JEREZ La Dorsoduro 1200 nasce per adattarsi alle esigenze di molti utenti, ma non per questo motivo deve essere considerata un semplice mezzo di trasporto. La nuova nata di casa Aprilia, infatti, è una fun bike, che pur non essendo caratterizzata da esasperazioni tecniche, consente di divertirsi su qualsiasi tipo di percorso Il design ricorda moltissimo quello della sorella minore, la Dorsoduro 750. È sportiva, aggressiva quanto basta e, grazie alla sua indubbia versatilità, dà soddisfazioni quando si va alla ricerca del limite, ma anche quando si passeggia. La posizione di guida è azzeccata. Grazie anche al manubrio largo, si riesce sempre ad avere il totale controllo della moto senza dover usare troppo i muscoli. Pertanto, anche quando si spinge, lo sforzo fisico richiesto è contenuto, a tutto vantaggio del comfort.
Bastano pochi chilometri per accorgersi che il calore proveniente dal lato destro del motore crea più di qualche fastidio alla gamba. Per risolvere questo problema Aprilia fornirà gratuitamente due protezioni che andranno montate sul telaietto posteriore ed avranno la funzione di isolare meglio lo scarico dalla gamba del pilota. Più si percorrono chilometri in sella a questa grossa bicilindrica, più si apprezza il tiro del motore, la sua erogazione lineare, che spinge con vigore l’ago del contagiri fino a 9500 giri/’. Inoltre il pilota può cambiare le caratteristiche del propulsore a seconda delle esigenze, scegliendo la mappatura della centralina.
Ce ne sono tre. Utilizzando la sport il V2 di Noale eroga il massimo della potenza e, addirittura, la spinta ai bassi regimi risulta un filo fastidiosa, perché si ha la sensazione che il motore eroghi una coppia maggiore di quella richiesta. La touring, invece, pur garantendo la stessa potenza massima della sport, è contraddistinta da un’erogazione molto più regolare. La terza mappatura, la rain, è stata messa a punto per essere utilizzata su asfalti bagnati o particolarmente scivolosi. Con questa configurazione, la potenza massima scende a 100 CV (con la sport e la touring il motore eroga 130 CV) ed anche il tiro ai bassi e medi regimi è inferiore. La Dorsoduro 1200 non è una moto impegnativa da gestire, però i tecnici Aprilia hanno comunque voluto equipaggiare la loro nuova creatura con l’ABS, il controllo di trazione e l’anti impennamento, tutti sviluppati non tanto per migliorare la prestazione velocistica, ma per incrementare la sicurezza.
Questi tre sistemi sono disinseribili, ma visto il loro ottimo funzionamento, difficilmente se ne sente la necessità, anche quando si aumenta notevolmente il ritmo. Il controllo di trazione ha tre livelli di intervento: il terzo è il più invasivo, il primo è quello che assicura il maggiore slittamento della ruota motrice, mentre il secondo è quello che, su strada, consente di guidare senza doversi preoccupare troppo di come e dove aprire il gas. Il traction control ed il sistema di anti impennamento lavorano sfruttando gli stessi sensori e la stessa centralina, pertanto l’anti wheeling entra in funzione quando rileva una differente velocità di rotolamento delle ruote. Il risultato finale è che, quando la moto tende ad impennarsi, la riduzione della potenza avviene in maniera repentina e la ruota anteriore torna troppo velocemente a contatto con l’asfalto, destabilizzando parzialmente l’assetto della moto. Pertanto, quando il sistema è inserito, conviene sempre anticipare il suo intervento per mantenere la situazione sotto controllo. La taratura dell ABS, invece, è davvero ottima. Il sistema anti bloccaggio delle ruote messo a punto da Aprilia, infatti, entra in funzione con discrezione, tanto che il pilota fa addirittura fatica ad accorgersene. Disinserirlo ha senso solo quando si vuole provare l’emozione di inserire la moto in curva in leggera derapata, lusso non concesso con il sistema attivo. Il motore e l’elettronica della Dorsoduro 1200 convincono; la ciclistica stupisce e non è una sorpresa, dato che Aprilia è diventata famosa soprattutto per avere realizzato numerose ciclistiche di eccellente livello. Pieghe estreme o tranquille passeggiate? Basta scegliere come guidare e questa Aprilia esaudirà qualsiasi desiderio, garantendo sempre un sorprendente comfort di guida e trasmettendo tanta sicurezza. La stabilità, infatti, è il suo punto di forza. Nella fase di inserimento in curva, dove il peso della moto si fa sentire, bisogna aiutarsi con il corpo per impostare la traiettoria desiderata, però, una volta scelta la linea, l’avantreno eseguirà alla lettera gli ordini ricevuti.
Nei cambi di direzione la moto non brilla per maneggevolezza, ma la precisione direzionale non viene mai a mancare, quindi lo sforzo fisico richiesto al pilota per guidare è ampiamente ricompensato. Quando si inizia a fare sul serio, poi, si apprezza il lavoro della sospensione posteriore, che riesce a garantire un’ottima stabilità del retrotreno anche quando si spalanca violentemente l’acceleratore. Azzeccata anche la taratura della forcella, in grado di digerire qualsiasi tipo di sconnessione, ma anche di evitare bruschi trasferimenti di carico durante le frenate molto decise. Inoltre, anche per merito delle sue ottime doti di scorrevolezza, a centro curva si ha sempre un ottimo feeling con l’avantreno, fondamentale per guidare bene, divertendosi. L’impianto frenante, potente e modulabile, permette di ottenere decelerazioni degne di nota, senza richiedere al pilota particolari abilità nella gestione della staccata. Infatti, si può sempre agire con vigore sui comandi, lasciando all’impianto l’arduo compito gestire al meglio la situazione. Va infine segnalato che la Dorsoduro 1200, in Italia, sarà venduta esclusivamente nella versione equipaggiata con il controllo di trazione e l’ABS a 12.490 euro franco concessionario.
LA DORSODURO1200, in fotografia, sembrava un po’ grossa, a causa del nuovo ed imponente motore e del codino largo e schiacciato. Vista dal vivo, invece, la musica cambia completamente ed anzi le sorprese positive non mancano. Tutte quelle zone della moto che sembravano poco proporzionate, in realtà sono semplicemente muscolose. Dal punto di vista delle finiture, un grosso salto di qualità è stato fatto sulle plastiche, notoriamente un punto debole di Aprilia. Quelle della Dorsoduro 1200, invece, sono verniciate davvero bene. Non si può fare lo stesso discorso per le protezioni dei silenziatori, ricoperte da una vernice nera che ha un leggero effetto buccia d’arancia. Le fusioni del motore e delle piastre laterali del telaio hanno una buona finitura superficiale, mentre quella del forcellone è un po’ troppa porosa. La maggior parte dei componenti sono ottimamente realizzati, oltre ad essere funzionali. Le uniche eccezioni sono la pompa freno anteriore ed il comando della frizione un po’ datati dal punto di vista estetico. Il cuore della Dorsoduro 1200 è un bicilindrico a V di 90- con comando gas ride by wire e caratterizzato dalla doppia accensione, che sta tornando di moda perché consente di ottimizzare la combustione e ridurre le emissioni inquinanti ed i consumi. Non è corretto dire che il bicilindrico 1200 deriva dall’unità di 750 cm3, perché la maggior parte dei componenti sono stati completamente ripogettati e molti altri modificati. I cilindri e le testate sono inediti, così come l’albero motore e quasi tutti gli organi interni, molto sollecitati a causa della maggiore coppia del nuovo propulsore. Sono inoltre cambiati l’impianto di lubrificazione, ora più efficiente, gli ingranaggi ed i leveraggi del cambio, che assicurano innesti più precisi. Inoltre, per ridurre la rumorosità meccanica, il sistema di distribuzione e misto ingranaggi/catena.
LA DORSODURO1200 ha sia una centralina con tre mappature pre impostate, grazie alle quali si può cambiare il carattere del motore portando la potenza massima erogata da 130 CV a 100 CV, sia il traction control. A differenza del sistema montato sulla RSV4, pensato e sviluppato per migliorare la prestazione in pista, quello della Dorsoduro 1200 è definito safety. Il suo obiettivo, infatti, è incrementare la sicurezza nell’uso su strada. Pertanto il traction control della Dorsoduro 1200, abbinato alla medesima centralina Magneti Marelli della RSV4, lavora solo tramite le ruote foniche (non c’è la piattaforma inerziale, come sulla supersportiva), le stesse utilizzate per garantire il corretto funzionamento dell’ABS e dell’anti impennamento. Proprio come sulla RSV4, il sistema può essere disattivato. È importante segnalare che è possibile attivare o solo il controllo di trazione, che sulla Dorsoduro 1200 ha tre livelli di intervento, o solo l’ABS.
La Dorsoduro 1200, proprio come la versione di 750 cm3, ha un telaio composto da un traliccio in tubi d’acciaio collegato a due piastre in alluminio. La sospensione posteriore non è progressiva; l’ammortizzatore, infatti, collega il telaio al forcellone senza l’ausilio di leveraggi. La Dorsoduro 1200 pesa solo quattro chilogrammi in più della 750: quest’ultima ha due silenziatori, il telaietto posteriore in acciaio e la forcella Showa. La 1200, invece, ha un solo silenziatore (anche se sembrano due), il telaietto posteriore in alluminio e la forcella Sachs, che è un po’ più leggera della Showa.
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