SBK, Petrucci: "Piuttosto che ritirarmi, avrei concluso ultimo"

SBK, Petrucci: "Piuttosto che ritirarmi, avrei concluso ultimo"© GP Agency

Eroico Danilo: "Giuravano che avrei detto basta alle moto, ma i tifosi mi hanno sostenuto come quando mi giocavo i podi in MotoGP, dandomi forza"

16.06.2024 ( Aggiornata il 16.06.2024 18:16 )

Sesto, già di suo grosso risultato, soprattutto se ottenuto in condizioni fisiche precarie, conseguenze del brutto incidente patito e lunga lontananza dalla pista. Danilo Petrucci è l'eroe della SBK di Misano, il cui pubblico lo ha riconosciuto come tale. Il pilota del team Barni sintetizza il weekend: "Difficile ed emozionante. Dopo il sabato, non sapevo come avrei potuto farcela oggi. In tanti mi ahnno detto di lasciar perdere, di lasciare stare, soprattutto con l'insorgere di grande dolore. La Superpole Race? Ero sedicesimo, gli altri sportellavano. Alcuni contatti mi hanno aiutato, perché poi sono partito nono, dato che in 6 o 7 si sono sdraiati davanti a me".

Danilo più forte del coltello spietato

Era talmente stanco, che lo lasciamo parlare a ruota libera: "Quando sono uscito dai box per Gara Due, alla Curva 4 ho sentito un forte dolore. Ho pensato di non riuscire a frenare. Nel giro di ricognizione ho verificato la condizione della spalla, funzionava. In sella ho capito come potermi fermare, usando le gambe e poco il braccio destro. Avevo trovato il modo per guidare. Mancavano quattro giri, mi si è spenta la luce. Le forze erano finite, ero stravolto. Nemmeno posso dire di aver stretto i denti, dato che non posso stringerli. Ciò l'apparecchio (ride). L'ultimo passaggio è stata da pugnalata nella spalla. L'infiammazione è grande, non riesco a usare il braccio. Devo riposare".

Petrux prende fiato, poi continua: "Vedevo i marshall con il numero 9. Ho pensato a chi mi aveva detto che con le moto avrei detto basta. Invece, sono tornato a casa dall'ospedale, mettendomi subito al lavoro. Volevo tornare a Misano, senza sapere se ce l'avrei fatta. Ho trovato la forza, sono finito ma contento e felice per tutte le persone che mi hanno aiutato e per coloro giunti qui in circuito".

Ulteriori retroscena sono svelati dall'esperto ternano: "Ho detto: vedo come va a finire. Avrei giurato di essere presto superato dagli avversari. Quando ho visto di essere ilprimo pilota indipendente, ho tenuto duro. Cambiata la tecnica di guida, mi sono stupito di me stesso. Se mi chiedete di rifarlo, mica lo rifaccio. Seguire Axel Bassani mi ha aiutato, specie nella parte veloce. L'ho passato, poi mi sono piantato. Ho chiuso porte finestre, tapparelle. Avevo paura di cadere e peggiorare la mia condizione fisica. Ma ero davanti, qualcosa della mia testa si è spento. Una volta tagliato il traguardo è esploso il dolore".

Quid decisivo, il calore di chi gli vuole bene. E sono parecchi: "L'affetto della gente era simile ai tempi in cui mi giocavo i podi in MotoGP. L'affetto di tifosi e amici mi hanno fatto pensare 'cazzo, non mi posso ritirare. Piuttoso finisco ultimo'. Vedevo. Mi dispiace per l'infortunio, ma ho capito cose della vita fondamentali. La salute è al primo posto, qui ho dato tutto per farcela. Ho un pugnale conficcato nel braccio".

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