        Il commiato &egrave; iniziato con i ringraziamenti: &ldquo;A tutti quelli di KMC e KRT, per aver creduto in me e avermi dato l&rsquo;opportunit&agrave; di mettermi alla prova al livello pi&ugrave; alto. Ho imparato e sono cresciuto tanto come persona e come motociclista dal primo giorno che sono salito in sella alla Superbike ufficiale Ninja ZX-10R&rdquo;. Jonathan Rea ha salutato la Kawasaki ricordando i sei Mondiali consecutivi vinti ma anche le lezioni di vita e le risate. Infine ha concluso sottolineando la gioia e la felicit&agrave; portate ai tifosi e ai proprietari di moto Kawasaki in giro per il Mondo. Hakan Carlqvist, un'impresa a tutta birra | Quella (S)Volta Che Il contributo di Rea  Ed &egrave; proprio pensando a questi ultimi che avviamo il nostro ragionamento: la Casa giapponese ha indubbiamente dato tanto al nordirlandese ma crediamo che il pilota abbia fornito un contributo decisamente superiore. Le cifre lo dimostrano, a partire dai titoli piloti vinti dai portacolori Kawasaki: gli otto allori la pongono al secondo posto in Superbike dietro l&rsquo;imprendibile Ducati. Senza Rea per&ograve; le Verdone avrebbero soltanto due Mondiali piloti, vinti nel 1993 con Scott Russell e nel 2013 con Tom Sykes. Ci&ograve; farebbe precipitare la Kawasaki in quarta posizione dietro anche a Honda (sei titoli piloti) e Aprilia (tre). Inoltre soltanto con Rea la Kawasaki &egrave; riuscita a vincere il titolo costruttori: senza il suo zampino non ci sarebbe alcun titolo marche in bacheca, facendo cos&igrave; persino peggio di Yamaha (due allori) e Suzuki (uno). Ancora pi&ugrave; impressionante &egrave; il contributo di Rea sulle singole prestazioni, a partire dalle vittorie di manche: anche qui, con 178 successi, la Kawasaki &egrave; la seconda forza delle derivate di serie e lo rester&agrave; almeno per un altro lustro visto il vantaggio di cui gode su Yamaha, che ha toccato quota 100 vittorie soltanto l&rsquo;anno scorso a Most, e Honda. Senza Rea, per&ograve;, capace di imporsi 104 volte con la Ninja, la Kawasaki avrebbe &ldquo;appena&rdquo; 74 vittorie e quindi scalerebbe alle spalle dei due principali costruttori al Mondo di moto e scooter. Per trovare una vittoria Kawasaki non firmata dal Cannibale bisogna tornare indietro al round inaugurale del 2020: in Australia Alex Lowes vinse Gara 2. I numeri  L&rsquo;anno prima Toprak Razgatlioglu fece doppietta con Puccetti Racing in Francia, mentre nel 2018 Tom Sykes conquist&ograve; Gara 1 ad Assen. Da quando nel 2015 ha avuto come compagno di squadra Rea, l&rsquo;inglese ha vinto 12 manche: aggiungendo il successo di Lowes e i due del turco, ma escludendo Rea, dal 2015 a oggi le ZX-10R hanno ottenuto 15 vittorie. Briciole rispetto alle 104 conseguite nel frattempo da Jonathan. Impressionante anche il suo apporto alla voce podi: Rea ne ha raccolti 217 nell&rsquo;esperienza con la grande Kappa, permettendole cos&igrave; di spingersi a 538 podi complessivi nel mondiale Superbike. Un valore enorme ricordando che la Yamaha ha scavallato quota 400 a maggio, traguardo che la Honda vede all&rsquo;orizzonte da tempo ma che le sfugge come un miraggio: a fine 2016 la Casa dell&rsquo;Ala Dorata era a 392 podi ma da allora ne ha conquistati appena cinque, di cui tre con Alvaro Bautista nel 2020 e 2021. Senza Rea, la Kawasaki sarebbe nuovamente dietro a Yamaha e Honda, oltre alla Ducati. L&rsquo;unica voce sulla quale Rea ha inciso relativamente poco &egrave; quella delle pole: lo dimostrano le 42 volte in cui ha primeggiato in Superpole, inferiori ai valori di Troy Corser e Sykes, di cui 38 con la Kawasaki. Per le Verdone le pole sono 105, quindi il futuro compagno di Andrea Locatelli ha inciso per poco pi&ugrave; di un terzo. E anche senza queste la Kawasaki resterebbe seconda dietro le Rosse di Borgo Panigale. MotoGP, Sete Gibernau e la pole al venerd&igrave; | Quella (S)Volta Che       

La Casa di Akashi &egrave; diventata la seconda forza storica della Superbike: senza Jonathan sarebbe ancora la quarta...

Kawasaki, senza Rea sai cosa ti perdi? | Quella (S)Volta Che

        Conclusa l'avventura in BMW, il 2025 rappresenta l'inizio di una nuova fase della propria carriera per Garrett Gerloff. Il texano disputer&agrave; infatti la sua prima stagione da pilota ufficiale Kawasaki in sella alla Ninja ZX-10RR schierata dal team Puccetti, nuova compagine di riferimento in Superbike per la Casa di Akashi, lasciandosi alle spalle le difficolt&agrave; del passato. Il numero 31 si &egrave; infatti trovato bene fin da subito in sella alla &ldquo;verdona&rdquo; ed &egrave; pronto a diventare un outsider di lusso della serie iridata: ecco le sue parole, direttamente dalla presentazione del team. SBK, Puccetti: "Possiamo stare spesso in Top 5. Toprak? E' ancora il favorito" Gerloff: &ldquo;Bella atmosfera nel team, non vedo l'ora di cominciare la stagione&rdquo;  &ldquo;Fin dai primi test mi sono trovato molto bene sulla moto e sono bastate pochissime modifiche per sentirmi a mio agio in sella&rdquo;, ha detto Garrett senza nascondere la grande motivazione. &ldquo;La Ninja &egrave; una moto dalle caratteristiche molto diverse rispetto alle moto che ho guidato in passato e ci&ograve; mi ha spinto a provare anche un nuovo stile di guida, che penso possa essere lo stimolo di cui avevo bisogno in questo momento della mia carriera per effettuare uno step in avanti come pilota. In pi&ugrave;, il team &egrave; formato da persone estremamente appassionate e ci&ograve; aiuta a creare una bella atmosfera, quasi familiare, perci&ograve; in questo momento &egrave; tutto perfetto e non vedo l'ora di cominciare la stagione&rdquo;. &ldquo;Le scorse stagioni mi hanno fatto crescere e ho imparato ad affrontare le situazioni difficili uscendone a testa alta&rdquo;, prosegue il centauro a stelle e strisce. &ldquo;Il mondiale Superbike &egrave; un campionato difficilissimo e ho vissuto momenti tra i pi&ugrave; complicati della mia carriera, ma ho sempre continuato a lavorare e a credere in me stesso. Quando ci sono dei cambiamenti importanti come quello di quest'anno, in cui sar&agrave; a tutti gli effetti un pilota ufficiale Kawasaki, si ha la sensazione di ripartire quasi da zero ed &egrave; certamente un bene&rdquo;.  &ldquo;Kawasaki e BMW molto diverse, la Ninja pu&ograve; esaltare i miei punti di forza&rdquo;  La Ninja presenta caratteristiche ben diverse rispetto alla BMW guidata lo scorso anno, ma per Gerloff pu&ograve; essere un bene: &ldquo;Una caratteristica della Kawasaki che mi &egrave; piaciuta fin da subito &egrave; la confidenza che ti d&agrave; l'anteriore, ma anche il comportamento del motore &egrave; del tutto diverso rispetto a quello della BMW a cui ero abituato, il quale era pi&ugrave; potente ma con meno coppia. Al momento &egrave; difficile dire quale dei due sia meglio, ma credo che la Ninja si sposi bene con i miei punti di forza e per questo non posso che essere ottimista, anche perch&eacute; la stessa Casa madre ha una gran voglia di tornare al top e spero di riuscirci fin da subito pur senza pormi un particolare obiettivo da raggiungere se non quello di essere il pi&ugrave; competitivo possibile&rdquo;. Infine, ovviamente non &egrave; mancato uno sguardo agli avversari per quella che si prospetta come una stagione ricca di possibili protagonisti: &ldquo;Toprak &egrave; il pilota pi&ugrave; in forma e credo che la lotta per il titolo possa essere tra lui e Bulega, il quale sar&agrave; certamente competitivo con la Ducati. Saranno per&ograve; tanti i possibili jolly, a partire da campioni del calibro di Rea e Bautista, ma anche le Bimota di Lowes e Bassani. Spero che tra i piloti in grado di stare davanti ci possa essere anche io il pi&ugrave; spesso possibile, ma vedremo a Phillip Island&rdquo;. In ricordo di Joey Dunlop: tante iniziative per il 25&deg; anniversario della scomparsa       

Garrett &egrave; pronto ad iniziare la stagione da pilota ufficiale Kawasaki: &ldquo;Sar&agrave; un nuovo capitolo della mia carriera, con la Ninja mi sono trovato bene fin da subito&rdquo;

SBK, Gerloff: “Ho vissuto momenti difficili, ma ho creduto in me stesso”

Il texano e lo spagnolo saranno impegnati rispettivamente in Superbike con la Ninja ZX-10RR e in Supersport con la Ninja 636 come portacolori della squadra capitanata da Manuel Puccetti, da quest'anno compagine di riferimento per la Casa di Akashi. Ecco le "verdone" nella loro colorazione ufficiale

SBK e SSP: ecco le nuove Kawasaki ufficiali di Gerloff e Alcoba

        Bisogna pronunciarlo bene, perch&eacute; nuovo nome cui i vertici del Marchio tengono molto: Kawasaki World SBK Team. Diventa realt&agrave; il sogno di Manuel Puccetti, previa investitura ufficiale della sua squadra, tinta di verde da anni, finalmente e meritata oggi vera e propria formazione Factory. Garrett Gerloff e Jeremy Alcoba i piloti scelti. Alcune novit&agrave; dei test MotoGP si vedono, altre... no Puccetti Racing, ascesa impressionante... mica finita qui Bisognerebbe scrivere un libro per raccontare la storia agonistico-sportiva di Manuel Puccetti. Per il momento, limitiamoci ad alcuni passi presi non a caso. Era un pilota il giovane reggiano, rischiava e si divertiva il giusto, facendosi affiancare da compagni di box, ehm, di tenda di volta in volta. Cambiati diversi costruttori e tecnologie, una svolta arriv&ograve; nel 2007: il legame assieme alla Kawasaki strinse n nodo saldissimo, che dura tutt'ora. Titoli tricolori, europei e mondiali. Da Stefano Cruciani a Franco Morbidelli, sino a Kenan Sofuoglu. Il Sultano trov&ograve; seconda casa nell'hospitality Puccetti Racing, cresciuta al pari dei risultati ottenuti. Allori 2015 e 2016, affermazione nella Stock 600 di un certo Toprak Razgatlioglu, poi portato alla vittoria nella massima categoria derivata di serie. L'asse turco-emiliano era e ha cambiato la mentalit&agrave; del paddock. Correre, regalando spettacolo. L'attivit&agrave; manageriale di Manuel si &egrave; contraddistinta in ogni ambito, come spiegato dalla bellissima hospitality che accoglie s&igrave; chi vestito di verde &egrave;, ma non solo: &egrave; facile trovare maglie blu, rosse, bianche, gialle... altro che il caravan con la tendina stile "Woodstock" da dove nacque tutto. Ovvero, il vero seme del sogno.  Ufficiale in SBK: Puccetti e le Ninja reggio-giapponesi Citando in ordine sparso nomi quali Leon Haslam, Yari Montella, Lucas Mahias, Kyle Ryde, Diego Giugovaz, Esteve Rabat, Can Oncu, Ferruccio Lamborghini, Phillip Oettl, Bahattin Sofuoglu, Hector Barbera, Randy Krummenacher, Sylvain Guintoli, Michael Canducci, Sheridain Morais e Mirko Giansanti, evinciamo ancor meglio quanto il Puccetti Racing abbia dato e ancora stia dando al sistema a due ruote.&nbsp; Infatti, chi vi ha figurato ricorda la squadra con grosso affetto e, apprendendo della meritata investitura e rinominare il progetto Kawasaki World SBK Team, scommettiamo che uno spontaneo sorriso e il pensiero "Io c'ero, ho contibuito" nasce spontaneo. Massima cilindrata derivata di serie e media. Doppio impegno per la formazione Factory, che ha nelle Ninja ZX-10RR e ZX-6R "armi" rinnovate e affilate, direttamente seguite dai vertici europei e giapponesi della Casa madre. Garrett Gerloff e Jeremy Alcoba sono pronti alla sfida.&nbsp;  Kawasaki World SBK e Kawasaki World SSP per Puccetti Stagione 2025 lanciata da "Ruote da Sogno", location che un nome pi&ugrave; calzante alla situazione non potrebbe avere. All'evento erano presente cariche di Kawasaki Italia, Kawasaki Europa e Kawasaki Giappone. Pi&ugrave; di cos&igrave;, impossibile sarebbe chiedere. Ecco le parole da comunicato stampa ufficiale diramato oggi. Sig. Shigemi Tanaka - Managing Director of Kawasaki Motors Europe: "Siamo lieti che le nostre moto Ninja nella stagione 2025 gareggeranno sia in WorldSBK che nel WorldSSP con nuovi piloti per ogni classe, schierati dal Puccetti Kawasaki Racing Team, che ha una comprovata esperienza di successi con Kawasaki in due decenni". Steve Guttridge - Race Planning Manager, Kawasaki Motors Europe: "Kawasaki &egrave; entusiasta di aiutare Manuel Puccetti a realizzare la sua ambizione di lunga data di portare Garrett Gerloff sulla griglia del WorldSBK all'interno di una struttura ufficiale Kawasaki e sulla Ninja ZX-10RR, mentre torna nel felice terreno di caccia del WorldSSP con la formidabile combinazione della Ninja ZX-6R da 636 cc e del nuovo acquisto Jeremy Alcoba. Il 2025 sar&agrave; entusiasmante!" Manuel Puccetti &ndash; Team Principal: &ldquo;Sono felice ed orgoglioso di presentare il nostro team 2025 di fronte ai rappresentanti di Kawasaki Italia, Kawasaki Europa e Kawasaki Giappone, nonch&eacute; ai nostri sponsor, confermando il nostro nuovo ruolo di team Ninja ufficiale del produttore di Akashi. Questo &egrave; un momento storico per noi, che porta grande responsabilit&agrave; e motivazione. Abbiamo tutto ci&ograve; che ci serve per poter lottare per il podio in Superbike e in Supersport, dove abbiamo una nuova moto che ha gi&agrave; mostrato un ottimo potenziale durante i test.&rdquo; Garrett Gerloff, Superbike: &ldquo;Dopo i test e la presentazione, non vedo l'ora che inizi la stagione 2025. I test sono stati importanti e positivi, ma non vedo l'ora di mettermi al lavoro e correre, lottando con gli altri piloti. In questo momento, mi sento molto a mio agio con la Ninja ZX-10RR e con il team, ma scopriremo il nostro vero potenziale solo quando gareggeremo in pista. Sono sicuro che potremo lottare per le prime posiziobi. Voglio ringraziare il team e la Kawasaki per tutto il lavoro che hanno fatto e continuano a fare per mettermi nella migliore condizione posizione." Jeremy Alcoba, Supersport: "Da quando ho deciso di unirmi al progetto Kawasaki in Supersport, &egrave; stato chiaro che il nostro obiettivo &egrave; quello di puntare alla vittoria del campionato. Faccio parte di un team molto competitivo e ho una moto che durante i test invernali ha mostrato un grande potenziale. Sono rimasto impressionato dal motore della Ninja ZX-6R e non vedo l'ora di misurarmi con i miei avversari. Questa &egrave; una moto nuova e quindi abbiamo ancora del lavoro da svolgere, e lo faremo durante i primi round. Una cosa &egrave; certa: far&ograve; del mio meglio per salire costantemente sul podio. Sul gradino pi&ugrave; alto."             

Titoli nazionali, i mondiali di Sofuoglu e il lancio di Razgatlioglu: la formazione reggiana &egrave; sempre pi&ugrave; legata alla Casa di Akashi e pronta a stupire ancora

Da sogno a realtà: Puccetti nuovo ufficiale Kawasaki World SBK Team

        Con la presentazione ufficiale, il team Puccetti &egrave; ora diventato a tutti gli effetti la squadra di riferimento per Kawasaki non soltanto in Supersport, ma anche e soprattutto nel mondiale Superbike. Con Garrett Gerloff come portacolori in classe regina e Jeremy Alcoba in SSP, la compagine capitanata da Manuel Puccetti andr&agrave; perci&ograve; tenuta d'occhio in entrambe le categorie, complici una Ninja ZX-10RR ed una nuovissima 636 gi&agrave; competitive. Lo stesso Manuel non ha nascosto le proprie ambizioni nonostante l'agguerrita concorrenza: ecco le sue parole. MotoGP, ufficiale: niente test in Thailandia per Jorge Martin Puccetti: &ldquo;Essere il team ufficiale Kawasaki &egrave; un onore, ma anche una grande responsabilit&agrave;&rdquo;  &ldquo;Si tratta del coronamento di un sogno, ma anche di una grande responsabilit&agrave;&rdquo;, ha detto Manuel. &ldquo;Dopo vent'anni di corse essere diventato il team ufficiale Kawasaki nel mondiale Superbike &egrave; un onore, ma significa anche dover rappresentare uno dei marchi pi&ugrave; grandi al mondo e sar&agrave; un impegno diverso rispetto al passato&rdquo;. &ldquo;L'impegno della Casa madre &egrave; enorme e ci supportano in maniera totale con tantissimi elementi in pi&ugrave; e numerose persone nuove che lavorano sulle moto&rdquo;, prosegue con lo sguardo puntato verso i prossimi impegni. &ldquo;Ammetto di essere impaziente sia in vista della presentazione che faremo la prossima settimana ad Akashi, dove sono gi&agrave; stato nel 2018 con Toprak Razgatlioglu scoprendo un mondo enorme in cui le moto sono soltanto una parte del lavoro, sia ovviamente per il primo round della stagione a Phillip Island che sar&agrave; un po' strano per via dei pit stop con cambio gomme obbligatorio per tutti&rdquo;. Moto3, Suzuki annuncia il ritiro: "Decisione difficile, ma smetto di correre" &ldquo;Il podio &egrave; raggiungibile, ma il livello sar&agrave; alto sia in SBK che in SSP&rdquo;  &ldquo;Le aspettative per la stagione sono alte, perch&eacute; lo scorso anno la Ninja ha vinto delle gare ed &egrave; salita diverse volte sul podio&rdquo;, ha aggiunto commentando i test svolti dal pilota texano. &ldquo;Siamo ottimisti, perch&eacute; Gerloff si &egrave; trovato immediatamente molto bene con la moto e fin dai primi test effettuati a Jerez ha dimostrato di poter stare con costanza nelle posizioni a ridosso della Top 5 senza alcuna sbavatura, tenendo anche un bel margine. Salire pi&ugrave; volte sul podio pu&ograve; essere un target raggiungibile, anche se il livello sar&agrave; molto alto tra Ducati, BMW e i nostri &ldquo;cugini&rdquo; della Bimota con cui condividiamo il motore. Credo per&ograve; che Toprak parta ancora come favorito e penso si possa puntare nuovamente su di lui&rdquo;. Infine, non &egrave; mancato uno sguardo alla SSP, dove con la Ninja 636 la squadra prover&agrave; a tornare al vertice: &ldquo;Chiaramente anche in Supersport l'obiettivo &egrave; quello di stare davanti, anche se probabilmente dovremo dare un po' di tempo ad Alcoba per prendere le misure con la moto e la categoria visto che ha saltato parte dei test invernali per via di un infortunio che ha richiesto un intervento chirurgico. La nuova 636 per&ograve; &egrave; una gran moto, che rispetto alla precedente ha guadagnato in accelerazione arrivando al livello della Ducati, perci&ograve; mi aspetto che Jeremy faccia ci&ograve; che hanno fatto i vari Aegerter, Manzi e Bulega arrivando dalla Moto2&rdquo;. In ricordo di Joey Dunlop: tante iniziative per il 25&deg; anniversario della scomparsa       

La squadra di Manuel sar&agrave; la nuova compagine di riferimento per Kawasaki: &ldquo;Gerloff si &egrave; trovato bene fin da subito e ci aspettiamo grandi cose anche da Alcoba in SSP&rdquo;

SBK, Puccetti: “Possiamo stare spesso in Top 5.Toprak? E' ancora il favorito”

        Tra i vari cambi di sella avvenuti tra il 2024 e il 2025 nel mondiale Superbike, uno dei pi&ugrave; rilevanti &egrave; certamente quello riguardante Garrett Gerloff. Lo statunitense non &egrave; soltanto passato da BMW a Kawasaki, ma &egrave; diventanto anche e soprattutto il pilota ufficiale della Casa di Akashi come portacolori del team Puccetti, nuova squadra di riferimento del colosso giapponese nella serie iridata. Tra i test di Jerez e quelli di Portimao, il numero 31 ha avuto modo di prendere le misure con la ZX-10RR e, nonostante un meteo poco clemente, si &egrave; detto soddisfatto del feeling in sella e di quello con la compagine capitanata da Manuel Puccetti. Ecco le sue parole, in attesa di tornare in azione a Phillip Island per gli ultimi test e, soprattutto, il primo weekend di gara con la &ldquo;verdona&rdquo;. Test Portimao: Lowes porta la Bimota in vetta, ma il maltempo rovina i piani Gerloff: &ldquo;Felice di avere un altro test prima della gara&rdquo;  &ldquo;Anche se le condizioni qui a Portimao sono state tutt'altro che perfette visto il meteo inclemente, penso che il nostro sia stato comunque un test positivo nel suo complesso&rdquo;, ha detto Garrett al termine della due giorni portoghese. &ldquo;Abbiamo potuto confermare alcune soluzioni e credo che ora la base di partenza della Kawasaki sia decisamente buona in vista dell'Australia, anche se chiaramente sono contento di avere la possibilit&agrave; di svolgere un ulteriore test l&igrave; prima del weekend di gara. In generale per&ograve; sono soddisfatto e contento del mio feeling con la moto e del rapporto che si sta instaurando con il team, perci&ograve; sono ottimista&rdquo;. Petrucci: "Ho provato un nuovo scarico, so dove lavorare per l'Australia       

Lo statunitense &egrave; soddisfatto del feeling instaurato con la Ninja ZX-10RR del team Puccetti: &ldquo;Condizioni difficili a Portimao, ma sono ottimista&rdquo;

SBK Test Portimao, Gerloff: “Buona base di partenza con la Kawasaki”

        &Egrave; possibile migliorare una stagione con due piloti in Top 5 nonch&eacute; quattro vincitori differenti? &Egrave; il grande quesito che introduce il 2025 dell&rsquo;Italia nel mondiale Superbike: fare meglio di un 2024 da 11 vittorie (sei Nicol&ograve; Bulega, tre Danilo Petrucci, una a testa Nicholas Spinelli e Andrea Iannone) e ben 44 podi di manche non sar&agrave; semplice. Eppure i margini per vedere un ulteriore progresso della pattuglia italiana ci sono: sia perch&eacute; numericamente &ndash; con sei piloti &ndash; questa &egrave; rimasta intatta, con l&rsquo;uscita di scena di Michael Rinaldi sopperita dall&rsquo;arrivo di Yari Montella, che perch&eacute; pi&ugrave; di un protagonista ha tutte le carte in regola per migliorare le prestazioni.  Continua nella prossima pagina Ruben Xaus porta le Baggers in Europa &nbsp; Andrea Iannone  Per quanto possa suonare paradossale, il delta favorevole sembra appannaggio soprattutto della coppia di veterani Andrea Iannone e Danilo Petrucci. Gli ex MotoGP hanno regalato grandi emozioni all&rsquo;Italia delle due ruote nel 2024, e puntano a un ulteriore step nella stagione alle porte. Impossibile non puntare su Iannone per il 2025, anche soltanto per la naturale evoluzione del suo percorso in SBK: spezzate le catene della squalifica, dopo quattro anni Andrea &egrave; tornato sulla scena e a chi tentennava circa le sue possibilit&agrave; di essere ancora protagonista ha risposto con un podio al primo round a Phillip Island &ndash; e senza il problema in Superpole Race sarebbero facilmente stati due &ndash; e soprattutto con il ritorno alla vittoria ad Arag&oacute;n, in una gara dove tra tattica e muscoli ha messo in mostra tutto il suo repertorio. In mezzo a questi favolosi exploit, per&ograve;, il portacolori Ducati-GoEleven &ndash; dove rimarr&agrave; dopo una lunga estate di riflessioni sul mercato &ndash; si &egrave; anche reso protagonista di svariati alti e bassi, con weekend in cui ha faticato anche soltanto a rimanere con costanza in Top 10. Cali comunque fisiologici per un pilota reduce da uno stop lungo quattro anni, e che oltretutto &egrave; tornato in pista correndo in un campionato per lui del tutto inedito, ma &egrave; proprio in queste d&eacute;faillance che trova spazio l&rsquo;ampio margine di miglioramento di Iannone. Con un anno di esperienza sulle spalle in termini di conoscenza sia del mezzo &ndash; la Panigale V4 R &ndash; che della squadra e di un campionato con tre manche per weekend, &egrave; quasi scontato attendersi da Iannone risultati migliori nella prossima stagione. Non &egrave; chiara la proporzione dell&rsquo;ascesa, in mezzo a numerosi binomi moto-pilota competitivi, anche se la Top 5 in campionato appare quasi un obiettivo minimo. &ldquo;Credo che durante la stagione io e il team siamo cresciuti un passo alla volta &ndash; il bilancio dell&rsquo;abruzzese &ndash; quindi era difficile chiedere di pi&ugrave; al mio primo anno in Superbike. Per certo per&ograve; le ambizioni per il 2025 sono superiori: il primo obiettivo &egrave; arrivare al 100% gi&agrave; a Phillip Island, sotto tutti i punti di vista. In Australia mi sono piazzato subito secondo quindi migliorare quel debutto non sar&agrave; semplice, ma nel complesso dovremo tutti crescere in ogni aspetto, per ottenere risultati migliori&rdquo;. La costanza sar&agrave; la priorit&agrave; per Iannone, che in termini di velocit&agrave; ha gi&agrave; mostrato di poter lottare con i migliori.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Danilo Petrucci e Yari Montella  La stessa velocit&agrave; che ha caratterizzato i giorni migliori di Petrucci. Tutti abbiamo ancora negli occhi la splendida tripletta del ternano in quel di Cremona, che ha rappresentato la ricompensa pi&ugrave; bella per gli enormi sforzi profusi dopo l&rsquo;infortunio. Un momento drammatico vissuto mentre faceva Cross che ha rappresentato l&rsquo;altra grande istantanea del 2024 di Danilo ma che, vista oggi, pu&ograve; regalare speranze in ottica 2025. L&rsquo;incidente in allenamento, infatti, &egrave; arrivato prima del terzo round stagionale, quando Petrux stava mettendo benzina nel motore per migliorare i piazzamenti ottenuti al debutto in SBK. La crescita ha conosciuto quindi uno stop temporaneo, e per tornare all&rsquo;eccellenza &egrave; servito l&rsquo;enorme impegno del ducatista e del Team Barni, ma la seconda met&agrave; dell&rsquo;annata ha rivisto il miglior Petrucci in pista. Non a caso la seconda parte della stagione ha portato tre successi e otto podi nell&rsquo;arco di appena tre round. &ldquo;Dopo quel round di Cremona ero davvero vicino al terzo posto in campionato &ndash; ricorda Danilo &ndash; quindi l&rsquo;obiettivo minimo &egrave; migliorare la quinta posizione finale in classifica generale. Tra l&rsquo;altro in passato avevo un&rsquo;idea diversa circa la mia carriera in Superbike, ma l&rsquo;anno scorso mi sono trovato davvero bene nel paddock, quindi la speranza &egrave; di continuare ancora a lungo&rdquo;. Una promessa d&rsquo;amore nei confronti delle derivate, dove ora il ternano veste i panni del top rider nonch&eacute; quelli di chioccia per Montella, che rappresenta la novit&agrave; sia per quanto concerne Barni che per la pattuglia italiana in SBK, nella quale il classe 2000 &egrave; il rappresentante pi&ugrave; giovane. &ldquo;Yari potr&agrave; aiutarmi &ndash; la conferma di Petrucci &ndash;&nbsp;in primis a mantenere sempre alta la concentrazione. Non so ancora in quali aree potremo migliorarci l&rsquo;un l&rsquo;altro, ma certamente &egrave; un pilota veloce, e questo &egrave; fondamentale&rdquo;.. C&rsquo;&egrave; curiosit&agrave; per capire il potenziale di Montella, che sbarca in top class dopo un 2024 davvero di crescita, nel quale ha conteso il titolo SSP ad Adrian Huertas fino alle ultime battute stagionali. Il campano avr&agrave; il vantaggio di non cambiare team e costruttore &ndash;&nbsp;nel 2024 ha provato pi&ugrave; volte la Panigale V4 R &ndash;&nbsp;e questo lo aiuter&agrave; a muovere i primi passi sul nuovo pianeta. &Egrave; dunque lecito attendersi un apprendimento rapido, anche se nella SBK di oggi gi&agrave; soltanto conquistare la Top 10 pu&ograve; rivelarsi una missione complicata.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Nicol&ograve; Bulega  Iannone e Petrucci sono i nomi pi&ugrave; noti al grande pubblico e sono tra i piloti pi&ugrave; ambiziosi, tuttavia la prima punta dell&rsquo;attacco italiano &egrave;, nelle premesse, Nicol&ograve; Bulega. Il quale ha vissuto un 2024 da prodigio, ponendo subito l&rsquo;asticella piuttosto in alto. Basti pensare che se Toprak Razgatlioglu ha dovuto attendere l&rsquo;ultimo round per mettere le mani sul titolo il merito &egrave; stato solamente di Nicol&ograve;, capace di metabolizzare in maniera fulminea il passaggio dalla V2 della Supersport alla V4 della SBK, con la vittoria al debutto in Australia seguita da un impressionante filotto di risultati positivi, con soltanto quattro manche terminate fuori dalla Top 5 e due ritiri. Paradossalmente, il venticinquenne sembra avere meno margine di crescita rispetto ai veterani Iannone e Petrucci, dato che ha gi&agrave; raggiunto un livello altissimo, grazie al quale il ducatista del Team Aruba &egrave; un candidato al titolo. Nell&rsquo;inseguimento a Razgatlioglu della passata stagione &egrave; forse mancata un pizzico di convinzione nei momenti topici, un aspetto su cui Bulega potr&agrave; lavorare nel corso della stagione alle porte, magari continuando a studiare il compagno di squadra Alvaro Bautista, desideroso di prendersi una rivincita dopo aver chiuso alle spalle del rookie italiano. A livello tecnico, l&rsquo;area di miglioramento di Nicol&ograve; &egrave; legata alla gestione dei pneumatici, per evitare quei cali che hanno contraddistinto i giri finali di alcune gare. Ma per quanto importante, si tratta di un dettaglio, per un pilota che si &egrave; presentato alla SBK mostrando ben pochi punti deboli.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Axel Bassani e Andrea Locatelli  Un coetaneo di Bulega &egrave; Axel Bassani, altro profilo da tenere d&rsquo;occhio nella stagione 2025. Il ragazzo di Feltre viene da una stagione di puro apprendistato nel team ufficiale Kawasaki, ma l&rsquo;elemento pi&ugrave; interessante del suo attuale pacchetto non pu&ograve; che essere la Bimota (marchio del gruppo di Akashi che rientra in SBK con una moto inedita), sua nuova compagna di viaggio per la seconda stagione con la struttura Provec. Un elemento non soltanto intrigante ma che lascia anche ben sperare, dato che fin dai primi test in sella alla KB998 Rimini Axel ha decisamente migliorato i propri riferimenti, come se avesse subito trovato una confidenza mai ottenuta con la Ninja, della quale la Bimota ingloba &ndash; &egrave; bene ricordarlo &ndash; motore ed elettronica. &ldquo;Abbiamo subito capito quale strada prendere&rdquo; &egrave; stato il commento di Bassani dopo i primi test. Il veneto potrebbe davvero essere uno degli azzurri con il potenziale di miglioramento pi&ugrave; alto. Chi invece sembra destinato a un&rsquo;altra stagione di sofferenza dal punto di vista tecnico &egrave; Andrea Locatelli, che per&ograve; ha contestualmente rafforzato il ruolo di uomo-squadra Yamaha, dopo un 2024 in cui ha regalato alla Casa di Iwata i migliori risultati, precedendo un compagno di squadra scomodo come Jonathan Rea. Con la sua grande costanza e l&rsquo;intelligenza il bergamasco ha spesso portato a casa il massimo possibile, cosa che probabilmente dovr&agrave; fare anche nel 2025, dove mantenere la settima posizione finale ottenuta l&rsquo;anno passato sarebbe gi&agrave; un risultato di tutto rispetto. Sia Locatelli che Bassani correranno sia per il presente che per il futuro, dato che dovranno guadagnarsi sul campo il rinnovo contrattuale per il 2026.  SBK, Iannone: "Sono solo test, non voglio vincere il mondiale dell'inverno"       

Poche volte il contingente tricolore della Superbike era stato cos&igrave; ricco: da Iannone a Nicol&ograve; e Petrucci, passando per Bassani, Locatelli e Montella

SBK: Bulega e i suoi fratelli all'assalto di Razgatlioglu

        Non &egrave; finita finch&eacute; non &egrave; finita. Cos&igrave; recitava il pi&ugrave; famoso degli aforismi della leggenda del baseball Yogi Berra ed &egrave; ci&ograve; che deve aver pensato anche Thomas Brianti, protagonista l&rsquo;anno scorso di un ritorno alle competizioni da incorniciare dopo un periodo di stop che sembrava aver messo fine alla sua parabola sportiva. Nativo di Parma, classe 2003, Brianti era salito alla ribalta nel 2019, quando si aggiudic&ograve; il titolo CIV nella Supersport 300, prima di vivere due annate poco fortunate nella medesima categoria nel contesto mondiale, con il conseguente allontanamento dalle corse. L&rsquo;occasione per prendersi la rivincita &egrave; arrivata con la decisione di partecipare al Kawasaki Ninja Trophy ZX-4RR, il monomarca della Casa di Akashi inserito 12 mesi fa nel contesto del Campionato Italiano Velocit&agrave;. Una scelta che si &egrave; rivelata vincente: con i colori MCR Corse, Brianti ha iniziato la propria stagione con un round di ritardo, saltando l&rsquo;apertura di Misano, ma l&rsquo;inizio a handicap non ha inficiato il risultato finale perch&eacute;, da Vallelunga in poi, quella di Thomas &egrave; stata una cavalcata trionfale fino ad aggiudicarsi il titolo con tre punti di vantaggio su Diego Goretti. Non solo SBK, Ducati e Aruba.it insieme anche nel MXGP Brianti, ritorno e vittoria  &ldquo;La mia stagione &egrave; stata particolare, in realt&agrave; non doveva nemmeno iniziare &ndash; il racconto di Brianti &ndash; a gennaio stavo pensando al ritiro. Anzi, pi&ugrave; che rifletterci, lo avevo gi&agrave; annunciato alle persone a me pi&ugrave; vicine. Due mesi dopo ho ricevuto una chiamata dai ragazzi di Kawasaki-Italia, i quali mi proponevano di partecipare al neonato Trofeo. Fino a quel momento mi ero dedicato soltanto alla palestra e ai pesi, ero arrivato a pesare 85 kg di soli muscoli&hellip;&rdquo;. E poi cosa &egrave; successo? &ldquo;Ho ripreso ad allenarmi per le gare soltanto due settimane prima di Vallelunga, l&rsquo;appuntamento che ha segnato il mio debutto stagionale. Ricordo bene quel weekend: ho iniziato i turni di libere in sordina, trovando poi una confidenza sempre maggiore. In gara ho beffato Samuele Treccani all&rsquo;ultimo giro, bagnando il rientro con una vittoria. Tornare cos&igrave; &egrave; stato magnifico: ho fatto ricredere chi non riponeva speranze sul sottoscritto&rdquo;. Da l&igrave; in avanti, &egrave; stato un susseguirsi di soddisfazioni. &ldquo;Successivamente ho vinto tutte le manche tranne quella di Misano 2. Il titolo &egrave; una grande rivincita personale e un&rsquo;enorme soddisfazione anche per il team, che ha spinto al massimo assieme a me. Mi sono trovato benissimo con tutti gli uomini della struttura: siamo entrati in sintonia, diventando una famiglia&rdquo;.  Brianti: lo stop, il futuro  Riavvolgiamo il nastro: cosa &egrave; successo prima del tuo stop? &ldquo;Nel 2019 vinsi il titolo italiano della Supersport 300 con il Team ProDina, anche se iniziai la stagione con tre &ldquo;zero&rdquo; in quattro gare. Vinsi l&rsquo;alloro tricolore al termine di una grande rimonta: un po&rsquo; come nel 2024, questa volta per&ograve; ero pi&ugrave; consapevole dei miei mezzi. Nel 2020 arrivai al Mondiale, ma la situazione peggior&ograve; drasticamente l&rsquo;anno dopo. Nel 2022 sono passato al National Trophy 600, per&ograve; la differenza di cubatura e peso rispetto alla 300 si &egrave; rivelata notevole: il feeling &egrave; arrivato soltanto a fine stagione. Troppo tardi&rdquo;. E dopo? &ldquo;Sono rimasto a casa. In quel periodo di stop ho sempre sperato di tornare alle corse, ma l&rsquo;assenza di budget e sponsor mi ha portato a mollare la presa. Per questo mi sono dedicato ai miei hobby, cio&egrave; la palestra e i pesi, facendo prima il gommista e poi il caldaista come lavoro. Per&ograve; i miei genitori mi hanno spinto a non mollare mai, seppur mantenendo i piedi per terra. Nel frattempo ho partecipato alla Polini 12 pollici Italian Cup per non perdere l&rsquo;allenamento in sella. Poi &egrave; arrivata l&rsquo;occasione nel Ninja Trophy&rdquo;. Quest&rsquo;anno la SSP 300 viene sostituita, nel CIV, dalla Sportbike: cosa pensi della nuova categoria? &ldquo;Alla luce della mia esperienza con la Ninja 400, sono a favore della nuova categoria. Pu&ograve; essere una serie maggiormente propedeutica alle categorie superiori&rdquo;. Ti vedremo all&rsquo;opera in questo contesto? &ldquo;Per quanto mi riguarda sono nella stessa situazione di fine 2023: c&rsquo;&egrave; il rischio di restare a casa. Se cos&igrave; sar&agrave;, ho gi&agrave; deciso: smetter&ograve; definitivamente di correre&rdquo;. Motosprint presenta i Caschi d&rsquo;Oro 2024: la data, il luogo, le info, i premiati       

"Cinque anni dopo il titolo italiano, ho vinto il neonato trofeo pur saltando la prima gara: niente male. E sul 2025..."

Kawasaki Ninja Trophy ZX-4RR, la cavalcata di Thomas Brianti

        Si dice sempre che chi ben comincia sia a met&agrave; dell&rsquo;opera, e nel caso della nuova avventura della Bimota in SBK il vecchio adagio lascia ben sperare. Perch&eacute; sebbene questa parentesi sia ancora allo stato embrionale, considerato che l&rsquo;annuncio ufficiale del ritorno del marchio riminese tra le derivate &egrave; arrivato solamente nell&rsquo;aprile scorso, i primi passi sono stati promettenti. L&rsquo;annuncio del ritorno della Bimota ha lasciato di stucco tifosi e addetti ai lavori. Merito della Kawasaki, la Casa che possiede il brand romagnolo, brava a &ldquo;nascondere&rdquo; fino all&rsquo;ultimo il proprio parziale disimpegno dalla SBK e il contestuale rilancio della Bimota, destinata a tornare nel mondo delle corse 11 anni dopo l&rsquo;ultima sfortunata volta, quando il progetto BB3 &ndash; con il Team Alstare &ndash; naufrag&ograve; a stagione in corso a causa dell&rsquo;insufficiente numero di moto prodotte per il mercato. Nulla a che vedere con l&rsquo;attuale progetto, che grazie al supporto della Casa di Akashi vede la Bimota rientrare nel Mondiale in grande stile, ereditando Axel Bassani e Alex Lowes come piloti e Provec &ndash; il team capace di vincere sei titoli consecutivi con Jonathan Rea nei panni di squadra ufficiale Kawasaki &ndash; come struttura, con il motore della ZX-10RR come cuore del mezzo. Un propulsore tra l&rsquo;altro migliorato non poco nel corso del 2024, grazie alle super concessioni assegnate alla Kawasaki. Con queste solide basi, in casa Bimota hanno potuto concentrarsi su quello che da sempre &egrave; stato il loro marchio di fabbrica, ossia i telai, realizzando per la nuova nata KB998 Rimini un piccolo capolavoro.  Continua nella prossima pagina SBK, Iannone e GoEleven pronti a un 2025 da protagonisti &nbsp; Il ritorno della Bimota  Come vuole la tradizione Bimota, il telaio &egrave; a struttura composita, quindi con una parte superiore a traliccio imbullonata e piastre ricavate dal pieno &ndash; come anche forcellone e corpi della forcella &ndash; nella zona del pivot, in linea con l&rsquo;idea dell&rsquo;ingegner Massimo Tamburini a met&agrave; degli Anni &rsquo;80. La Bimota ha poi sperimentato anche a livello aerodinamico, regalando alla sua creatura le ali, andate a rimpiazzare i profili interni della ZX-10RR, dalla quale differisce anche per le dimensioni &ndash; pi&ugrave; grandi nel caso della KB998 &ndash; della presa d&rsquo;aria frontale. Insomma, una nuova moto nel vero senso della parola, in barba a chi pensava che la Kawasaki avrebbe solamente applicato gli adesivi Bimota sulla propria moto per ridurre l&rsquo;impegno in SBK &ndash; l&rsquo;unica Ninja in pista rester&agrave; quella del Team Puccetti, divenuto ufficiale &ndash; senza particolari sforzi. Per sconfiggere lo scetticismo iniziale serviva per&ograve; superare l&rsquo;esame pi&ugrave; importante, quello della pista, e il primo banco di prova, ossia il circuito di Jerez, ha regalato solamente risposte positive. Nelle due sessioni di test in Andalusia &ndash; con in mezzo una giornata ad Arag&oacute;n vanificata per&ograve; dal maltempo &ndash; dal Bimota by Kawasaki Racing Team (BbK) sono arrivati riscontri confortanti. Nel primo caso Bassani e Lowes sono stati immediatamente capaci di mettersi in scia al leader Nicol&ograve; Bulega, con Axel gi&agrave; mezzo secondo pi&ugrave; rapido rispetto al crono fatto segnare nella Superpole di pochi giorni prima con la Verdona. Nella seconda uscita Alex e Axel hanno dettato il passo, relegando Rea in terza piazza e soprattutto migliorando i propri riferimenti, tanto da conquistare la terza e la quinta posizione virtuali nella gi&agrave; citata Superpole andalusa. &ldquo;Questa moto mi ha subito trasmesso buone sensazioni &ndash; il primo bilancio di Bassani &ndash; e gi&agrave; nella prima sessione ho girato pi&ugrave; forte di mezzo secondo, quindi il miglioramento &egrave; evidente. In uscita di curva le ali aiutano a non far impennare la moto, cos&igrave; sfruttiamo meglio l&rsquo;accelerazione. Credo che anche il motore lavori meglio, dato che con questo telaio riusciamo a trarne il massimo. Le sensazioni di guida sono molto diverse, ma per ora ogni uscita &egrave; un&rsquo;avventura&rdquo;. Una bella avventura, a giudicare dalle prime sensazioni del veneto, che ha confessato di aver &ldquo;Trovato la direzione da seguire&rdquo; gi&agrave; al termine della seconda sessione. "Inoltre sono riuscito ad avvicinarmi molto ad Alex anche sul singolo giro &ndash; la conclusione di Bassani &ndash; e sappiamo che in questo aspetto lui &egrave; uno dei migliori, quindi sono soddisfatto". La strada tracciata sembra quella corretta, anche se Jerez resta un tracciato da prendere con le pinze: tornando indietro di un solo inverno, infatti, all&rsquo;Angel Nieto i primi test sulla Yamaha R1 avevano visto Rea fare faville, salvo poi incontrare difficolt&agrave; crescenti nei successivi test e nella maggior parte dei round iridati, in quella che per lui &egrave; stata la stagione pi&ugrave; difficile.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Bimota, ottimismo e cautela  Chi conosce bene Rea &egrave; Pere Riba, rimasto in Kawasaki prima, e in Bimota ora come capotecnico di Alex Lowes, e quindi alle prese con la scoperta della KB998. "Questa moto ha un carattere diverso dalla Kawasaki con cui abbiamo corso in passato &ndash; l&rsquo;analisi dell&rsquo;ex pilota spagnolo &ndash; specialmente in termini di guida. Finora non abbiamo stravolto l&rsquo;assetto, di conseguenza i tempi che abbiamo gi&agrave; fatto segnare sono molto positivi". L&rsquo;ottimismo &egrave; palpabile anche se &egrave; presto per definire la KB998 come una moto in grado di vincere. Un discorso che forse varr&agrave; anche per la lunga settimana &ndash; i test pi&ugrave; il weekend di gara &ndash; di Phillip Island, dove Lowes ha sempre brillato (l&rsquo;anno scorso aveva addirittura fatto doppietta) ma lo stesso circuito australiano non &egrave; il pi&ugrave; indicativo per comprendere i valori tecnici del campionato. La Kawasaki ha terminato il 2024 come terza forza in griglia alle spalle di BMW e Ducati, insidiata da una Honda in crescita e da una Yamaha che soltanto un anno prima era in grado di imporsi in numerose manche, ed &egrave; da questo punto che parte il progetto Bimota, forte di un Lowes decisamente cresciuto nel 2024 e un Bassani chiamato a incidere, dopo una stagione di apprendistato in Kawasaki. &ldquo;Mi aspetto una Bimota competitiva gi&agrave; in Australia &ndash; il target fissato dal team manager BbK Guim Roda &ndash; ma vincere &egrave; un&rsquo;altra cosa. Rispetto a quando la Ducati ha debuttato con la V4 ci manca essenzialmente un anno precedente di test, dato che prima delle giornate di Jerez le nostre prove si contavano sulle dita di una mano. A livello di giri motore non dovremmo avere grandi limitazioni, mentre le giornate di test nel corso dell&rsquo;anno saranno sicuramente dieci&rdquo;. Roda ha sfiorato due temi caldi della Superbike, avvolti da quell&rsquo;alone di mistero che circonda le super concessioni. Un fattore che lo scorso anno &egrave; stato sfruttato al meglio, ovviamente, dalla BMW, che lavorando alacremente su telaio, motore e geometrie ha messo nelle mani di Toprak Razgatlioglu un mezzo con cui dominare in lungo e in largo, e per non sciupare questo potenziale &ndash; vista la perdita delle super concessioni per ovvie ragioni legate ai risultati &ndash; la Casa tedesca ha aggiornato la versione stradale della sua M1000 RR.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Bimota e non solo: l'argomento concessioni  Dal canto suo la Bimota non avr&agrave; la libert&agrave; di azione di una Casa al debutto, avendo essenzialmente ereditato la &ldquo;posizione&rdquo; della Kawasaki, ma l&rsquo;argomento concessioni potrebbe tornare d&rsquo;attualit&agrave; a breve. Per il 2025 si attendono ancora le decisioni ufficiali della FIM, mentre non mancano le aziende piuttosto deluse dall&rsquo;attuale sistema, prima fra tutte la Ducati. &ldquo;Mi pare evidente che il dominio di una Casa aiutata dalle super concessioni non sia in linea con la filosofia con cui sono nate queste regole &ndash; la recente sottolineatura di Gigi Dall&rsquo;Igna &ndash; quindi spero che vi saranno dei ragionamenti per tornare alla filosofia originale, anche se noi non possiamo forzare nessuno&rdquo;. A prescindere da tutto questo il progetto Bimota rimane una delle storie principali della stagione alle porte: torneranno in pista uomini che hanno fatto dello sviluppo motociclistico il proprio credo, come l&rsquo;ingegner Pierluigi Marconi, che dopo tante difficolt&agrave; pu&ograve; sorridere. &ldquo;Nel 2019 fummo vicini alla chiusura ma poi la Kawasaki ci ha acquistato &ndash; il suo racconto &ndash; e non lo ha fatto soltanto tramite il denaro, ma anche con la tecnologia, fornendoci tutto ci&ograve; di cui avevamo bisogno. Grazie alla nostra esperienza abbiamo costruito un telaio che si sposasse il pi&ugrave; possibile con le gomme Pirelli, il tutto con grande umilt&agrave;. A volte quest&rsquo;ultima &egrave; una dote che viene dimenticata, invece ha un importante peso specifico. Siamo felici anche di aver aggiunto le ali mobili: le ali che vediamo in MotoGP hanno una forma e quella deve funzionare, mentre le nostre sono pi&ugrave; simili a quelle della Formula 1, e quindi hanno le caratteristiche giuste per essere mosse. Si pu&ograve; aumentare il carico sull&rsquo;anteriore o ridurre il drag (la resistenza all&rsquo;avanzamento, nde) in accelerazione. Volevamo trarre il massimo da motore e ciclistica, e pensiamo di esserci riusciti&rdquo;. Dalla YB4 di Davide Tardozzi, prima moto vittoriosa nella storia della SBK, alla KB998 Rimini di Axel Bassani, sempre nel segno della voglia di innovare e primeggiare: la Bimota &egrave; tornata in Superbike, e vuole divertirsi come nei giorni migliori.     Daniel Sanders vince la Daakr 2025: &egrave; il successo numero 20 per KTM           

Il ritorno del marchio riminese &egrave; iniziato con il piede giusto: la KB998 Rimini ha offerto riscontri positivi nei test. Ma il team manager Roda non abbassa la guardia

SBK: Bimota, un rientro in grande stile

        La difficile situazione in cui &egrave; incappata (quanto colpevolmente?) la KTM fa accendere un visibile e sonoro allarme rosso in MotoGP? No, ma quasi, perch&eacute; la luce emanata e la fastidiosa sirena accompagnatrice sono colorate d&rsquo;arancione e decisamente fastidiose. La crisi economico-finanziaria patita da Pierer Mobility, i tantissimi modelli rimasti invenduti, l&rsquo;acquisizione esosa e infruttuosa di marchi accorpati al Gruppo (e tra questi la MV Agusta &egrave; in vendita, mentre soltanto pochi mesi fa sognava il ritorno nel Mondiale), i debiti accumulati e il crollo dei valori in Borsa potrebbero avere conseguenze sui programmi sportivi? Anche al secondo quesito la risposta auspicabile sarebbe &ldquo;no&rdquo;, sebbene lo stesso Stefan Pierer abbia precisato che le corse andranno avanti, tuttavia con le RC16 e relative parti destinate a subire il blocco dello sviluppo. I team, Red Bull KTM Factory e Red Bull Tech 3 satellite, oggi non sono a rischio, ma potrebbero esserlo nell&rsquo;immediato indomani. Sperando per ogni persona coinvolta anche nei vari progetti Rookies Cup, JuniorGP, Moto3 e Moto2 di arrivare a fine giornata, mese e anno, l&rsquo;accento si deve porre proprio sulla classe regina: questa categoria, bellissima, spettacolare, divertente e costosa, ha senso per chi produce veicoli destinati ai puri consumatori? Il legame tra estremo prototipo e prodotto di serie esiste, oppure &egrave; limitato ad alcuni particolari? In virt&ugrave; dei dati di mercato al ribasso e dei numerosi campionati professionistici esistenti, &egrave; giusto credere nella MotoGP, oppure &egrave; opportuno farne a meno? Le risposte sono prettamente individuali e influenzate dalle rispettive condizioni aziendali. Perci&ograve;, la sezione sportiva deve convenire, altrimenti va tagliata. Passa alla prossima pagina MotoGP: Hamilton pu&ograve; salvare KTM dalla crisi? &nbsp; La crisi KTM  L&rsquo;attualit&agrave; dovrebbe offrire una teorica stabilit&agrave;: abbiamo l&rsquo;iscrizione (in)certa di cinque Case, tra cui proprio l&rsquo;austriaca e traballante KTM, la confusa Honda, la ribelle Yamaha, la fedele Aprilia e la dominatrice Ducati. Sembrerebbe un quadro egregiamente dipinto. Magari. Per comprendere le ragioni della preoccupazione, balziamo indietro di qualche lustro. Era il 2001, ultima stagione della 500 due tempi: Carmelo Ezpeleta, fiducioso delle potenzialit&agrave; offerte dall&rsquo;imminente regina a quattro tempi, dichiar&ograve;: &ldquo;Desidero 20 moto in griglia, mica di pi&ugrave; &ndash; il CEO Dorna pensava alla Formula 1 &ndash; niente riempitivi, semmai 10 costruttori differenti, ciascuno con due piloti ufficiali. La categoria dovr&agrave; attirare l&rsquo;industria automobilistica, con prodotti a due ruote ingegnati ad hoc&rdquo;. Il sogno era, oltre che ammirare le &ldquo;solite&rdquo; Yamaha, Honda, Suzuki e Aprilia, di avere pure Ducati, Kawasaki, MV Agusta, e non sarebbero guastate BMW, Porsche, Peugeot. Chimera, e lo vediamo: Yamaha e Honda ci sono, la Ducati c&rsquo;&egrave;, l&rsquo;Aprilia alza la mano, la Suzuki se n&rsquo;&egrave; andata, la Kawasaki idem, la MV non &egrave; mai entrata nell&rsquo;epoca moderna, la BMW nicchia, la Porsche nemmeno ci ha pensato e la Peugeot ci ha provato in Moto3, rinunciando presto. Sarebbe affascinante (e ricco) contare tutti i prestigiosi marchi, ma ora &egrave; impossibile: affacciatevi alla finestra e notate quante auto circolino o siano parcheggiate, contro i pochi veicoli a due ruote. A meno che non viviate a Bangkok, Giacarta o Hanoi, capirete che il comune mezzo da diporto sia l&rsquo;automobile. Le moto? Fantastiche, ma per pochi. E, di conseguenza, sono poche anche le Case che fanno le corse. Tornando alla KTM, anche se i dirigenti di Mattighofen promettono tranquillit&agrave; &ndash; sentimento difficile da provare nei panni degli ex dipendenti, da poco licenziati a precedere le Festivit&agrave; natalizie &ndash; c&rsquo;&egrave; poco da stare sereni, sia per chi non avr&agrave; voglia di gareggiare che per chi ne avr&agrave;. Mattighofen, storicamente specializzata nel Fuoristrada, su asfalto &egrave; da ritenersi giovane. Fantastici i successi ottenuti in ogni categoria, raramente per&ograve; nella MotoGP. Il motivo? Semplice da spiegare: perch&eacute; la MotoGP &egrave; la pi&ugrave; difficile di tutte. E, quando i risultati sperati mancano, cominciano a mancare anche fiducia, stimoli e&hellip; soldi. Chi deve foraggiare i programmi ci ripensa, nel motto volgare: &ldquo;Ma a noi, chi ce lo fa fare?&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; KTM: cosa faranno Pedro Acosta e gli altri piloti?  Ragionamento opposto quello della Suzuki, uscita a fine 2022: l&rsquo;obiettivo di conquistare l&rsquo;iride era ormai stato soddisfatto due anni prima assieme a Joan Mir, la GSX-RR ha continuato a ottenere podi e primi posti, quindi perch&eacute; rimanere? Quanto dimostrato bastava, oltretutto il denaro doveva essere versato in voci ritenute pi&ugrave; importanti, come rivelatoci all&rsquo;EICMA da Mr. Toshihiro&nbsp;Suzuki, capo dell&rsquo;omonima azienda fondata dagli antenati della famiglia a cui appartiene: &ldquo;Stiamo concentrando le risorse sulla sostenibilit&agrave;&rdquo; infatti la GSX-R usata nella 8 Ore di Suzuka era alimentata da biocarburanti ed equipaggiata con molti componenti in materiale riciclato, olio motore, pneumatici, carenatura e freni eco-friendly. &ldquo;E, a precedere la MotoGP, vengono i motociclisti. Ossia, il pubblico&rdquo;. Il messaggio diramato &egrave;: soltanto quando accontenteremo l&rsquo;esigenza di chi compra da noi, torneremo a gareggiare nella massima serie. Eppure, in diversi gi&agrave; vedrebbero la Casa di Hamamatsu con una versione da 850 centimetri cubi al via della rivoluzionaria stagione 2027, mentre a noi sono giunti rumors che in quell&rsquo;anno scender&agrave; in pista un prototipo sperimentale, per sessioni di test molteplici ed evoluzioni ben pensate. Se fosse cos&igrave;, sarebbe magnifico. Ma il 2027 &egrave; dopodomani, non domani. E l&rsquo;oggi non deve diventare pesante: la bomba che Pedro Acosta e la Dorna stiano cercando una Ducati &egrave; esplosa a met&agrave;, ovvero, che il ventenne di Mazarr&oacute;n e il Promoter cercassero un cambio de cisivo era immaginabile (emblematico il suo manager Albert Valera: &ldquo;La KTM ci era stata &lsquo;venduta&rsquo; come un gigante al momento di rinnovare, pochi mesi fa&rdquo;), casomai poco immaginabile la cordata tra piloti e organizzatore. Ma capiamo. La serie non pu&ograve; permettersi un fantino del genere sul cavallo sbagliato. Per&ograve; anche Brad Binder, Enea Bastianini e Maverick Vi&ntilde;ales, tutti vincitori di GP nella classe regina, andrebbero appellati. Il sudafricano, bandiera KTM, ha fatto suo il titolo Moto3 nel 2016, gare in Moto2 e alloro sfiorato, Gran Premi in MotoGP. La Bestia, titolato Moto2 edizione 2020, detentore di successi in tutte le classi, &egrave; arrivato terzo in MotoGP nel 2022. Top Gun, capace di alzare al cielo trofei con Suzuki, Yamaha e Aprilia, con la KTM potrebbe completare il poker, un record assoluto (e la sua fiducia nel marchio &egrave; assoluta: ha persino acquistato azioni della KTM). Insieme i quattro vantano la bellezza di 72 vittorie e 203 podi. Trattasi di mole impressionate, che la MotoGP deve tutelare. D&rsquo;accordo, e come?  Passa alla prossima pagina &nbsp; KTM: l'esempio di Suzuki, Kawasaki e BMW  Si possono obbligare la Case a partecipare? No, e la Suzuki lo testimonia: nonostante l&rsquo;accordo firmato fino al 2026, quelli di Hamamatsu hanno preferito smantellare con largo anticipo e, si dice, pagare le onerose penali. Danni di immagine o reputazione? Macch&eacute;, in Giappone la pensano diversamente. Ecco il motivo per cui la Kawasaki &egrave; assente: ad Akashi non interessa l&rsquo;ipotetico prestigio che la vetrina potrebbe (condizionale) garantire: laggi&ugrave; sono pragmatici, per cose fatte soltanto se hanno un reale tornaconto. La Ninja ha spopolato in SBK per anni, ma ora le &ldquo;mille&rdquo; non si vendono pi&ugrave; come una volta: perch&eacute;, quindi, produrre una nuova ZX-10RR? I prototipi sono fini a loro stessi, con scarsa riconducibilit&agrave; alla circolazione stradale? Niente prototipi, e &ldquo;chissene&rdquo; se i verdi uscirono nel 2008, improvvisamente, lasciando il materiale usato da John Hopkins e Anthony West a Marco Melandri con la squadra Hayate Racing iscritta nel 2009. La pressione esercitata dalla Dorna fu notevole: con le entry list in calo, lo staff spagnolo voleva a ogni costo quella moto nera, priva di marchi, ma quantomeno presente. Il picco minimo venne toccato nel 2012, quando soltanto Ducati, Yamaha e Honda duellarono tra i cordoli iridati: la SBK invece proponeva Ducati, Yamaha, Honda, Suzuki, Kawasaki, Aprilia e BMW. Notare bene: n&eacute; da una parte, n&eacute; dall&rsquo;altra la KTM. All&rsquo;epoca s&igrave; che impazzava l&rsquo;allarme rosso, evitato nel passato recente dall&rsquo;impressionante contingente di Desmosedici, otto fino al SolidarityGP di quest&rsquo;an no, il prossimo ridotto a sei. Notizia bella, due Yamaha in pi&ugrave;, grazie al passaggio di Pramac da Desmosedici a M1. A Iwata ci credono, tanto da aver accolto la struttura di Paolo Campinoti, capace di conquistare titoli team e piloti nel recente biennio. Le quattro cilindri dei tre diapason faranno bene? Ancora non si sa, per&ograve; sono raddoppiate. Se la KTM saluta, lascia a piedi Acosta? Dipender&agrave; dai vari spostamenti ma, ripetiamo, c&rsquo;&egrave; da ricordare Binder, Bastianini e Vi&ntilde;ales. Il numero minimo e necessario per validare il campionato &egrave; di 20 unit&agrave;, ora siamo a 22, con lo scenario appena descritto. Cosa succederebbe, qualora Mattighofen servisse l&rsquo;addio? I piloti arebbero da ricollocare, a scapito di alcuni colleghi. La griglia sarebbe da rimpolpare, e mai pi&ugrave; parlare di CRT o esperimenti ibridi giusto per fare numero. Qui servono i costruttori, non scritte GASGAS utili all&rsquo;esercizio di marketing. La Kawasaki ha le orecchie tappate? Perch&eacute; non offrir loro un programma conveniente, facendoglielo udire con parole misurate? La Suzuki temporeggia? Facciamoli accelerare, mettendo sul piatto un programma irrifiutabile. La BMW ci pensa? Meglio fare che pensare. Certo, scriverlo su carta &egrave; facile. Nella pratica, tutt&rsquo;altro. La MotoGP &egrave; il meglio del meglio a due ruote, fattore innegabile, ma ci chiediamo: che male ci sarebbe nel coniugare qualit&agrave;, quantit&agrave; e variet&agrave;?  Martin e Bezzecchi: nuovi "anti-Ducati" per Aprilia in MotoGP       

Cosa accadr&agrave; ai piloti orange? Intanto alla top class servirebbero pi&ugrave; Case, ma la Kawasaki, Suzuki hanno altre proprit&agrave; e BMW avanza a piccoli passi

MotoGP, Pedro Acosta & Co: scatta l'allarme in casa KTM

        Continua a prendere forma la griglia della stagione 2025 del mondiale Supersport 300. Dopo il Team MTM (Junior Team compreso), un'altra squadra di riferimento per Kawasaki ha reso noti i nomi dei piloti che ne difenderanno i colori in sella alle Ninja 400, ovvero GP Project, compagine capitanata da Alessio Altai che, dopo un 2024 pi&ugrave; complicato del previsto, ha deciso di puntare su due piloti italiani: Emiliano Ercolani e Giacomo Zannini. Entrambi saranno alla loro seconda stagione completa nella serie iridata; Ercolani, vincitore del titolo della bLU cRU World Cup nel 2023, passer&agrave; a Kawasaki dopo aver guidato una Yamaha R3 nella scorsa annata e sar&agrave; sicuramente uno dei grandi protagonisti delle posizioni di vertice. Dall'altro lato del box, per Zannini si tratter&agrave; di un cambio di team ma non di moto visto che anche quest'anno ha guidato la sportiva di Akashi. Essendo partito &ldquo;da zero&rdquo; in ambito internazionale, il suo 2024 &egrave; stato dedicato all'apprendistato, ma con una stagione intera sulle spalle potr&agrave; migliorare sensibilmente le proprie prestazioni. SBK: Rzgatlioglu porta il numero 1 sulla BMW per la prima volta Le parole di Ercolani e Zannini  &ldquo;Sono molto contento di unirmi al team GP Project e per questo ringrazio Christian Gamarino e Alessio Altai che hanno deciso di darmi questa grande opportunit&agrave;&rdquo;, ha detto Emiliano Ercolani. &ldquo;Non vedo l'ora di scendere in pista per i primi test, in modo da prendere le misure con la Kawasaki e instaurare fin da subito un buon rapporto con i membri della squadra. Il livello del campionato sar&agrave; nuovamente molto alto, ma voglio riscattarmi e lottare per le posizioni che contano mettendo in mostra tutto il mio potenziale&rdquo;. Ottimista anche Giacomo Zannini: &ldquo;Sono felice che Alessio e i membri della squadra mi abbiano cercato dandomi l'opportunit&agrave; di restare nel mondiale per un altro anno difendendo i colori del team GP Project. Il 2024 ha rappresentato la mia stagione d'esordio e quindi per me &egrave; stato tutto nuovo, piste comprese, mentre ora con un intero campionato alle spalle sono sicuro di poter ben figurare e cercher&ograve; di fare uno step in avanti importante rispetto alla scorsa annata&rdquo;. Dal sogno MotoGP all'addio: KTM abbandona MV Agusta       

Dopo un 2024 complicato, la squadra umbra cambier&agrave; del tutto la propria lineup in vista della nuova (ed ultima) stagione iridata della classe leggera

SSP300: il team GP Project pronto a tornare in alto con Ercolani e Zannini

        La prossima stagione sar&agrave; l'ultima della storia per il mondiale Supersport 300, ma anche e soprattutto per questo avr&agrave; una particolare rilevanza per i team e i piloti impegnati nella categoria, ansiosi di porre il proprio nome nell'ultima riga dell'albo d'oro. Una squadra che punter&agrave; senza mezzi termini al titolo mondiale (gi&agrave; conquistato pi&ugrave; volte in passato con il bi-campione Jeffrey Buis e con Adrian Huertas) &egrave; il Team MTM, compagine di riferimento per Kawasaki che nel 2025 schierer&agrave; ben quattro Ninja 400 affidate a piloti con tutte le carte in regola per puntare al risultato massimo. SSP, addio Ducati: Bayliss passa a Triumph accanto a Booth-Amos  Gennai e Thompson con MTM, Svoboda e Fernandez nel Junior Team  Chiaramente, il nome che spicca su tutti &egrave; quello di Mirko Gennai, al secondo anno con la compagine belga e ormai da tempo il migliore degli italiani in griglia dal punto di vista dei risultati, oltre che &ldquo;re indiscusso&rdquo; di Portimao in cui &egrave; pressoch&eacute; imbattibile. Dopo un 2024 di apprendistato con la Kawasaki, il giovane toscano sar&agrave; un sicuro protagonista della lotta al titolo, proprio come il nuovo compagno di squadra Carter Thompson, agguerrito australiano dai trascorsi in Red Bull Rookies Cup che si &egrave; gi&agrave; messo in luce quest'anno entrando a stagione in corso. Come detto, MTM avr&agrave; per&ograve; quattro moto e, al fianco dei due piloti ufficiali, ci saranno anche quelli dell'inedito Kawasaki Junior Team by MTM (squadra che ha preso i due posti lasciati liberi dall'RT Motorsport). Da un lato ci sar&agrave; l'esperto Petr Svoboda, gi&agrave; vincitore di diverse gare e pronto al riscatto dopo una stagione segnata da un grave infortunio alla gamba, mentre dall'altro debutter&agrave; a tempo pieno lo spagnolo Roberto Fernandez, in arrivo dall'ESBK. Un vero e proprio &ldquo;poker d'assi&rdquo; che lascia ben pochi dubbi sull'Impegno della squadra e della Casa di Akashi in vista del nuovo anno.       

In vista dell'ultima stagione della classe leggera delle derivate di serie, la squadra di punta della Casa di Akashi schierer&agrave; ben quattro piloti, compreso Mirko Gennai

Poker di talenti: titolo in SSP300 nel mirino per il team MTM Kawasaki

        Con un quarto posto tra le Superbike nella seconda e conclusiva giornata di test a Jerez de la Frontera, si &egrave; concluso il 2024 di Garrett Gerloff e del team Puccetti. Il pilota texano &egrave; sceso in pista con la Kawasaki Ninja ZX-10RR sfoggiando per la prima volta i colori ufficiali di quella che l'anno prossimo sar&agrave; la compagine ufficiale per la Casa di Akashi, dicendosi decisamente soddisfatto dei progressi e del lavoro svolto, pur avendo ancora un bel margine di miglioramento: ecco le sue parole al termine della due giorni andalusa.  Gerloff: &ldquo;Felice di vedere cos&igrave; tanto impegno da parte del team&rdquo;  &ldquo;E' stato un bel test e credo ci siano tanti aspetti positivi di cui poter essere soddisfatti&rdquo;, ha detto Garrett al termine della due giorni. &ldquo;Quel che &egrave; certo, &egrave; che abbiamo fatto un importante step in avanti rispetto all'ultima volta in cui siamo stati qui e ci&ograve; mi rende particolarmente ottimista, anche se chiaramente c'&egrave; ancora un bel margine di miglioramento, specialmente per quel che riguarda il passo in qualifica&rdquo;. &ldquo;Ho utilizzato la gomma SCQ non riuscendo a migliorare particolarmente il mio crono, ma non penso sia un problema della moto quanto pi&ugrave; un mio limite visto che &egrave; successo anche con gli altri modelli che ho guidato in passato&rdquo;, prosegue onestamente il texano. &ldquo;In ogni caso, &egrave; stato fantastico scendere in pista con i colori ufficiali sfoggiando il verde Kawasaki per la prima volta e sono contento di vedere cos&igrave; tanto impegno da parte del team. Sar&agrave; una grande stagione e non dobbiamo far altro che lavorare concentrandoci su noi stessi&rdquo;. FIM JuniorGP: Carpe campione all'Estoril, Guido Pini 2&deg; in campionato       

Garrett ha concluso con il sorriso le due giornate di prove della SBK sul tracciato andaluso: &ldquo;C'&egrave; ancora un bel margine di miglioramento, sar&agrave; una grande stagione&rdquo;

Jerez test, Gerloff: “Fantastico scendere in pista con il verde Kawasaki”

        Cos&igrave; come &egrave; accaduto in MotoGP, anche nel mondiale Superbike le moto europee hanno dimostrato di avere una marcia in pi&ugrave; rispetto a quelle dei colossi giapponesi. In particolare, la Ducati si &egrave; confermata la migliore della griglia permettendo a ben quattro piloti di vincere nel corso della stagione, mentre la BMW ha dominato la scena grazie a Toprak Razgatlioglu. Tra le Case del Sol Levante la migliore &egrave; stata invece la Kawasaki, ancora competitiva nonostante l'addio di Jonathan Rea, mentre Yamaha e Honda hanno faticato pi&ugrave; del previsto. Abbiamo provato a dare i voti al 2024 dei cinque marchi impegnati in Superbike: ecco chi abbiamo promosso, rimandato e bocciato. SBK, top e flop: i voti ai piloti della stagione 2024  Ducati: voto 9,5 &ndash; La Panigale si conferma vincente con pi&ugrave; piloti  Pur non essendo riuscita a conquistare il titolo piloti, andato a quel Toprak Razgatlioglu semplicemente perfetto nel corso del 2024, Ducati si &egrave; confermata la miglior moto in griglia vincendo nella classifica riservata ai costruttori. Anche se &egrave; mancata la proverbiale ciliegina sulla torta, non si pu&ograve; quindi non considerare la Panigale V4 R come la pi&ugrave; competitiva della griglia, come dimostra il fatto che ben quattro piloti siano riusciti a salire sul gradino pi&ugrave; alto del podio guidandola. Oltre agli ufficiali Nicol&ograve; Bulega e Alvaro Bautista, anche Danilo Petrucci e Andrea Iannone hanno brillato in sella alla supersportiva bolognese, che proprio come in MotoGP sembra non abbia alcuna intenzione di lasciare il trono. E nel 2025, tra team ufficiale e squadre indipendenti (compreso il team Barni Spark Racing che raddoppier&agrave; il proprio impegno) le Ducati in griglia saranno ben otto...  Pagelle MotoGP: Ducati 10 e lode, giapponesi dietro la lavagna Continua nella prossima pagina &nbsp; BMW: voto 8,5 &ndash; Tutto (o quasi) sulle spalle di Toprak  Se dovessimo giudicare la M 1000 RR soltanto guardando la classifica di campionato, dopo una stagione come quella vissuta da Toprak Razgatlioglu andrebbe dato 10 alla moto tedesca. Tuttavia, le BMW in pista erano quattro e in pi&ugrave; di un'occasione soltanto il turco &egrave; riuscito a sfruttarla al meglio portandola al top, mentre Michael Van der Mark, Garrett Gerloff e Scott Redding hanno vissuto un'annata maggiormente altalenante. Ci&ograve; non toglie che quello da poco concluso sia stato di gran lunga il miglior campionato vissuto dal marchio, che godendo anche delle &ldquo;superconcessioni&rdquo; ha sfruttato al meglio il regolamento diventando l'unica moto in grado di impensierire realmente la Ducati dal punto di vista della competitivit&agrave; permettendo agli stessi Van der Mark e Gerloff di salire sul podio (VDM ha anche centrato una vittoria a Magny-Cours). Nel 2025 non sar&agrave; facile ripetersi, anche perch&eacute; le M 1000 RR in griglia saranno soltanto due, ma una di essere avr&agrave; il numero 1 sul cupolino.  MotoGP, i team promossi e bocciati: Lenovo e Pramac top alla pari Continua nella prossima pagina &nbsp; Kawasaki: voto 7 &ndash; Meglio del previsto in un anno di transizione  L'addio di Jonathan Rea a fine 2023 sembrava dovesse essere un duro colpo per la Casa di Akashi, soprattutto considerando che in sella alla Ninja il nordirlandese ha conquistato la bellezza di sei titoli mondiali. In effetti, la &ldquo;verdona&rdquo; non &egrave; pi&ugrave; stata una delle moto pi&ugrave; competitive in griglia e ha accusato la bellezza di 305 punti di distacco dalla Ducati nel campionato costruttori, ma l'anno nel complesso non si pu&ograve; considerare negativo, specialmente trattandosi di una stagione di transizione. La Kawasaki &egrave; stata la migliore tra le giapponesi e, con Alex Lowes alla guida, ha centrato anche due successi a Phillip Island e il quarto posto finale, confermandosi non esplosiva, ma decisamente versatile. Nel 2025 arriver&agrave; anche il marchio Bimota sempre con il motore Kawasaki, sempre con il team KRT e Alex Lowes e Axel Bassani alla guida, mentre la ZX-10RR passer&agrave; nelle mani di Garrett Gerloff e del team Puccetti, che potranno cos&igrave; contare su un pacchetto ancora decisamente sfruttabile.  Il CIV SBK si espande: arriva la nuova "Production Bike" nel 2025 Continua nella prossima pagina &nbsp; Yamaha: voto 5,5 &ndash; Stagione sottotono per la Casa di Iwata  La Casa dei tre diapason &egrave; probabilmente la pi&ugrave; delusa della stagione, decisamente sottotono rispetto alle previsioni. Nonostante l'addio di Toprak Razgatlioglu, sulla Yamaha ufficiale &egrave; salito un altro grande campione delle derivate quale Jonathan Rea, ma i risultati sono stati a dir poco altalenanti ed il sei volte campione del mondo ha faticato a trovare la quadra in sella alla R1, ben diversa rispetto alla Kawasaki a cui era abituato. A salvare almeno in parte l'annata &egrave; stato Andrea Locatelli, quattro volte a podio nel corso del campionato, ma si tratta di un bottino decisamente misero. A Iwata non sono stati per&ograve; con le mani in mano e per il 2025 &egrave; lecito aspettarsi un ritorno nelle posizioni che contano, visto che il nuovo modello della R1 &egrave; gi&agrave; stato utilizzato negli ultimi round e l'arrivo di una figura come Niccol&ograve; Canepa come Road Racing Manager porter&agrave; senz'altro una ventata d'aria fresca.  SSP: Davide Giugliano riparte da Glenn Van Straalen ed Eduardo Montero Continua nella prossima pagina &nbsp; Honda: voto 5 &ndash; In crescita, ma non basta  Cos&igrave; come in MotoGP, anche tra le derivate di serie il fanalino di coda nella classifica costruttori del 2024 &egrave; stato la Honda. Contrariamente a quanto accaduto nella classe regina del Motomondiale, in Superbike per&ograve; la Casa di Tokyo ha mostrato segni di miglioramento nella seconda parte di stagione iniziando ad intravedere la consueta luce in fondo al tunnel. In particolare, negli ultimi round sia Xavi Vierge che Iker Lecuona hanno portato costantemente in Top 10 la CBR1000RR-R Fireblade, con quest'ultimo in grado di centrare anche un sorprendente podio in occasione del penultimo round andato in scena all'Estoril. La strada verso un ritorno al vertice sembra ancora lunga e decisamente in salita, ma potendo contare sugli stessi piloti anche per il 2025, in HRC si pu&ograve; finalmente respirare un pizzico di ottimismo in pi&ugrave; rispetto all'ultimo periodo.  Moto2, Artigas e il team Forward ai saluti: Xavi riparte dall'Europeo       

Le Ducati e BMW hanno dominato la scena, vincendo con pi&ugrave; di un pilota. Kawasaki si &egrave; difesa bene prima della &ldquo;rivoluzione&rdquo;, anno difficile per le altre jap

WorldSBK, top e flop: i voti alle moto della stagione 2024

        Kawasaki fa sul serio: negli scorsi giorni, la Casa giapponese ha annunciato i propri piani in vista della stagione 2025 delle corse su strada, a cui prender&agrave; parte con una squadra ufficiale. La compagine di riferimento, proprio come gi&agrave; successo nel 2024 seppur con un epilogo sfortunato, sar&agrave; il team Lee Hardy-Platinum Club Racing, la quale schierer&agrave; una Ninja ZX-10RR supportata direttamente da Kawasaki UK sia alla North West 200 che al Tourist Trophy nelle configurazioni Superstock e Superbike (con cui verr&agrave; corso anche il Senior TT) affidandola all'esperto David Johnson. Abbiamo parlato di 2024 sfortunato in quanto &ldquo;Davo&rdquo; ha purtroppo concluso la propria stagione anzitempo per via di un incidente proprio sull'Isola di Man che non gli ha permesso di esprimere tutto il proprio potenziale in sella alla &ldquo;verdona&rdquo;. Il forte road racer australiano riprover&agrave; quindi ad inserirsi nelle posizioni di alta classifica anche quest'anno sia Al Triangle Circuit che sull'Isola di Man con ancora pi&ugrave; voglia di riportare al vertice la Kawasaki, la cui ultima vittoria tra le 1000 sul Mountain Course risale al Senior TT 2019, quando a vincere fu Dean Harrison con i colori del team Silicone Engineering (ora DAO Racing). MotoGP, collaudatore e non solo: nuova sfida per Augusto Fernandez Johnson: &ldquo;Metter&ograve; in pratica ci&ograve; che ho imparato&rdquo;  La North West 200 si svolger&agrave; dal 5 al 10 maggio, mentre il Tourist Trophy andr&agrave; in scena dal 26 maggio al 7 giugno. Pur mancando ancora parecchi mesi, &ldquo;Davo&rdquo; ha comunque lo sguardo gi&agrave; proiettato verso i due grandi impegni su strada del 2025: &ldquo;Sono molto contento di poter continuare la Kawasaki del team Lee Hardy-Platinum Club Racing per una seconda stagione, perch&eacute; lo scorso anno abbiamo avuto dei riscontri positivi e cercheremo di mettere in pratica tutto ci&ograve; che abbiamo imparato. Prima dell'incidente sapevamo di avere un gran bel potenziale e partiamo da un'ottima base di partenza, perci&ograve; ci sar&agrave; da divertirsi&rdquo;. Ogura, Aldeguer, Chantra: com'&egrave; andata la loro prima esperienza in MotoGP?       

La Casa di Akashi avr&agrave; nel team Lee Hardy-Platinum Club Racing la propria squadra di punta per le principali corse su strada del 2025, con Davo Johnson in sella

Kawasaki annuncia il team ufficiale per Tourist Trophy e North West 200

        Avete mai visto un pilota che, non appena toccato il suolo del suo Paese dopo aver vinto un campionato del Mondo, salta in sella a una moto e sfila per strada tra un burnout e un&rsquo;impennata assieme ai suoi tifosi? Probabilmente no, e questa &egrave; una delle tante ragioni che rendono Toprak Razgatlioglu unico. Unico per il suo stile, i suoi numeri, e persino per la discrepanza tra il Toprak in pista &ndash; famelico, esuberante, spettacolare &ndash; e quello fuori, sempre all&rsquo;insegna di tranquillit&agrave; e rilassatezza. Un po&rsquo; come dopo il fine settimana dell&rsquo;Estoril, quando con il Mondiale ormai in pugno sembrava la persona con meno pensieri di tutto il paddock. &ldquo;Sono sempre euforico prima delle gare&rdquo; ci ha raccontato in quel momento. &ldquo;Mi concentro soltanto sul mio lavoro e su come divertirmi in moto. Sento di imparare sempre qualcosa in pi&ugrave; gara dopo gara&rdquo;. Pochi giorni e a Jerez &egrave; arrivato il secondo titolo in Superbike, il primo con la BMW, al termine di una cavalcata che l&rsquo;ha visto trionfare pur saltando un sesto delle manche stagionali (sei su 36) per via del pneumotorace di Magny-Cours. Passa alla prossima pagina MotoGP, GP Barcellona: aste e donazioni per aiutare Valencia continua a leggere l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Il fenomeno Toprak Razgatlioglu  Chiss&agrave; se qualcuno &ndash; a parte Kenan Sofuoglu, che ha sempre creduto ciecamente nel proprio allievo &ndash; aveva anche soltanto immaginato che Toprak sarebbe diventato tutto questo quando si present&ograve; per la prima volta in una griglia di partenza del paddock SBK. Correva l&rsquo;anno 2014 e sulla seconda casella dello schieramento fece capolino il ragazzo turco, tanto alto quanto magro, in sella alla Kawasaki del Team Bike Service di Stefano Morri, che quel giorno lo ricorda ancora come fosse ieri, soltanto per quell&rsquo;ultima gara del campionato Stock 600. Una gara che il diciassettenne Razgatlioglu vinse. Sembra ieri anche perch&eacute; le peculiarit&agrave; di Razgatlioglu &ndash;&nbsp;la capacit&agrave; nel corpo a corpo, la velocit&agrave; e soprattutto le frenate con il posteriore intento a spazzolare l&rsquo;asfalto a pi&ugrave; riprese &ndash; c&rsquo;erano gi&agrave;. Quelle stesse frenate che i pi&ugrave; scettici ritenevano impossibili in sella alla BMW, meno maneggevole e pi&ugrave; scorbutica rispetto alla Yamaha R1 che Toprak maneggiava come una BMX, sono rimaste il suo marchio di fabbrica anche nel 2024. Tra quel primo squillo, forte e chiaro, e il secondo titolo in Superbike di cose ne sono accadute, e soprattutto Toprak &egrave; diventato il volto del campionato. Anche senza vincere sempre, ma il successo finale &egrave; soltanto una componente della notoriet&agrave;. A risaltare, per una sorta di Kevin Schwantz del Bosforo, &egrave; infatti la sua spettacolarit&agrave;, mai fine a se stessa, tranne che per gli stoppie esibiti a pi&ugrave; riprese per festeggiare i successi. Una vena funambolica che il turco ha ereditato dal padre Arif, per tutti in Turchia &ldquo;Tek Teker&rdquo; ossia letteralmente &ldquo;una ruota&rdquo;: un talento che il padre aveva trasformato in un lavoro, lo stuntman, prima che un incidente stradale in motocicletta lo portasse via a Toprak &ndash; e non soltanto &ndash; nel novembre 2017, pochi mesi prima che il figlio debuttasse in Superbike. Quello stesso talento funambolico Toprak lo ha reso parte integrante del suo stile di guida, emerso subito in modo prepotente in SBK. I primi podi sono arrivati gi&agrave; nella stagione di debutto, le prime vittorie l&rsquo;anno successivo. Manuel Puccetti &ndash; che per primo ha avuto Toprak in SBK dopo l&rsquo;avventura insieme in Stock 1000 &ndash; ha sempre definito &ldquo;speciale&rdquo; il turco, anche per via di un rapporto consolidatosi negli anni e forte ancora oggi. Per il primo titolo, per&ograve;, Razgatlioglu ha dovuto cambiare team e soprattutto moto, dalla Kawasaki alla Yamaha. Continuando a stupire, una sua grande prerogativa. Lo fece in quella gara di Magny&ndash;Cours nel 2014, si &egrave; ripetuto a Phillip Island nel 2020, quando ha vinto al primo tentativo con la R1, e ha sorpreso &ndash; o per meglio dire scritto la storia &ndash; conquistando il titolo al primo colpo con la BMW. I suoi due Mondiali hanno un sapore speciale, anche perch&eacute; il turco non ha certo vinto con le Case pi&ugrave; abituate a primeggiare in SBK: per la BMW &egrave; stata la prima volta assoluta, mentre in Yamaha c&rsquo;era stato un solo precedente, con Ben Spies. &ldquo;Il primo titolo l&rsquo;ho dedicato a mio padre &ndash; ha raccontato nel sabato di Jerez &ndash; questo lo dedico a me stesso. Magari il prossimo sar&agrave; per mio fratello, per il momento so soltanto che il prossimo anno user&ograve; il numero 1. L&rsquo;ho fatto in Yamaha ed &egrave; giusto farlo anche in BMW, se lo meritano&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Toprak Razgatlioglu, l'eroe della Turchia  Ma se Spies era un po&rsquo; l&rsquo;antieroe, poche parole e tanto gas, Toprak rappresenta tanto altro per i tifosi e, soprattutto, il campionato. Un mix fatto anche di ironia, nascosta dietro un&rsquo;espressione seriosa ma esplosa con le numerose scenette per i successi 2024, l&rsquo;abbigliamento a volte sui generis e soprattutto l&rsquo;educazione verso tifosi, addetti ai lavori e quei media a cui difficilmente il turco si nega. E in fondo piace anche l&rsquo;assenza di diplomazia: a fronte di modi gentili, Toprak non lesina le stoccate dialettiche. Ne sa qualcosa la Yamaha. &ldquo;I miei test con la M1 non sono stati veri test&rdquo; ha raccontato il turco nelle settimane successive alla due giorni di Jerez nell&rsquo;aprile dell&rsquo;anno scorso. &ldquo;Dopo il primo giorno non ero nemmeno sicuro di continuare. Quelli di Bautista con la Ducati sono stati test&rdquo;. Mentre nel round di Portimao aveva definito la sua R1 &ldquo;Come una Supersport sul dritto, se paragonata alla Ducati&rdquo;. Alle parole sono sempre seguiti i fatti, dato che entrambi i suoi trasferimenti sono stati burrascosi: nel caso dell&rsquo;addio alla Kawasaki &egrave; stata decisiva la panchina forzata imposta dal costruttore di Akashi alla 8 Ore di Suzuka del 2019, in quello alla Yamaha i gi&agrave; citati test MotoGP organizzati con mezzi modesti e un seguito pressoch&eacute; nullo. Il volto tranquillo e lo spirito giocoso non devono far dimenticare la crescita di Toprak agli ordini del suo maestro, l&rsquo;inflessibile Sofuoglu, senza il quale con ogni probabilit&agrave; non avremmo visto Razgatlioglu su questi palcoscenici. Negli anni Kenan non si &egrave; mai risparmiato nelle dichiarazioni, e questo in parte &egrave; stato tramesso anche al suo principale pupillo. Parole schiette e senza filtri, un po&rsquo; come le battaglie che vanno in scena pressoch&eacute; ogni giorno presso la pista privata di Sofuoglu in Turchia, dove la cantera turca &ndash; formata anche dai gemelli &Ouml;nc&uuml; e Bahattin Sofuoglu &ndash; cresce con ormai due maestri, dato che anno dopo anno Toprak appare sempre meno un allievo e sempre pi&ugrave; un docente, da stella in grado di far impazzire la Turchia. Dall&rsquo;esterno, infatti, non &egrave; scontato comprendere l&rsquo;impatto dei successi di Razgatlioglu sulla cultura popolare e sportiva turca, ma vedere centinaia di persone ad attenderlo all&rsquo;aeroporto di Istanbul dopo il secondo titolo lascia intendere la sua notoriet&agrave;. Grazie anche al peso di Sofuoglu nella scena politica turca, Razgatlioglu &egrave; divenuto uno degli sportivi pi&ugrave; amati e seguiti del Paese, capace di catalizzare l&rsquo;attenzione come pochi altri. &ldquo;So che vi saranno tanti megaschermi in diverse citt&agrave; per seguire la gara&rdquo; raccontava con un pizzico di orgoglio al termine del venerd&igrave; di Jerez, meno di 24 ore prima che quelle stesse persone festeggiassero il titolo di un ragazzo che per il suo Paese si &egrave; anche rimboccato le maniche, e non per modo di dire. Toprak, infatti, &egrave; andato in prima persona ad aiutare le popolazioni colpite dal sisma nel febbraio dello scorso anno. Tale seguito non &egrave; per&ograve; bastato per riportare la Turchia nel calendario Superbike &ndash; &ldquo;Vincere l&igrave; sarebbe stato pi&ugrave; importante che conquistare il titolo&rdquo; ha ammesso Toprak &ndash; ma il campionato ha comunque allargato il bacino di utenza, grazie al nuovo Re, capace prima di interrompere il dominio di Jonathan Rea e poi quello di Alvaro Bautista.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Toprak Razgatlioglu: ora la MotoGP?  E chiss&agrave; che non arrivi anche lo sbarco in MotoGP. Se c&rsquo;&egrave; un pilota delle derivate di serie che ha davvero dimostrato di poter ambire al cambio di paddock &egrave; proprio il turco, per il quale per&ograve; la strada verso la MotoGP si &egrave; rivelata pi&ugrave; dissestata del previsto. Complice l&rsquo;aut aut di Sofuoglu, che ha ristretto il campo delle possibilit&agrave;: &ldquo;Vogliamo soltanto una moto ufficiale&rdquo;. I gi&agrave; citati test con la Yamaha, dopo quelli &ldquo;premio&rdquo; per il titolo 2021 ad Arag&oacute;n, hanno posto la pietra tombale sulle speranze di vedere Toprak in GP con la Casa di Iwata &ndash; a meno di un ritorno di fiamma con la promozione di un suo estimatore come Paolo Pavesio al posto di Lin Jarvis &ndash; e le possibilit&agrave; di un salto sulla Honda nel 2025 si sono spente in fretta. La MotoGP potrebbe per&ograve; necessitare di un personaggio come Toprak, dirompente pur senza alzare la voce, tra staccate al limite e personalit&agrave;. Sofuoglu ha rilanciato di recente la corsa alla MotoGP per il 2026, ma prima dell&rsquo;eventuale salto Toprak il funambolo potrebbe regalare ulteriori sorprese al paddock delle derivate. &ldquo;Magari potrei vincere il titolo con un&rsquo;altra Casa&rdquo; ha detto a Jerez. &ldquo;Non mi dispiacerebbe, e ho tanti anni di carriera davanti a me. Magari andr&ograve; in MotoGP, per ora so soltanto che il prossimo anno sar&ograve; ancora in BMW&rdquo;. Per gratitudine, la Casa tedesca si &egrave; mostrata disposta a soddisfare la richiesta del suo campione (&ldquo;Vorrei ricevere la moto del titolo, da mettere in casa&rdquo;) e difficilmente dimenticher&agrave; tanti momenti di questo 2024. Tre in particolare: la prima vittoria di Toprak a Barcellona, il giorno del titolo e l&rsquo;incidente di Magny&ndash;Cours, che in pochi attimi avrebbe potuto cambiare il corso della storia. E invece il recupero &egrave; arrivato in tempo per conquistare un alloro meritato, come testimoniato dal record di tredici successi di fila prima della caduta in Francia. Un titolo festeggiato uscendo da una navicella spaziale, a Jerez, perch&eacute; Toprak &egrave; stato il vero alieno di questa stagione, e promette di esserlo ancora. "In tanti dubitavano di me quando ho scelto la BMW, parlavano di carriera finita o missione impossibile. Si sono ricreduti. Sapevo che, vincendo in BMW sarei diventato leggenda". Missione compiuta.  Jorge Lorenzo: "Bagnaia un gentleman su Valencia" | EICMA 2024       

Un campione di razza capace di vincere con stile, come all&rsquo;esordio internazionale nella Stock, nel 2014, e come nel 2024 da dominatore con la BMW

SBK, Toprak Razgatlioglu: dieci anni da fenomeno

        Con l'arrivo della nuova Bimota, il marchio Kawasaki non ha lasciato il mondiale Superbike, ma ha semplicemente cambiato squadra di riferimento. Nel 2025 sar&agrave; il team Puccetti Racing ad essere la compagine ufficiale della Casa di Akashi nella classe regina (cos&igrave; come in Supersport, dove lo &egrave; gi&agrave; da diverse stagioni) e la differenza si &egrave; vista gi&agrave; nei primi test, conclusi con Garrett Gerloff immediatamente competitivo in sella alla Ninja ZX-10RR. Manuel Puccetti non ha nascosto il proprio orgoglio, pur sapendo di essere davanti ad una sfida impegnativa: ecco le sue parole al termine della due giorni a Jerez. &ldquo;Dopo vent'anni con Kawasaki, rappresentarli come team ufficiale sia nel mondiale Superbike che in Supersport &egrave; qualcosa che ci riempie d'orgoglio pur essendo una grande responsabilit&agrave;&rdquo;, ha spiegato il Team Manager al termine delle due giornate di prove sul circuito andaluso. &ldquo;Gi&agrave; in questi primi test abbiamo avuto un coinvolgimento diretto da parte dei giapponesi, presenza fissa all'interno del box durante queste due giornate che sono state decisamente positive. Si sente una bella differenza: prima eravamo un team tra i tanti, mentre ora siamo il riferimento&rdquo;. Bassani: "Ho rifilato mezzo secondo a me stesso, ogni uscita un'avventura"  Puccetti: &ldquo;Gerloff &egrave; molto determinato. Un obiettivo realistico? La Top 5&rdquo;  &ldquo;Gerloff &egrave; molto determinato e si &egrave; trovato immediatamente a proprio agio con la Ninja pur non avendola mai provata prima, andando forte ed effettuando tantissimi giri senza accusare n&eacute; cadute, n&eacute; problemi&rdquo;, ha poi aggiunto Manuel parlando del suo nuovo portacolori. &ldquo;Da parte nostra Garrett non avr&agrave; alcuna pressione e gli daremo tutto il tempo di arrivare a lottare l&agrave; davanti, anche perch&eacute; avremo a disposizione ben dieci giornate di test prima dell'inizio del mondiale 2025 in Australia&rdquo;. &ldquo;C'&egrave; davvero tantissima carne al fuoco, che lasceremo cuocere a fuoco lento. Alcuni appassionati pensavano che questo cambio di team rappresentasse un disinteresse da parte di Kawasaki ma non &egrave; cos&igrave; e, anzi, abbiamo un sacco di novit&agrave; a nostra disposizione per il prossimo anno. Gi&agrave; in questi primi test sulla Ninja c'erano delle nuove sospensioni ed un motore diverso, pi&ugrave; potente rispetto al precedente, arriver&agrave; molto altro e credo non sia esagerato puntare alla Top 5 fin dai primi round&rdquo;, conclude Puccetti fissando l'obiettivo per l'inizio di stagione. Roda: "Mi aspetto Bimota gi&agrave; competitiva in Australia, ma vincere &egrave; un'altra cosa"       

La squadra di Manuel &egrave; diventata quella di riferimento per la Casa di Akashi: &ldquo;I primi test sono andati alla grande, c'&egrave; tanta carne al fuoco e Gerloff &egrave; gi&agrave; carico&rdquo;

SBK, Puccetti: “Essere il team ufficiale Kawasaki ci riempie d'orgoglio”

Si chiudono nel segno della nuova ed attesissima Bimota KB998, i test del mondiale Superbike a Jerez de la Frontera. Al termine della seconda e conclusiva giornata di prove sul circuito andaluso, Axel Bassani ha siglato il miglior riferimento cronometrico in 1&#39;38.478 trovandosi immediatamente a proprio agio con la moto del marchio italiano, pur avendo girato soltanto nel Day 2 visto che la prima giornata &egrave; stata utilizzata soltanto dal tester Florian Marino.  SBK, test Jerez: nuovo motre Kawasaki per Gerloff e Puccetti  Lowes completa la doppietta Bimota   Alle spalle del pilota di Feltre troviamo poi la seconda Bimota, ovvero quella del compagno di squadra Alex Lowes, anche lui gi&agrave; altamente competitivo e staccato di 201 millesimi di secondo da Axel. Podio di giornata per Garrett Gerloff, a lungo al comando della classifica con la Kawasaki Ninja ZX-10RR del team Puccetti, nuova compagine di riferimento per la Casa di Akashi.  Quarto posto per Xavi Vierge, unico portacolori HRC visto che Iker Lecuona si &egrave; gi&agrave; sottoposto ad un&#39;operazione in seguito all&#39;infortunio rimediato domenica scorsa in Superpole Race, mentre chiude la Top 5 Alvaro Bautista con la Ducati Aruba, la cui giornata si &egrave; per&ograve; conclusa decisamente prima dello scadere (qui le sue dichiarazioni sui test).  Sesta posizione per un&#39;altra Honda CBR1000RR-R, ovvero quella di Tarran Mackenzie, con Ryan Vickers (scivolato a fine turno con la Ducati Motocorsa) e Tommy Bridewell a chiudere la classifica. Infine, sono scese in pista nuovamente anche alcune Supersport, con Tom Booth-Amos e la Triumph al comando a precedere le Ducati di Philipp Oettl e Oli Bayliss.  Honda Team Asia guarda al futuro: svelati i piloti 2025 di Moto2 e Moto3  La classifica finale del Day 2    

Axel ha portato davanti a tutti la nuova ed attesissima KB998, precedendo il compagno di squadra Alex Lowes e la Kawasaki ufficiale di Garrett Gerloff

SBK, Test Jerez: Bassani e la Bimota chiudono al comando il Day 2

        Cos&igrave; come a met&agrave; giornata, anche al termine del Day 1 &egrave; Nicol&ograve; Bulega a comandare la classifica nei test della Superbike a Jerez de la Frontera. Il vice campione del mondo ha fermato il cronometro in 1'38.142 in sella alla Ducati Panigale V4 R del team Aruba, rifilando quasi un secondo e mezzo al compagno di squadra Alvaro Bautista. Quest'ultimo, &egrave; tornato in azione dopo la caduta della mattina sfoggiando il numero 19 dopo aver lasciato l'1 al neo-campione Toprak Razgatlioglu. Test Jerez, BMW dice no: niente prima uscita con Ducati per Redding Gerloff competitivo con la Kawasaki, Bimota attende i titolari  Terza piazza per un sorprendentemente competitivo Garrett Gerloff, subito a proprio agio con la Kawasaki Ninja ZX-10RR del team Puccetti (nuova squadra ufficiale della Casa di Akashi), seguito da Xavi Vierge con la Honda del team HRC di cui &egrave; l'unico portacolori vista l'assenza per infortunio di Iker Lecuona. Completa poi la Top 5 il britannico Ryan Vickers, alla prima presa di contatto con la Ducati del team Motocorsa con cui debutter&agrave; nel mondiale 2025. Sesta posizione per Tarran Mackenzie, il quale precede Markus Reiterberger e Tetsuta Nagashima, rispettivamente collaudatori di BMW e Honda. A proposito di tester, alle loro spalle troviamo poi Florian Marino alla guida dell'attesissima Bimota KB998, in pista per la prima volta. Per vedere un primo vero assaggio del potenziale della moto occorrer&agrave; per&ograve; aspettare il Day 2, quando saranno in azione anche i piloti titolari Alex Lowes ed Axel Bassani. A proposito di Honda e BMW, sul tracciato andaluso sono impegnati anche Tommy Bridewell con Honda Racing UK e Sylvain Guintoli con il Test Team della Casa bavarese (che domani non sar&agrave; in pista, cos&igrave; come Bulega), mentre per quanto riguarda la Supersport &egrave; stato Tom Booth-Amos il pi&ugrave; rapido in sella alla Triumph Street Triple 765 RS del team PTR, davanti alle Ducati di Philipp Oettl e Oli Bayliss. Ryde: "Difender&ograve; l'1 nel BSB. Il mondiale? Con l'occasione giusta" | Esclusiva La classifica finale del Day 1   Macau GP, ecco l'entry list: lineup stellare per FHO Racing, ma c'&egrave; anche l'Italia       

Nico&ograve; ha fatto il vuoto con la Ducati ufficiale, precedendo il compagno di team e Gerloff, gi&agrave; veloce con la Kawasaki. In azione anche la Bimota, ma senza i titolari

SBK Test Jerez: Bulega chiude un Day 1 da dominatore, 2° Bautista

        Eccola qui! Sotto le prime luci della mattinata di Jerez la KB998 ha finalmente sfilato per la prima volta davanti agli occhi di curiosi ed addetti lavori &ndash; ad esempio Serafino Foti, uno degli ultimi piloti Bimota in SBK - sancendo ufficialmente il ritorno di Bimota nel campionato mondiale Superbike.&nbsp;La prima cosa che salta all&rsquo;occhio &egrave; ovviamente il telaio, fiore all&rsquo;occhiello da sempre di Bimota. Come da tradizione la casa riminese (oggi di propriet&agrave; Kawasaki) ci ha messo del suo su questo particolare. Per tenere a bada i cavalli del motore di Akashi ecco un telaio a struttura composita, ossia parte superiore a traliccio abbinata a piastre ricavate dal pieno in zona pivot (ricordiamo fu gi&agrave; un'idea di Tamburini e vista da met&agrave; anni '80), che dovrebbe apportare le maggiori differenze in termini di guida rispetto al doppio trave in alluminio della Ninja guidata fino a domenica da Axel Bassani e Alex Lowes. Primo giorno di scuola per la Bimota  La stessa Ninja che stamane &egrave; passata nelle mani di Garrett Gerloff nell&rsquo;adiacente box Puccetti, fornendo cos&igrave; una comparativa live tra le due moto. Una grande differenza si nota nel frontale. Pi&ugrave; largo nel caso della KB998, con la presa d&rsquo;aria pi&ugrave; grande al centro e soprattutto la presenza delle ali che vanno a rimpiazzare i prfoili interni della ZX-10RR e che potrebbero rappresentare un importante passo in avanti in termini di aerodinamica.&nbsp;Presente &ndash; come gi&agrave; svelato &ndash; la piastra di sterzo ricavata dal pieno, mentre le forcelle restano Showa come sulla Kawasaki. Oggi la KB998 sar&agrave; portata in pista dal solo testet Florian Marino, mentre domani sar&agrave; la volta dei due piloti titolari, che sfrutteranno la prima delle 10 giornate di test a disposizione durante l&rsquo;anno. Bahattin Sofuoglu verso il passaggio in SBK con la R1 di Motoxracing       

In mattinata sono stati tolti i veli alla nuova nata della casa romagnola, che oggi sar&agrave; in pista con il solo Marino. Aerodinamica e telaio le novit&agrave; pi&ugrave; intriganti

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