Prova verità - KTM 990 Super Duke R

In sella alla super naked della Casa austriaca

28.09.2010 ( Aggiornata il 28.09.2010 19:23 )

Divertente perchè maneggevole e dotata di un motore esplosivo. È scomoda ma trasmette emozioni forti

La Prova
Granduca d'Austria
 

Vivere la moto come una passione o considerarla un mezzo di spostamento? Se la risposta a questa domanda è che voi utilizzate un mezzo a due ruote per andare dal punto A al punto B, non avete particolari pretese a livello prestazionale e non vi piacciono le storie d’amore avventurose, ma preferite un rapporto stabile e sicuro... potete anche evitare di leggere questo articolo. Se invece siete dei motociclisti anticonformisti, sempre in cerca di emozioni forti, potete dedicare quindici minuti del vostro tempo alla lettura di questa Prova Verità, che ha come protagonista la KTM 990 Super Duke R, una moto talmente assurda da risultare addirittura simpatica. Già, simpatica. Perché chi da una moto cerca emozioni, o la odia, o la ama. E l’amore non è sinonimo di razionalità. Se così fosse saremmo scesi da questa KTM dopo nove minuti circa, tempo sufficiente per capire che il comfort, senza alcun dubbio, non è uno dei pregi della bicilindrica austriaca. La sella, infatti, è dura. Anzi, i progettisti si sono proprio scordati di realizzarla. Parlare delle caratteristiche dell’imbottitura è quindi del tutto superfluo, dato che si è praticamente seduti sulla plastica del codino! Per carità, nell’uso al limite il retrotreno comunica tutti i suoi spostamenti, però il prezzo da pagare per avere queste confidenze è davvero salato...

Per fortuna il manubrio è abbastanza alto ed ha una forma che consente di gestire bene la moto nelle curve lente ed in quelle veloci. Le pedane sono alte, proprio come il piano di seduta, quindi lo spazio per le gambe non manca. Insomma, per effettuare delle lunghe passeggiate ad andature da sfilata questa KTM non è il massimo, però quando arriva il momento di spingere tutto si trova al posto giusto. È doveroso segnalare che la Super Duke R è una fidanzata molto gelosa, quindi quando uscirete con lei non potrete portarvi amici o amiche, dato che il sellino per il passeggero non c’è...

Insomma,questa è una vera versione R, estrema in tutto e per tutto, pensata per soddisfare le esigenze dello smanettone e di quelli che usano il comando del gas come una zappa. Ecco, questi utenti avranno finalmente pane per i loro denti e potrebbero anche innamorarsi. Dall’inizio la caratteristica che più colpisce della Super Duke R è la sua incredibile maneggevolezza. Non sembra di essere alla guida di una grossa bicilindrica, ma di una compatta e potente due tempi. Tutti sanno quanto delicati siano la fase d’inserimento in curva ed i cambi di direzione. In sella alla Super Duke R queste due manovre diventano un esercizio facile facile, perché per comandare l’avantreno non è necessario agire, ma è sufficiente pensare. È come se la ruota anteriore fosse direttamente connessa con il cervello; il pilota non deve fare altro che immaginare e la Super Duke R penserà al resto. Incredibile!

Ovviamente ogni rosa ha le sue spine, che in questo caso si materializzano sotto forma di stabilità alle alte velocità e sullo sconnesso, situazioni nelle quali è meglio tenere saldamente il manubrio tra le mani. Così facendo, la bicilindrica austriaca sembra capire di essere condotta da un centauro esperto, si fida ed esegue gli ordini alla lettera. Mai mollare la presa, però, perché si rischia di perdere il feeling con l’avantreno.In realtà non si hanno mai problemi di sbacchettamento, anche se quando si abbassa la guardia si ha la sensazione che la ruota anteriore inizi a galleggiare sull’asfalto, trasformando in un incubo quello che fino a pochi minuti prima era un meraviglioso sogno. Alle velocità medio basse, invece, ricordiamo solo di aver ricevuto continue scariche di adrenalina, soprattutto in accelerazione, situazione in cui il propulsore mette in mostra tutta la sua grinta e, a dire il vero, anche una risposta al gas un filo brusca, uno dei suoi pochissimi difetti.

Infatti, se per raggiungere il punto di corda basta un nanosecondo e non serve ragionare più di tanto, quando arriva il momento di aprire il gas è necessario pensare bene a come farlo, perché appena si sfiora l’acceleratore il bicilindrico austriaco risponde fin troppo prontamente al comando e si rischia di perdere la linea impostata. È quindi consigliabile effettuare la manovra con molta dolcezza per poi godersi la splendida progressione del V2, che ai medi regimi regala emozioni uniche. Questa unità, infatti, ha un albero motore ed una massa volanica molto leggeri, quindi sale e scende di giri molto velocemente. In questo somiglia molto ad un vero motore da corsa ed è l’unico bicilindrico della sua categoria ad avere questa caratteristica.

Nei tratti dove ci sono continui cambi di direzione da affrontare ad andature medie, la Super Duke R è imprendibile: è sufficiente giocare con la manopola dell’acceleratore per variare la velocità e la traiettoria; tutto avviene alla velocità del suono ed avendo i riflessi pronti e le capacità per gestire la situazione, le soddisfazioni sono assicurate. Poi, quando ci si ritiene appagati ed il sorriso all’interno del casco è arrivato al confine con la paralisi facciale, inizia il bello, ovvero il misto stretto, il vero terreno di caccia di questa KTM. Tra un tornante e l’altro l’avantreno difficilmente rimane a contatto con il suolo e la Super Duke R sembra indomabile. Poi, appena si chiude il gas, la cavalla imbizzarrita torna improvvisamente al servizio del suo cavaliere, pronta a divorare in un attimo la curva ed a riaprire le danze in accelerazione. È per essere guidata così che la KTM Super Duke R è stata pensata ed è usandola così che viene apprezzata. Pertanto, se la moto vi piace, ma siete soliti guidare ammirando il panorama, snocciolando, con calma, una marcia dopo l’altra, forse è meglio che optiate per una versione sprovvista della R.

Ci siamo dimenticati qualcosa? Ah già, i freni. In realtà avevamo rimosso il ricordo della prima staccata, quando ci siamo ritrovati con la ruota posteriore ad un palmo da terra e gli occhi fuori dalle orbite. Avevamo usato il comando al manubrio come avremmo fatto su molte altre naked. Un consiglio? Non fatelo! Noi abbiamo risolto il problema immaginando di dover toccare una leva incandescente. Così facendo abbiamo sfruttato solo una piccola parte della potenza dell’impianto, quella che serve, per l’utilizzo su strada. Vi suggeriamo di utilizzare la nostra stessa tecnica...


La tecnica
Sembra il solito V2 di 75°
 

Colori vivaci, enfatizzati dalle plastiche bianche, linee tese e spigolose, componenti e particolari di derivazione off road. Basterebbe questo per affermare che stiamo parlando di una KTM, una Casa che è riuscita a ritagliarsi una nicchia di mercato proprio per il suo modo di interpretare e costruire le moto stradali, diverse rispetto a quelle della concorrenza. Non è solo questione di design. Anche dal punto di vista tecnico, infatti, la Super Duke R è unica nel suo genere e ben più estrema delle sue sorelle di pari cilindrata. Il cuore della moto è un bicilindrico a V di 75-, che ha la particolarità di avere la lubrificazione a carter secco; il serbatoio dell’olio è esterno, montato in basso, davanti al basamento. Questa unità è molto versatile ed infatti equipaggia tutte le naked della serie Super Duke, quelle della gamma Supermoto ed addirittura l’Adventure.

Ovviamente la base tecnica è la stessa, ma la sostanza (ovvero la potenza, la coppia e l’erogazione) è diversa. Dal punto di vista prestazionale, infatti, il V2 della Super Duke R è l’unità più spinta mai costruita da KTM per una nuda: 122,7 CV a 10.400 giri e 9,6 kgm di coppia a 8200 (dati rilevati alla ruota), ovvero potenze paragonabili a quelle di diversi quadricilindrici di pari cubatura. La cura ricostituente ha cambiato l’erogazione, ora meno lineare ai bassi e medi regimi e decisamente più esuberante in alto. Su una fun bike di questo tipo ci si aspetterebbe che la frizione antisaltellamento fosse disponibile di serie. Invece non c’è, però va anche aggiunto che questo fatto, un po’ per merito dei rapporti del cambio molto ravvicinati, un po’ per il freno motore contenuto, non causa problemi, neppure nelle staccate più violente. Il motore è imbullonato ad un telaio a traliccio in tubi d’acciaio.

Il forcellone è in alluminio e la progressione della sospensione posteriore è affidata interamente all’ammortizzatore WP (regolabile nel precarico molla, nel freno idraulico in estensione ed in quello in compressione, alle alte e basse velocità), che lavora senza l’ausilio di leveraggi (sistema PDS). La forcella WP deriva da quelle delle moto da cross: gli steli sono di generose dimensioni (48 millimetri di diametro), si può variare il precarico molla e l’idraulica in compressione ed in estensione e c’è addirittura il tappo di spurgo dell’aria. Le piastre di sterzo hanno un aspetto robusto e sono ben rifinite: su quella superiore ci sono quattro fori di fissaggio per gli attacchi manubrio, che quindi può essere montato più vicino o più lontano dal pilota; a quella inferiore è collegato un ammortizzatore di sterzo meccanico WP. L’impianto frenante è interamente fornito dalla Brembo. Sia la pompa che le pinze anteriori (che lavorano insieme a due dischi di 320 millimetri di diametro) sono di tipo radiale; quella posteriore, che ha un pistoncino ed è flottante, è abbinata ad un disco di 240 millimetri di diametro.


Identikit
 
  • Motore
  • Bicilindrico a V di 75-, 4 tempi, raffreddato a liquido. Cilindrata: 999 cm3. Alesaggio e corsa: 101 x 62,4 mm. Rapporto di compressione: 11,5: 1. Distribuzione: doppio albero a camme in testa, 8 valvole. Alimentazione ad iniezione elettronica, 2 corpi farfallati Keihin. Lubrificazione forzata a carter secco. Avviamento elettrico.
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.
  • Ciclistica
  • Telaio a traliccio in tubi d’acciaio. Sospensioni: anteriore forcella pluriregolabile WP a steli rovesciati di 48 mm Ø, corsa ruota 135 mm; posteriore PDS con un ammortizzatore WP pluriregolabile, corsa ruota 150 mm. Freni: anteriore due dischi di 320 mm Ø, pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini; posteriore 1 disco di 240 mm Ø, pinza flottante a 1 pistoncino. Pneumatici: anteriore 120/70 ZR 17”; posteriore 180/55 ZR 17”.
  • Dimensioni
  • Interasse: 1450 mm, lunghezza: n.d., larghezza: n. d., altezza: n. d., altezza sella: 865 mm. Inclinazione del cannotto di sterzo: 22,7-, avancorsa: 93,9 mm. Capacità del serbatoio carburante: 18,5 litri.

La pagella
  • Linea 8
    Diversa da qualsiasi altra maxi naked. Lo spigolo regna sovrano. Non fa battere forte il cuore, ma si fa notare e non stanca.
  • Finiture 7,5
    Luci ed ombre. Le piastre di sterzo ed il forcellone sono ben fatti. Le saldature del telaio e le fusioni del motore, meno.
  • Componentistica 9,5
    Sospensioni di ottima qualità, impianto frenante di derivazione racing, comandi belli e funzionali. C’è davvero poco da aggiungere.
  • Motore 9
    È il solito, divertentissimo V2 KTM: tanto carattere, poca inerzia. Aumenta la potenza, ma la risposta al gas ora è un po’ troppo brusca.
  • Trasmissione 9,5
    Il cambio è caratterizzato da innesti molto morbidi e precisi e la leva ha una corsa contenutissima.
  • Sospensioni 9
    Sono piuttosto rigide, pensate per un uso sportivo. Nell’uso al limite hanno un funzionamento impeccabile.
  • Freni 9
    L’impianto frenante anteriore è potentissimo e per questo richiede attenzione per essere sfruttato a dovere.
  • Strumentazione 8
    È compatta, chiara e facile da usare. In una parola, essenziale. In circolazione ci sono cruscotti con molte più funzioni.
  • Comfort 5
    Lo spazio a bordo non manca, però la sella molto dura non consente di utilizzare la moto per lunghi tratti.
  • Guida 9,5
    È una delle maxi naked più divertenti ed emozionanti della categoria. Il suo punto di forza è la maneggevolezza.
  • Prezzo 7
    È la KTM nuda più potente. Una fun bike estrema. Qualitativamente non si discute, però 14.290 euro non sono pochi...

I nostri rilevamenti
Accellerazione da fermo
  • Distanza in metri
  • 0-400
  • 0-1000
  • Tempo in secondi
  • 11"01
  • 21"03
  • Velocità in uscita in Km/h
  • 199,5
  • 226,2
Ripresa da 60Km/h
  • Distanza in metri
  • 0-400
  • 0-1000
  • Tempo in secondi
  • 12"00
  • 22"42
  • Velocità in uscita in Km/h
  • 176,4
  • 226,2
  • Variazione velocità in Km/h
  • 60-100
  • 60-200
  • Tempo in secondi
  • 3"87
  • 15"19
  • Distanza in metri
  • 85,9
  • 567,4
Scarto al tachimetro
  • Velocità indicata
  • 50 km/h
  • 100 km/h
  • 150 km/h
  • Velocità effettiva
  • 48,0
  • 96,0
  • 145,0
Frenata
  • Velocitá
  • Da 60 Km/h
  • Da 100 Km/h
  • Metri
  • 13,7
  • 37,8
Peso effettivo
  • Con il pieno di carburante
  • Asse anteriore
  • Asse posteriore
  • Metri
  • 105,2
  • 96,4
 

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