Prova novità Norton Commando 961 Sport

In sella alla moto del ritorno. Fascino vintage, caratteristiche moderne: gran tiro, eccellente guidabilità

08.04.2011 ( Aggiornata il 08.04.2011 12:44 )

Cruscotto dal disegno classico, a due elementi circolari, ma in quello di sinistra sbuca pure uno schermo lcd: della interpretazione vintage La norton fa un punto di forza. anche la livrea riprende quella delle gloriose manx da corsa.
 
 

 
La Prova
Commando in azione

CREMONA - Quando la prima Commando del nuovo corso è arrivata in Italia, Davide Rebeccani, titolare assieme alla moglie Pinuccia della Norton Italia, non ha resistito alla tentazione. È partito per un giretto fino al municipio e ha chiamato il sindaco Oreste Perri, amico di lunga data e motociclista appassionato. Il primo cittadino di Cremona non ha resistito alla tentazione a sua volta ed è uscito da una riunione: solo un giretto piccolo piccolo, attorno alla piazza, ma l’ha voluto fare.
C’è tanta curiosità attorno alla moto che segna il ritorno di un marchio glorioso, un nobile decaduto che si riaffaccia alla scena, e non penserete che ne siamo rimasti indenni noi di Motosprint... Così abbiamo colto l’occasione rappresentata dalla presenza della moto in Italia, per il Salone di Verona, e l’abbiamo provata subito prima che ripartisse per l’Inghilterra. Perché le consegne inizieranno fra un paio di mesi ma intanto la curiosità è soddisfatta.
Le versioni prodotte dalla Norton sono tre: oltre alla Sport della nostra prova, anche la Café Racer e la Special Edition, ma la sostanza è unica. Definire la Commando “semplicemente” bella non le rende giustizia, è una moto che sprizza fascino e grinta: la sua linea ricorda il passato ma incornicia una modernità tecnica da fare invidia a una supersportiva. Ogni particolare è costruito con cura certosina e persino i tubi e fili in bella vista, che su altre moto sarebbero difetti, qui contribuiscono alla sua seducente aria vintage.
Poi, superato il colpo di fulmine, si ritorna sulla terra e ci si accorge che nelle manovre da fermo il peso si fa sentire, assieme allo scarso angolo di sterzata; in sella si scopre una posizione di guida adatta a quasi tutte le corporature, busto leggermente proteso in avanti ad afferrare il manubrio dall’impugnatura naturale, pedane un po’ alte ed arretrate.
La ridotta altezza della sella garantisce la possibilità di appoggiare saldamente i piedi a terra anche a chi non è altissimo, e il serbatoio fortemente rastremato nella parte posteriore permette di stringere bene la moto tra le gambe, rendendo la Commando molto più comoda di quello che sembra e trasmettendo una grande sensazione di sicurezza e padronanza del mezzo; solo i più alti faticheranno a far rientrare le ginocchia negli incavi, ma per riuscirci basta arretrare di qualche centimetro sulla sella. I comandi sono disposti molto bene, unica pecca le pedane costringono a tenere i piedi larghi a causa del disegno particolare, soprattutto dalla parte della pompa del freno posteriore; inoltre manca la molla di richiamo e a volte, colpendo le pedane nelle manovre, queste si chiudono e quando si parte ci si ritrova a zampettare nel vuoto per cercarle.
Una leggera pressione sul pulsante di avviamento, una bella manata di gas e il bicilindrico britannico inizia a far sentire la sua voce rauca e zoppicante. Da freddo la rumorosità meccanica è notevole e la risposta al gas ruvida e imprecisa, suggerisce il dubbio di essersi lasciati ammaliare da forme avvenenti a cui non corrisponde una sostanza dello stesso livello. Invece, per fortuna, non c’è niente di più sbagliato! Mano a mano che il motore si scalda la ruvidità di funzionamento diminuisce fino a scomparire, e una volta partiti basta la prima curva per dileguare qualunque dubbio.

IN MOVIMENTO la Norton Commando si trasforma in un felino, agile e precisa. Gira disinvolta nel traffico cittadino come una bicicletta, si infila ovunque senza problemi e il peso che disturba nelle manovre da fermo sparisce miracolosamente. Ogni cosa risponde nel modo giusto: i freni, il cambio, il motore, le sensazioni della ciclistica e delle sospensioni, tutto accordato come un violino.
Nell’affrontare gli spazi più angusti si constata un bilanciamento che rasenta quello di una moto da trial, è possibile effettuare svolte a velocità zero girando semplicemente il manubrio e giocando con la frizione senza toccare il gas, con il motore che trotterella tranquillamente al minimo, senza dover appoggiare i piedi al suolo né temere spegnimenti improvvisi. Con una ciclistica così il desiderio di lasciare la città prende il sopravvento, nonostanta la temperatura prossima allo zero, la strada ghiacciata e scivolosa in più punti, e il fatto che si tratta di un esemplare di pre-serie che deve rientrare in Inghilterra: non si può fare a meno di sentire la Commando anche tra le curve.
Per prendere confidenza sono sufficienti pochi metri e in un attimo ci si innamora della ciclistica, soprattutto di un avantreno solido come un aratro che scava un solco nell’asfalto. Eppure basta una minima pressione sul manubrio e sulle pedane per indirizzare la Commando verso il punto di corda. Scende in piega con velocità e in maniera lineare, e trasmette con fedeltà la misura delle condizioni di aderenza del pneumatico anteriore; anche forzando gli inserimenti in curva non arrivano sorprese. A un avantreno granitico corrisponde un posteriore a sua volta eccezionale: nessuna reazione anomala anche utilizzando il gas senza riguardo. Ovviamente con le strade in condizioni... invernali è molto facile sentirlo muovere sia in accelerazione che in staccata, ma tutto avviene in maniera progressiva e prevedibile, ed è possibile gestire le situazioni in anticipo e con sicurezza. Anche quando i trasferimenti di peso si fanno importanti e accentuano il carico sull’anteriore, non si sente la mancanza di una frizione antisaltellamento per gestire meglio le scodate del posteriore quando capita di staccare forte o togliere una marcia senza tanto garbo.
Le sospensioni, tutte Öhlins, hanno una taratura tendente al rigido. La forcella è molto scorrevole e ben frenata, e garantisce una notevole resistenza all’affondamento senza generare saltellamenti anche nelle frenate più violente; il retrotreno ha una risposta morbida e progressiva, si accuccia dolcemente in accelerazione e assorbe tutto quello che incontra senza risposte troppo secche.

IL MOTORE ha prontezza e una spinta estremamente gratificante, proprio come ci si aspetta da un bicilindrico di questa impostazione. Permette di scendere tranquillamente fino a 2000 giri nel rapporto più lungo, la quinta, per poi risalire con una bella progressione fino all’intervento del limitatore, senza picchi di spinta o cali di potenza se non in prossimità della zona rossa. Cercare le zone alte del contagiri è inutile, meglio cambiare marcia e godersi il tiro vigoroso tra i 3000 e i 7000 giri. Talvolta si può avvertire un lieve rifiuto nell’apri/chiudi veloce ma è una cosa che negli esemplari definitivi dovrebbe venire eliminata e in ogni caso il rapporto tra polso e motore non è mai brusco. All’impianto frenante, Brembo Serie Oro, manca solo il mordente dei più recenti impianti radiali e per questo è richiesta un’azione sulla leva un po’ più robusta del solito; in compenso offre una modulabilità da primato e rimane costante nel rendimento anche sotto sforzo. Dal canto suo il comando del freno posteriore offre modulabilità e sensibilità adeguate. Solo nelle frenate più intense la ruota posteriore arriva a bloccare con una certa facilità a causa del trasferimento di carico verso l’anteriore. Il cambio è preciso e rapido negli innesti, solo la ricerca della posizione di folle da fermo a volte risulta difficoltosa, mentre la frizione è morbida e non dà segni di cedimento nemmeno dopo qualche strapazzo. Le finiture, nonostante ci si trovi di fronte a un esemplare di pre-serie, risultano di ottima qualità; meravigliosi i particolari ricavati dal pieno e la cura delle verniciature, sospensioni e plastiche senza cigolii o vibrazioni completano l’opera. Per il cruscotto ci si è affidati alla più tradizionale delle soluzioni, due strumenti analogici tondi con all’interno le spie di servizio.

 


La tecnica
BILANCERI CHE NOSTALGIA!
 

IL MOTORE della nuova Norton Commando ha conservato l’architettura e la linea del passato ma è stato riprogettato integralmente. Si tratta di un bicilindrico parallelo fronte marcia con i cilindri inclinati in avanti di 10°, raffreddamento ad aria e distribuzione vecchio stile, ad aste e bilanceri con due valvole per cilindro. L’albero motore ha le manovelle a 270° e questo dà al propulsore il caratteristico rombo rauco e galoppante; ruota su tre cuscinetti di banco e aziona tramite ingranaggi un contralbero di bilanciamento per eliminare le vibrazioni. Come nelle vecchie Norton, e come in molti motori sportivi, la lubrificazione è a carter secco, soluzione che comporta notevoli vantaggi: non essendo necessaria una coppa dell’olio l’albero motore può essere posizionato più in basso e il disegno del propulsore è molto compatto a vantaggio del baricentro, e soprattutto la lubrificazione è garantita anche nelle forti accelerazioni e in frenata. L’olio è contenuto nel trave del telaio situato dietro il cannotto di sterzo e viene raffreddato tramite un radiatore. Il circuito di lubrificazione, come di consueto, impiega due pompe, una per la mandata e una per il recupero. La frizione è idraulica e il cambio a cinque rapporti, estraibile. Per rientrare nei limiti della normativa Euro 3 ci sono due sistemi catalizzanti, un pre-catalizzatore posto nei collettori subito sotto il basamento e il catalizzatore vero e proprio dentro i silenziatori. Il telaio è costruito dalla Spondon. È a doppia culla in acciaio, stesso materiale per il forcellone. Le sospensioni sono Öhlins, forcella convenzionale con steli di 43 mm Ø regolabile in tutte le funzioni e dietro due ammortizzatori con regolazione del precarico, del freno in compressione e in estensione. Il serbatoio, i fianchetti e il codone in cui è alloggiato l’air box, la centralina e la batteria sono realizzati in plastica dalla italiana Acerbis, mentre moltissimi particolari sono ricavati dal pieno e prodotti dalla stessa Norton: piastre forcella, riser del manubrio, pedane, sono accessori che al momento dell’ordine possono essere richiesti anodizzati o lasciati al naturale in base alle scelte del cliente, senza che questo incida sul prezzo finale. Per i freni sono stati utilizzati due dischi anteriori flottanti di 320 mm Ø con pinze tradizionali a quattro pistoncini, mentre al posteriore viene utilizzato un disco singolo di 220 mm Ø con pinza a due pistoncini. I cerchi a raggi ospitano pneumatici 120/70 x 17” all’anteriore e 180/55 x 17” al posteriore. C’è inoltre un nutrito catalogo di pezzi speciali da cui attingere per personalizzare ulteriormente la propria Commando.

 


Identikit
 
  • Motore
  • Bicilindrico parallelo, 4 tempi, raffreddato ad aria. Cilindrata 961,0 cm3. Alesaggio e corsa 88 x 79 mm. Compressione 10,1:1. Distribuzione ad aste e bilanceri, a 2 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica. Lubrificazione forzata a carter secco con due pompe di circolazione, olio contenuto nel telaio. Avviamento elettrico.
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio a comando idraulico. Cambio a 5 marce.
  • Ciclistica
  • Telaio a doppia culla chiusa in tubi di acciaio. Sospensioni: anteriore forcella teleidraulica convenzionale con steli di 43 mm Ø completamente regolabile, corsa 115 mm; posteriore forcellone oscillante in tubi di acciaio e due ammortizzatori a serbatoio separato completamente regolabili, corsa ruota 100 mm. Freni: anteriore due dischi flottanti di 320 mm Ø, pinze a 4 pistoncini; posteriore un disco di 220 mm Ø, pinza flottante a 2 pistoncini. Ruote a raggi. Pneumatici: anteriore 120/70 x 17”, posteriore 180/55 x 17”.
  • Dimensioni
  • Interasse 1420 mm, altezza sella 813 mm. Inclinazione cannotto di sterzo 24,5°. Avancorsa 99 mm. Serbatoio carburante 17 litri.

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