PARIGI -La mobilità elettrica ha il sapore dei sogni e talvolta anche la stessa consistenza: il vantaggio di spostarsi ad emissioni zero e spese ridicole si scontra con problemi di autonomia ancora non del tutto risolti. Ci stiamo avvicinando però: la nuova frontiera è l’ibrido, l’auto la sta esplorando da tempo, Piaggio ha cominciato ad applicarla sugli scooter mettendo in produzione lo scorso anno l’MP3 Hybrid 125 e ora questa versione di maggior cilindrata, 300 cm3, che ne ricalca fedelmente i tratti I motori sono due in uno: sul Piaggio LEADER quattro valvole ne è stato applicato un secondo, elettrico, inserito sulla trasmissione finale, riconoscibile per il leggero rigonfiamento sul carter, e si può scegliere tra quattro diverse modalità di funzionamento selezionabili dal manubrio: hybrid power per sfruttare il massimo della potenza di entrambi – in totale 18,2 kW, 25 CV –, hybrid charge per ricaricare le batterie mentre si viaggia, solo elettrico e marcia indietro – sempre in elettrico –, utilissima su un mezzo del non trascurabile peso di 257 kg a secco. Particolare nella tecnica e anche nell’impiego: per quanto i due propulsori lavorino assieme, quello che si ottiene non è una semplice somma di potenze nemmeno nella modalità “full power”, per via delle differenti caratteristiche dei due motori. La coppia dell’elettrico è fortissima a velocità di rotazione minime e via via decresce, il motore a benzina è quasi all’opposto, per di più la gestione elettronica varia la percentuale di intervento dei motori a seconda delle condizioni: il risultato è una maggiore fluidità alle bassissime velocità e anche un tiro più vigoroso, che va via via “normalizzandosi” quando la velocità sale e l’influenza dell’elettrico decresce fino ad annullarsi. In velocità spinge praticamente solo il motore termico, che in questa versione 300 ben si sposa ad un mezzo come l’MP3: il tiro vigoroso fin da basso permette di avere un certo scatto nonostante il peso di un mezzo che di ruote e sospensioni ne ha tre, e d’altro canto è proprio la particolarissima ciclistica a renderlo divertentissimo, grazie ad un appoggio dell’anteriore sconosciuto a qualunque scooter ed anche a molte moto. Dà sicurezza l’MP3, e siccome nell’Hybrid il carico è maggiore rispetto alla versione normale per via dei 30 chili di batterie agli ioni di litio e sistemi di controllo sotto la sella, risulta ancora maggiore la stabilità. Invita a buttarsi nelle curve senza troppe esitazioni con la tranquillità di un avantreno che non tradisce nemmeno se il fondo è infido, e che certo non ha problemi di direzionalità.
Molto godibile nei percorsi scorrevoli, richiede una guida più energica in quelli lenti, nei cambi di direzione o nel traffico, dove peraltro si avverte l’ingombro superiore a quello di un normale “due ruote”, soprattutto nelle serpentine al semaforo; ma è anche da mettere in conto il livello di sicurezza elevatissimo dovuto sia alla maggiore stabilità, sia alla maggiore aderenza delle due gomme anteriori che diventa preziosa in caso di frenata di emergenza. Ci sono due dischi davanti e uno dietro, tutti di 240 mm Ø: non sono particolarmente aggressivi ma sono adeguati al compito, tanto più che sull’MP3 è possibile strizzarli con pochi riguardi senza timore di perdere il controllo. Quello che distingue l’Hybrid da tutti gli scooter “normali” però è la possibilità di viaggiare solo in elettrico. Senza grosse emozioni, perché il motore sincrono brushless (cioè senza spazzole) ha solo 2,6 kW, sufficienti a spingere l’MP3 a 30 km/h e con un’autonomia non superiore a 20 chilometri. Però è quello che permette di affrontare in sella anche le zone vietate ai motori a benzina, e di fare tutti i chilometri che si vuole una volta usciti dal centro storico.
La versione 300 dell’MP3 Hybrid costa 7990 euro f.c., addirittura meno di quanto costava il 125 presentato un anno fa, prima di venire riposizionato a 7700 euro. Non è comunque pochissimo, ma è giustificato da una tecnica evoluta e da un sistema di controlli piuttosto sofisticato, in parte dovuto alla particolare dinamica dell’MP3: possibilità di bloccare il basculamento per lasciarlo sulle tre ruote nei parcheggi o al semaforo, ma anche un dispositivo che impedisce il blocco se non si è a velocità minima per non rischiare ribaltamenti, sblocco automatico quando si accelera per partire, limitatore di coppia se si fa marcia indietro sulle tre ruote per impedire la salita su marciapiedi col rischio di ribaltamento, ride by wire, il dispositivo che sfrutta la decelerazione per ricaricare ( un pochino) la batteria. E poi un cruscotto a due elementi circolari, tachimetro a sinistra e a destra l’indicatore di carica della batteria e quello del livello carburante, più al centro uno schermo LCD in cui viene segnalata tra le altre cose anche la modalità di funzionamento. Elettrica è anche l’apertura del baule posteriore, che contiene un casco integrale, e della sella, sotto la quale c’è la spina per la ricarica da rete. Tra le cose da rilevare il buon livello di comfort, dovuto all’eccellente protezione offerta dall’MP3 da quando è stato introdotto il parabrezza alto, alla sella ampia e soffice ed alle sospensioni che assicurano un ottimo smorzamento in ogni situazione, pure sul pavé. E ancora l’efficienza dei retrovisori ampi, la posizione di guida azzeccata nonostante il tunnel alto che non agevola la salita, e la buona abitabilità anche per il passeggero. Come il 125, anche l’Hybrid 300 viene proposto nell’unica livrea bianco perla con sella bicolore e loghi “Hy Tech” ai lati dello scudo. Riconoscibilissimo, come si conviene a un mezzo che costituisce una categoria a sé. Molto avanzata.
Per il motore è stata scelta un’architettura quattro cilindri a V con un angolo tra le bancate di 76-: viene da sé che la fasatura degli scoppi sia irregolare, cosa che rende più vigorosa la coppia ai regimi più bassi. La cilindrata totale è 1.237 cm3, la potenza 127 kW a 10.000 giri e la coppia massima 129 Nm a 8.750 giri. Per contenere le dimensioni del propulsore si è fatto ricorso alla distribuzione monoalbero UNICAM già utilizzata sulla serie CRF: quattro valvole per cilindro, un’unica camma agisce direttamente su una valvola di aspirazione, e tramite un lungo bilanciere su una di scarico.
Quattro corpi farfallati con doppio iniettore provvedono all’alimentazione e vengono gestiti tramite un comando ride-by-wire. Il sistema di trasmissione è inedito, ma simile ad una trasmissione manuale: ci sono gli ingranaggi delle marce e condividono lo stesso albero, un motore elettrico guida il tamburo e le forcelle di selezione delle marce, il tutto gestito da una centralina elettronica che raccoglie le informazioni sul tipo di guida, il modo in cui si frena e si apre il gas, la velocità e il regime di rotazione da numerosi sensori sparsi nella moto, per avere una velocità di cambiata rapidissima e il più possibile esente da scossoni e strappi. Le frizioni sono due, disposte sullo stesso asse e posizionate una di fronte all’altra con il controllo idraulico che agisce sulla faccia interna di entrambe; una gestisce gli ingranaggi della prima marcia, della terza e della quinta, mentre la seconda sovrintende al funzionamento della seconda, della quarta e della sesta. Con questo sistema mentre una frizione lavora su una marcia l’altra è pronta ad entrare in azione con una velocità di intervento da Formula 1 non appena il sistema lo ritiene necessario; il funzionamento è idraulico, controllato da due valvole a solenoide.
La ciclistica è incentrata su un telaio in elementi di alluminio fusi ed estrusi che avvolge il propulsore, la forcella è una Showa a steli rovesciati di 43 mm Ø regolabile nel precarico molla mentre al posteriore lavora un ammortizzatore a gas regolabile nel precarico e nel freno in estensione. Nel forcellone monobraccio è alloggiato l’albero di trasmissione. Di serie l’impianto frenante è dotato di ABS e sistema di intervento combinato; davanti un doppio disco di 320 mm Ø con pinze a sei pistoncini, dei quali quattro comandati dalla leva anteriore e due dal pedale, assieme ai due della pinza che serra il disco posteriore di 276 mm Ø; una seconda pinza sullo stesso disco serve per il freno di stazionamento. Le ruote sono in alluminio e montano pneumatici 120/70 ZR 17” all´anteriore e 190/55 ZR 17” al posteriore.
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