Marbella (Spagna)- Se non fosse per alcuni particolari, a prima vista avremmo di sicuro scambiato la Z1000SX per una moto sportiva. Kawasaki, quindi, è riuscita nel suo intento, ovvero realizzare una performante moto da viaggio, partendo da un cavallo di razza come la Z1000. Non a caso, la nuova arrivata mantiene le linee spigolose e muscolose che contraddistinguono tutta la gamma delle “Z” e dal modello naked di 1000 cm3 di cilindrata eredita tutta la meccanica, indossando, però, un vestito decisamente meno scollato. Il settore delle nude, ormai quasi saturo, ha spinto Kawasaki a pensare a qualcosa di diverso, a creare questa inedita sport tourer, l’ideale per fare del turismo a medio raggio, segmento dove il mercato è povero di proposte realmente interessanti.
Con la Z1000SX si possono tranquillamente affrontare molti tipi di viaggi, grazie all’eccellente posizione di guida, alla buona protezione aerodinamica, enfatizzata del cupolino regolabile su tre posizioni ed al motore, potente, ma facile da usare. Inoltre, dato che anche l’occhio vuole la sua parte, non potevano mancare particolari degni di una vera moto sportiva, come il cruscotto dal look racing e le sospensioni pluriregolabili. Due le colorazioni disponibili: verde/nero e nero, più anonimo, ma anche più elegante, caratteristica che su una sport tourer non stona di certo. Una volta in sella si ha subito l’idea di essere seduti su una moto accogliente e ben proporzionata (almeno per i piloti di media taglia). Le gambe abbracciano alla perfezione il serbatoio, che, insieme alla carena, sono un’ottima protezione dal vento.
La posizione di guida consente di guidare bene nel massimo del comfort. Gran parte del merito è dei semimanubri rialzati, che non fanno gravare il peso del corpo sugli avambracci e consentono di mantenere il busto in posizione quasi eretta. Basta però spostare leggermente il corpo in avanti e piegare un po’ i gomiti per capire che la Z1000SX se la cava egregiamente anche quando si aumenta il ritmo. È così possibile inserire la moto in curva con una velocità disarmante, che mai ci saremmo aspettati da una sport touring. Nei cambi di direzione i chilogrammi in più delle carene, rispetto alla versione nuda, non si avvertono e la moto resta facile da controllare, anche nelle staccate più impegnative. In una frazione di secondo si può passare dal godersi il panorama ad andature da passeggio, a divorare le curve, pennellando traiettorie perfette. Insomma, stessa moto, duplice utilizzo.
Il contagiri, anche se ben visibile, non serve più di tanto, poiché dai 3000 ai 7000 giri/’ il motore ha un tiro talmente corposo e regolare che non serve osservare il regime di rotazione, anzi, per dirla tutta, una volta inserito un rapporto lungo, si può usare la moto come uno scooter! Poi, oltrepassati gli 8000 giri, il quadricilindrico Kawasaki inizia letteralmente ad urlare, diventando improvvisamente nervoso. Anche il sound di scarico cambia e contestualmente iniziano a farsi sentire alcune fastidiose vibrazioni sulla sella. Da questo momento in avanti la potenza viene erogata bruscamente e il motore allunga con decisione fino a 11.000 giri, dove interviene il limitatore. Su strada è meglio usare prudenza, a questi regimi, anche perché la risposta al gas resta progressiva solo fino ai 7000 giri/’. Il comando della frizione è morbido ed il cambio funziona abbastanza bene: la leva ha una corsa breve, ma gli innesti sono un po’ duri. Le gomme di primo equipaggiamento (Bridgestone Battlax BT016) hanno un ottimo rendimento e garantiscono tanto grip, stabilità e precisione direzionale, sia in inserimento che in uscita di curva. I pneumatici giapponesi danno cenni di cedimento solo quando si vogliono sfruttare tutti i cavalli alle inclinazioni più elevate.
LA Z1000SX,quindi, è molto divertente da guidare ed il merito non è solo dei pneumatici, ma soprattutto delle sospensioni, tarate a regola d’arte. Anche sullo sconnesso le asperità vengono digerite senza problemi ed entrambe le gomme rimangono sempre incollate all’asfalto. Molto buono anche il funzionamento dell’impianto frenante: all’avantreno i due dischi da 300 millimetri di diametro e le pinze ad attacco radiale a quattro pistoncini assicurano tanto potere decelerante, a patto di agire con forza sulla leva. Viaggiando in autostrada, o nei tratti veloci, il cupolino, nella posizione più rialzata, offre un buon riparo fino a 160 - 170 Km/h.
L’unico inconveniente è che l’aria deviata provoca dei fastidiosi fruscii, che alla lunga penalizzano il comfort. Il passeggero, sistemato su un sellino non troppo rialzato rispetto al piano di seduta del conducente, ha abbastanza spazio per sistemare le gambe ed un maniglione posteriore di generose dimensioni come valido appoggio, in accelerazione ed in decelerazione. Il prezzo della Kawasaki Z1000SX non è stato stabilito, ma non dovrebbe allontanarsi troppo dagli 11.800 euro franco concessionario. Per portarsi a casa la versione con ABS, che pesa solo 3 chilogrammi in più di quella base, serviranno altri 600 euro. Inoltre Kawasaki ha previsto moltissimi accessori, pensati per accontentare chi userà questa moto per fare del turismo con la “T”
LA Z1000SX deriva dalla Z1000, tanto che le geometrie e le misure del telaio non sono state cambiate di una virgola. Per enfatizzare la maneggevolezza , invece, i cerchi della versione SX sono stati alleggeriti (300 grammi quello anteriore, 800 grammi quello posteriore). Il rapporto finale è stato allungato (la corona ha un dente in meno) per ridurre i consumi e rendere il motore più sfruttabile. Le piastre delle pedane, realizzate con estrema cura, sono montate su silent- block per smorzare le vibrazioni ed il manubrio da cross è stato sostituito da due semimanubri molto rialzati. Altra importante novità è l’introduzione di un serbatoio da 19 litri (quello della versione naked era di 15 litri).PERil motore vengono dichiarati 138 CV a 9.600 giri/’ (stessa identica potenza della naked). Il doppio silenziatore di scarico è quello utilizzato sulla seconda serie delle “Z”: è senza dubbio più compatto e si integra meglio con il design della moto. Non è cromato, come sulla nuda, ma nero opaco, quindi meno appariscente. I dischi freno anteriori sono a margherita e sia le pinze, sia la pompa freno anteriore sono radiali. In questo contesto stonano un po’ sia la realizzazione del leveraggio della sospensione posteriore, particolarme nte in vista perché montato sopra il forcellone, sia quella della leva del freno posteriore. Le frecce anteriori, inoltre, sono grosse e sporgenti. Gli ingegneri affermano che sono state così disegnate e progettate per sganciarsi in caso di caduta ed evitare di rovinare la carenatura laterale. Dettaglio non trascurabile, per carità, ma il risultato finale, dal punto di vista estetico, non raggiunge la sufficienza. Infine, sia la sella del pilota, sia quella del passeggero, sono state maggiormente imbottite e quindi sono 10 millimetri più alte rispetto a quelle della naked.
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