Dopo quattro round, la compagine "verdona" ha 14 punti in più della rappresentanza delle "giubbe blu". La Rossa Ducati è terza, risale BMW, Honda fanalino di coda
Nell'immagine di copertina, come vedete, Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea entrano affiancati in pit lane, a bordo delle rispettive Yamaha e Kawasaki. Il turco ha giusto una decina di centimetri - forse quindici - di vantaggio sul nordirlandese, appena dietro.
Sembra la foto della classifica SBK 2021: il numero 54 guida con 183 punti, il campione in carica segue a quota 181. Due sole lunghezze a dividerli, per una inerzia ad oggi favorevole al portacolori Pata with Brixx, forte di aver battuto due volte l'alfiere Provec KRT nella sua Donington.
Contrariamente, nella tabella relativa alla Case, comanda Kawasaki. Per Akashi i punti sono 191, Iwata ne ha 187. Bel duello per la leadership di categoria. Ducati è, rispetto al proprio Curriculum, meno produttiva: terza a 174. Dopo il Regno Unito, BMW risale un po', resta in basso Honda. Questi cinque Marchi, come sono arrivati a tali risultati?
Il metodo con cui Kawasaki affronta il Mondiale dedicato alle derivate di serie è chiaro e collaudato: massima attenzione alla formazione ufficiale, occhio di riguardo alle squadre Indipendenti, materiale simile ma non uguale per (quasi) tutte le ZX-10RR presenti in griglia.
Le Ninja di Rea, caduto a Donington, e del compagno di box Alex Lowes sono super Factory, questo si sa. Sappiamo anche quanti ingegneri di Akashi ne seguano lo sviluppo. Tanti. Puccetti, Orelac e Pedercini lavorano egregiamente, ma hanno mezzi economici ridotti.
Nonostante budger inferiori, i team guidati da Manuel, Calero e Lucio ben si difendono in gara. Se pensate che potrebbero fare di più, è vero, tuttavia in situazioni e condizioni diverse. Ovvero, potendo effettuare più test, consultando i dati raccolti dagli ufficiali, spendendo ulteriore denaro. Impossibile se non complicato.
La strategia della filiale europea dei tre diapason prevede che ogni R1 iscritta debba giovare di cure e specifiche dedicate ed emanate dal Marchio di Iwata. Ovviamente, anche nel seguente caso, le moto ufficiali sono... ufficiali, nel senso che possono sfruttare le evoluzioni approvate dai collaudatori.
Pata with Brixx, GRT, Alstare. I piloti sono: Toprak Razgatlioglu, Andrea Locatelli, Garrett Gerloff, Kohta Nozane e Christophe Ponsson. Un bellissimo contingente, completo ed assortito. Sulla carta, forse, migliore del rivale Kawasaki. Sulla carta.
Se per la Verdona l'anello "debole" è Pedercini, per Yamaha Alstare fatica a brillare. I punti ottenuti sono, per un motivo e per l'altro, pochi. Nonostante ciò, possono arrivare i miglioramenti: parlando di Alstare, nel box giallo blu di Donington c'erano due uomini della Casa di Iwata. Ciò significa quanto e come tengano anche ai piloti Indipendenti.
Eppure, il potenziale sarebbe, anzi, è enorme. Scott Redding e Michael Ruben Rinaldi corrono per l'Aruba Factory, compagine Rossa di cui ogni pilota Superbike vorrebbe farne parte. Chaz Davies, più volte vincitore nella serie, è con Go Eleven, detentrice del titolo Indipendenti.
Il giovane (per il Mondiale) Motocorsa ha nell'altrettanto giovane Axel Bassani una punta che batte spesso e volentieri gli ufficiali di qualsiasi Marchio. Eccellente. Tito Rabat - ex Moto2 con titolo vinto e buon conoscitore della MotoGP - è nel team Barni. Non benissmo, se guardiamo i risultati.
Visto nel suo insieme e considerando il palmares complessivo di squadre e piloti, quello Ducati dovrebbe essere lo schieramento a comandare le classifiche, perlomeno in relazione alla gradutoria Case e Team. Invece, non è così: Aruba e è terzo dopo KRT e Pata, come è terza la Rossa nel ragionamento generale.
SMR Racing ha fatto molto bene a Donington ed i critici hanno detto: "Era ora!" In effetti, il risveglio sembra chiaro, ma sarà definitivo? La squadra Factory, emanata da Monaco di Baviera, competerà ancora per il podio - con Tom Sykes e Michael Van Der Mark?
Oppure, tornerà a sonnecchiare? L'inglese e l'olandese figurano settimo ed ottavo in classifica. mentre BMW è quarta. L'obiettivo comune è di risalire la china, magari acciuffando Ducati il prima possibile. Per farlo, però, occorre l'aiuto di altre due M1000 RR.
La numero 50 di Eugene Laverty, ottimo sinora con RC Corse. Con pochi test e risorse non infinite, per loro le soddisfazioni sono già arrivate. Non possiamo dire lo stesso di Bonovo Action: Jonas Folger, tedesco come team e moto, fatica parecchio. Le premesse erano altre.
CBR RR-R Fireblade, ossia, l'unica moto a cui sfugge almeno un piazzamento a podio nel 2021. E, contando anche il 2020, un solo terzo posto, con Alvaro Bautista ad Aragòn. Poco, molto poco, perché la scritta HRC pesa ed appesantisce. Tuttavia, non smuove le acque.
Il team rosso, bianco e blu è in alto mare. I piazzamenti di Leon Haslam nella sua Donington non sono sufficienti. Urge correre ai ripari, se si vuole continuare a correre. Il concetto è chiaro, no? Oltrettutto, a pendere negativamente nella classifica relativa alla Case, in cui l'ala dorata è ultima, un altro fattore.
MIE Moriwaki ha gareggiato solo nel primo round, poi se ne è andato. Tati Mercado tornerò ad Assen, d'accordo, ma per la legge dei grandi numeri, difficile è - se non impossibile - ottenere di più: le quattro cilindri di Tokio sono due, a volte, tre. Come contrastare le sei Kawasaki, le cinque Ducati, le cinque Yamaha e le quattro BMW?
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