tripletta in Gara 2 davanti a Bulega Benat Fernandez: il rookie meraviglia Dopo aver conquistato la pole position un po&rsquo; a sorpresa nella giornata di venerd&igrave;, Benat Fernandez si &egrave; preso la scena nuovamente nell&rsquo;ultima gara del weekend portoghese vincendo in volata Gara2 davanti a Julio Garcia ed Antonio Torres. Il pilota del Team#109 Retro Traffic Kove &egrave; alla sua prima stagione iridata nel mondiale SSP300 dopo aver ben figurato in ETC guadagnando anche la selezione per la Red Bull Rookies Cup 2025. Fernandez si &egrave; preso la vittoria di forza risalendo nell&rsquo;ultimo giro dalle posizioni ai piedi del podio e sfruttando al meglio la scia nell&rsquo;ultimo curvone beffando Julio Garcia che chiude nuovamente secondo ma grazie alla caduta di Jeffrey Buis lascia il Portogallo da leader del mondiale. Quarta posizione per l&rsquo;australiano Carter Thompson ad inserirsi nel pacchetto delle &ldquo;gialle&rdquo; Kawasaki Ninja 400 del team Prodina con David Salvador che scattato dalla pole di Gara 2 dopo aver siglato il miglior tempo in Gara 1 si &egrave; dovuto accontentare della quinta posizione precedendo Phillip Tonn protagonista a met&agrave; gara del contatto che ha poi scaturito la caduta del compagno di squadra Jeffrey Buis e di Humberto Maier alla staccata della prima curva. Ancora una buona prova del rookie indonesiano Felix Mulya settimo davanti ad Elia Bartolini migliore degli italiani. Purtroppo finito nuovamente a terra il &ldquo;re di Portimao&rdquo; Mirko Gennai che inizia l&rsquo;ultima stagione della SSP300 con un doppio zero mentre Matteo Vannucci dopo esser rimasto nelle prime posizioni ad inizio gara &egrave; stato riassorbito dal gruppo terminando undicesimo. A punti anche Kevin Sabatucci quattordicesimo mentre Emanuele Cazzaniga chiude il primo weekend da titolare nel WorldSSP300 in sedicesima piazza. Fuori dalla zona punti Gabriele Zannini mentre costretto &egrave; stato costretto al ritiro Emiliano Ercolani. SP300, Portimao: La classifica  SSP Portimao: Oncu sbaglia, Bendsneyder ringrazia e vince davanti a Manzi       

Lo spagnolo dopo la pole conquistata venerd&igrave; porta la Kove alla vittoria della seconda manche in Algarve, Julio Garcia leader in campionato

SSP300 Portimao, Gara2: Benat Fernandez vince nel weekend del debutto

        L&rsquo;ultima stagione della Supersport 300 si apre con la vittoria del suo pilota pi&ugrave; vittorioso: Jeffrey Buis. L&rsquo;olandese riesce nel finale a creare un piccolo gap che gli ha permesso di evitare la volata del gruppone.  SBK Portimao, Gara 1: Toprak torna alla vittoria, ma che duello con Bulega! Buis riparte dal primo posto L&rsquo;olandese alla 77esima gara in SSP300 centra la vittoria numero 14 nel mondiale di categoria e si candida ancora una volta a favorito per la vittoria finale. Jeffrey Buis scattato dalla prima fila si &egrave; subito messo al comando ed ha gestito per tutta la gara il gruppo di testa fino ad un paio di giri dal termine dove sfruttando anche un paio di contatti nel gruppo che hanno portato alle cadute di Mirko Gennai &ndash; che interrompe cos&igrave; la striscia di 5 successi consecutivi a Portimao - e Marco Gaggi &egrave; riuscito a prendere un margine che gli ha concesso di tagliare il traguardo senza doversi preoccupare delle scie. Nel folto gruppo degli inseguitori invece a spuntarla sono stati gli spagnoli del team Prodina Julio Garcia ed Antonio Torres separati tra di loro da appena 5 millesimi. Quarta posizione per il rookie e poleman Benat Fernandez con la Kove a soli 13 millesimi dal primo podio al debutto nel mondiale per il pilota che lo scorso anno &egrave; stato tra i protagonisti dell&rsquo;European Talent Cup. Quinta piazza per il brasiliano Humberto Maier a precedere Carter Thompson e Matteo Vannucci, migliore degli italiani in settima posizione a nove decimi dalla vittoria. Dopo esser stato tra i protagonisti delle prove, Phillip Tonn si deve accontentare dell&rsquo;ottava piazza davanti al rookie indonesiano Felix Mulya e Tomas Alonso a chiudere la Top10. Tredicesima piazza per Kevin Sabatucci, Elia Bartolini penalizzato al termine della gara e retrocesso dall&rsquo;undicesima alla quindicesima posizione. Ventunesima e ventitreesima posizione per Emanuele Cazzaniga e Gabriele Zannini mentre &egrave; finito a terra anche Emiliano Ercolani oltre ai gi&agrave; citati Gaggi e Gennai.  SSP Portimao: Fuga solitaria e vittoria per Oncu in Gara 1, Manzi 2&deg;       

&Egrave; l&rsquo;olandese della KTM ad imporsi nella gara d&rsquo;apertura della Supersport 300 sulla pista portoghese, Vannucci nono, a terra nelle fasi finali Gennai e Gaggi

Portimao, il bicampione Buis apre l’ultima stagione della SSP300

        Si apre con la pole position del rookie Benat Fernandez l&rsquo;ultima stagione del mondiale SSP300, il diciassettenne di San Sebastian ha preceduto l&rsquo;australiano Carter Thompson e le KTM di Phillip Tonn e Jeffrey Buis.  SBK Portimao: Razgatlioglu e la BMW si riscattano nelle FP2, Bulega 2&deg; Debutto da sogno per Fernandez Al primo giorno di mondiale lo spagnolo Benat Fernandez si regala la pole position di Gara 1 sfruttando al meglio le scie offerte nel gruppone e fermando il cronometro in 1&rsquo;55&rdquo;238. Sono solo 39 i millesimi a separare il pilota di San Sebastian e Carter Thompson, una delle rivelazioni della seconda parte del mondiale dello scorso anno. L&rsquo;australiano fu chiamato in corsa a sostituire Petr Svoboda lo scorso anno mettendosi subito in mostra e diventando uno dei favoriti per il mondiale 2025. Terza e quarta piazza per le KTM di Phillip Tonn e Jeffrey Buis, il tedesco dopo aver fatto registrare il primo tempo nelle FP1 si &egrave; preso la prima fila precedendoil compagno di squadra. In seconda fila con Buis, Humberto Maier e Antonio Torres. Si trovano in terza fila i primi italiani con Marco Gaggi settimo a quattro decimi dalla pole e Kevin Sabatucci nono a otto decimi. Tra i due Unai Calatayud, scivolato nei minuti centrali della sessione mentre era a casco rosso e centrato da Elia Bartolini che a causa della caduta ha terminato anzitempo la propria Superpole chiudendo quindicesimo in 1&rsquo;56&rdquo;170. Decima posizione per Matteo Vannucci e tredicesima piazza per Mirko Gennai che a Portimao ha vinto le ultime 5 gare corse in SSP300. Diciassettesimo tempo per Emanuele Cazzaniga alla prima gara da &ldquo;titolare&rdquo; nel mondiale SSP300 dopo aver lottato per il titolo tricolore lo scorso anno.  SSP, Portimao: Oncu domina e conquista la pole, prima fila per Caricasulo       

Lo spagnolo porta la moto cinese a scattare in prima fila davanti a Carter Thompson ed alla KTM di Phillip Tonn, Gaggi, Sabatucci e Vannucci in Top10

SSP300, il debuttante Benat Fernandez porta la Kove in pole a Portimao

        Questo fine settimana il mondiale Superbike torner&agrave; in azione per il secondo appuntamento del 2025 all'Autodromo Internacional do Algarve di Portimao, tracciato su cui scatter&agrave; anche la stagione della Supersport 300 iridata. Si tratter&agrave; di un'annata particolare per la classe leggera delle derivate di serie, in quanto sar&agrave; l'ultima della storia visto che a partire dal 2026 verr&agrave; lasciato spazio alla Sportbike come categoria entry level; tuttavia, non mancano i motivi d'interesse e tanti possibili protagonisti. SBK: Toprak "funambolo" con il BMW GS, in attesa di Portimao  Gennai favorito in Algarve, ma occhio alla &ldquo;volpe&rdquo; Buis  Reduce da cinque successi consecutivi a Portimao, oltretutto ottenuti con due moto diverse (prima con Yamaha e poi con Kawasaki), il pilota da battere in questo primo round sar&agrave; chiaramente Mirko Gennai, sicuro pretendente al titolo alla seconda stagione con la Ninja 400 del Team MTM. Il toscano dovr&agrave; per&ograve; vedersela con una griglia ricca di possibili protagonisti, a partire ovviamente dal due volte campione del mondo Jeffrey Buis con la KTM del team Freudenberg.  Biaggi: "A Brno nel '98 ho rischiato, a mio figlio non ho ancora dato il motorino" Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Gli italiani e non solo: tanti possibili protagonisti  Certamente della partita anche l'australiano Carter Thompson, immediatamente a podio lo scorso anno al debutto e a sua volta al via con i colori MTM, e Julio Garcia, che dopo la disavventura con la Kove ha trovato nel team Prodina una nuova squadra per puntare alla vittoria al fianco di Antonio Torres e David Salvador. Occhio inoltre ai tanti italiani, tra i quali spicca Elia Bartolini: dopo la vittoria agli Intercontinental Games, il classe 2003 sar&agrave; al via con la Yamaha R3 del team BrCorse, compagine campionessa in carica, e punter&agrave; senza mezzi termini al medesimo risultato. Parlando di piloti tricolore, sempre con BrCorse ci sar&agrave; anche Marco Gaggi, mentre Matteo Vannucci punter&agrave; al riscatto con l'AG Motorsport Italia dopo un 2024 decisamente pi&ugrave; complicato del previsto. Presenti poi anche Emiliano Ercolani e Giacomo Zannini con le Kawasaki GP Project e Kevin Sabatucci con quella del team Smrz Racing, senza dimenticare Emanuele Cazzaniga con la Yamaha RaceStar. Non mancher&agrave; nemmeno la gi&agrave; citata Kove, che pur non essendo pi&ugrave; presente con il team ufficiale ci sar&agrave; con il Team 109 guidata dall'ex-ETC Benat Fernandez. Saranno tantissimi i pretendenti alle posizioni di vertice: chi sar&agrave; l'ultimo campione della storia della SSP300? Toni Bou (di nuovo) nella storia: fa suo il 19&deg; titolo mondiale X-Trial       

Sul circuito portoghese scatter&agrave; l'annata conclusiva della classe leggera, pronta a lasciare spazio alla Sportbike. Occhio a Mirko Gennai, grande favorito in Algarve

SSP300 ai saluti: a Portimao inizia l'ultima stagione della storia

        Il format diverso rispetto al solito per quanto riguarda la presentazione della stagione Sky Motori ha fatto s&igrave; che ci fosse spazio per organizzare interviste o chiacchierate a microfoni spenti con i talent di Sky. A margine della presentazione abbiamo avuto modo di parlare con Sandro Donato Grosso, pit reporter di Sky Sport MotoGP sui temi caldi della Top Class dopo i test invernali e sullo speciale in uscita prossimamente sulla Dakar 2025. Sandro, nuova presentazione Sky Motori quindi l&rsquo;inizio stagione &egrave; sempre pi&ugrave; vicino&hellip;&nbsp; &ldquo;E&rsquo; bello perch&eacute; si pensa che iniziamo ora ma in realt&agrave; non ci fermiamo mai. Abbiamo fatto la Dakar, ho avuto la fortuna di seguire anche i test e la presentazione tra Malesia e Thailandia. L&rsquo;idea che mi sono fatto &egrave; che quest&rsquo;anno ci sar&agrave; una competizione molto aperta: l&rsquo;opinione pubblica e gli addetti ai lavori si concentrano sul duello Bagnaia-Marquez, che ci sar&agrave;, ma si &egrave; parlato forse poco di Alex Marquez e di Franco Morbidelli che avranno le stesse moto di Pecco e Marc e sono molto veloci. Ci sar&agrave; anche Di Giannantonio che se recupera pu&ograve; dire la sua, mi aspetto delle Sprint dove non ci saranno solo Bagnaia e Marquez; da capire Bezzecchi, &egrave; un fine collaudatore, molto reattivi gli ingegneri Aprilia, lui si &egrave; adattato bene; non saranno da subito sul podio le Yamaha per&ograve; hanno lavorato bene cos&igrave; come Honda. Da ora ad un anno avremo un livellamento delle prestazioni decisamente importante.&rdquo; Sandro Donato Grosso e i temi caldi della MotoGP dopo i test in Thailandia  Abbiamo chiesto al pit reporter di Sky Sport MotoGP un commento sulle tematiche emerse dopo il test di Buriram in vista della prima gara, sempre in Thailandia Ducati ha scelto di &ldquo;tornare indietro&rdquo; per non rischiare visto il congelamento dei motori&nbsp; &ldquo;Pi&ugrave; che tornare indietro, Ducati ha scelto di non fare un passo avanti eccessivo. Loro sapevano gi&agrave; che la base 24 fosse molto efficiente, la 2025 che avevano gi&agrave; provato a Barcellona ha pi&ugrave; potenza ma ha un problema abbastanza importante sulla gestione del freno motore. A Marquez non piaceva e l&rsquo;hanno bocciata subito, Bagnaia ci ha pensato e ripensato sul perch&eacute; intraprendere questa nuova strada quando la base 2024 &egrave; ottima. Il telaio 2025 pu&ograve; essere abbinato perch&eacute; gli attacchi sono gli stessi, forcellone e sospensioni hanno passato l&rsquo;esame, il nuovo abbassatore n&igrave;. La base 2024 con l&rsquo;aggiunta di alcune componenti 2025, con anche le nuove pinze Brembo secondo me pu&ograve; essere una super moto.&rdquo; Come arriva Aprilia alla prima gara contando che Martin ha saltato i due test? &ldquo;Quanto Martin soffrir&agrave; perch&eacute; gli mancano cinque giorni di test non lo so. Di certo non sar&agrave; facile per lui, l&rsquo;Aprilia &egrave; una moto che nasce bene, potente, Bezzecchi dice che sente l&rsquo;anteriore molto solido e questo gli consente di esprimere le sue qualit&agrave; di guida. Dobbiamo aspettare qualche GP, il gruppo di ingegneri con Fabiano Sterlacchini, con il lavoro del test team, con Bezzecchi e Martin deve dare i suoi frutti; &egrave; una ventata di novit&agrave;, l&rsquo;Aprilia se non ora tra qualche mese arriver&agrave;.&rdquo; Cosa ne pensi del gruppo KTM? Secondo Ezpeleta non ci sono problemi e resteranno&hellip;&nbsp; &ldquo;La mega decisione generale &egrave; prevista per il 25 febbraio. Al di l&agrave; di questo, l&rsquo;atmosfera che ho visto &egrave; stata da una parte reattiva e di orgoglio, dall&rsquo;altra oggettivamente ci sono delle difficolt&agrave;. Le novit&agrave; che ho visto in KTM riguardavano solo piccoli deviatori e cosine, sostanza ce n&rsquo;&egrave; poca. Ho visto Bastianini e Vinales in difficolt&agrave;, Acosta guida sopra ogni sorta di problema; spero con tutto il cuore di non perderlo e di dover raccontare una stagione nella quale c&rsquo;&egrave; un congelamento generale perch&eacute; sarebbe un vero peccato. Ovvio che Ezpeleta dica che continueranno, perdere una KTM con quattro moto per Vinales, Bastianini, Acosta e Binder sarebbe un grande peccato.&rdquo;&nbsp; Chiudiamo con Yamaha e Honda, come le hai viste tra Malesia e Thailandia? &ldquo;Per quanto riguarda Yamaha, quello che ho visto &egrave; uno sforzo immane con pi&ugrave; di 20 ingegneri, con Paolo Pavesio che ha lavorato benissimo, con la voglia di riprendersi. C&rsquo;&egrave; energia, c&rsquo;&egrave; anche Max Bartolini che sta lavorando non poco, si &egrave; vista una moto gi&agrave; diversa nella distribuzione dei pesi, ad esempio la centralina &egrave; stata spostata al posteriore e si vede dall&rsquo;attacco per scaricare i dati innestato sul codone, ho visto un rivitalizzato Maio Meregalli che incrocia i dati con Pramac. Ovvio che in Thailandia ci aspettavamo che replicassero quantomeno la Malesia anche se la Malesia fa poco testo perch&eacute; Sepang &egrave; una pista che ha tanto grip e sulla quale Yamaha &egrave; sempre andata bene e le problematiche di Yamaha quando c&rsquo;&egrave; poco grip vengono un po&rsquo; attenuate. A me piace moltissimo come stanno lavorando. Per quanto riguarda Honda, in Thailandia sono andati bene grazie anche al lavoro di Albesiano, Marini molto bravo, Mir ha detto che la moto si lascia guidare. Honda sta facendo quello che sta facendo Yamaha, valorizzare il test team anche se &egrave; pi&ugrave; indietro ma Marini, al quale credo perch&eacute; &egrave; un fine osservatore, dice che dopo l&rsquo;estate potrebbero arrivare. Yamaha ed Honda hanno le concessioni, quindi, hanno prove motore e telaio, non devono punzonare nulla. Realisticamente le potremo vedere.&rdquo; Sandro Donato Grosso e lo speciale sulla Dakar  L&rsquo;ultimo flash di questa nostra one to one &egrave; dedicato alla Dakar, che Sandro ha seguito per il terzo anno da inviato Sky ed &egrave; diventata una passione anche di Sky tanto da realizzarne un documentario in uscita prossimamente&nbsp; Sandro, parliamo della Dakar e del tuo speciale che uscir&agrave; prossimamente&nbsp; &ldquo;La Dakar era soltanto una mia passione, ora &egrave; diventata passione anche di Sky. Siamo al terzo anno, l&rsquo;abbiamo seguita con me inviato sul posto ed i collegamenti su Sky Sport 24. La Dakar ha un fascino incredibile, abbiamo raccontato per lo pi&ugrave; gli italiani. Nei prossimi 10 giorni ci sar&agrave; un docufilm &ldquo;Dakar 2025: la sfida infinita&rdquo; con me che la racconto in chiave retrospettiva e la regia di Claudio Cavilotti.&rdquo;       

&ldquo;La Dakar? Da mia passione &egrave; diventata anche passione di Sky, uscir&agrave; presto un documentario&rdquo; ha detto ai nostri microfoni il pit reporter di Sky Sport MotoGP nella one to one dopo la presentazione

Sandro Donato Grosso: “Ducati validissima anche con il motore 24, Aprilia arriverà”

        La stagione 2024 del CIV Moto3 &egrave; stata un vero e proprio &ldquo;affare a due&rdquo; per il titolo tra Marcos Ruda ed Elia Bartolini, rispettivamente in gara con il team GP Project 2WP Factory Racing e con il Lucky Racing Team. Quest'anno le carte in tavola saranno per&ograve; mescolate, visto che mentre Bartolini correr&agrave; nel mondiale Supersport 300, la compagine capitanata da Andrea Raimondi schierer&agrave; proprio il pilota spagnolo puntando senza mezzi termini alla vittoria del titolo. SBK, Montella spiega la scelta del numero: "Il 5? Un ritorno alle origini" Ruda a caccia del bis  Marcos Ruda e il Lucky Racing Team passeranno quindi da rivali ad alleati, unendo le forze e diventando immediatamente i grandi favoriti per il trionfo nella categoria. Il giovane talento valenciano, che dopo la vittoria del titolo in Moto3 nel 2024 &egrave; stato premiato anche con il Casco d'Oro della nostra testata, salir&agrave; su una moto ben diversa rispetto a quella guidata nella scorsa annata. Il prototipo del team, motorizzato Yamaha 450 (motore obbligatorio ed uguale per tutti nella Moto3 del Campionato Italiano Velocit&agrave;), ha gi&agrave; dimostrato di essere altamente competitivo sia nelle mani di Bartolini che in quelle di Kristian Daniel Jr, perci&ograve; ora l'unica domanda che possiamo porci &egrave; la seguente: Ruda riuscir&agrave; a confermarsi come il numero 1 della categoria?        

Dopo aver trionfato lo scorso anno, Marcos sar&agrave; nuovamente al via della serie tricolore difendendo per&ograve; i colori dell'ex-rivale Lucky Racing Team

Nuova squadra, stesso obiettivo: Ruda pronto a difendere il titolo nel CIV Moto3

        Per arrivare all&rsquo;odierna avventura nel Cross, un ritorno decisamente interessante e ambizioso, la Triumph ha compiuto un lungo percorso, come azienda che ha scritto pagine importanti nella storia delle due ruote. La Triumph nasce a Coventry nel 1884, e, come per altri marchi storici del motociclismo, inizia fabbricando biciclette mentre la produzione di moto parte nel 1902. Durante la Prima Guerra mondiale rifornisce di trentamila moto l&rsquo;esercito britannico e negli anni Trenta produce anche automobili (attivit&agrave; proseguita fino ai primi Anni &rsquo;80). Il suo classico bicilindrico parallelo (Speed Twin 500) &egrave; del 1937 e si evolve fino ai modelli recenti. Resta un&rsquo;icona del motociclismo la Thunderbird 6T degli Anni &lsquo;50, famosa anche per il film &ldquo;Il Selvaggio&rdquo; (del 1953) con in sella Marlon Brando. Gi&agrave; negli Anni &rsquo;30 le moto con cui si correva nel Fuoristrada e nel Motocross derivano dai modelli stradali, e ne seguono l&rsquo;evoluzione, con i necessari aggiustamenti tecnici, e cos&igrave; &egrave; per le Speed Twin, le Tiger, e poi la celebre TR5. In Italia qualcuno pu&ograve; ancora ricordare il successo della squadra inglese, nel 1948 con la TR5 Speed Twin, alla Sei Giorni disputata a Sanremo. La moto di serie che ne deriva viene chiamata Trophy. Con la TR6SC Steve McQueen corre la Sei Giorni in Germania nel 1964, e tutti lo ricordano su una Triumph nel film &ldquo;On any Sunday&rdquo;. Passa alla prossima pagina MXGP: Ducati e Aruba insieme per il 2025 &nbsp; Triumph: la storia  Le ruote tassellate fanno dunque parte del DNA della Triumph (fornitrice dei motori per la Moto2 del Motomondiale), ma quando nel 2023 ha annunciato la sua entrata nel gotha del Motocross, la Casa inglese ha sorpreso un po&rsquo; tutti. E nella conferenza stampa ufficiale, al Cross delle Nazioni in Francia a Ern&eacute;e, si &egrave; svelato un programma ben definito e ambizioso: team per il mondiale MX2, AMA National e Supercross USA 250 al primo anno, e al secondo anno anche nella MXGP (sbarco poi spostato di un anno). Nel Mondiale lo sponsor &egrave; il munifico brand Monster, e il team &egrave; capitanato da Thierry Chizat-Suzzoni (per anni proprietario del team ufficiale Kawasaki) e gestito dall&rsquo;esperto Vincent Bereni, mentre per il collaudatore basta il nome, Clement Desalle. Dall&rsquo;altra parte dell&rsquo;oceano, per Supercross e National la Triumph Racing USA si &egrave; presentata nientemeno che con il mitico Ricky Carmichael e Ivan Tedesco. Alla prima prova del Mondiale 2024, in Argentina, tantissimi occhi erano puntati sulla nera inglese, che al sabato nel turno cronometrato MX2 sorprendeva un po&rsquo; tutti con il quinto tempo per il danese Mikkel Haarup e l&rsquo;ottavo per il diciannovenne sudafricano Camden Mc Lellan. Il bello arrivava la domenica con Haarup autore di un quinto e un secondo posto di manche per il terzo gradino del podio del GP. Un podio all&rsquo;esordio, un risultato eccezionale che ha confermato lo spessore del progetto Triumph. Haarup si &egrave; fermato per festeggiare con il team una giornata storica per la Triumph. Al centro del gruppo in festa c&rsquo;era un italiano, il capotecnico Manuel Volpato, piemontese (di Ailoche, in provincia di Biella), 47 anni, 30 dei quali nel Mondiale, personaggio amatissimo nel paddock che merita di essere raccontato.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Triumph: parla Manuel Volpato  &ldquo;Intorno ai diciassette anni facevo il muratore con mio padre, che mi ha trasmesso la passione per il Motocross &ndash; dice Manuel &ndash; e quando potevo correvo qualche gara del Regionale in Piemonte. A volte a sistemare la moto mi aiutava Alberto Angiolini (due volte campione italiano Senior 500), frequentavamo la pista di Serravalle Sesia, e lui lavorava come service Pirelli al Mondiale. Una volta mi ha chiesto di dargli una mano nel lavoro a una gara e da allora &egrave; iniziata la mia storia: l&rsquo;ho seguito in tutta Europa nelle gare del Mondiale 250, e quando rientravo a casa tornavo a fare il muratore. Per me era un sogno entrare nel paddock del Mondiale e allora era stupendo, la sera si cenava noi meccanici e i piloti, erano bei tempi. Nel 2000 &egrave; cambiata la gestione Pirelli e io per il 2001 ho accettato una proposta da Pamo Honda che per&ograve; ha chiuso in pochi mesi&hellip;&rdquo;. Chiusa una porta, si &egrave; aperto un portone: &ldquo;Dato che Andrea Bartolini cercava un meccanico per il suo team con David Philippaerts, Alex Salvini e Ronnie Bosi con l&rsquo;Husqvarna, abbiamo fatto l&rsquo;Europeo 125. L&rsquo;anno dopo, nel Team ST Racing (Sauro Orazi) con Manuel Monni e Luca Cherubini abbiamo vinto l&rsquo;Europeo 125 con Cherubini, con la Yamaha e il kit Rinaldi, e in quel periodo ho conosciuto proprio Michele Rinaldi. Nei tre anni successivi ho vissuto il Mondiale, con il Team Medei, ho lavorato con Cherubini, Salvini e poi con Claudio Federici e la Kawasaki, e abbiamo vinto l&rsquo;Italiano e gli Internazionali d&rsquo;Italia&rdquo;.  Nel 2007 l&rsquo;approdo da Rinaldi, nel team Yamaha ufficiale. &ldquo;Una grande esperienza. Arrivavo in un team ufficiale come meccanico da allenamento di Joshua Coppins. Nel 2008 e 2009 c&rsquo;era anche Philippaerts, che abitava vicino a me in Piemonte. Poi sono diventato meccanico da gara: due anni con Gautier Paulin, tre con Christophe Charlier e cinque con Romain Febvre, con il Mondiale vinto nel 2015. Ricorder&ograve; sempre Maggiora, dove nel fango &egrave; caduto ed &egrave; ripartito con il manubrio piegato ed &egrave; riuscito a vincere proprio il mio GP di casa. Con lui ho anche vinto tre &lsquo;Nazioni&rsquo;: a Matterley Basin la Francia ha trionfato con tre miei piloti, Febvre, Paulin e Charlier&rdquo;. Con il passaggio di Febvre a Kawasaki KRT, per Volpato sono cambiate le cose: &ldquo;Sono rimasto con Rinaldi YZRRS, il racing service per la gestione tecnica dei team ufficiali Yamaha. Nel 2021 ho seguito Glenn Coldenhoff in Yamaha-Wilvo. Tre anni positivi, poi per il 2024 ho deciso di cambiare. Da un paio d&rsquo;anni parlavo con Vincent Bereni, lui &egrave; un corso che vive in California, ha fatto la scuola per meccanici da gara a Le Mans e secondo me &egrave; un grandissimo tecnico, gestiva lui le Kawasaki prima che il team passasse a Kimi Raikkonen. Quando la Triumph ha preso Vincent e la sua squadra Must Motorsport per occuparsi del neonato team nel Mondiale, mi ha rifatto la proposta e ho accettato&rdquo;.  Con la Triumph, l&rsquo;avventura di Volpato &egrave; stata accompagnata da un altro tecnico italiano. &ldquo;Mi hanno chiesto di fare il capotecnico e mettere a disposizione la mia esperienza. Ho portato anche un altro tecnico italiano, Edoardo Bertinazzi, delle mie parti&hellip; Ci spostiamo molto: la squadra fa base nei pressi di Eindhoven e i piloti si allenano in Spagna da ottobre a marzo. Il nostro primo impegno &egrave; stato completare il team poi abbiamo cominciato a lavorare sullo sviluppo&rdquo;. Il podio mondiale ha subito testimoniato la bont&agrave; del progetto: &ldquo;In Argentina mi aspettavo una bella gara perch&eacute; ad Haarup piace la pista. inoltre dopo la preparazione invernale era in forma. C&rsquo;era un po&rsquo; di paura, ed &egrave; normale alla prima gara vera, per qualche eventuale problema tecnico per una moto fresca di sviluppo, ma &egrave; andato tutto al meglio. Il podio &egrave; stato l&rsquo;avverarsi di un sogno&rdquo;. Due GP pi&ugrave; tardi, ancora un podio, sulla sabbia a Riola Sardo, questa volta con Mc Lellan, terzo. "&Egrave; stata una bella conferma, con un pilota giovane, che poi si &egrave; infortunato in Portogallo ed &egrave; rientrato in Indonesia, ha sfiorato il podio ad Arnhem e ha chiuso la stagione nono, pur avendo saltato sei GP&rdquo;. Ancora podio (secondo posto) per Haarup in Indonesia, a Lombok, e quinta posizione finale nella MX2: &ldquo;Mikkel ci ha entusiasmato, ha avuto qualche problema fisico che si &egrave; trascinato nella stagione, ma ha tenuto duro e il quinto posto finale &egrave; un grande risultato&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Triumph, MXGP posticipata  L&rsquo;esordio in MXGP della 450 &egrave; stato posticipato al prossimo anno: &ldquo;Quest&rsquo;anno restiamo in MX2 e continuiamo lo sviluppo della 250 con Mc Lellan e il nuovo arrivato Guillem Farres, spagnolo, che &egrave; gi&agrave; al lavoro con Desalle. Clement per noi &egrave; una colonna fondamentale, &egrave; tra i migliori che conosca per sensibilit&agrave; tecnica, e ha plasmato questa moto: quest&rsquo;anno si occuper&agrave; anche della preparazione dei piloti. In vista del 2026 portiamo avanti anche lo sviluppo della 450 con Haarup, che forse potrebbe disputare qualche prova del National USA. La 450 standard (in commercio) sar&agrave; utilizzata da team privati gi&agrave; quest&rsquo;anno, dovrebbero correre anche Alvin &Ouml;stlund e Max Nagl&rdquo;. Anche negli USA &egrave; arrivato il primo podio gi&agrave; al debutto, con Jordon Smith nel Supercross 250, ad Anaheim.&nbsp;&ldquo;Un risultato importante &ndash; conclude Volpato &ndash; il team americano &egrave; stato potenziato e siamo ottimisti, penso che la Triumph stia crescendo nel Motocross in tutto il Mondo e ci sono grande positivit&agrave; ed entusiasmo&rdquo;.       

La Casa inglese &egrave; tornata a dedicarsi all&rsquo;off-road: i risultati testimoniano la bont&agrave; di un progetto ambizioso, con un&rsquo;anima tecnica piemontese

Cross: Triumph, buona la prima

        E' andato benone Fabio Quartararo nella due giorni di test MotoGP completata a Buriram. Che differenza c'&egrave; tra le sessioni thailandesi e il lavoro di Sepang? Laggi&ugrave; il francese &egrave; andato benissimo. Due modi di coniugare lo stesso verbo, basandosi su interpretazioni di pista e sensazionali: "Per quanto riguarda il ritmo" riferimento a passo gara "penso che, come in Malesia, siamo stati pi&ugrave; lenti di tre decimi rispetto alla simulazione Sprint. E aggiungo: qui siamo tre, quattro decimi pi&ugrave; lenti dei migliori. Credo che la differenza sia trovare nello scarso feeling all'anteriore: due o tre decimi, soprattutto nel time Attack sono andati persi in quest'area". Ecco il vero Marc Marquez, al comando dei test MotoGP di Buriram  Fabio e Yamaha: velocit&agrave; migliorata, trazione mica tanto Come sta progredendo lo sviluppo della M1, curata in termini motoristici da Massimo Bartolini? Quarta ci scambia battute nella foto di copertina: "Dunque" riordina le idee "in quanto a velocit&agrave; massima, siamo cresciuti. Ne avevamo davvero bisogno, evviva. Invece, qui a Buriram ci &egrave; mancata velocit&agrave; in curva con l'anteriore, fase dove stavamo faticando. Quindi, speriamo di poterla avere qui durante il weekend di gara. Per il resto, purtroppo non abbiamo migliorato la trazione". A cosa puntare nel Gran Premio di Thailandia? Potrebbe essere un weekend inaugurale "rivelatore" per El Diablo e l&igrave;a blu del team Monster Energy: "Dobbiamo pensare che al momento siamo in una situazione in cui stiamo ancora migliorando.Non ho obiettivi, traguardi, niente. In questo momento &egrave; troppo difficile stabilire un obiettivo perch&eacute; siamo ancora nella fase in cui dobbiamo crescere.&nbsp; Una idea sar&agrave; stabilita a ppena prima della Sprint e a precedere la gara domenicale".        

Fabio alla fine dei test thailandesi: "La situazione sar&agrave; pi&ugrave; chiara nel weekend di gara: al momento, io e la Yamaha pensiamo solo a migliorare"

MotoGP, Quartararo: "Obiettivi? Non prima della Sprint di Buriram"

        Il bilancio Ducati dopo i test di Sepang &egrave; assolutamente positivo visti i tempi fatti segnare sia dai piloti ufficiali Marquez e Bagnaia che dai satellite con la 24 ovvero Morbidelli e Marquez junior, con un occhio di riguardo verso il rookie Aldeguer e con una punta di dispiacere per il nuovo infortunio di Di Giannantonio.&nbsp; In Ducati, per&ograve;, non sono passate inosservate le prestazioni di Yamaha nelle giornate malesi. Davide Tardozzi, team manager della Rossa, sapeva benissimo che Max Bartolini, ex proprio di Ducati, avrebbe aiutato Yamaha a crescere e ritiene Fabio Quartararo il rivale pi&ugrave; accreditato attualmente per i suoi due piloti. &ldquo;Siamo molto soddisfatti &ndash; esordisce Tardozzi a motogp.com &ndash; perch&eacute; abbiamo avuto due giornate nelle quali abbiamo scelto le componenti tra tutte quelle nuove e siamo riusciti a mixarle con la moto 2024. Penso che alla fine i due piloti abbiano scelto il giusto compromesso. A Buriram prenderemo l&rsquo;ultima decisione e sceglieremo quale moto correr&agrave; nel 2025.&rdquo;&nbsp; Poi aggiunge: &ldquo;La GP25 ha un grande potenziale ma pensiamo che le regole ci portino ad essere conservativi perch&eacute; questo motore deve essere usato per due anni e funziona molto bene. Ad oggi il bilanciamento va pi&ugrave; verso la GP24 che la GP25 e l&rsquo;ultima decisione verr&agrave; presa proprio a Buriram.&rdquo;  La Sprint simulation dei Marquez, Morbidelli, Di Giannantonio ed Aldeguer  Ducati lascia Sepang in vista di Buriram con delle belle prestazioni da tutti i suoi piloti: i fratelli Marquez hanno fatto una gran simulazione di Sprint Race, Morbidelli &egrave; andato molto bene ed anche Aldeguer non se l&rsquo;&egrave; cavata male. Unica pecca l&rsquo;infortunio di Di Giannantonio a fine prima giornata. &ldquo;Ho visto la simulazione di Marc con il sorriso sulla faccia, ma c&rsquo;&egrave; anche Alex Marquez che ha fatto una grande simulazione di Sprint. Questo &egrave; solo un test, la gara &egrave; un&rsquo;altra storia e penso che sia Marc che Pecco saranno molto competitivi.&rdquo;&nbsp; Sui team satellite dice: &ldquo;Sono sicuro che i nostri team satellite saranno molto competitivi. Penso che sia Alex Marquez che Morbidelli saranno molto competitivi fin dalla prima gara, sono veramente triste per Di Giannantonio e lo aspettiamo a braccia aperte perch&eacute; ha dimostrato di poter essere della partita anche lui. A met&agrave; stagione o anche prima vedremo il potenziale di Fermin Aldeguer, penso che sorprender&agrave; tutti.&rdquo;&nbsp; Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Tardozzi sulla Yamaha, ad oggi prima rivale di Ducati  Se c&rsquo;&egrave; una moto che nei test invernali ha fatto un grande progresso rispetto allo scorso anno &egrave; Yamaha. L&rsquo;ingresso di Max Bartolini ha, di fatto, cambiato il metodo di lavoro all&rsquo;interno del team ed anche la mentalit&agrave; dei giapponesi. &ldquo;Sapevo che Yamaha avrebbe fatto dei progressi ma non mi aspettavo cos&igrave; in fretta. Conosco molto bene Massimo Bartolini, ero sicuro che sarebbe stato in grado di far fare loro un grande passo avanti e so che adesso lo stanno ascoltando tanto. Penso che abbiano un pilota fantastico in Fabio Quartararo che al momento &egrave; il nostro rivale.&rdquo;       

&ldquo;Ero sicuro che Massimo Bartolini avrebbe fatto fare a Yamaha un grande passo avanti&rdquo; commenta il Team Manager Ducati dopo i test di Sepang

MotoGP, Tardozzi: “Ad oggi Quartararo è il nostro rivale”

         Il 2025 di Yamaha &egrave; ufficialmente iniziato. Oggi infatti sia il team ufficiale che quello satellite Pramac, arrivato a vestire di blu da squadra campione del mondo in carica, hanno svelato le proprie livree per la stagione alle porte, nella suggestiva cornice offerta dalle Petronas Twin Towers.&nbsp;Per Yamaha l&rsquo;anno alle porte dovr&agrave; obbligatoriamente fare rima con riscatto, o perlomeno miglioramento. Lo sa bene Fabio Quartararo, rimasto in blu nella speranza di una rapida crescita dal punto di vista tecnico, grazie alla direzione del nuovo direttore tecnico Max Bartolini. Quartararo &egrave; stato confermato al pari del compagno Alex Rins, desideroso di mettersi alle spalle un periodo fitto di difficolt&agrave; ed infortuni. Pramac nuova risorsa Yamaha  Come detto l&rsquo;evento &egrave; stato contraddistinto anche dalla presentazione del team Pramac, a dir poco rivoluzionato rispetto allo scorso anno. Le due nuove moto infatti sono state svelate dagli altrettanti nuovi piloti Jack Miller e Miguel Oliveira, provenienti da due mondi diversi &ndash; KTM e Aprilia &ndash; e decisi a rilanciarsi.&nbsp;Il legame tra Yamaha e Pramac &egrave; rappresentato anche dal nuovo progetto della struttura italiana in Moto2, anch&rsquo;esso svelato in quel di Kuala Lampur. Sotto la direzione di Alex De Angelis Tony Arbolino e Izan Guevara sono chiamati a lottare con continuit&agrave; per le posizioni che contano. Massimo Rivola, eletto nuovo presidente della MSMA       

Sotto le iconiche Petronas Twin Towers la pattuglia Yamaha ha svelato i propri colori, tra le conferme di Quartararo e Rins ed il vento di novit&agrave; portato da Pramac

MotoGP, Yamaha ha voglia di stupire: ecco le moto del team ufficiale e Pramac

 La decima edizione della 100 km dei Campioni a Tavullia&nbsp;si &egrave; conclusa con un risultato a sorpresa. I padroni di casa Luca Marini e Valentino Rossi, partiti con i favori dei pronostici, si sono dovuti arrendere alla supremazia della coppia formata da Diogo Moreira e Thomas Chareyre.    Dakar 2025: Brabec lancia il riscatto Honda  100 km dei Campioni: Moreira-Chareyre battono Rossi-Marini   Il brasiliano impegnato in Moto2 con Italtrans e il sei volte titolato nel Supermotard hanno dominato i 50 giri della gara principale della kermesse avendo la meglio su Rossi e Marini, costretti ad accontentarsi della seconda piazza davanti a Lorenzo Baldassarri ed Elia Bartolini.  &nbsp;  La coppia &#39;made in VR46&#39; Migno-Morbidelli ha conquistato la medaglia di legno, davanti alle formazioni composte da Pasini-Farioli e Bagnaia-Bezzecchi. Fuligni-Patacca hanno completato la Top 10 preceduti da Aegerter-Rabat, Beach-Halbert, Rueda-Artigas e davanti a Bulega-Fuligni e&nbsp; Locatelli-Fernandez. Solo sedicesimo Enea Bastianini, affiancato da Mattia Casadei, mentre Pedro Acosta e Michael Dunlop hanno concluso in ultima posizione.  &nbsp;    Nell&#39;Americana andata in scena venerd&igrave; sera &egrave; stato invece Luca Marini a trionfare, davanti a Franco Morbidelli. Terzo Valentino Rossi, rialzatosi dopo una caduta all&#39;ultima curva che gli ha impedito di prendersi la piazza d&#39;onore. Il tutto nel solito contesto pittoresco del Ranch, dove a farla da padrone &egrave; stata la voglia di divertirsi a suon di derapate e goliardia: non sono mancati i momenti divertenti: come accaduto venerd&igrave;, quando Leone - la mascotte ufficiale dell&#39;evento - ha consegnato la torta di buon compleanno ad Andrea Migno. Presenti anche ospiti d&#39;eccezione, come l&#39;ad Aprilia Racing Massimo Rivola e il dg Ducati Corse Gigi Dall&#39;Igna.      &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da VR46RidersAcademy (@vr46ridersacademyofficial)     

I padroni di casa sono stati battuti dal brasiliano impegnato in Moto2 e dalla stella del Supermotard. Bartolini-Baldassarri a podio

100 km dei Campioni, Moreira-Chareyre rovinano la festa di Rossi-Marini

        Quella che si correr&agrave; sabato 11 gennaio sar&agrave; la decima edizione del &ldquo;La 100 km dei Campioni&rdquo; evento annuale organizzato da Valentino Rossi nel suo Ranch che porta a sfidarsi a suon di traversi i migliori piloti del mondo. Crisi KTM: MotoGP a tempo determinato, pronti all&rsquo;uscita nel 2026  45 piloti al via della decima edizione Manca una settimana al via della decima edizione de &ldquo;La 100 km dei Campioni&rdquo; ed &egrave; lo stesso Valentino Rossi ad annunciare la entry list dell&rsquo;edizione che di fatto apre la stagione 2025. Oltre ovviamente alla presenza dei piloti della VR46 Riders Academy Francesco Bagnaia, Marco Bezzecchi, Franco Morbidelli e Luca Marini anche il coach del Pertamina Enduro Racing Team Andrea Migno e Mattia Pasini oltre che a Matteo Gabarrini, ultimo entrato nell&rsquo;Academy al via dell&rsquo;European Talent Cup. Dalla MotoGP arrivano anche Enea Bastianini, il baby fenomeno Pedro Acosta, Miguel Oliveira e Augusto Fernandez. Quest&rsquo;ultimi entrati proprio dal primo gennaio entrati a far parte del mondo Yamaha, il primo come pilota del team Prima Pramac Yamaha mentre il secondo con il ruolo di collaudatore, dal motomondiale arrivano anche i piloti Moto2: Manu Gonzalez, Diogo Moreira e Xavier Artigas mentre dall&rsquo;Europeo Moto2 arriva Alberto Surra, dalla Moto3 il migliore dei piloti italiani nel 2024 Luca Lunetta, Matteo Bertelle, Stefano Nepa, Filippo Farioli e Tatsuki Suzuki oltre che gli spagnoli Ivan Ortola e Jos&eacute; Antonio Rueda con Mattia Casadei unico rappresentante della MotoE. Dalla SBK arrivano il vice campione del mondo Nicol&ograve; Bulega, Andrea Locatelli, Dominique Aegerter, Tito Rabat e Ryan Vickers che debutter&agrave; nel mondiale Superbike con la Ducati Panigale V4 R del team Motocorsa proprio in questa stagione. Molti i piloti provenienti dalla Supersport sia iridata che quella tricolore con Federico Caricasulo, Lorenzo Baldassarri, Federico Fuligni con Andrea Mantovani, Luca Ottaviani e Matteo Patacca invece provenienti dal CIV. Sempre dal nostro campionato nazionale (e dal mondiale Supersport 300) arriva Elia Bartolini che ha gi&agrave; dimostrato vincendo gare nel mondiale flat track di potersela giocare anche con le gomme da 19 pollici. Proprio dal mondo del fuoristrada arrivano gli specialisti Marco Belli, Kurvinen Lasse &nbsp;e Sammy Halbert mentre l&rsquo;americano JD Beach ed il britannico Tim Neave sono, come Bartolini, piloti che alternano gli impegni nel MotoAmerica e nel BSB con le gare di flat track. Nuovamente presente Thomas Chareyre, vera e propria leggenda del Supermotard e Gautier Paulin. Provenienti infine dal mondo delle corse su strada il pilota pi&ugrave; vincente della storia del Tourist Trophy Michael Dunlop e Davey Todd vincitore dell&rsquo;ultimo Senior TT.  La SBK che verr&agrave;: tutte le novit&agrave; di ogni team in vista del 2025       

Mancano solo pochi giorni al via della sfida a colpi di traversi in casa di Valentino Rossi, tanti campioni al via dalla MotoGP, SBK, CIV, Road Races e dall&rsquo;off road

100 km dei campioni, ecco chi sarà al via della gara al Ranch

Quella che si correr&agrave; sabato 11 gennaio sar&agrave; la decima edizione del &ldquo;La 100 km dei Campioni&rdquo; evento annuale organizzato da Valentino Rossi nel suo Ranch che porta a sfidarsi a suon di traversi i migliori piloti del mondo.  Crisi KTM: MotoGP a tempo determinato, pronti all&rsquo;uscita nel 2026    45 piloti al via della decima edizione  Manca una settimana al via della decima edizione de &ldquo;La 100 km dei Campioni&rdquo; ed &egrave; lo stesso Valentino Rossi ad annunciare la entry list dell&rsquo;edizione che di fatto apre la stagione 2025. Oltre ovviamente alla presenza dei piloti della VR46 Riders Academy Francesco Bagnaia, Marco Bezzecchi, Franco Morbidelli e Luca Marini anche il coach del Pertamina Enduro Racing Team Andrea Migno e Mattia Pasini oltre che a Matteo Gabarrini, ultimo entrato nell&rsquo;Academy al via dell&rsquo;European Talent Cup. Dalla MotoGP arrivano anche Enea Bastianini, il baby fenomeno Pedro Acosta, Miguel Oliveira e Augusto Fernandez. Quest&rsquo;ultimi entrati proprio dal primo gennaio entrati a far parte del mondo Yamaha, il primo come pilota del team Prima Pramac Yamaha mentre il secondo con il ruolo di collaudatore, dal motomondiale arrivano anche i piloti Moto2: Manu Gonzalez, Diogo Moreira e Xavier Artigas mentre dall&rsquo;Europeo Moto2 arriva Alberto Surra, dalla Moto3 il migliore dei piloti italiani nel 2024 Luca Lunetta, Matteo Bertelle, Stefano Nepa, Filippo Farioli e Tatsuki Suzuki oltre che gli spagnoli Ivan Ortola e Jos&eacute; Antonio Rueda con Mattia Casadei unico rappresentante della MotoE.  Dalla SBK arrivano il vice campione del mondo Nicol&ograve; Bulega, Andrea Locatelli, Dominique Aegerter, Tito Rabat e Ryan Vickers che debutter&agrave; nel mondiale Superbike con la Ducati Panigale V4 R del team Motocorsa proprio in questa stagione. Molti i piloti provenienti dalla Supersport sia iridata che quella tricolore con Federico Caricasulo, Lorenzo Baldassarri, Federico Fuligni con Andrea Mantovani, Luca Ottaviani e Matteo Patacca invece provenienti dal CIV. Sempre dal nostro campionato nazionale (e dal mondiale Supersport 300) arriva Elia Bartolini che ha gi&agrave; dimostrato vincendo gare nel mondiale flat track di potersela giocare anche con le gomme da 19 pollici. Proprio dal mondo del fuoristrada arrivano gli specialisti Marco Belli, Kurvinen Lasse &nbsp;e Sammy Halbert mentre l&rsquo;americano JD Beach ed il britannico Tim Neave sono, come Bartolini, piloti che alternano gli impegni nel MotoAmerica e nel BSB con le gare di flat track. Nuovamente presente Thomas Chareyre, vera e propria leggenda del Supermotard e Gautier Paulin. Provenienti infine dal mondo delle corse su strada il pilota pi&ugrave; vincente della storia del Tourist Trophy Michael Dunlop e Davey Todd vincitore dell&rsquo;ultimo Senior TT.    La SBK che verr&agrave;: tutte le novit&agrave; di ogni team in vista del 2025 

Mancano solo pochi giorni al via della sfida a colpi di traversi in casa di Valentino Rossi, tanti campioni al via dalla MotoGP, SBK, CIV, Road Races e dall&rsquo;off road

100 km dei campioni, ecco chi sar&agrave; al via della gara al Ranch

        Una nuova categoria che funger&agrave; da trampolino di lancio per i giovani che sognano una carriera di successo nelle derivate di serie. Un&rsquo;evoluzione della Supersport 300 sia nelle principali serie nazionali che, soprattutto, nel contesto del mondiale Superbike a partire dal 2026. Un&rsquo;indicazione fedele al mercato delle moto sportive, di nuovo in auge grazie a moto s&igrave; carenate e adatte all&rsquo;uso in pista ma anche e soprattutto a entry level in grado di strizzare l&rsquo;occhio all&rsquo;utilizzo su strada grazie a una posizione di guida non eccessivamente aggressiva e a potenze maggiormente sfruttabili (oltre a costi decisamente contenuti). Tutto questo &egrave; la Sportbike, che per il CIV &egrave; ormai l&rsquo;oggi &ndash; con l&rsquo;ingresso nel 2025 &ndash; e per il Mondiale &egrave; il domani. Una categoria che potr&agrave; annoverare modelli come Yamaha R7, Aprilia RS 660, Kawasaki Ninja ZX-4RR, Suzuki GSX-8R e Triumph Daytona 660, tutte moto &ldquo;facili&rdquo; che dovrebbero semplificare anche il passaggio verso le categorie superiori. Oltre a regalare spettacolo tra i cordoli, come gi&agrave; successo in Gran Bretagna.&nbsp;  Ultima stagione iridata per la Supersport 300, con questa entry list  CIV e poi Mondiale: arriva la Sportbike  Il&nbsp; 2024 &egrave; stato infatti l&rsquo;anno d&rsquo;esordio per la categoria nel contesto del BSB, dove a trionfare &egrave; stato Richard Cooper in sella alla Triumph del Team PHR Performance di Peter Hickman per soltanto 1,5 punti sul diciottenne Edoardo Colombi con l&rsquo;Aprilia del Team Gradara Corse. Un risultato finale che rende bene l&rsquo;idea di quanto la classe possa essere combattuta, visto che nel corso della stagione &egrave; stato effettuato anche un &ldquo;Balance of Performance&rdquo; in maniera analoga a quanto avviene nel mondiale Superbike, in modo da livellare le prestazioni delle varie moto. Tanto che sul podio, oltre alle velocissime Aprilia e Triumph, sono salite in pi&ugrave; di un&rsquo;occasione anche le Yamaha. A rendere particolarmente interessante la stagione &egrave; stato proprio il regolamento, poich&eacute; le medesime specifiche &ndash; compreso il sopracitato BoP &ndash; verranno utilizzate anche all&rsquo;interno del Campionato Italiano Velocit&agrave;, in cui la potenza massima delle moto dovrebbe essere limitata a 90 cavalli, e nell&rsquo;Internationale Deutsche Motorradmeisterschaft (IDM), il campionato tedesco. Una scelta, quella di utilizzare il BSB come &ldquo;cavia&rdquo; prima di inserire la classe negli altri campionati, gi&agrave; vista in passato: basti pensare al 2021, anno della comparsa delle Supersport Next Generation in griglia assieme alle tradizionali 600, per poi replicare il tutto anche nel Mondiale e negli altri campionati nazionali pi&ugrave; rilevanti a partire dalla stagione successiva. E proprio come allora, anche in questo caso i &ldquo;primi passi&rdquo; nelle serie nazionali prima dell&rsquo;approdo al Mondiale saranno particolarmente interessanti e volti a scoprire il potenziale dei vari modelli, estremamente diversi tra loro con soluzioni bicilindriche (Aprilia, Yamaha e Suzuki), ma anche a tre (Triumph) e quattro cilindri (Kawasaki). Tutte moto in grado &ndash; con i giusti accorgimenti &ndash; di risultare competitive. Non si tratter&agrave; di una novit&agrave; assoluta per i vari paddock, CIV compreso, visto che le moto impegnate nella Sportbike erano gi&agrave; presenti attraverso i numerosi trofei monomarca dedicati ai modelli specifici: il dato interessante &egrave; che queste moto ora si sfideranno sulla stessa griglia. Nel panorama di casa nostra, a spiccare sono stati soprattutto i monomarca dedicati a Yamaha R7 e Aprilia RS 660 (nella foto in basso), con il primo in grado di riempire la griglia con oltre 40 moto a ogni round, e il secondo che fin dalla sua introduzione &egrave; riuscito ad attirare piloti da ogni parte del Mondo. Ma la stessa Kawasaki Ninja ZX-4RR ha avuto la sua griglia dedicata e nel 2025 avr&agrave; una classifica separata per i propri piloti all&rsquo;interno della Sportbike, mentre il trofeo di casa Suzuki arriver&agrave; nella stagione pronta a cominciare. Proprio la GSX-8R, almeno sulla carta, dovrebbe rivelarsi decisamente competitiva visto che nel MotoAmerica &ndash; in cui al posto della Sportbike &egrave; presente la Twins Cup riservata alle bicilindriche, in maniera analoga a quanto accade nelle corse su strada con la Supertwin &ndash; ha gi&agrave; ottenuto diversi successi con il pluricampione Rocco Landers. E parlando di trofei dedicati alle moto che correranno in Sportbike, proprio il campionato a stelle e strisce sar&agrave; il premio per il vincitore dell&rsquo;inedita GSX-8R Cup italiana, visto che il campione 2025 avr&agrave; l&rsquo;incredibile opportunit&agrave; di andare a correre a Daytona nel weekend della prestigiosa 200 Miglia edizione 2026. Anche a livello internazionale si sono gi&agrave; svolti i primi eventi con le Sportbike, come la SuperFinale Europea della R7 Cup, l&rsquo;Alpe Adria International Motorcycle Championship &ndash; che avr&agrave; a sua volta una griglia dedicata nel 2025 &ndash; e, soprattutto, gli Intercontinental Games di poche settimane fa a Jerez, vinti dal Team Europa capitanato da Elia Bartolini. In quel caso, i piloti della classe Supersport erano tutti in sella a Yamaha R7 identiche tra loro. Sar&agrave; interessante anche vedere quali piloti si daranno battaglia nella Sportbike visto che, trattandosi di una categoria indirizzata ai giovani ma adatta pressoch&eacute; a tutti, sar&agrave; lecito aspettarsi sia volti promettenti (ai primi passi in contesti di grande rilievo) che centauri ben pi&ugrave; esperti anche a livello internazionale. L&rsquo;esempio lampante &egrave; stato proprio il BSB, visto che tra il campione Cooper e il vice Colombi la differenza di et&agrave; &egrave; di ben 23 anni.  CIV 2025: Sportbike, cosa aspettarsi  La situazione nel campionato italiano non sar&agrave; molto diversa, poich&eacute; in attesa della entry list definitiva sono gi&agrave; arrivate svariate conferme tra le quali spiccano quelle di nomi altisonanti e gi&agrave; in grado di brillare anche a livello mondiale, come Alfonso Coppola (vice campione del Mondo in Supersport 300 nel 2017 e campione nazionale quest&rsquo;anno) e Bruno Ieraci, campione d&rsquo;Italia della 300 nel 2023. Coppola garegger&agrave; con un&rsquo;Aprilia RS 660 schierata dal Team MMP Racing, affiancato da un altro volto noto dai trascorsi mondiali come Alessandro Zanca, mentre Ieraci salir&agrave; in sella a una Triumph Daytona 660 schierata dal Team CM Racing, squadra al rientro nelle corse dopo un periodo di stop e gi&agrave; vincitrice del tricolore nella SSP 300. Restando nel contesto tricolore non si pu&ograve; poi non considerare il Team Revo/Nuova M2 Racing, da anni compagine di riferimento per l&rsquo;Aprilia nel CIV SBK: nella Sportbike schierer&agrave; due RS 660 per Mattia Sorrenti ed Edoardo Savioli, entrambi in arrivo dal trofeo della Casa di Noale che Nuova M2 ha appena vinto con Filippo Bianchi, il quale invece salir&agrave; in Supersport. A confermare la presenza sono stati anche i Team 2R &ndash; con la Triumph &ndash; e BBR Corse, al via con Samuel Treccani in sella alla Kawasaki. Vista la fantastica prestazione agli Intercontinental Games, potrebbe aggiungersi anche lo stesso Bartolini affiancando l&rsquo;impegno in Sportbike a quello nella SSP 300 iridata per arrivare pronto al 2026, quando la nuova categoria diventer&agrave; mondiale. Probabile anche la partecipazione di Davide Conte, campione della Yamaha R7 Cup. Infine, guardando al di fuori del CIV, una menzione la merita Jamie Hanks-Elliott, che quest&rsquo;anno ha corso nel WorldWCR e che scender&agrave; in pista nella Sportbike britannica con un&rsquo;Aprilia in un team tutto al femminile. La ventunenne arriva da una vera e propria famiglia da corsa, visto che sua nonna Rose fu la prima donna a salire sul podio al Tourist Trophy. Magari anche lei, attraverso la Sportbike, potr&agrave; scrivere un altro pezzo di storia in una classe che, in ogni Paese, si prospetta decisamente interessante.        

Dopo l&rsquo;esperimento nel BSB, impreziosito dal duello tra Cooper e Colombi, la classe arriva anche in Italia e Germania prima del Mondiale nel 2026

CIV: Sportbike, il nuovo trampolino di lancio

        A cavallo tra novembre e dicembre, Jerez ha ospitato la prima edizione dei FIM Intercontinental Games, la sfida a squadre tra sei formazioni, rappresentative dei Continenti: 48 i piloti coinvolti, otto per formazione, met&agrave; nella Supersport 300 con le Yamaha R3 e met&agrave; nella Supersport con le R7, con almeno una donna per team. L&rsquo;Europa ha avuto la meglio con 14 lunghezze di vantaggio sull&rsquo;Asia, grazie ai 46 punti di Elia Bartolini in Supersport, ai 44 di Tomas Alonso e ai 40 di Alessandro Di Persio. Hanno portato punti importanti ai vincitori anche Enzo De La Vega, Josephine Bruno, Gonzalo Sanchez Melendez, Roberta Ponziani e Valentin Folger. Si tratta per lo pi&ugrave; di giovanissimi ed emergenti, non certo nomi noti al grande pubblico. C&rsquo;erano invece piloti leggendari, negli anni Settanta e Ottanta, a dare vita alle avvincenti gare del Transatlantic Trophy, la sfida a squadre che inizialmente vedeva opposti britannici e statunitensi. Dal 1984, con l&rsquo;indebolimento della scuola inglese padrona di casa, la squadra d&rsquo;Oltremanica si allarg&ograve; ai Paesi del Commonwealth, ospitando l&rsquo;australiano Wayne Gardner e il neozelandese Graeme Crosby. L'iride di Tomac | Quella (S)Volta Che Il Transatlantic Trophy  Nel 1988 la competizione cambi&ograve; nome in Eurolantic Challenge e le squadre in campo divennero quattro, due britanniche, una americana e un&rsquo;europea capitanata dallo svedese Anders Anderson: gli altri capitani erano Bubba Shobert per gli Stati Uniti (che beneficiavano anche di quattro canadesi), Ron Haslam per UK 1 e Roger Marshall per UK 2. Il team europeo schierava nomi di secondo piano come i tedeschi Peter Rubatto e Michael Galinski, i finlandesi Jari Suhonen ed Esko Kuparinen, il belga Paul Ramon, l&rsquo;austriaco Hans Lindner e persino l&rsquo;australiano Graeme McGregor. Poca cosa rispetto all&rsquo;inizio degli anni Ottanta, quando l&rsquo;interesse era notevole, cos&igrave; come gli ingaggi. A fare la storia dell&rsquo;edizione 1980, disputata dal 4 al 7 aprile su tre tracciati britannici, fu il diciottenne Freddie Spencer. A Brands Hatch fu il migliore in qualifica e si aggiudic&ograve; entrambe le manche: Kenny Roberts fu terzo in Gara 1 e secondo in Gara 2, davanti a Randy Mamola. Gli USA monopolizzarono il podio anche di Gara 2 a Mallory Park e di Gara 1 a Oulton Park e vinsero tutte e sei le manche: tre Roberts, due Spencer e una Mamola, l&rsquo;unico yankee a servirsi di una Suzuki 653 che altern&ograve; a una 500, mentre le altre stelle optarono per la Yamaha 750. Gli ospiti, vincitori gi&agrave; l&rsquo;anno prima malgrado i tre successi di Barry Sheene, trionfarono con 442 punti, +72 sui rivali. E i tre fenomeni capeggiarono la classifica individuale: 92 punti Roberts, 76 Spencer e 74 Mamola. Ancora pi&ugrave; impressionante lo squadrone che gli USA presentarono nel weekend di Pasqua del 1984, con i primi quattro del Mondiale 500 dell&rsquo;anno precedente: Roberts ed Eddie Lawson con le Yamaha TZR 500, Wayne Rainey con la TZ 500, Spencer (nella foto di copertina) e Mamola con le Honda NS 500, Mike Baldwin e Wes Cooley con le Honda RS 500: la versione motociclistica del Brasile calcistico del 1970 che schierava cinque numeri 10 guidati da Pel&egrave;. Nove le gare corse, a Donington, ma Rainey le salt&ograve; per un infortunio in prova mentre Spencer cadde dopo aver vinto due manche fratturandosi entrambi i piedi. Anche Ron Haslam fin&igrave; a terra e cos&igrave; la Honda viet&ograve; ai suoi piloti le gare extra-calendario. Mamola colse tre successi e Roberts l&rsquo;ultimo round con gli USA che quasi doppiarono i padroni di casa: 259 punti a 136. Anche con alcuni membri a mezzo servizio, quella squadra era ingiocabile. MotoGP, Bagnaia battuto ma con pi&ugrave; GP vinti | Quella (S)Volta Che       

A inizio anni &lsquo;80 la manifestazione consent&igrave;cagli Stati Uniti di schierare una squadra imbattibile: Roberts, Spencer, Lawson, Mamola e Rainey...

Il team dei marziani al Transatlantic Trophy | Quella (S)Volta Che

        Dopo l&rsquo;epilogo dei campionati a due ruote pi&ugrave; prestigiosi, si sono svolti i FIM Intercontinental Games, un bellissimo spettacolo che vi abbiamo raccontato qui su Motosprint. E che ha visto coinvolti team con pilote e piloti provenienti da tutto il Mondo. L&rsquo;evento si &egrave; svolto a Jerez de la Frontera e ha riunito 48 centauri provenienti da diciannove Paesi suddivisi nei sei team continentali, rappresentative di Asia, Africa, Europa, Nord America, America Latina e Oceania. &Egrave; stata la prima edizione, quella dell&rsquo;evento sotto l&rsquo;organizzazione della Federazione internazionale, all&rsquo;interno delle celebrazioni del 120&deg; anno della FIM. Un weekend di gara con due categorie presenti, la Supersport e la Supersport 300, entrambe marcate Yamaha. La competizione ha visto protagoniste anche le ragazze in quanto ogni squadra, secondo il regolamento, doveva schierarne almeno una in entrambe le categorie. Aishwarya Pissay, la Regina del deserto | Io Guido da Sola Bruno e Ponziani protagoniste dei FIM Intercontinental Games  Citandole tutte, si &egrave; trattato di Nicole Van Aswegen e Abigail Bosson per FIM Africa, Naoko Takasugi e Miu Nakahara per FIM Asia, le azzurre Roberta Ponziani e Josephine Bruno per FIM Europa, Astrid Madrigal e Isis Carre&ntilde;o per FIM America Latina, Mallory Dobbs e Mikayla Moore per FIM Nord America, Tayla Relph e Tara Morrison per FIM Oceania. A trionfare in questa prima edizione &egrave; stata FIM Europa che oltre a Ponziani e Bruno vedeva in squadra anche Alessandro Di Persio, Gonzalo Sanchez Melendez, Tomas Alonso, Elia Bartolini (mattatore del fine settimana), Valentin Folger ed Enzo de La Vega. Per tutti &egrave; stata un&rsquo;esperienza bellissima, una gara a squadre &ndash; vera novit&agrave; dato che il pilota &egrave; notoriamente uno sportivo individuale e al punto giusto egoista &ndash; da condividere anche con chi, fino al giorno prima, era stato un avversario in pista: &ldquo;&Egrave; stato un weekend fantastico &ndash; ha detto Josephine Bruno, campionessa in carica del CIV Femminile &ndash; la squadra e i meccanici hanno lavorato perfettamente insieme e qui si &egrave; fatta la storia. Sono molto orgogliosa di aver partecipato ed &egrave; stato un onore rappresentare FIM Europa&rdquo;. Un format unico nel suo genere che ha fatto divertire tutti coloro i quali hanno partecipato: in pista non c&rsquo;erano i consueti &ldquo;big&rdquo;, noti al grande pubblico, ma ragazze e ragazzi che comunque ogni giorno dedicano anima e corpo al motociclismo. Anche per questo l&rsquo;augurio &egrave; che nelle prossime edizioni si possa registrare il pubblico delle grandi occasioni: gare come questa rappresentano il vero spirito delle competizioni, soprattutto nel motociclismo in pista, una disciplina individuale che per una volta &egrave; stata trasformata in uno sport di squadra. Perch&eacute; squadra significa famiglia. Sempre. Ana Carrasco: auto o moto, l'esito non cambia | Io Guido da Sola       

Le azzurre hanno raccontato l&rsquo;inedita esperienza vissuta a Jerez

Bruno, Ponziani e i FIM Intercontinental Games | Io Guido da Sola

        Se ne parla da tempo. E tra rumors e notizie pi&ugrave; o meno ufficiose il passaggio della Yamaha dal motore in configurazione con i quattro cilindri in linea alla prossima bancata a V sembra ormai legato soltanto a una questione di tempi necessari per lo sviluppo e la messa in opera. La nuova configurazione del motore potrebbe debuttare gi&agrave; nei prossimi due anni: dal 2026, sfruttando le concessioni di cui gode la Casa di Iwata &ndash;&nbsp;che a differenza delle aziende europee non dovr&agrave; congelare la tipologia di propulsore nel biennio 2025-26 &ndash;&nbsp;il motore potrebbe gi&agrave; essere montato sulla M1 con cilindrata 1000 per sfruttare la stagione come fase di test interlocutoria per raccogliere dati in ottica sviluppo della versione definitiva del motore che vedremo a partire dal 2027. Passa alla prossima pagina Dal motore a carburatori al futuro V4: com'&egrave; cambiata la Yamaha? &nbsp; Yamaha: perch&eacute; passare al motore V4  Quando il regolamento MotoGP imporr&agrave; il passaggio ai propulsori di 850 cm&sup3;. A guidare questa trasformazione, che per Iwata merita di essere definita epocale considerando l&rsquo;era dei quattro tempi, sono due figure tecniche (italiane, e non giapponesi, altra ragione della portata della novit&agrave;) di spicco: Luca Marmorini e Max Bartolini. Marmorini, ex ingegnere di Ferrari e Toyota in Formula 1, e gi&agrave; collaboratore nello sviluppo del motore Aprilia per il progetto RS-GP, &egrave; entrato in Yamaha come consulente nel 2022. La sua esperienza con propulsori ad alte prestazioni ha probabilmente accelerato la riflessione sulla necessit&agrave; di passare dal &ldquo;quattro in linea&rdquo; al V4. Un&rsquo;idea che pu&ograve; cambiare volto al progetto sportivo guidato a livello tecnico da Bartolini, ex braccio destro di Gigi Dall&rsquo;Igna in Ducati, dove &egrave; stato una delle menti dietro il dominio della Rossa in MotoGP. Dalla fine dello scorso anno Bartolini &egrave; diventato il primo direttore tecnico italiano della storia della Yamaha. Con una tale potenza di fuoco, Iwata ha le conoscenze necessarie per intraprendere questa transizione tecnica. Ma perch&eacute; passare al V4? Le ragioni sono molteplici, e ci&ograve; che un tempo poteva sembrare uno svantaggio oggi rappresenta un&rsquo;arma in pi&ugrave;. Parliamo degli ingombri, in senso longitudinale, che caratterizzano l&rsquo;architettura a V del quattro cilindri. Il motore con i cilindri in linea ha infatti il vantaggio di aiutare a mantenere corte le quote del telaio pur imponendo una maggiore sezione frontale alla moto. Le sempre pi&ugrave; potenti MotoGP, figlie anche della nuova era aerodinamica, hanno visto crescere l&rsquo;interasse, un passo necessario per le mutate esigenze di stabilit&agrave; e per le nuove carenature. Ed ecco che avere un motore con ingombri longitudinali maggiori non comporta uno svantaggio, ma anzi&hellip; d&agrave; una grossa mano nella ricerca del miglior bilanciamento della moto. A questo si aggiunge che se un tempo non era vitale avere una sezione trasversale compatta (al contrario poteva riceverne un guadagno la protezione aerodinamica del pilota), oggi avere un anteriore stretto rema a favore del dimensionamento e del lavoro dei deflettori anteriori, oltre che dei soffiatori inferiori a vantaggio anche dei flussi d&rsquo;aria che, in particolare nella zona alta della carenatura (sopra lo scalino che genera effetto suolo in curva, per intenderci), scorrono dalla zona anteriore a quella posteriore della moto. Un altro fattore da tenere sott&rsquo;occhio per capire meglio i vantaggi di un V4 sono da ricercarsi nelle perdite e quindi nella ricerca di potenza. Un quattro cilindri in linea ha un albero motore lungo che poggia su cinque supporti di banco, contro i tre del pi&ugrave; compatto V4. Questo comporta minori perdite, oltre ad avere un albero pi&ugrave; corto e rigido. Inoltre, disporre di bancate a V di 90&deg; e perni sfalsati attorno al valore di 70&deg; (questa la configurazione oggi in voga), porta a un&rsquo;erogazione pi&ugrave; corposa e fluida, in abbinamento a uno scarico con layout 2-1 per coppia di cilindri. Ne hanno sentore i motociclisti che girano su strada con moto V4 o dotate di bicilindrici paralleli, di quanto l&rsquo;erogazione della coppia sia decisamente vantaggiosa sotto molti aspetti, pur non mancando di cavallerie importanti quando serve (&egrave; il caso, per esempio, dei maxi V4 di serie Ducati o Aprilia). In ultimo, un telaio pi&ugrave; stretto favorisce l&rsquo;inserimento del pilota nel corpo moto, sinonimo quindi di maggiore libert&agrave; nei movimenti in sella, poich&eacute; si sente maggiormente a suo agio nella guida al limite. A rendere realizzabile la transizione al V4 &egrave; anche il regolamento. La Yamaha, cos&igrave; come la Honda, beneficia delle concessioni, con la possibilit&agrave; di effettuare sviluppi continui al motore senza vincoli. I primi test della nuova tipologia di propulsore, quindi, per Iwata potrebbero iniziare gi&agrave; a fine 2025. Questo, come accennato all&rsquo;inizio, consentirebbe di portare in pista il nuovo V4 e testare il neonato progetto in gara, con la relativa ciclistica, e perfezionare cos&igrave; il pacchetto in vista del 2027, quando arriveranno le 850, con l&rsquo;alesaggio massimo che passer&agrave; da 81 a 75 mm.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Yamaha: motore V4, un punto di svolta  Un buon modo per arrivare alla nuova era regolamentare in vantaggio. Il passaggio al V4 rappresenta un punto di svolta per la Yamaha, che dopo l&rsquo;uscita della Suzuki &egrave; rimasta l&rsquo;unica a seguire la tecnologia del quattro cilindri in linea, e che negli ultimi anni ha sofferto la concorrenza delle Case europee, soprattutto Ducati e Aprilia, le quali hanno scommesso sulla configurazione V4 fin da subito. La decisione di avviare questo cambiamento non &egrave; soltanto una questione di prestazioni tuttavia &egrave; inevitabile che la scelta strategica punti in primis a rimettere la M1 nel novero delle pretendenti al titolo. Con la leadership di Marmorini e soprattutto Bartolini, la Yamaha pu&ograve; affrontare questa transizione con successo. I vantaggi tecnici del V4, dall&rsquo;aerodinamica pi&ugrave; efficiente alla coppia pi&ugrave; gestibile, fino alla riduzione delle perdite interne, sono effettivamente troppo importanti per essere ignorati. Argomentazioni forti che hanno convinto Fabio Quartararo a rimanere, sebbene dal titolo conquistato nel 2021 sia iniziata una preoccupante regressione (l&rsquo;ultimo GP vinto risale ormai a 30 mesi fa, l&rsquo;ultimo podio domenicale all&rsquo;autunno 2023), accompagnata dalle continue lamentele di El Diablo, che al momento di firmare il rinnovo evidentemente non ha ascoltato soltanto il richiamo del contratto pi&ugrave; alto della MotoGP. Nel 2025, poi, la Yamaha torner&agrave; ad avere un team satellite, dopo l&rsquo;accordo firmato con Prima Pramac. Inoltre, il test team verr&agrave; rafforzato da Augusto Fernandez nel ruolo di collaudatore, visti i problemi fisici di Cal Crutchlow. E oltre allo spagnolo, chiss&agrave; che Andrea Dovizioso, uno che con i V4 ha corso e che quest&rsquo;estate ha sostituito il britannico in una sessione privata a Misano, non si possa unire allo sviluppo della prossima M1. Se la Yamaha riuscir&agrave; a completare con successo questa rivoluzione, la MotoGP assister&agrave; al ritorno della Casa giapponese ai vertici. Ovviamente non c&rsquo;&egrave; garanzia di successo immediato in quello che oggi &egrave; un palcoscenico pi&ugrave; complicato e agguerrito rispetto a soltanto 4-5 stagioni fa (la Honda e le sue tribolazioni sono l&igrave; a dimostrarlo). Quelli della Suzuki nel 2020 con Joan Mir e della Yamaha nel 2021 con Quartararo sono stati gli ultimi acuti per il &ldquo;quattro in linea&rdquo;; parliamo ormai di un&rsquo;eternit&agrave; se guardiamo a come sono cambiate le moto in pochi anni. Oggi c&rsquo;&egrave; un gap tecnico enorme da dover ricucire e con una top class sempre pi&ugrave; dominata dalla ricerca della perfezione aerodinamica, dalla gestione della coppia e dal risparmio energetico, il V4 &egrave; la risposta pi&ugrave; logica e moderna.  L'eredit&agrave; di Marc Marquez raccontata da Michele Masini       

Un cambiamento atteso ed epocale ma inevitabile per chi, nell&rsquo;era quattro tempi, ha sempre corso nel segno del &ldquo;quattro in linea&rdquo;

MotoGP: Yamaha, tutti i vantaggi del motore V4

        La prossima stagione sar&agrave; l'ultima della storia per il mondiale Supersport 300, introdotto nel 2017 come categoria riservata ai pi&ugrave; giovani nel contesto iridato delle derivate di serie e destinata a lasciare tale ruolo alla nuova Sportbike. Proprio in quanto annata conclusiva, tutti i team e i piloti al via avranno per&ograve; un incentivo in pi&ugrave; per puntare al risultato massimo visto che il loro nome diventerebbe l'ultimo all'interno dell'albo d'oro: con la pubblicazione dell'entry list, andiamo a vedere quali saranno i protagonisti del 2025. SBK, la caccia a Razgatlioglu &egrave; aperta: ecco la entry list del 2025 Sette italiani al via, Kove raddoppia l'impegno  Tra i piloti presenti nella prossima annata spiccano certamente Jeffrey Buis e Marc Garcia, entrambi gi&agrave; campioni della categoria in passato e al via rispettivamente con la KTM RC 390 R del team Freudenberg e con la Kove 321RR del team Factory. Proprio il marchio cinese andr&agrave; tenuto particolarmente d'occhio visto che, oltre ad aver concluso il 2024 centrando il primo successo iridato in occasione del round di Jerez de la Frontera, per il 2025 raddoppier&agrave; l'impegno schierando ben quattro moto. Al fianco delle due ufficiali affidate allo stesso Marc e a Julio Garcia, ci saranno infatti anche quelle del Team 109 con Benat Fernandez e Daniel Mogeda, gi&agrave; protagonista quest'anno nella prima parte di stagione. Per quel che riguarda i piloti italiani, saranno ben sette gli attesi protagonisti, tutti con un ottimo potenziale, a partire da quel Mirko Gennai nuovamente al via con la Kawasaki Ninja 400 del Team MTM. Da tenere d'occhio anche Elia Bartolini (fresco vincitore degli Intercontinental Games) il quale sar&agrave; in sella alla Yamaha R3 del team BrCorse, squadra campionessa in carica, al fianco del confermato Marco Gaggi. I due portacolori del team Kawasaki GP Project, ovvero Emiliano Ercolani e Giacomo Zannini, rappresenteranno due veri e propri outsider, mentre Matteo Vannucci e Kevin Sabatucci (rispettivamente con AG Motorsport Italia e Smrz Racing) andranno in cerca di riscatto dopo un 2024 pi&ugrave; difficile del previsto. SSP, Manzi e Rinaldi guidano l'assalto italiano al titolo: ecco la entry list 2025 La entry list completa della SSP300   WorldWCR: il team Trasimeno aumenta l'impegno nel mondiale femminile       

Il 2025 sar&agrave; l'anno in cui la classe legger&agrave; saluter&agrave; il paddock delle derivate di serie. Andiamo a vedere chi saranno i pretendenti al titolo, compresi ben 7 italiani

SSP300, entry list: 32 piloti al via dell'ultima stagione della categoria

        In 22 anni di MotoGP il progetto della YZR-M1 ha cambiato pelle pi&ugrave; volte, anche per via delle variazioni dei regolamenti, ma ha sempre mantenuto la sua filosofia: motore 4 cilindri in linea e telaio deltabox in alluminio. Anche se per il futuro &egrave; pronto un V4 come le sue concorrenti Ducati, Aprilia, KTM e soprattutto Honda. Nella sua storia in MotoGP, Yamaha ha conosciuto gli anni splendenti dei trionfi ma anche gli anni bui, come il 2003 o il biennio 2023-2024.&nbsp; Con l&rsquo;arrivo di Max Bartolini proprio dalla Ducati ad inizio 2024, sul finale della stagione qualcosa di positivo si &egrave; visto ed anche l&rsquo;ingresso di Prima Pramac come team satellite &egrave; il segno che da Iwata vogliono un cambio di rotta immediato per ritornare a lottare per le posizioni che contano.&nbsp; Com&rsquo;&egrave; cambiata la M1 nel corso degli anni?&nbsp;  2002: l&rsquo;ibrido MotoGP &ndash; 500  Come &egrave; stato per Honda, anche Yamaha ha sviluppato e testato nel corso del 2001 il suo prototipo MotoGP per la stagione 2002 affidandolo a Max Biaggi e John Kocinski. All&rsquo;alba della nuova stagione, i piloti del team ufficiale Marlboro Yamaha che porta in pista la nuova YZR-M1 sono Max Biaggi e Carlos Checa, nientemeno che la coppia ufficiale degli ultimi anni in 500. Il progetto &egrave; un ibrido tra la vecchia YZR500 e la nuova M1: della vecchia moto restano telaio e ciclistica, abbinate per&ograve; non al V4 ma ad un 4 in linea a carburatori. Inizialmente di 942 cc di cilindrata, durante la stagione viene portato a 990 cc, anche il telaio viene aggiornato pi&ugrave; volte per combinarsi a serbatoi di diversa forma e perfezionare il posizionamento del motore. Biaggi chiude al secondo posto con 140 punti di ritardo da Rossi e 2 vittorie, la sua Brno e Malesia. 2003: arriva l&rsquo;iniezione elettronica  L&rsquo;M1 del 2003 &egrave; un mero aggiornamento della versione &ldquo;B&rdquo; della seconda parte del 2002 ma con una novit&agrave; sostanziale per quanto riguarda il propulsore: Yamaha abbandona i carburatori per sposare l&rsquo;iniezione elettronica, adottando un sistema di controllo del minimo che regolava automaticamente l&rsquo;apertura della farfalla su due cilindri. Annus horribilis il 2003 di Yamaha con un solo podio conquistato (Barros terzo a Le Mans) e nessuna vittoria, addirittura terzo posto nei costruttori dietro ad Honda e Ducati.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; 2004-2005: il brutto anatroccolo diventa un magnifico cigno  Dopo il disastro del 2003, da Iwata arriva un diktat ben preciso: rivoluzione totale. Arriva Valentino Rossi che si porta dietro Jeremy Burgess e tutto il suo team dalla Honda. Della M1 2003 rimane solo la forma, ma sotto la pelle cambia tutto, a partire dal motore. Il 990 cc ora ha l&rsquo;albero motore Crossplane (genera una coppia lineare costante che viene erogata in modo continuo a qualunque numero di giri), le valvole per cilindro sono 4 e gli scoppi sono irregolari (Big Bang). Il binomio Rossi-M1 nel 2004 centra la vittoria al debutto a Welkom contro Biaggi, chiudendo poi con il titolo in Australia davanti a Gibernau. Nel 2005 arriva un motore nuovo: pi&ugrave; compatto, con corsa accorciata ed alesaggio aumentato, alberi a camme pilotati da ingranaggi al posto della catena e aspirazione pi&ugrave; efficiente. Valentino bissa il titolo ottenuto l'anno prima, arrivando secondo in Malesia tra le due Ducati ufficiali di Capirossi e Checa.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; 2006: arriva l&rsquo;acceleratore elettronico fly-by-wire  Sull&rsquo;onda dell&rsquo;entusiasmo per i due titoli consecutivi del 2004 e 2005, in Yamaha mettono mano ancora alla M1 per continuare a mietere successi. La versione del 2006 viene dotata di acceleratore elettronico fly-by-wire, wheelie e launch control. Il motore &egrave; diventato pi&ugrave; potente mentre il telaio pi&ugrave; rigido. Tutto molto bello, peccato che i piloti soffrissero di chattering all&rsquo;anteriore, oltre al fatto che la nuova M1 mal digeriva le nuove Michelin. Rossi ci mette come sempre del suo ma non basta, alla fine chiude secondo alle spalle di Hayden campione.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; 2007-211: l&rsquo;era 800 e gli aggiornamenti  Il 2007 si apre con il cambio regolamentare che porta la cilindrata delle moto da 990 cc a 800 cc. L&rsquo;M1 del 2007 ha un motore pi&ugrave; leggero (-3,5 kg) e compatto rispetto al 2006, aggiornato pi&ugrave; volte nel corso della stagione per trovare pi&ugrave; potenza e contrastare l&rsquo;esuberante Ducati Desmosedici GP7 con Casey Stoner. Seppur con un motore pi&ugrave; potente, la M1 2007 non perde i suoi punti di forza che sono la maneggevolezza e la velocit&agrave; di percorrenza delle curve. Nel 2008 Yamaha mette mano ancora al motore della M1 introducendo le valvole pneumatiche che contribuiscono ad aumentarne potenza e coppia riducendone il peso. Vengono rivisti anche il telaio, la carena e la distribuzione dei pesi. Per il 2009, invece, arrivano solo piccoli aggiornamenti a motore, telaio ed elettronica. La moto del 2010 riceve solo aggiornamenti minori rispetto al 2009 ma l&rsquo;introduzione nel regolamento di soli 6 motori utilizzabili in stagione porta i motoristi di Iwata a lavorare sull&rsquo;affidabilit&agrave;. L&rsquo;M1 2011, ultima con il motore 800, segue la stessa filosofia della 2010. Yamaha dal 2008 al 2011 centra tre titoli iridati, due con Rossi nel 2008-2009 e quello di Lorenzo nel 2010, mentre nel 2011 il maiorchino &egrave; secondo, staccato di 90 punti, alle spalle di un imprendibile Casey Stoner con la Honda.  2012-2015: il ritorno ai 1000, il cambio seamless e le winglets  Cinque anni dopo il cambio regolamentare che ha portato le moto a 800 cc di cilindrata, per il 2012 i motori delle moto ritornano a quelli pre cambio, ovvero 1000 cc. La M1 del 2012 si presenta con un nuovo telaio deltabox con geometrie regolabili ed uno scarico pi&ugrave; corto, 240 cv ed un peso di 157 kg a secco. Non cambia, invece, la moto del 2013: 160 kg a secco e solamente 5 motori utilizzabili durante la stagione. Migliorano le prestazioni e l&rsquo;affidabilit&agrave;. Per il 2014 Yamaha adegua la sua M1 al nuovo regolamento che impone centralina unica e 20 litri di serbatoio. L&rsquo;unica novit&agrave; di rilievo &egrave; l&rsquo;introduzione del cambio seamless, che porta ad avere un passaggio pi&ugrave; fluido da una marcia all&rsquo;altra e minimizza i tempi di cambiata. Nel 2015 il peso minimo torna a 158 kg, la moto riceve un nuovo cambio e le winglets (alette) aerodinamiche.&nbsp; In questi anni Yamaha coglie ancora due titoli iridati, entrambi con Jorge Lorenzo: nel 2012 davanti a Pedrosa e nel 2015 davanti al compagno di squadra Valentino Rossi (con tutte le polemiche del caso per il finale di stagione). Lorenzo e Rossi chiudono al secondo posto rispettivamente nel 2013 e nel 2014, entrambe le volte alle spalle di Marquez.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; 2016-2019: software unico e solo lavoro aerodinamico  Il 2016 porta diverse novit&agrave; a livello regolamentare: vengono introdotti il software unico ed il monogomma Michelin, il peso minimo scende a 157 kg mentre sale a 22 litri la capacit&agrave; del serbatoio. Viene ulteriormente affinato il pacchetto aerodinamico della M1 per tenere testa ad Honda e Ducati ma non basta. Il copione degli anni successivi &egrave; sempre lo stesso, solo aggiornamenti al pacchetto aerodinamico, la moto rimane la stessa a livello di maneggevolezza e velocit&agrave; di percorrenza ma viene a mancare la competitivit&agrave; contro Honda e Ducati.&nbsp; In questi anni Yamaha inizia ad andare progressivamente indietro in classifica sia nel Mondiale Piloti che in quello Costruttori: nel 2016 Rossi chiude secondo alle spalle di Marquez, nel 2017 Vinales &egrave; terzo, Rossi e Vinales sono terzo e quarto nel 2018, e nel 2019 Vinales &egrave; di nuovo terzo a fine stagione con il rookie Quartararo in quinta posizione.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; 2020-2024: dal Covid ad una piccola ripresa  Nel 2020 il panorama mondiale &egrave; scosso dall&rsquo;emergenza del Covid-19, anche il Motomondiale ne risente, con le case che non portano nuove moto ma solo affinamenti del modello dell&rsquo;anno prima. La nuova M1 si presenta con l&rsquo;holeshot posteriore per una partenza a fionda al semaforo. Con il congelamento parziale dello sviluppo imposto dal nuovo regolamento, la M1 del 2021 &egrave; una M1 2020 &ldquo;B&rdquo;; mentre nel 2022 Yamaha regge solo la prima met&agrave; di stagione salvo poi arrendersi al ritorno prepotente di Ducati che centra il titolo con Bagnaia. L&rsquo;unica novit&agrave; della Yamaha M1 in versione 2023 &egrave; la livrea mimetica, con la quale da Iwata speravano di essere pi&ugrave; aggressivi. La realt&agrave; per&ograve; &egrave; stata dura da digerire: una stagione ai livelli del 2003 con zero vittorie all&rsquo;attivo. Per il 2024 Yamaha mette mano nuovamente alla sua M1 grazie anche alle concessioni ed alla possibilit&agrave; di fare pi&ugrave; test durante la stagione per recuperare il ritardo da Ducati, Aprilia e KTM. La moto viene rivista nelle forme e nel pacchetto aerodinamico, nei test dell&rsquo;anno scorso &egrave; stato provato un nuovo motore pi&ugrave; potente che &egrave; stato riproposto nei test iniziali del 2024 ma non ha dato i riscontri sperati. Da Misano in poi Quartararo ha fatto vedere qualche segnale di riscossa rispetto al 2023 ma non &egrave; sufficiente, serve tanto lavoro ancora per arrivare almeno a giocarsi il podio.&nbsp; A livello sportivo, negli ultimi anni Yamaha ha sfiorato il titolo 2020 con Morbidelli (team Petronas) secondo alle spalle di Mir per 13 punti, nel 2021 invece &egrave; stato Quartararo a portare ad Iwata l'ultimo titolo iridato della sua storia.  Il V4 nel futuro?  La formula per tornare ad essere competitivi &egrave; adeguarsi alla concorrenza. Yamaha, ad oggi, &egrave; rimasta l&rsquo;unica moto in griglia ad avere il 4 cilindri in linea contro il V4 montato da Ducati, Honda, KTM ed Aprilia. Indi per cui ad Iwata con l&rsquo;aiuto di Luca Marmorini stanno lavorando al motore che equipagger&agrave; la prossima M1, ovvero un V4. Si vocifera della volont&agrave; di Yamaha di anticipare i tempi ed il cambio regolamentare del 2027 ed entrare gi&agrave; nel 2026 con il suo V4 per immagazzinare gi&agrave; dati utili in vista proprio del 2027.       

Dalla poca competitivit&agrave; del biennio 2002-2003 ad essere la moto pi&ugrave; ambita della griglia per poi ripiombare nel baratro delle difficolt&agrave;, con vista sul futuro

Dal motore a carburatori al futuro V4: com’è cambiata la Yamaha?

        Disegno perfetto per l'Italia a Jerez de la Frontera. Il contingente azzurro ha contribuito al successo della formazione FIM Europa, costituita da 4 nomi tricolori sugli 8 totali. Nelle categorie Supersport 300 e Supersport disputate con Yamaha R3 e R7, l'orgoglio nazionale ha tenuto alte bandiere, conquistando assieme a tutta la squadra una storica medaglia d'Oro. I FIM Intercontinental Games non potevano cominciare meglio.&nbsp;  Bartolini, Di Persio, Bruno e Ponziani: quattro moschettieri tricolori Il Team Manager del "Vecchio Continente" era Alessandro Sambuco, Segretario Generale della FIM Europe, portabandiera della squadra blu dalle dodici stelle. Moreno&nbsp; Antonioli ha operato nel ruolo di Chief&nbsp; Team, coordinando la squadra composta da 16 componenti tra R3 e R7 - 8 meccanici/8 piloti -&nbsp; col compito impartire la pianificazione, il time-line, svolgere i briefing tecnici sui pneumatici, i briefing Chief CONU, effettuare la supervisione ed il controllo fine lavori ed impartire ai piloti le strategie, il tutto per meccanici e piloti di entrambe le classi.   Ecco la squadra dalle fasce azzurre&nbsp; &bull; Alessandro Di Persio (capitano), con Livio Lorini. &bull; Josephine Bruno, con Andrea Lorini. &bull; Gonzalo Sanchez, con Ottavio Lunadei. &bull; Tomas Alonso, con Nicholas Di Teodoro. Classe R7 &bull; Elia Bartolini (capitano), con Jonathan Milani. &bull; Roberta Ponziani, con Kevin Van Leuven. &bull; Enzo De La Vega, con Quinten Hothleuf. &bull; Valentin Folger, con Michael Shloss.  Elia Bartolini ha fatto suo il CIV Moto3 edizione 2021, e ha collezionati punti iridati nella medisima classe. lessandro Di Persio &egrave; campione del trofeo Yamaha R3 cup 2023 e 3&deg; assoluto nella World FIM R3 bLU cRU Cup 2024&nbsp; Josephine Bruno &egrave; titolata CIV Femminile 2024 e Roberta Ponziani ha disputato con ottimi risultati la prima edizione del Mondiale dal tocco rosa, equipaggiato proprio Yamaha R7.&nbsp; Supersport 300: Mahendra forte, Di Persio e Bruno altrettanto Il campione in carica della Supersport 300 iridata ha fatto (quasi) il bello e cattivo tempo nella suddetta categoria, vincendo Gara Uno al fotofinish su Tomas Alonso, ma ricevendo una penalizzazione nella frazione successiva. Perci&ograve;, l'indonesiano ha preso i massimi punti davanti allo spagnolo e all'australiano Archie McDonald, per poi giungere terzo alle spalle del brasiliano Nahuel Santamaria e dello spagnolo Gonzalo Sanchez.  Forte l'apporto garantito da Alessandro Di Persio e Josephine Bruno. Il Capitano ha sfiorato due volte il podio, prendendo un bel malloppo di punti per la compagine europea. La simpatica Joy, grazie a undicesimo e nono posto , &egrave; risultata la miglior ragazza in assoluto a bordo delle Yamaha R3.   Continua l'articolo per scoprire i risultati &nbsp; Supersport: Bartolini decisivo per l'Europa, Ponziani bravissima Anzich&eacute; limitarsi a semplici calcoli, Elia Bartolini voleva posta piena. Lo ha fatto nella seconda manche Supersport, dapprima&nbsp; interrota per caduta della pioggia, poi ripresa in condizioni di bagnato. Montate dal team le gomme Dunlop rain, il romagnolo doveva risalire la china, poich&eacute; scattato da centro gruppo. Gi&agrave; a podio nella corsa disputata qualche ora orsono - terzo, dietro a Cezar Maier Nieto e Dino Iozzo - poi al successo: il numero 55 ha ottimizzato il rapporto spazio fratto tempo nel migliore dei modi, a dispetto di un asfalto viscido e traditore. L'imposizione davanti a Mike Jones e Dino Iozzo ha fatto esultare di gioia tuto il box del Continente Europa. Importante contributo dato anche da Roberta Ponziani, nonostante una corsa in cui doveva conoscere coperture e una condizione atmosferica teoricamente avversa. Aver tagliato il traguardo, in mezzo a una bagarra simil combattimento, &egrave; stato per gli Azzurri una soddisfazione ulteriore.  FIM ITG: Europa, Asia, Oceania, Nord America, America Latina e Africa        

Quattro azzurri hanno contribuito al successo dell'Europa, con medaglia d'Oro nella prima edizione storica dell'evento. Argento per l'Asia, bronzo all'Oceania

496 risultati per 'Bartolini'

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