Il poker in Superbike fa dimenticare che i titoli mondiali sono ben sette: Foggy, infatti, ha trionfato anche nel TT-F1 e nell’Endurance. Il suo essere vincente l’ha portato a prevalere persino in un... Reality show in inghilterra
Fogarty “assorbì” il ruolo di pilota sin da bambino, per emulare il padre George. Il quale viene ingenerosamente ricordato per un episodio non troppo fortunato: nel 1979, fu lui a decidere il GP della 500 di Silverstone, perché l’allora pilota privato Fogarty ostacolò il doppiaggio di Barry Sheene e favorì il sorpasso di Roberts all’ultima curva. Vissuta la tradizionale trafila nelle gare di Cross giovanili, Fogarty debuttò in pista con le 250 due tempi, un passo quasi obbligatorio. Anche perché oltre a essere una buona scuola, con l’anima racing e le gomme lisce, queste moto rappresentavano un mezzo tutt’altro che irraggiungibile a livello economico.
Per un apprendista meccanico, proveniente da una famiglia grintosa e che ha sempre lavorato sodo, l’ambizione incontrò la convenienza. Nel 1985 Fogarty vinse il Manx GP nella Lightweight, prevalendo in una gara all’Isola di Man fatta per dilettanti ma in grado di spalancare le porte per il vero TT. Corse da wild card la gara del-la 250 iridata a Silverstone nel 1986, chiudendo undicesimo. Foggy amava le 250 due tempi e vinse parecchio su quel tipo di moto, almeno nel Regno U-nito, finché due fratture alle gambe non rischiarono di interrompere prematura-mente la sua carriera.
Anche per questo, nel 1988 acquistò una Honda RC30 V4 nuova. Non appena Carl fu in grado di piegare le gambe e guidare la 750 quattro tempi, si aggiudicò il campionato inglese e tre titoli (ma soltanto due riconosciuti come mondiali) di TT-F1, una categoria che era un misto tra gare stradali e in circuito, con moto derivate dalla serie con telaio e carena modificabili. Moto e gare perfette per la versatilità di Fogarty. Oltretutto, acquistare una RC30 significava mettersi in sella auna moto istantaneamente pronta percorrere.
Fogarty inizio ad aggiudicarsi gare come la North West 200 e il celebre TT dell’Isola di Man, nel 1989 e nel 1990: furono tre i successi sul Mountain. Nel 1990 avvenne anche il ritorno nel Motomondiale, quando l’infortunio di Pier-francesco Chili – già, il pilota che avrebbe sfidato senza esclusione di colpi negli anni della SBK – portò Fogarty sulla variopinta Honda NSR 500 La Cinq. Quattro gare, e anche se il team non gli permise di modificare nulla sulla moto per poter favorire la propria guida condizionata dagli infortuni alle gambe del passato, Fogarty mise a segno tre Top10. E il bello è che qualcuno avrebbe preteso risultati anche migliori.
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