UN OTTIMISTA vede il bicchiere mezzo pieno, un pessimista lo vede mezzo vuoto, secondo un ingegnere in entrambi i casi è troppo grande. Anche secondo la Kymco, che disegnando il suo Agility 125 RS ha scelto la via dell’essenziale.
Nulla di inutile, nessuno spreco, ogni elemento è pensato per assolvere esattamente alla sua funzione e nulla di più, come nei mobili dell’Ikea che pure sono belli e costano poco. L’Agility proprio da questo trae la forza di un sorprendente successo di vendite: perché
costa meno di molti cinquantini ma va molto più forte: 1.799 euro f.i., la metà di molti scooter della sua stessa categoria, per un mezzo che è anche accattivante, soprattutto in questa versione RS. 200 euro in più rispetto al modello “base” che va ad affiancare, la contropartita è uno scooter che stuzzica i brividi sportivi, livrea vivace e qualche dettaglio diverso: frecce sul manubrio e retrovisori più aggressivi, sella a due piani, portapacchi sagomato e un nuovo cruscotto dall’aspetto un po’ “plasticoso” ma accattivante ed aggressivo. Non serve tanto per cambiare vita. Soprattutto quando sotto c’è una base che essenzialmente va bene e
garantisce un ottimo rapporto qualità/prezzo.
La parte migliore è il telaio: semplicissimo, monoculla sdoppiata in tubi, ma corto e agilissimo. L’Agility tiene fede al suo nome, se ci sono cambi di direzione e zig zag è una fucilata, se c’è da fare un po’ di slalom per raggiungere la testa della coda al semaforo pochi gli stanno alla pari: corto, agile, stretto e non troppo alto da terra. E anche molto leggero. Nel traffico è uno spettacolo, ed è anche estremamente intuitivo da condurre tra le curve; poco preciso in traiettoria - così corto! - ma facilissimo perché accetta senza fare una piega qualunque correzione e richiede pure uno sforzo minimo, ancora minore della versione R16, quella a ruote alte: questo le ha medie, di 14”, ne guadagnano sia la maneggevolezza, sia le dimensioni del vano sottosella che all’interno si scalda parecchio durante la marcia, ma può contenere un casco jet a visiera lunga. Il rovescio della medaglia emerge sull’asfalto rovinato o - peggio - sul pavé: le sospensioni sono di livello economico e la risposta è molta secca sia davanti che dietro, in caso di buche ne perdono sia il comfort, sia la guida. Si può fare di più. Caratteristiche agli estremi opposti per i freni: modulabile ma poco efficace il tamburo posteriore, mentre il disco anteriore è eccellente, modulabile e potente al punto che lo si può usare con due sole dita. Spazi d’arresto ottimi, se il fondo non è rovinato, ed è anche dotato di un blocco sulla leva che permette di inserire il freno di parcheggio
MOTORE
Monocilindrico orizzontale, 4T, raffreddato ad aria forzata. Cilindrata 124,6 cm3. Alesaggio e corsa 52,4 x 57,8 mm. Compressione 9,6:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa comandata da cinghia, 2 valvole, alimentazione un carburatore LDF7-III diffusore 22 mm Ø, accensione elettronica. Lubrificazione forzata a carter umido con pompa trocoidale. Avviamento elettrico e a kick starter.
TRASMISSIONE
Primaria a cinghia trapezoidale con variatore, riduzione finale a ingranaggi. Frizione centrifuga automatica.
CICLISTICA
Telaio monoculla sdoppiata in tubi di acciaio. Sospensioni: anteriore forcella teleidraulica con steli 31 mm Ø, corsa n.d.; posteriore gruppo motore/trasmissione oscillante con un ammortizzatore idraulico regolabile nel precarico, corsa ruota 82 mm. Freni: anteriore un disco a margherita 200 mm Ø con pinza a due pistoncini; posteriore un tamburo 130 mm Ø. Pneumatici: anteriore 120/70-12”; posteriore 130/70-12”.
DIMENSIONI
Interasse 1.325 mm, lunghezza 1.940 mm, larghezza 685 mm, altezza 1.140 mm. Peso 105 kg. Serbatoio n.d.
LE FINITURE generali sono essenziali ma tutto è fatto con oculatezza, la parte posteriore dello scudo sostituisce il controscudo, che non c’è, e il gancio appendiborsa è privo di molla, ma ci sono retrovisori dall’eccellente visibilità e due cavalletti, quello laterale col ritorno a molla; le luci non si accendono automaticamente ma i comandi sono robusti ed efficienti, le misure generali sono contenute per cui si passa dappertutto e si parcheggia in spazi minimi, ma l’abitabilità è adeguata ed i contatti delle ginocchia rarissimi. Quanto al motore, è il cuore giusto per uno scooter generosissimo: estremamente semplice, distribuzione monoalbero, due valvole e raffreddamento ad aria forzata. Niente brividi, 92 km/h effettivi - comunque 7 km/h più del dichiarato-, ma ha una gran bella “schiena” che lo rende efficacissimo in mezzo alle curve o nel traffico: basta spalancare il gas ed esce con una bella spinta e un’erogazione piena. In più non vibra in modo particolare e non consuma un accidente: si coprono più di 32 chilometri con un litro di benzina. Anche sotto questo aspetto, è più economico della maggioranza dei cinquantini.