Aprilia Dorsoduro 1200 ABS - Prova verità

Il test sulla fun bike dell'Aprilia. Una moto nata per divertire il grande pubblico ma poi sviluppata in modo da garantire molte emozioni.

16.02.2011 ( Aggiornata il 16.02.2011 16:59 )

Potente, ma facile da guidare. Merito dell’erogazione fluida del motore e della ciclistica stabile. Promossi anche il traction control e l’ABS
 
 

 
La Prova
Gigante buono

JEREZ La Dorsoduro 1200 nasce per adattarsi alle esigenze di molti utenti, ma non per questo motivo deve essere considerata un semplice mezzo di trasporto. La nuova nata di casa Aprilia, infatti, è una fun bike, che pur non essendo caratterizzata da esasperazioni tecniche, consente di divertirsi su qualsiasi tipo di percorso Il design ricorda moltissimo quello della sorella minore, la Dorsoduro 750. È sportiva, aggressiva quanto basta e, grazie alla sua indubbia versatilità, dà soddisfazioni quando si va alla ricerca del limite, ma anche quando si passeggia. La posizione di guida è azzeccata. Grazie anche al manubrio largo, si riesce sempre ad avere il totale controllo della moto senza dover usare troppo i muscoli. Pertanto, anche quando si spinge, lo sforzo fisico richiesto è contenuto, a tutto vantaggio del comfort.

Bastano pochi chilometri per accorgersi che il calore proveniente dal lato destro del motore crea più di qualche fastidio alla gamba. Per risolvere questo problema Aprilia fornirà gratuitamente due protezioni che andranno montate sul telaietto posteriore ed avranno la funzione di isolare meglio lo scarico dalla gamba del pilota. Più si percorrono chilometri in sella a questa grossa bicilindrica, più si apprezza il tiro del motore, la sua erogazione lineare, che spinge con vigore l’ago del contagiri fino a 9500 giri/’. Inoltre il pilota può cambiare le caratteristiche del propulsore a seconda delle esigenze, scegliendo la mappatura della centralina.

Ce ne sono tre. Utilizzando la sport il V2 di Noale eroga il massimo della potenza e, addirittura, la spinta ai bassi regimi risulta un filo fastidiosa, perché si ha la sensazione che il motore eroghi una coppia maggiore di quella richiesta. La touring, invece, pur garantendo la stessa potenza massima della sport, è contraddistinta da un’erogazione molto più regolare. La terza mappatura, la rain, è stata messa a punto per essere utilizzata su asfalti bagnati o particolarmente scivolosi. Con questa configurazione, la potenza massima scende a 100 CV (con la sport e la touring il motore eroga 130 CV) ed anche il tiro ai bassi e medi regimi è inferiore. La Dorsoduro 1200 non è una moto impegnativa da gestire, però i tecnici Aprilia hanno comunque voluto equipaggiare la loro nuova creatura con l’ABS, il controllo di trazione e l’anti impennamento, tutti sviluppati non tanto per migliorare la prestazione velocistica, ma per incrementare la sicurezza.

Questi tre sistemi sono disinseribili, ma visto il loro ottimo funzionamento, difficilmente se ne sente la necessità, anche quando si aumenta notevolmente il ritmo. Il controllo di trazione ha tre livelli di intervento: il terzo è il più invasivo, il primo è quello che assicura il maggiore slittamento della ruota motrice, mentre il secondo è quello che, su strada, consente di guidare senza doversi preoccupare troppo di come e dove aprire il gas. Il traction control ed il sistema di anti impennamento lavorano sfruttando gli stessi sensori e la stessa centralina, pertanto l’anti wheeling entra in funzione quando rileva una differente velocità di rotolamento delle ruote. Il risultato finale è che, quando la moto tende ad impennarsi, la riduzione della potenza avviene in maniera repentina e la ruota anteriore torna troppo velocemente a contatto con l’asfalto, destabilizzando parzialmente l’assetto della moto. Pertanto, quando il sistema è inserito, conviene sempre anticipare il suo intervento per mantenere la situazione sotto controllo. La taratura dell ABS, invece, è davvero ottima. Il sistema anti bloccaggio delle ruote messo a punto da Aprilia, infatti, entra in funzione con discrezione, tanto che il pilota fa addirittura fatica ad accorgersene. Disinserirlo ha senso solo quando si vuole provare l’emozione di inserire la moto in curva in leggera derapata, lusso non concesso con il sistema attivo. Il motore e l’elettronica della Dorsoduro 1200 convincono; la ciclistica stupisce e non è una sorpresa, dato che Aprilia è diventata famosa soprattutto per avere realizzato numerose ciclistiche di eccellente livello. Pieghe estreme o tranquille passeggiate? Basta scegliere come guidare e questa Aprilia esaudirà qualsiasi desiderio, garantendo sempre un sorprendente comfort di guida e trasmettendo tanta sicurezza. La stabilità, infatti, è il suo punto di forza. Nella fase di inserimento in curva, dove il peso della moto si fa sentire, bisogna aiutarsi con il corpo per impostare la traiettoria desiderata, però, una volta scelta la linea, l’avantreno eseguirà alla lettera gli ordini ricevuti.

Nei cambi di direzione la moto non brilla per maneggevolezza, ma la precisione direzionale non viene mai a mancare, quindi lo sforzo fisico richiesto al pilota per guidare è ampiamente ricompensato. Quando si inizia a fare sul serio, poi, si apprezza il lavoro della sospensione posteriore, che riesce a garantire un’ottima stabilità del retrotreno anche quando si spalanca violentemente l’acceleratore. Azzeccata anche la taratura della forcella, in grado di digerire qualsiasi tipo di sconnessione, ma anche di evitare bruschi trasferimenti di carico durante le frenate molto decise. Inoltre, anche per merito delle sue ottime doti di scorrevolezza, a centro curva si ha sempre un ottimo feeling con l’avantreno, fondamentale per guidare bene, divertendosi. L’impianto frenante, potente e modulabile, permette di ottenere decelerazioni degne di nota, senza richiedere al pilota particolari abilità nella gestione della staccata. Infatti, si può sempre agire con vigore sui comandi, lasciando all’impianto l’arduo compito gestire al meglio la situazione. Va infine segnalato che la Dorsoduro 1200, in Italia, sarà venduta esclusivamente nella versione equipaggiata con il controllo di trazione e l’ABS a 12.490 euro franco concessionario.



La tecnica
Tanto lavoro sul motore - I cilindri e le testate sono inediti
 

LA DORSODURO1200, in fotografia, sembrava un po’ grossa, a causa del nuovo ed imponente motore e del codino largo e schiacciato. Vista dal vivo, invece, la musica cambia completamente ed anzi le sorprese positive non mancano. Tutte quelle zone della moto che sembravano poco proporzionate, in realtà sono semplicemente muscolose. Dal punto di vista delle finiture, un grosso salto di qualità è stato fatto sulle plastiche, notoriamente un punto debole di Aprilia. Quelle della Dorsoduro 1200, invece, sono verniciate davvero bene. Non si può fare lo stesso discorso per le protezioni dei silenziatori, ricoperte da una vernice nera che ha un leggero effetto buccia d’arancia. Le fusioni del motore e delle piastre laterali del telaio hanno una buona finitura superficiale, mentre quella del forcellone è un po’ troppa porosa. La maggior parte dei componenti sono ottimamente realizzati, oltre ad essere funzionali. Le uniche eccezioni sono la pompa freno anteriore ed il comando della frizione un po’ datati dal punto di vista estetico. Il cuore della Dorsoduro 1200 è un bicilindrico a V di 90- con comando gas ride by wire e caratterizzato dalla doppia accensione, che sta tornando di moda perché consente di ottimizzare la combustione e ridurre le emissioni inquinanti ed i consumi. Non è corretto dire che il bicilindrico 1200 deriva dall’unità di 750 cm3, perché la maggior parte dei componenti sono stati completamente ripogettati e molti altri modificati. I cilindri e le testate sono inediti, così come l’albero motore e quasi tutti gli organi interni, molto sollecitati a causa della maggiore coppia del nuovo propulsore. Sono inoltre cambiati l’impianto di lubrificazione, ora più efficiente, gli ingranaggi ed i leveraggi del cambio, che assicurano innesti più precisi. Inoltre, per ridurre la rumorosità meccanica, il sistema di distribuzione e misto ingranaggi/catena.

LA DORSODURO1200 ha sia una centralina con tre mappature pre impostate, grazie alle quali si può cambiare il carattere del motore portando la potenza massima erogata da 130 CV a 100 CV, sia il traction control. A differenza del sistema montato sulla RSV4, pensato e sviluppato per migliorare la prestazione in pista, quello della Dorsoduro 1200 è definito safety. Il suo obiettivo, infatti, è incrementare la sicurezza nell’uso su strada. Pertanto il traction control della Dorsoduro 1200, abbinato alla medesima centralina Magneti Marelli della RSV4, lavora solo tramite le ruote foniche (non c’è la piattaforma inerziale, come sulla supersportiva), le stesse utilizzate per garantire il corretto funzionamento dell’ABS e dell’anti impennamento. Proprio come sulla RSV4, il sistema può essere disattivato. È importante segnalare che è possibile attivare o solo il controllo di trazione, che sulla Dorsoduro 1200 ha tre livelli di intervento, o solo l’ABS.

La Dorsoduro 1200, proprio come la versione di 750 cm3, ha un telaio composto da un traliccio in tubi d’acciaio collegato a due piastre in alluminio. La sospensione posteriore non è progressiva; l’ammortizzatore, infatti, collega il telaio al forcellone senza l’ausilio di leveraggi. La Dorsoduro 1200 pesa solo quattro chilogrammi in più della 750: quest’ultima ha due silenziatori, il telaietto posteriore in acciaio e la forcella Showa. La 1200, invece, ha un solo silenziatore (anche se sembrano due), il telaietto posteriore in alluminio e la forcella Sachs, che è un po’ più leggera della Showa.


Identikit
 
  • Motore
  • Bicilindrico a V di 90-, 4T, raffreddato a liquido. Cilindrata: 1197 cm3. Alesaggio e corsa: 106 x 67,8 mm. Rapporto di compressione 12:1. Distribuzione: DOHC, 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, comando gas ride by wire. Lubrificazione forzata a carter umido. Avviamento elettrico
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.
  • Ciclistica
  • Telaio misto: traliccio in tubi d’acciaio collegato a due piastre in alluminio. Sospensioni: anteriore forcella pluriregolabile a steli rovesciati da 43 mm Ø, corsa ruota 160 mm; posteriore forcellone a due bracci con un ammortizzatore pluriregolabile, corsa ruota 155 mm. Freni: anteriore 2 dischi da 320 mm Ø, pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini; posteriore 1 disco di 240 mm Ø, pinza flottante a 1 pistoncini. Pneumatici: anteriore 120/70 ZR17”, posteriore 180/55 ZR17”.
  • Dimensioni
  • Interasse: 1528 mm; lunghezza: 2248 mm; larghezza: 925 mm; altezza sella 870 mm. Inclinazione del cannotto di sterzo: 27,3-. Avancorsa 118 mm. Capacità serbatoio carburante 15 litri (riserva: 3,5 litri).

La pagella
  • Linea 8,0
    In fotografia sembra un po’ grossa e goffa. Dal vivo, invece, pur non essendo snella, appare più muscolosa e proporzionata.
  • Finiture 8,0
    Le plastiche sono ben verniciate, numerosi componenti ottimamente realizzati. Alcune fusioni, però, sono porose ed i comandi un po’ spartani.
  • Componentistica 8,0
    Meno appariscente, ma più funzionale di altre competitor. Non c’è la pompa freno radiale, ma i dati della frenata al limite sono eccezionali.
  • Motore 9,0
    Molto potente e caratterizzato da un’erogazione fluida. Si possono cambiare le mappe della centralina, ma di fatto si usa sempre la touring.
  • Trasmissione 8,5
    I tecnici hanno lavorato sul cambio ed il risultato è che gli innesti sono molto morbidi e precisi. La frizione stacca in un modo un filo brusco.
  • Sospensioni 9,5
    Incassano i colpi dell’asfalto meglio di un pugile, senza trasmettere troppe sollecitazioni al pilota. Molto buono il rendimento nella guida al limite.
  • Freni 9,0
    Potenti quanto basta e, soprattutto, molto modulabili. Convincente il funzionamento dell’ABS, che entra in funzione in maniera molto discreta
  • Strumentazione 8,5
    Il contagiri si legge bene e dal display LCD si possono tenere sotto controllo numerosi parametri. Funzionale, ma il look non è molto accattivante.
  • Comfort 9,0
    Considerando che stiamo parlando di una maxi motard, è molto comoda, adatta anche al turismo a medio raggio.
  • Guida 9,0
    Mette in condizione il pilota di divertirsi, perché la ciclistica garantisce tanta stabilità ed ha un comportamento neutro quando si inizia a spingere.
  • Prezzo 8,0
    Considerando che il traction control e l’ABS sono di serie, non costa una fortuna. Però per 12.490 euro alcuni dettagli dovevano essere più curati.

I nostri rilevamenti
Velocità max 231,0 Km/h
Accellerazione da fermo
  • Distanza in metri
  • 0-400
  • 0-1000
  • Tempo in secondi
  • 11”38
  • 21”51
  • Velocità in uscita in Km/h
  • 196,3
  • 225,4
  • Variazione velocità in Km/h
  • 0-100
  • 0-160
  • Tempo in secondi
  • 3”64
  • 6”92
  • Distanza in metri
  • 54,0
  • 178,1
Ripresa da 60Km/h
  • Distanza in metri
  • 0-400
  • 0-1000
  • Tempo in secondi
  • 11”83
  • 22”40
  • Velocità in uscita in Km/h
  • 175,9
  • 222,9
  • Variazione velocità in Km/h
  • 60-100
  • 60-160
  • Tempo in secondi
  • 3”54
  • 9”85
  • Distanza in metri
  • 77,2
  • 305,8
Scarto al tachimetro
  • Velocità indicata
  • 50 km/h
  • 100 km/h
  • 150 km/h
  • Velocità effettiva
  • 50,1 km/h
  • 97,5 km/h
  • 146,7 km/h
Frenata
  • Velocitá
  • Da 60 Km/h
  • Da 100 Km/h
  • Metri
  • 12,4
  • 37,6
Peso effettivo
  • Con il pieno di carburante
  • Asse anteriore
  • Asse posteriore
  • 224,4 kg
  • 106,6 kg
  • 117,8 kg
 

Il Banco
Potenza massima 90,3 kW (122,8 CV) a 8700 giri/’(effettiva alla ruota)
Coppia massima 106,8 Nm (10,9 kgm) a 7400 giri/’ (effettiva alla ruota)
 

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