SBK, i temi del panel "Ride to close the gender gap"

SBK, i temi del panel "Ride to close the gender gap"

L'evento, che si è svolto a Misano, ha raccontato i passi avanti compiuti dal motociclismo nella direzione delle pari opportunità

05.07.2024 ( Aggiornata il 05.07.2024 12:27 )

Che il movimento motociclistico femminile, in particolare per quanto riguarda la Velocità, sia in costante crescita, non è certamente un segreto, visto che l’arrivo dell’Europeo nel 2020 e del mondiale WCR quest’anno stanno permettendo alle ragazze di farsi strada sui principali palcoscenici nazionali e internazionali.

E proprio in occasione della prima, storica tappa del Mondiale femminile andata in scena a Misano, in concomitanza si è svolto il panel denominato “Ride to close the gender gap”, il cui tema centrale è stato lo sviluppo del motociclismo in rosa negli ultimi anni, non soltanto in pista ma anche nelle varie istituzioni delle due ruote.

Valentino Rossi sulla Yamaha R1 di Remy Gardner a Jerez

Il panel "Ride to close the gender gap"


Ad arricchire il dibattito – moderato dal Direttore di Motosprint Federico Porrozzi e dalla ex campionessa di pallavolo Rachele Sangiuliano – sono state molteplici figure di spicco del panorama motociclistico femminile, come l’ex pilota del Motomondiale Katja Poensgen, la campionessa del mondo WMX (Mondiale femminile di Motocross) Nancy Van de Ven e Janika Judeika, direttrice della Commissione femminile della FIM, ma anche figure istituzionali quali Giovanni Copioli, presidente FMI, Jorge Viegas, presidente FIM, il vice direttore FIM Damiano Zamana, David Bosser della WorldSBK, Paolo Pavesio, direttore Motorsport e Marketing di Yamaha Motor Europe, e la senatrice Domenica Spinelli.

Proprio Viegas ha ribadito l’impegno della Federazione internazionale nella direzione delle pari opportunità:Nel corso di questi anni abbiamo lavorato molto con l’obiettivo di diffondere le pari opportunità in ogni disciplina del Motorsport. Dopo esserci riusciti nel Motocross, nell’Enduro e nel Trial, ora questo percorso è divenuto realtà anche in pista grazie al WCR” ha detto il presidente FIM con orgoglio. Chiaramente questo non è un punto di arrivo, ma di partenza, e con una nuova consapevolezza: ci sono sempre più donne nel mondo del motociclismo e cercheremo di arrivare al momento in cui non ci sarà più bisogno di fare alcuna distinzione tra sessi. D’altronde, i nostri obiettivi principali sono due: rendere massima la sicurezza in pista e dare le giuste opportunità a chiunque voglia avvicinarsi al nostro fantastico sport”.

Un concetto, quello dello sport come veicolo per abbattere le barriere, ribadito da Giovanni Copioli: “Lo sport è uno strumento davvero potente per vincere i pregiudizi e il Motorsport lo sta dimostrando in maniera concreta. Chiaramente l’arrivo del Mondiale femminile è soltanto un piccolo passo, seppur storico, e ora la strada non sarà in discesa, ma crediamo fortemente in ciò che facciamo e l’abbiamo dimostrato anche in Italia creando il CIV Femminile lo scorso anno”.

I passi in avanti fatti e da compiere ancora


Damiano Zamana e David Bosser hanno a loro volta confermato il valore storico di questa prima edizione del Mondiale femminile, che rappresenta uno step fondamentale verso il raggiungimento della parità di genere, tema particolarmente caro anche a Janika Judeika, che ha illustrato il documento FIM che traccia le basi per il giusto utilizzo del linguaggio e delle espressioni per evitare ogni tipo di pregiudizio e per incrementare l’inclusività nel Motorsport.

Le stesse pilote hanno espresso il proprio orgoglio, con Nancy Van de Ven speranzosa di vedere anche nella Velocità una crescita simile a quella avvenuta nel Cross, mentre Katja Poensgen – a punti nel Motomondiale, classe 250 – ha scherzato sulla possibilità di tornare a correre: “Viegas ha detto che non ho ancora raggiunto il limite d’età, perciò mai dire mai, magari farò una wild card prima o poi!”. A complimentarsi per l’iniziativa è stata la senatrice Spinelli: “Ognuno ha la propria responsabilità in un lavoro da compiere per vincere i pregiudizi e colmare il ‘gender gap’. Nel motociclismo si sta andando nella direzione giusta e sarà interessante, a distanza di tempo, vedere quanti passi in avanti saranno stati effettuati”.

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